The Holy Grail War

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Soul_Scythe
view post Posted on 18/2/2009, 14:42




CITAZIONE
Quest da 8X100, in cui otterrò:

Merodach: The Original Sin

All’apparenza di semplice fattura, senza nessun segno particolare, questa spada in realtà cela al suo interno un potere magico immenso. Il suo nome onora il dio principale degli antichi sumeri e patrono di Babilonia Merodach: sul suo schema sono state costruite poi quasi tutte le più potenti spade della storia, da Balmung a Excalibur. Pur non essendo famosa come le sue discendenti, questa spada le supera però enormemente in forza.

Energia Mentale: + 45
Velocità e Agilità: + 50
Potenza e Difesa Fisica: + 40
Potenza e Difesa Magica: + 64
Abilità con le Armi e Mira: + 50

L’ordine in cui postare è irrilevante, ma il tempo massimo per farlo è di 10 giorni dopo aver postato il primo.

SPOILER (click to view)
”Parlato”
§ Pensato §
Parlato Altri

”Urgh!”

Quel giorno il dolore venne all’improvviso, rapido come lo sparo di una pallottola. La mano sinistra prese a bruciare come se fosse stata esposta alle fiamme di un braciere, più o meno la sensazione che doveva aver provato Muzio Scevola. Si narra che nel 508 a.C., durante l'assedio di Roma da parte degli Etruschi comandati da Porsenna, proprio mentre nella città cominciavano a scarseggiare i viveri, un giovane aristocratico romano, Muzio Cordo, propose al Senato di uccidere il comandante etrusco. Non appena ottenne l’autorizzazione, si infiltrò nelle linee nemiche e, armato di un pugnale, raggiunse l’accampamento di Porsenna, che stava distribuendo la paga ai soldati. Muzio attese che il suo bersaglio rimanesse solo e quindi lo pugnalò. Ma sbagliò persona: aveva infatti assassinato lo scriba del re etrusco. Subito venne catturato dalle guardie del comandante, e, portato al cospetto di Porsenna, il giovane romano non esitò a dire: "Volevo uccidere te. La mia mano ha errato e ora la punisco per questo imperdonabile errore". Così mise la sua mano destra in un braciere dove ardeva il fuoco dei sacrifici e non la tolse fino a che non fu completamente consumata. Da quel giorno il coraggioso nobile romano avrebbe assunto il nome di Muzio Scevola (il mancino).

”M-ma che..? Argh!”

Peccato che Shirou non avesse nè lo stesso sangue freddo nè la stessa resistenza: cadde in ginocchio, tormentato dal dolore atroce, mentre il tatuaggio che era sul dorso, una spada rossa simbolo del suo legame con il Grail, pulsava e si illuminava con regolarità. Il tutto durò pochi secondi, lunghi come minuti, alla fine dei quali il dolore svanì, lasciando il giovane stremato dalla prova e il tatuaggio tanto pallido da non vedersi neanche. Si rialzò a fatica, cercando di recuperare le forze, poi si esaminò la mano alla ricerca della causa di quell’evento. Fu subito evidente al suo occhio esperto che il canale spirituale con il portentoso artefatto, un’enorme accumulatore di energia spirituale senza corpo fisico, era stato troncato. O meglio, rimpicciolito e prosciugato della maggiore parte del flusso magico. Poteva significare molte cose, ma la più probabile era anche la più terribile. Una nuova Holy Grail War.

”No! Eppure ne avevo distrutto il cuore! Non dovrebbe essere possibile riutilizzarlo per quello scopo!

A meno che...non l’abbiano ricostruito...come ho fatto a non pensare a un’eventualità simile? Sono un’idiota!”


Shirou otto anni prima aveva distrutto il circuito magico principale del Grail, rendendo teoricamente impossibile sfruttarne l’energia per evocare le Anime Eroiche del passato, i Servant: lui ci riusciva solo perchè sfruttava il suo stesso circuito magico al posto di quello dell’artefatto, che si limitava a fornire l’energia necessaria alla manipolazione e a richiamare gli spiriti degli eroi. Ma adesso anche altri avevano avuto accesso a quel potere, e a lui ormai non restava che un’unica opzione.

Ripetere la stessa impresa di otto anni prima.

§ Prima di tutto ho bisogno di saperne di più su quello che è successo realmente, e so chi può darmi queste informazioni. §

Prese il telefono e compose in tutta fretta un numero, attendendo con ansia finchè non gli risposero.

-???: Buongiorno a lei. Questa è la chiesa di Fuyuki City: desidera?

”Caren! Per fortuna ti trovo. Sono Shirou Emiya.”

Caren Ortensia era colei che gestiva la sede di Fuyuki della chiesa cattolica, o per meglio dire di quella parte che intratteneva rapporti con l’Associazione dei Maghi. Era infatti consuetudine che la Guerra per il Santo Graal avesse un supervisore, incaricato di far rispettare le regole e punire i trasgressori e quelli che andavano troppo oltre con le loro azioni: visto che doveva essere neutrale veniva scelto un membro della chiesa, generalmente il responsabile della zona in cui si teneva la Guerra. Dopo la morte del suo predecessore, Kotomine Kirei, era stata mandata lei a presidiare la città di Fuyuki. Lei e Shirou erano amici, sebbene la ragazza avesse il brutto vizio di dire sempre ciò che pensava senza un briciolo di tatto.

-Caren: Oh, quanto tempo Emiya. Non avevo tue notizie da così tanto tempo che ho pensato fossi morto. Ho pure buttato giù un’abbozzo del tuo necrologio: vuoi sentirlo?

”No, sinceramente, lascia stare...Piuttosto ho bisogno di una conferma.”

-Caren: La Guerra per il Santo Graal vero?

”Come temevo. E’ ricominciata vero? Comè successo?”

-Caren: E’ più semplice di quanto pensi: ricordi Matou Zouken, quel mago centenario bisnonno di Sakura? Non ti ha mai perdonato per avergli soffiato la vittoria e la possibilità di altre guerre, così con altri schizzati suoi pari si è dato da fare e ha ricostruito il sistema centrale.

”Zouken! Avrei fatto meglio a farlo fuori allora! Ho sottovalutato le sue abilità: in fondo dovevo pure aspettarmelo, si tratta pur sempre dell’ultimo superstite del team originario che ha creato il Grail. Devo fermarlo a tutti i costi. Dove si terrà questa volta, sempre a Fuyuki?”

-Caren: No, la locazione è cambiata. E’ stata scelta la città di Eureya: il rappresentate di là è un tale Padre Salieri, ma non so altro.

”Eureya? Ma la conosco! E’situata proprio poco lontano da qui.

Bene, perfetto, adesso mi serve un’ultima cosa.”


-Caren: La carta vero?

Il rituale per evocare un Servant necessitava di un’apposita carta magica che veniva consegnata a coloro che erano stati prescelti per partecipare all’Holy Grail War. C’erano di sette diversi tipi, raffiguranti ognuna una delle sette diverse classi possibili di Servant: Saber, Lancer, Archer, Rider, Berserker, Assassin e Caster. L’eroe evocabile dipendeva dalla carta: se avevi ad esempio quella del Caster il Servant evocato sarebbe stato per forza di quella classe. Inoltre non si poteva decidere che tipo di carta avere: la scelta e la consegna erano assolutamente casuali. Al di là di questo però l’Anima Eroica di solito aveva un carattere simile a quello dell’evocatore perchè il Grail stesso, tenendo sempre conto della classe, tendeva ad accoppiare Master e Servant in base all’affinità.

”Esatto. Puoi farmene avere una? No, anzi aspetta...mi è venuta un’idea: mandane uno stock completo qui all’Assiah, una per me e le altre per altri sei guerrieri a caso. Garantisco io sulla loro idoneità.”

-Caren: Va bene, ma perchè?

”Perchè temo che stavolta sarà molto più dura: Zouken di certo tenterà in ogni modo di farmela pagare, per cui voglio cautelarmi. Preferisco di gran lunga che il Grail finisca nelle mani di un mio commilitone piuttosto che nelle sue. E poi non è detto che non possa stringere qualche utile alleanza.”

-Caren: Ho capito. Provvedo subito. Arrivederci Emiya: torna qualche volta, la sai che devi confessare direttamente a me tutti gli enormi peccati che di sicura hai commesso vero?

”Sì, sì, come no, ciao Caren.”

E riagganciò il telefono.

§ Ragazzi! Quella tizia non la sopporto, non so proprio che farci. A volte ho l’impressione che si diverta da matti a mettere in imbarazzo la gente.

Và bhè, ora è meglio mi organizzi, in attesa dell’arrivo della carta. §


Passarono cinque giorni, poi una mattina un fattorino bussò alla porta di Emiya per consegnargli una busta gialla con una croce sopra, mentre nello stesso preciso momento altri sei guerrieri dislocati in tutto l’Assiah ricevevano altrettante buste identiche alla sua, all’interno delle quali c’era un foglio con le regole dell’Holy Grail War, l’invito ufficiale a partecipare ad essa e una carta, raffigurante ognuna una classe diversa.
SPOILER (click to view)

Shuda:
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Giselle Saint Clair:
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Sai:
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Skullblakael:
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Joseph Andris Perceval Doyle:
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Alex Torner:
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Shirou Emiya:
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A Shirou era capitata la carta del Caster.

”Caster, eh? Bhè, tenendo conto delle mie di abilità come mago direi che è una scelta perfetta: io in prima linea e lui a coprirmi le spalle. Ora evochiamolo.”

Il procedimento era semplicissimo e spiegato anche nelle regole: per prima cosa bisognava tracciare un cerchio a terra, poi mettere la carta al centro e scrivere sotto il proprio nome.
Dopo aver compiuto questa operazioni il cerchio di Shirou cominciò a brillare di una luce vivida, per poi emettere una colonna luminosa, mentre una figura umana sorgeva e si materializzava davanti a lui, una donna avvolta in un vestito viola, con sulla testa un cappuccio che copriva la testa dal naso in su e in mano una lunga asta con il pomo a forma di luna. Emiya la riconobbe subito.

”Medea? Che combinazione!”

Medea: figlia di Eete, re della Colchide, e di Idia, nipote della maga Circe e come quest'ultima dotata di grandi poteri magici. Colei che aiutò Giasone a conquistare il Vello D’Oro. Era inoltre, fortunata coincidenza, uno dei sette Servant che Shirou usava evocare di tanto in tanto.

-Caster: Ciao Shirou. Davvero, che combinazione che sia stato proprio tu a evocarmi. Quando ho saputo che la Guerra per il Santo Graal era stata ripristinata mi sono preoccupata, ma per fortuna sono finita con te. Cosa hai intenzione di fare dunque?

”E me lo chiedi? Ovviamente per prima cosa vincere, poi proteggere la gente innocente, distruggere di nuovo il Graal e far tornare voi sette con me. E anche se non dovessi vincere, bhè, allora distruggerò lo stesso il Graal dopo che avrà esaudito il desiderio del suo possessore, ma non prima di essermi assicurato che finisca nella mani di qualcuno degno di possederlo.”

-Caster: Ottima risposta, condivido pienamente. Vogliamo andare sul luogo designato?

”Certo. La città in questione è abbastanza vicina, per cui possiamo usare tranquillamente il servizio di Aeronave.”

Il ragazzo prima però si controllò la mano sinistra. Il tatuaggio era tornato di nuovo luminoso e visibile, segno che l’evocazione era stata compiuta con successo e il legame spirituale con il Servant era attivato. Soddisfatto Shirou prese il proprio equipaggiamento e con Medea andò allo scalo delle Aeronavi, dove si imbarcarono sulla prima nave diretta a Eureya.

E mentre Shirou e Medea si dirigevano successivamente verso Eureya anche gli altri sei guerrieri compivano il rito di evocazione: le figure che comparvero dalle colonne di luce chiesero tutte la stessa cosa alla persona che gli stava davanti.

Io ti domando...Sei dunque tu il mio Master?
SPOILER (click to view)
Ogni Servant possiede le stesse statistiche del Master, a cui però vanno applicati i bonus e i malus indicati nelle schede dei Servant qui sotto.

Saber

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Vero Nome: Pandora
Biografia: Zeus, infuriato con gli uomini dal furto del fuoco divino commesso da Prometeo, decise di punire questi ordinando ad Efesto di creare la prima donna del pianeta, una bellissima fanciulla chiamata Pandora (dal greco "pan doron" = "Tutti I Doni"), alla quale gli dei donarono ogni sorta di grazia, virtù e regali. Ermes, che aveva dotato la giovane di astuzia e curiosità, venne incaricato di condurre Pandora dal fratello di Prometeo, Epimeteo. Questi nonostante l'avvertimento del fratello di non accettare doni dagli dei, sposò Pandora. Ella aveva con sé un vaso regalatole da Zeus che conteneva tutti i mali del mondo, il quale le aveva ordinato di lasciarlo sempre chiuso. Ma, spinta dalla curiosità, Pandora disobbedì: aprì il vaso e da esso uscirono tutti i mali del mondo (la vecchiaia, la gelosia, la malattia, la pazzia, ecc.) che si abbatterono sull'umanità. Sul fondo del vaso rimase solo la speranza, l'ultima a morire.
Bonus e Malus Statistiche:
Energia Mentale: +10%
Velocità e Agilità: -10%
Potenza e Difesa Fisica: +20%
Potenza e Difesa Magica: -20%
Abilità con le Armi e Mira:
Armi:

Spada dell’Oltretomba

Una lunga spada dono di Ade, dello stesso colore dei capelli di Pandora e intrisa del potere dell’Oscurità. Riesce ad usarla magistralmente grazie ad Ares che gli donò le capacità guerriere tipiche degli uomini: è grazie a esse che gli è stata conferita la classe Saber.
Elemento: Oscuro

Tecniche:

Pandora’s Box: Releasing All The Evils of Mankind

Pandora evoca il vaso regalatogli da Zeus, un’enorme anfora d’oro grande quanto lei, a cui poi toglie il tappo: da esso escono sette ombre nere, che si trasformano in altrettanti piccoli costrutti animati dalla forma umanoide alti 1 metro e mezzo circa. Ogni costrutto ha 1/4 delle statistiche di Pandora, ma può solo, indipendentemente dalla differenza di statistiche, infliggere ferite al massimo di entità Leggera con un colpo ben piazzato. Non si difendono mai dagli attacchi inferti contro di loro e non possono saltare. Se uno viene distrutto ritorna nel vaso e non può essere richiamato prima che sia passato un’intero turno. A compenso di questo però ogni golem, oltre alle ferite fisiche, colpendo un nemico può anche infliggergli un preciso Status alterato proprio di quel golem. Essi sono: Veleno, Cecità, Mutismo, Sonno, Caos, Lentezza, Virus.
TECNICA DI SUPPORTO


Elpis: Hope is The Last to Die

Utilizzabile solo se tutti e sette i golem del Pandora’s Box sono fuori dal vaso: rimettendo e poi togliendo subito dopo il coperchio dal vaso esce una sfera luminosa, che poi prende le fattezze di una giovane donna dai capelli lunghi sempre fatta di luce, che lievita in aria attorno a Pandora e al suo Master: essa è Elpis, la dea incarnazione della speranza, e può essere distrutta solo quando tutti e sette i golem sono di nuovo dentro il vaso oppure con una tecnica critica. Elpis può usare a comando ogni incantesimo della magia Bianca e Verde, tranne Sancta, Virus, Novox, Veleno, Tenebra, Berserk e Olio.
TECNICA DI SUPPORTO


Lancer

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Vero Nome: Cù Chulainn
Biografia: Cù Chulainn è un eroe della mitologia irlandese, protagonista del ciclo dell'Ulster, nonché del folclore di Scozia e dell'Isola di Man. Figlio del dio Lúg e di Deichtine, sorella del re dell'Ulster, nacque col nome di Sétanta, ma conquistò il nome con cui è più noto da bambino, dopo che uccise per autodifesa il feroce cane da guardia di Culann, offrendosi in sua vece finché non fosse stato in grado di dare un risarcimento adeguato.
Bonus e Malus Statistiche:
Energia Mentale: -10%
Velocità e Agilità: +20%
Potenza e Difesa Fisica: +10%
Potenza e Difesa Magica: -20%
Abilità con le Armi e Mira:
Armi:

Gae Bolg

Gae Bolg è la lancia rossa maledetta che Cù Chulainn ricevette dalla sua maestra Scáthach durante il suo addestramento in Alba, cioè in Scozia, insieme alla tecnica segreta per il suo utilizzo. La Gae Bolg è stata ricavata da un osso del Coinchenn, un mostro marino, morto in combattimento con un altro leviatano, il Curruid.
Effetto Extra: Virus [Impedisce all’avversario di rigenerare le ferite finchè è affetto da tale status]

Tecniche:

Gae Bolg: The Spear of Impaling Barbed Death

Una delle tecniche più letali di Lancer: sferrando un’affondo verso il terreno la punta della lancia devia prima di toccare terra e allungandosi si scaglia dritta contro il nemico, ricercando e mirando il centro esatto del cuore con l’intenzione di trafiggerlo, a una velocità doppia rispetto a quella di Lancer.
TECNICA OFFENSIVA - NON ELEMENTALE


Gae Bolg: The Spear of Striking Death Flight

Caricando di energia la lancia e facendola così brillare Lancer la scaglia contro il nemico: in quel momento l’arma viene avvolta dalle fiamme, scatenando una grossa esplosione fiammeggiante quando colpisce il bersaglio. Dopo l’arma ritorna automaticamente nelle mani di Lancer.
TECNICA OFFENSIVA - ELEMENTO FUOCO


Archer

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Vero Nome: Artemide
Biografia: Dea greca della caccia e della luna, Artemide è figlia di Zeus e Latona e sorella gemella di Apollo. Latona, a causa di una maledizione lanciatale dalla moglie di Zeus Era, per poter mettere al mondo i due bambini era costretta a trovare un luogo che non avesse mai visto la luce del sole: per questo motivo Zeus fece emergere dal mare un'isola fino ad allora sommersa che, di conseguenza, il sole non aveva ancora toccato. Si trattava dell'isola di Delo.
Bonus e Malus Statistiche:
Energia Mentale: +10%
Velocità e Agilità: -10%
Potenza e Difesa Fisica: -20%
Potenza e Difesa Magica:
Abilità con le Armi e Mira: +20%
Armi:

Moon

In quanto Dea della Luna, l’astro stesso su cui vigila diventa la sua arma, un’arco di metallo viola a forma di mezzaluna. La sua corda è fatta degli stessi capelli della dea, praticamente indistruttibili, e ogni volta che una delle frecce, sempre di metallo viola, contenute nella faretra viene estratta si riforma automaticamente, rendendole infinite.
Elemento: Sacro

Tecniche:

Niobids: Arrows's Crowd of Extermination

Niobe, regina di Tebe e moglie di Anfione, si vantò di essere migliore di Latona perché mentre lei aveva avuto quattordici figli, sette maschi e sette femmine, Latona ne aveva avuti soltanto due. Quando Artemide e Apollo vennero a saperlo si affrettarono a vendicarsi: usando delle frecce avvelenate, Apollo le uccise i figli, mentre Artemide colpì le figlie.
In ricordo di questo episodio Artemide è in grado di lanciare un’unica freccia che si divide poi in una miriade di altre frecce identiche, il cui numero è il livello del Master moltiplicato per 14, che circondano l’avversario per poi colpirlo da ogni possibile direzione, riducendolo a un puntaspilli umano. Ogni freccia è intinta in un particolare veleno che non può essere curato nè dalla magia Triaca nè dalla magia Esna, ma solo da altre tecniche specifiche.
TECNICA OFFENSIVA - NON ELEMENTALE


Potnia Theron: Queen of The Beasts and The Hills

Artemide è famosa non solo per essere la dea della luna e della caccia, ma anche per essere la protettrice della selvaggina e delle foreste. Grazie a questo potere la dea è in grado di comandare a proprio piacere le piante e gli animali, usandoli e manipolandoli come più gli aggrada.
TECNICA DI SUPPORTO


Rider

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Vero Nome: Medusa
Biografia: La Gorgone dalla mitologia greca. Medusa, insieme alle sue sorelle, Stheno e Euryale, nacque dai sogni dell’umanità di dee ideali, contrapposte a quelle viziose dell’Olimpo. Gelosa del fascino delle sorelle, Atena stimolò gli adoratori delle Gorgoni ad attaccarle, costringendole a rifugiarsi a Shapeless Isle. Questo disonore rese Medusa acida e vendicativa verso gli umani, tanto che cominciò a uccidere gli invasori che sbarcavano sull’isola, diffondendo l'immagine di lei come un'icona di terrore. In seguito il semidio Perseo si dimostrò abbastanza capace da decapitare Medusa e le sue sorelle, ponendo fine alla loro vita.
Bonus e Malus Statistiche:
Energia Mentale: -10%
Velocità e Agilità: +30%
Potenza e Difesa Fisica: -20%
Potenza e Difesa Magica:
Abilità con le Armi e Mira:
Armi:

Punte con Catena

La sua arma sono un paio di punte di ferro unite alle estremità da una lunga catena: con le prime attacca sia da vicino che a distanza, mentre con la seconda avvolge e intrappola i nemici.
Effetto Extra: Haste [Aumenta Velocità e Agilità del 25%]

Tecniche:

Breaker Gorgon: Self Sealing Temple of Darkness

Breaker Gorgon è il nome che prende il visore che Medusa porta sugli occhi, che sopprimono l’antico potere pietrificante dei suoi occhi, denominato Cybele, per non usarlo inavvertitamente sui suoi alleati. Togliendoselo e aprendo gli occhi ne libera di nuovo il potere, e se in quel preciso istante incrocia lo sguardo dell’avversario egli potrebbe subire lo status Pietra. Dopo Cybele non avrà più efficacia e per usarlo di nuovo dovrà rimettersi il visore e attendere 1 turno intero.
TECNICA OFFENSIVA - NON ELEMENTALE


Bellerophon: Bridle of Chivalry

L’evocazione di Pegasus, il mitico cavallo alato dono di Poseidone. Medusa trasforma poi la sua arma nella sella e nelle briglie dorate dell’animale, con le quali lo cavalca. Pegasus ha le stesse statistiche di Medusa, ma quando lei è in groppa esse aumentano del 20%. Il cavallo alato può essere usato in due modi: o come supporto e mezzo di trasporto per il Servant, grazie alla velocità che raggiunge i 400-500 km/h, o come attacco, grazie ai potenti colpi delle ali di Pegasus che generano attorno a lui una massiccia onda d’urto luminosa blu, capace di distruggere le infrastrutture e lacerare i corpi degli esseri viventi, mentre lui si lancia simile a una cometa contro il nemico.
TECNICA DI SUPPORTO/OFFENSIVA - NON ELEMENTALE


Berserker

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Vero Nome: Aiace Telamonio
Biografia: Aiace è un leggendario eroe della mitologia greca, figlio di Telamone, re di Salamina, e di Peribea. Era sposo di Tecmessa, una sua schiava, e padre di un unico figlio, Eurisace. Protagonista dell' Iliade, per distinguerlo dal suo omonimo Aiace Oileo, viene chiamato con il patronimico di "Telamonio", o, più raramente, "Aiace il Grande". Nell' Iliade Aiace viene descritto come il più alto tra gli achei, dotato di una robustissima corporatura, secondo solo al cugino Achille quanto ad abilità nei combattimenti, un autentico pilastro dell'esercito greco.
Bonus e Malus Statistiche:
Energia Mentale:
Velocità e Agilità:
Potenza e Difesa Fisica: +30%
Potenza e Difesa Magica: -20%
Abilità con le Armi e Mira: -10%
Armi:

Scure da Battaglia

L’arma preferita di Aiace: un’enorme scure a doppia lama, pesante 15 chili, realizzata interamente in metallo e con l’elsa riccamente decorata di lisci topazi.
Effetto Extra: Contrattacco [Ogni volta che il possessore viene attaccato può scagliare subito dopo un’attacco fisico semplice senza sprecare azioni]

Rho Aias

Un’enorme ed estremamente potente scudo di bronzo rivestito con sette strati di pelle conciata di bue. Si dice sia efficacissimo contro qualunque tipo di proiettile e arma scagliata.

Tecniche:

Ship of Heroism: Holds Off The Trojan Armies Virtually Single-Handedly

Durante il secondo duello contro Ettore Aiace gli scagliò contro un masso che per poco non lo uccise. Curato successivamente da Apollo l’eroe troiani ripartì all’attacco, attaccando con i suoi soldati le navi achee. Aiace allora li affrontò tutti praticamente da solo con un’enorme lancia, riuscendo a resistere fino all’arrivo dei rinforzi. In memoria di questo episodio Aiace può, colpendo il terreno con la sua ascia, far spuntare da esso in un’ampia area davanti a sé centinaia di punte di roccia acuminate lunghe due metri che cercano di trafiggere il nemico. Si tratta di una tecnica usata principalmente contro avversari multipli e numerosi, ma funziona anche su quelli singoli.
TECNICA OFFENSIVA - ELEMENTO TERRA


Rho Aias: The Seven Rings that Cover the Fiery Heavens

Quando Aiace morì dal terreno intriso del suo sangue spuntò un fiore rosso, come era accaduto anche al momento della morte dell’eroe Giacinto, che porta sulle sue foglie le lettere AI, che rappresentavano sia le iniziali del suo nome che il dolore del mondo per la sua perdita.
In ricordo di questo episodio Aiace è in grado di trasformare Rho Aias in un’enorme fiore a sette petali di luce prismatica rossa , composto da altri sette diversi strati e in grado di difenderlo dagli attacchi nemici. La resistenza di questo scudo però si manifesta a piena potenza contro le armi e le tecniche a distanza: con questa tipo di attacchi infatti risulta estremamente difficile superare la sua difesa.
TECNICA DIFENSIVA - NON ELEMENTALE


Assassin

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Vero Nome: Scipione L’Africano (Publio Cornelio Scipione Africano Maggiore)
Biografia: Scipione fu un politico e generale romano, famoso per aver preso parte alla seconda guerra punica ed essere l’acerrimo nemico del cartaginese Annibale. A soli 24 anni riesce a farsi inviare in Spagna, con Caio Claudio Nerone al comando della flotta e con 11.000 uomini resi disponibili dopo la riconquista di Capua, allo scopo di riconquistarla. Scipione inaugurò una nuovo modo di trattare con le truppe, con le popolazioni iberiche, a volte potenziali alleate, e di combattere. La strategia complessiva venne cambiata verso la ricerca di una situazione di attacco continuo, che si mostrava ben diversa dai metodi "combatti e attendi" precedentemente adottati. Anche il lato psicologico venne studiato da Scipione, fino a far credere ai legionari di essere figlio di déi e da questi protetto. Con questi accorgimenti e con una serie di brillanti operazioni belliche e diplomatiche riuscì infine nella battaglia di Baecula a sconfiggere Asdrubale, fratello di Annibale, e a prendere possesso della penisola iberica. Pochi anni dopo parte per una campagna in Africa, allo scopo di attaccare direttamente Cartagine: seppur in netta inferiorità numerica grazie alla nebbia sbarca nei pressi di Utica scompaginando i piani dei cartaginesi, che lo aspettavano a Emporia, riuscendo a sconfiggerli. Successivamente, dopo aver studiato le abitudini degli avversari, di notte manda gli alleati Masinissa e Lelio in un attacco a sorpresa del disordinato accampamento cartaginese. È una strage: si parla di soli 20.000 superstiti su 100.000 uomini. Nella battaglia finale di Zama contro Annibale Scipione, grazie allo studio della tattica nemica fatto in precedenza, riesce ancora una volta a vincere. E’ a causa di questo particolare modo di combattere che a Scipione, nonostante le sue caratteristiche nettamente più vicine al Rider, una volta morto e diventato Spirito Eroico è stata data la classe Assassin.
Bonus e Malus Statistiche:
Energia Mentale:
Velocità e Agilità: +20%
Potenza e Difesa Fisica: -20%
Potenza e Difesa Magica: -20%
Abilità con le Armi e Mira: +10%
Armi:

Gladio Fantasma

Arma esclusiva di Scipione, si tratta di un gladio, cioè una spada di foggia romana, che ha il potere di sdoppiarsi all’infinito, permettendogli ad esempio di lanciarne un gran numero contro l’avversario come proiettili.

Tecniche:

Utica: The Fog of Ambush

In memoria della battaglia di Utica Assassin può tramutarsi in una fittissima nebbia nera che avvolge completamente il campo di battaglia, divenendo così immune ad alcune tipologie di attacchi come quelli fisici, ma perdendo la possibilità di attaccare. Può però riformare il proprio corpo o una parte di esso (braccia, gambe, busto) in qualunque punto della nebbia, in modo da poter di nuovo attaccare il nemico. La tecnica dura massimo tre turni.
TECNICA DI SUPPORTO


Zama: Study ad Reproduce The Enemy Tactics

In memoria della battaglia di Zama Assassin ha il potere di riuscire ad analizzare minuziosamente qualsiasi tecnica avversaria, riuscendo dopo averla una sola volta a capire tutto su di essa e addirittura a copiarla, ma solo se essa non dipende da un’abilità di razza o è del tipo evocazione, oppure se necessita di armi che non possiede. Inoltre ogni volta che copia una tecnica dimentica quella precedentemente copiata e deve osservarla un’altra volta per poterla riusare.
TECNICA DI SUPPORTO


Caster

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Vero Nome: Medea
Biografia: Medea è una figura della mitologia greca. Figlia di Eete, re della Colchide, e di Idia. Era inoltre nipote della maga Circe, e come quest'ultima era dotata di grandi poteri magici: i suoi abiti incantati infatti le consentono di volare senza aver bisogno di ali. Quando Giasone arrivò nella Colchide insieme agli Argonauti alla ricerca del Vello d'Oro, Hera e Aphrodite ordinarono a Eros di farla innamorare dell’eroe e di aiutarlo nella conquista del prezioso oggetto. Dopo dieci anni, però, Creonte, re della città di Corinto, offrì sua figlia Glauce in sposa a Giasone, dando così a quest'ultimo la possibilità di succedergli al trono. Giasone accetta, abbandonando così Medea, che nel frattempo aveva sposato, incurante della disperazione della donna. I suoi abiti incantati le consentono di volare senza aver bisogno di ali.
Bonus e Malus Statistiche:
Energia Mentale:
Velocità e Agilità:
Potenza e Difesa Fisica: -20%
Potenza e Difesa Magica: +30%
Abilità con le Armi e Mira: -10%
Armi:

Asta da Mago

Una semplice asta da mago, senza nessun potere particolare: serve solo per facilitare il lancio degli incantesimi.

Rule Breaker: All Codes Must be Destroyed

Una iridescente e dentellata daga senza particolari capacità offensive, ma che possiede il potere di annullare gli effetti di qualunque potenziamento, trasformazione e status alterato usato sul soggetto che ferisce, riportandolo allo stato originario prima dell’effetto.

Tecniche:

Rain of Light

Una delle magie preferite da Caster usa: consiste nel lancio simultaneo di 11 potenti raggi di energia non-elementale contro il nemico.
TECNICA OFFENSIVA - NON ELEMENTALE


Argon Coin: The Golden Fleece

Il mitico vello d’oro che Medea sottrasse a suo padre Eete insieme a Giasone: esso ha il potere di evocare il drago che originariamente lo custodiva. E’ grande come un palazzo di quattro piani, ricoperto di scaglie dorate, con due ali ampie come vele di navi e capace di sputare grosse vampate di fuoco. Possiede il doppio delle statistiche di Caster.
TECNICA DI SUPPORTO

 
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=Pixie=
view post Posted on 23/2/2009, 23:09




OT/ Scusa Soul se sfrutto la tua quest per ottenere un'arma. Ma sono rimasta senza XD OT/

CITAZIONE
Righi totali: 340 da dividere come mi pare.
Devo "conquistare"

Una falce dal lungo manico di una lega metallica rossa molto resistente. Ad entrambe le estremità è incastonata una lama. Una nera ed una bianca, alla base di ognuna è incastonata una gemma, un diaspro alla base della lama nera, ed un turchese alla base di quella bianca.
La lama bianca ha la facoltà di dominare e richiamare l'elemento fulmine, mentre la rossa l'elemento fuoco.

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1° Post da 42 righi.

Erano passati pochissimi giorni da quando aveva messo piede all’accademia dell’Assiah. Dal giorno dal suo arrivo, dopo aver affrontato la prova d’ingresso, non si era ancora degnata di fare un giro per perlustrare la fortezza, in modo da cominciare ad orientarsi e conoscere i confini dei territori di una dazione e quelli di un’altra. Non che le importasse conoscere certe piccolezze. A dire il vero non le interessava nemmeno fare conoscenza. Tutto ciò che voleva era aumentare la propria potenza e riuscire a battere i guerrieri dell’Assiah. Per il momento si accontentava dei più scarsi, ma prima o poi sarebbe arrivata a quelli che valeva davvero la pena di affrontare.
Per sua sfortuna, i suoi ventagli erano stati resi inutili dal primo combattimento che aveva disputato. Doveva trovare al più presto una nuova arma.
Quella sera aveva deciso di concedersi qualche ora di libertà, uscendo all’esterno della fortezza per non sentirsi perennemente prigioniera delle spesse mura tra le quali vivevano tutti i guerrieri.
Aveva passato la maggior parte della notte a scorrazzare per le foreste, osservando lo stile di caccia dei cacciatori notturni. La luna piena le permetteva una buona visione dei luoghi che visitava.

Rientrò al dormitorio quando ormai l’oscurità stava per fare spazio alla luce del giorno. Voleva concedersi un paio d’ore di riposo. La aspettava un’intensa giornata d’allenamenti. Essendo priva delle sue armi primarie, si sarebbe concentrata sul combattimento corpo a corpo e sulla scherma.
Estrasse la spada da sotto il lungo mantello e con gioco di polso prese a farla vorticare velocemente da una mano all’altra.
Un’improvvisa fitta al polso le fece perdere la presa sulla spada che cadde a terra con un tonfo metallico. Nello stesso istante qualcuno bussò alla porta dicendo d’essere un fattorino e di doverle consegnare un pacco. Aprì la porta, firmò il modulo che le veniva posto e, dopo aver preso il pacco chiuse la porta senza curarsi della persona ancora sulla soglia.
Mentre raggiungeva la scrivania aprì la busta per ispezionarne il contenuto. Riconobbe la carta che si ritrovò in mano come una della famose sette carte dei servant. Una per classe. Quella che teneva davanti al viso era chiaramente la carta della classe Lancer.
Insieme alla carta era presente una lettera con le regole per l’evocazione.
Era dunque giunto il momento di una nuova guerra per ottenere il Sacro Graal?
Se così era, non vedeva l’ora di lanciarsi in una nuova battaglia.
Seguì le indicazioni ed eseguì il rituale dell’evocazione. In pochi secondi davanti a sé vide materializzarsi una sagoma che divenne sempre più nitida, fino a rivelare una ragazzo dall’espressione sicura e beffarda che la guardava come se volesse sfidarla. In mano stringeva una lunga lancia rossa. Fu lui il primo a parlare.

Io ti domando...Sei dunque tu il mio Master?

La risposta sembrò ovvia, visto che in quella stanza c’era solamente Giselle.

Sì, sono stata io ad evocarti, Lancer. Sta per scoppiare una nuova Guerra per la conquista del Graal. Dovremmo fare in modo che nessuno ci arrivi prima di noi.

Disse esaminando il tatuaggio che le era comparso sul polso destro. Non le interessava davvero ciò che tutti i master e servant cercavano, non aveva desideri da esprimere, ma l’idea della guerra imminente le mandava l’adrenalina alle stelle.
La lettera indicava anche il luogo in cui la battaglia sarebbe iniziata.

Andiamo, Lancer. Sei pronto?

Chiese al suo nuovo servant.

Sempre pronto, Master. Vi servirò con piacere.

Master? Non le piaceva essere chiamata in quel modo, non aveva mai trovato piacevole sentirsi chiamare come un superiore. D’altronde non gli avrebbe nemmeno dato ordini. Avrebbe combattuto anche lei.

Bene. Fammi un favore, chiamami Giselle.

Detto ciò si precipitarono fuori dalla stanza e raggiunsero l’esterno della fortezza, diretti al luogo designato.
 
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Skullblaka
view post Posted on 24/2/2009, 23:33




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/Ot nch'io la userò per ottenere una tecnicuccia:
Blood fort andromeda:
Consiste nell'evocazione di una barriera che racchiude uno spazio alquanto fasto, che potrebbe contenere un intero edificio. La barrierasi manifesta con un odore difficilmente percettibile. I possessore della tecnica deve concentrare tutto il suo potere magico in una "sorgente" nascosta ove lo stesso campo di forza trarrà energia. La tecnica si manifesta in cielo con un gigantesco occhio al quale si collegano alcuni rami fatti di nubi. Si sa inoltre che tale barriera attinge il propro potere dal pianeta stesso, pertanto una volta usata dovranno passare altri cinque combattimenti prima di poterla riutilizzare poichè il pianete deve riposarsi prima di donare nuovamente energia. L'evocatore della barriera non potrà usare nessuna magia finchè si trova là dentro. Infine tale barriera indebolisce gradualmente il nemico provocandogli danni medi ogni turno e se cercherà di potenziare la proprie statistiche , queste invece di aumentare, diminuiranno del tot di punti o decadranno con le percentuali. Tale barriera dura 3 turni.
Ot/



La classica frase che ogni servant evocato diceva al proprio presunto master , non fu ripetuta al supremo incontrastato dei Lux. Ma ora riprendiamo la narrazione degli eventi dal principio. Era un fredda mattinata di fine inverno. Gli uomini cominciavano a prendere parte ai propri lavori abituali. I soldati iniziavano ad allenarsi , le sentinelle a vegliare lungo i rostri delle mura, i pescatori armeggiavano le proprie canne da pesca munite di esche pregiate e le donne erano in procinto di tessere presso il telaio e pensare agli affari di casa. L’unico che ancora non era ritornato alle proprie mansioni era colui ,che primo fra tutti aveva l’obbligo di primeggiare nell’inizio delle faccende del governo. Non era nel suo palazzo , né in mensa, né tanto meno nel piazzale a girovagare liberamente assieme ai giovani. Non era da nessuna parte. Era abile camuffarsi o meglio camuffare le sue tresche con le ragazze pi carine della fortezza e non solo. Nel pieno della stanchezza aprì prima un occhio , cercando con quello di vedere con la coda nell’occhio il suo orologio da polso. Era in grandissimo ritardo. Strofinò l’altro occhio e si rese conto che c’era un piccolo impedimento. C’erano tre ragazze nude nel suo letto. Come faceva ad uscire da una tale situazione? Voleva starsene completamente nel suo palazzo a bramare solo una cosa. Anzi più di una. Cecco Angiolieri diceva che odiava il padre in una sua celeberrima lirica. Tale sonetto si intitolava “Tre cose solamente m’énno in grado”. Ovvero che solo tre cose gli sono gradite. Noi le chiameremmo Bacco , tabacco e venere , ma il modo in cui lui lo affermava in quella poesie era un che di comico mettendolo in paragone con le poesie degli stilnovisti , che elogiavano la donna rendendola come un angelo , una semi divinità , non degna agli uomini per beltà e gentilezza . Cecco invece si può ben dire che introdusse la poesia comico-realistica. Secondo lui la donna era una prostituta , una professionista e ciò che più gli piaceva fare era bere e giocare d’azzardo. Disprezzava il padre perché gli dava soldi per dedicarsi alle sue puerili attività poco educative solo a pasqua , come di consueto in ogni famiglia della sua epoca. Il cherubino si poteva ben definire un Cecco Angiolieri moderno anche perché come faceva il poeta lui “torreva le donne giovani e leggiadre : mentre le zop(p)e e vecchie lasserava altrui”. Così mentre si dedicava alle sue attività da ninfomane con una ragazza che aveva preso tra una folla di fortunate, ovviamente fu lei che lo volle , passò una bella serata. E il bello che era un angelo puro , che come di consueto non doveva fumare , drogarsi , bere , andare a donne di malaffare e non. Chissà allora i cattivi cosa ne facevano delle donne. Così la prendeva con filosofia senza farsi troppe rogne e troppe paranoie. Dicendo canticchiando poeticamente versi di un altro grande poeta medioevale: Lorenzo de medici. Canticchiava come per prendere in giro la gente e tanto per soddisfazione personale: “ Chi vuol essere lieto sia di un domani non v’è certezza!”. Ultimamente era una cosa incontrollabile , ma prima di fare mosse avventate svegliando le tre, qualcuno bussò alla porta. Rapidamente si catapultò verso la sedia dove era riposti i suoi vestiti e di fretta si vestì , lavandosi con acqua ghiacciata la faccia. Poi onde evitare brutte figure coprì le tre con multistrati di coperte e andò ad aprire alla porta. L’hastega in certi momenti serviva davvero tanto. Il postino vide il supremo col fiatone , così non indugiò e diede immediatamente il pacco con la croce impressa sopra , al ragazzo. I cherubino lo afferrò mentre firmò inconsapevolmente il documento che gli porgeva il portalettere. Il giovane intanto si rese conto di avere un numero imprecisato di punti interrogativi “???” girargli intorno alla testa come degli aurighi che conducevano il carro attorno allo stadio per vincere la tanto ambita coppa. Iniziò a scuotersi la testa, sbadigliando esageratamente. Aprì l’enigmatico pacchetto con fare iracondo , come se credesse che fosse solo uno scherzo di cattivo gusto , mentre era troppo stanco che neppure si accorse che la mano gli pulsava a causa di un calore innaturale , formando un tatuaggio di tipo tribale alquanto bizzarro. Aprì il pacchetto e trovò un libretto di istruzioni. La sua mente si focalizzò sul televisore al plasma che aveva ordinato mesi addietro per il suo palazzotto, ma le sue speranze furono smentite dalla presenza nel pacco di una carta da poker. Era talmente fatto , che non si accorse che era una carta per maghi. La gettò a terra , per poi riprenderla. La studiò e notò un cavaliere o comunque un tipo con in mano delle redini. Poggiò la carta su un tavolino, mentre metteva una mano in orizzontale mostrando i palmi , mentre chiudeva l’altra mano simulando un pugno. Colpì col pugno la mano aperta , facendo un rumore simile ad un “toff”. Fece segno di aver capito. Prese la carta trionfale , alzandola ridendo al soffitto , dicendo che era una carta napoletana raffigurante il cavallo. Ma dovette ricredersi poiché non vi era raffigurato un cavallo , ma un portatore di biga. Sconcertato sfogliò con agitazione il libretto d’istruzioni allegato. Pronunciò quelle frasi senza senso , per poi chiudere gli occhi. Non capì cosa era successo in un breve lasso di tempo , ma si ritrovò sul terrazzo del palazzo con addosso una vestaglia maschile , avendo al naso una bolla che si sgonfiava mentre russava silenziosamente. La bolla scoppiò e lui si svegliò sbadigliando.

“Che è successo? Che ci faccio sul mio terrazzo? Da solo? Con una scatola di profilattici vuota e non in tenuta di combattimento? Che cavolo è successo? Sarà che magari devo essere uscito durante le mie tresche notturne e quel sogna della busta di carte napoletane o di poker era tutto un sogno. Allora se non mi sono fatto tre belle figliole che ho fatto l’altra sera? … Devo aver fumato troppo , sono così fatto che potrei fumarmi persino Katriel , dopo averlo arrotolato in una cartina ritzla. Devo smetterla di farlo con tutte le ragazze ogni santo giorno , sennò rischierò di diventare impotente o peggio … padre (O.O) No !!!! Da domani segregato in casa e si esce solo che è in corso una guerra tra maghi mafiosi o tra divinità malvagie che giocano con la vita dei mortali. Neanche se trovassi un graal sotto lo zerbino di casa mia , no … Vediamo chi c’è in giro … và”

Si affacciò alla ringhiera guardando la gente che passava. Nulla di che i classici popolani vestiti di straccetti , i senatori vestiti con gli asciugamani e una gnocca dalle larghe vedute che passeggiava da sola , vestita con dei bikini alquanto appariscenti e provocanti. Quanto durò il cherubino a tale paradisiaca visione? Resistenza cherubino = Ma quale resistenza?! Nel giro di un millisecondo lui si era teletrasportato tanto la velocità all’inseguimento della tipa sexy , alzando un polverone impressionante.
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La inseguì così furiosamente che neppure si rese conto che non era più nella fortezza bensì nel bosco antistante all’inseguimento della ragazza che pareva svanita nel nulla. Continuò a correre , facendo slalom tra gli arbusti , fino ad arrivare ad un radura dove si voltò di colpo sentendo dei passi dietro di lui. Una ragazza vestita con abito da discoteca con il volto, o meglio , gli occhi coperti e un’arma simile ad una catena a cui erano legati due pugnali. Un calcio colpì il cherubino che già aveva il sangue che colava dal naso, all’idea di raggiungere la bella col bikini. Il calcio istigò ancora di più alla perversione Skullblakael che vide attrverso la minigonna l mutandine della sua assalitrice. Il cherubino sbatte su un tronco, mentre la ragazza lo legava con la catena , un po’ come le sacerdotesse di Priapo legarono i tre protagonisti del Satyricon , una vera porcata. E qui si può ben capire il male peggiore che superava di gran lunga la lupa (cupidigia), che Dante Alighieri descrisse nel primo canto dell’Inferno della Divina Commedia, la lonza (lussuria) era il male più potenza. Tale belva è detta in francese arcaico col termine di ‘lonse’ era una belva maculata che rimaneva sempre in calore , pertanto è il simbolo che meglio esprime la lussuria e il piacere materiale dell’edonismo. Ma per non dilungare più di tanto torniamo al nostro sciagurato , che nel bel mezzo di un dramma mentale ove il cherubino era in procinto di balzare in maniera bestiale verso la bella ragazza dall’animo combattivo. Le giovane gli afferrò la testa e gliela sbatte violentemente verso il tronco dell’albero., spaccandolo bruscamente. Poi si avvicinò al ragazzo mettendo la mano intorno al collo , come per volerlo abbracciare o per volerlo strozzare nel medesimo istante. I suoi capelli color fuxia oscillarono sinuosamente e sensualmente , mentre il cherubino sorrise come un ebete , quasi sbavando , con gli occhi accesi come un focolare. La ragazza ripete la domanda che un’ora prima gli aveva posto:

“ Te lo ripeterò con calma , onde evitare che tu reagisca come poco fa… Io ti domando...Sei dunque tu il mio Master? E vedi di tenere le mani apposto che mi hai fatto sprecare notevoli quantità di energia solo per scappare dalle tue grinfie bellezza”

“Ora ricordo … ti ho evocata dopodiché ti ho baciata e ti ho proposto di entrare nel talamo , ma tu ti eri accorta delle altre tre ragazze e , nonostante prima sembrassi molto accondiscendente, hai rifiutato energicamente con un violento … Ops… Comunque sono io il tuo Master … Per le energie che hai perduto , un tale Emiya Shirou , non so se lo conosci , mi rivelò che per far ritornare in salute ed in forze un servant ci sono due modi … O si è un mago dall’enorme potenziale magico , e io non sono molto portato in quel campo , oppure bisogna … bè dovresti saperlo no? , io e te dovremmo…”

La ragazza gli mise due dita sulle labbra , mentre sinuosamente ,come se fosse un serpente scivolò verso il basso , dicendo:

“Ora dopo tanto tempo segregata nel regno degli eroi e degli antieroi , mi diverto un po’ io … Ammazza neanche il berserker Heracles c’è l’ha così“

Dopo un paio d’ore la cosa terminò e Rider appariva troppo carica di energie , tanto che sembrava avere un’aura che sprizzava potenza da tutti i pori. Tanto che non c’era bisogno di evocare Pegasus , che già lei tenendo per mano il master raggiunse correndo la città ove i maghi si sarebbero fronteggiati per il santo graarl…
 
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King Dark Dragon
view post Posted on 28/2/2009, 14:36




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scusa Soul ma userò pure io la tua quest per apprendere questa innata:

CITAZIONE
Abilità innata: Alterazione fisica

È una abilità innata particolare, consiste nel alterare il proprio fisico permettendo un potenziamo drastico su determinati fattori. Questa abilità innata permette di apprendere determinate tecniche che se no non sarebbe possibili nella realizzazione.
Con questa abilità l’esecutore può scegliere che parte del corpo potenziare, le parti alterabili sono due e non possono essere potenziate tutte due allo stesso momento, i due tipi di alterazioni sono i seguenti:



1-Alterazione della massa muscolare della mano destra, egli è in grado di modificare la sua mano fino a farla diventare una lama estremamente tagliente, le sue dita si allungano e diventano estremamente resistenti e flessibili. Acquisisce il potere di poter perforare la materia solida con facilità, l’unico materiale che con questa alterazione della massa muscolare rimane inviolabile sono quegli scudi o barriere di energia spirituale. Con tale potere può affrontare qualunque tipo di arma solo usando la propria mano e senza subire tagli o ferite di alcun genere in alcuni casi può spezzare persino le armi nemiche. C’è un potenziamento pari al 80% della potenza e difesa fisica e un 20% nella velocità e agilità.
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2-Alterazione dei muscoli e delle ossa, all’incontrario dell’alterazione della mano destra questa alterazioni fisica al primo sguardo è impercettibile. L’utilizzatore di tale tecnica decide di alterare i muscoli, i legamenti e l’interno delle propria ossa concedendogli quindi una agilità veramente incredibile ma quindi rendendolo molto più debole confronto ad attacchi fisici. In tale trasformazione la velocità e agilità aumenta del 110% ma la potenza e difesa fisica diminuisce del 70%

P.S: Ogni tecnica o abilità che influenza in qualunque modo la velocità riceverà un ulteriore bonus di 70 punti se Joseph avrà attivato precedentemente la tecnica “richiamo delle ali”

10 post da 120 righe


-ragazzi.. ragazzi.. venite qua.. si parlo pure con te beduino, vini vieni, ho bisogno anche di te… mi dovreste aiutare a portare sopra questi libri, no non sto scherzando dentro a quegli scatoloni ci sono dei libri-

erano passati pochi giorni, forse due, da quando ero uscito per l’ultima volta dall’Asshia. L’ultima volta fu per uccidere il ricercato Rex Trux, un personaggio un po’ ambiguo di cui avevo ben descritto nel mio diario personale

piccola citazione del diario personale di Joseph:*…alto, con una tonicità muscolare decisamente superlativa, collo assente, la testa era quasi attaccata al corpo, diverse cicatrici sul corpo, la più grande che sono riuscito a vedere e quella che gli copriva tutto il costato come se qualcuno avesse cercato di tagliarlo in due e che non ci sia riuscito, armatura che portava era di un materiale che potrei definire verro mischaito con un nuovo materiale che devo ancora analizzare, aveva pure una spada…*

Quella missione mi cambiò, mi fece capire che scopo avrei avuto in quel posto così poco interessante, non che frivolo, avrei ricostruito la biblioteca e insieme a essa avrei anche aperto un centro di ricerca dove avrei analizzato le tecniche e le abilità innate di chi uccidevo o semplicemente catturavo. Il mio obbiettivo principale come sempre però era un altro, trovare una mappa che mi potesse riportare nella foresta centenaria presso il mio ex clan. Il problema riguardante la mappa era uno, e non trascurabile, non ne esisteva. Le mappe che servivano a condurre ai principali sette clan che vivono nell’Ivalace erano state distrutte molti secoli orsono, dalle mie ricerche l’ultima esemplare era presente nella antica biblioteca di Asshia che pur troppo fu letteralmente distrutta. Non vi era mappa, ma confidavo ancora nella buona sorte, forse sarei riuscito a disegnarla io stesso dopo aver acquisito molte informazioni, oppure sarei potuto incapparne per errore in una copia, chissà che cosa aveva progettato per me il destino. Intanto ora come ora ero occupato nel racimolare volontari del mio stesso plotone che mi aiutassero a portare i libri, le pergamene e altre cosette per me interessanti, che avevo trovato nella grotta di mhitril a Rabanestre. L’impresa per adesso non aveva dato un buon risultato, ero riuscito a convincere solo due persone, PrensiK il cuoco e Fremaloot quello che porta le missive del generale Law (in poche parole il lecchino del generale). Entrambi non avevano una buona fama, il cuoco era considerato beh un po’ strano, si dicesse che anche se di giorno si comportava come un puro demone la sera amava vestirsi da donne e passeggiare per i vicoli, nel tentativo di farsi una bella…. con un povero passante; mentre per il lecchino,beh solo che era un lecchino la sua fama era molto bassa, in più era uno smidollato l’esempio di quanto il plotone dl generale infondo non fosse così tanto il top anche se molti lo definivano “il migliore plotone degli alter”. Comunque erano cose che infondo non mi toccavano, mi serviva semplicemente una mano e quei due avevano di loro spontanea volontà accettato, quindi io ci avevo solo guadagnato. Sbadigliai clamorosamente spalancando completamente la bocca e solo a metà dello sbadiglio me ne accorsi e quindi misi la mano a coprire ciò. Mi stiracchiai leggermente il collo e poi le braccia e infine diedi un’occhiata all’orologio al muro presente nell’atrio del dormitorio della camerata. Erano le dodici meno sette minuti. Rimasi scioccato, per racimolare due persone e per portare solo trentacinque scatole colme di libri da li al secondo piano dove vi era la mia stanza ci avevo messo la bellezza di trentaquattro ore. Forse un po’ troppo, avevo sbagliato a fare colazione, pranzo e cena non che andare la bagno; sicuramente se avessi rinunciato a quelle quattro cose avrei certamente finito. Sbuffai sonoramente, mentre il mio sguardo passava dall’orologio agli scatoloni ancora mancanti, non ne sapevo il numero preciso perché ad un certo punto ne avevo perso il conto ma ne stimavo sui duecento al’incirca.

-beh…. Ritorniamo a lavoro, se mi perdo ancora a chiedere aiuto qui affittiamo a domani-

Borbottai tra me e me, prendendo uno scatolone per poi portarlo un po’ svogliato su per le scale e infine in stanza. Beh ormai la stanza che mi avevano affibbiato era quasi del tutto sparita, gli scatoloni lentamente la stavano divorando, al mio parere dopo aver portato tutta quella roba certamente non avrei più avuto un posto dove andare a dormire, ma dovevo accontentarmi di ciò che mi offriva il convento. Posai lo scatolone vicino al letto e così fecero pur i miei due aiutanti che erano appena apparsi dietro di me, con uno sguardo freddo ma in bocca un sorriso

“che diamine avranno da sorridere quei due?”

Fu il primo pensiero che mi venne in mente, infondo non avevo dormito tutta l notte per quei maledetti scatoloni e questa mattina avevo preso una bella sgridata dal generale Law perché ancora non gli avevo fatto rapporta, era ovvio che non avessi tanta voglia di sorridere e che ero nervoso da far paura. Abbozzai però a mai volta un sorriso, finto e decisamente poco credibile, solo per non sembrare scortese infondo mi stavano dando una mano non potevo chiedere di più. Ci mettemmo la bellezza di altre otto ore per riuscire a portare tutti gli scatoloni nella mai camera, e al mio parere ci andò pure di lusso visto che spesso e volentieri i miei aiutanti si fermavano o per andare al bagno o fare pausa sigaretta, e altre stupidaggini del genere. Finito il lavoro li presi uno per uno, e grazie a dio erano solo due e dopo averli ringraziati gli diedi un piccola somma in denaro, nulla di eccezionale solo per scusarmi del disturbo che gli avevo recato e li congedai. Ormai era sera, e il via vai dell’accademia era cessato completamente, tutti erano o a bere fuori da quel palazzo, o a cena o a dormire. Quindi era il momento giusto di andarsi a fare un bel bagno rilassante, per togliere o stress di quegli ultimi giorni. Arrivato nella zona delle terme, andai verso il mio cassetto dove tenevo il pigiama, lo sciampo e un asciuga man oche serviva a legarmelo intorno alla vita nel momento che uscivo dall’acqua, cosa che dovevo far per forza visto che avevamo le terme miste. Estrassi il materiale e mi denudai nella zona adibita, la roba sporca la misi dentro una cesta di canapa che avrei poi dopo portato in lavanderia. Con l’asciugamano messo in maniera tal che nessuno potesse vedere le mie vergogne, come disse Omero quando scrisse di Ulisse e del fatto anche lui si era coperto per non imbarazzare le fanciulle o le persone che vi erano davanti a lui, entrai nelle terme. Rimasi li per la bellezza di due se non tre ore, infondo il girono successivo c’era la festa di un quartiere li vicino e per questo, il generale aveva deciso di concederci il giorno libero. Uscito dal mio bagno mi asciugai e mi cambiai mettendomi il pigiama, presi la roba sporca dentro il cesto e andai nella lavanderia a gettoni. Un’altra ora per lavare e asciugare i vestiti. Infine ormai stanco e con i primi doloretti che mi iniziavano a venire su per la schiena e per le braccia decisi che era ora di andare a dormire. Le scale erano molto più pesanti di quanto fossero state tutta la mattina e sinceramente più di una volta mi venne quasi da rigettare, per quanto fossi affaticato e per quanto avessi visto quelle maledette scale e corridoi. Arrivato dinanzi alla mai stanza misi la chiave nella serratura arrugginita e iniziai aggirare, sentivo gli ingranaggi scricchiolare ogni giro di chiave fino a che un rumore tonfo che indicava che ora potevo entrare. Presi la chiave e tenni in mano, mentre con quella libera strinsi il pomello e aprii la porta. Entrato all’interno della camera posai la chiave e la cesta con gli abiti che avevo lavato su uno scatolone nel luogo dove era sotterrata la scrivania sbilenca. Sospirando scavalcai due cartoni pieni di libri e ne spostai altrettanti fino ad arrivare al letto che era grazie a dio salvo da quell’ondata anomala di scatole. Certamente avrei chiesto a Shuda una stana più grande dove almeno sarei potuto entrare insieme a tutti quei libri ma ormai era stanco e anche quel pensiero si allontanò presto dalla mia mente. I addormentai poco dopo sopra al letto e come al solito i miei incubi si fecero avanti senza farsi alcun problema. I ricordi ritornarono, lo scontro con il demone che i maledì, la morte di Katrin, la sconfitta del mio gruppo, la mai morte. Come al solito frazioni del mio passato ritornarono per tormentarmi e per farmi urlare e sudare la sera. Ad un tratto mi svegliai all’improvviso, non sapevo che mi fossi sognato per svegliarmi così di contraccolpo, ma so solo che rimasi per alcuni minuti rintronato. Il mio occhio destro aperto che fissava una colonna di scatole proprio dinanzi a me, mentre della luce forse lunare filtrava da altre scatole alla mai destra. Misi entrambe le mani sulla nuca. Intanto lo sguardo scivolava sempre più giù fino a raggiungere le lenzuola.

“non ce la faccio più.. non posso, non voglio più vivere una vita del genere, basta… basta…”

-BASTA-

Infine urlai, in preda alla mai disperazione. Ma tale urlo non andò così perso nella notte, infatti pochi secondi dopo altre persone iniziarono ad urlare.

Compagno di brigata: -Joseph, maledetto… mi hai svegliato… che cazzo ogni sera la stessa storia.. .se sei così stufo di vivere stai per ottenere finalmente qualcun oche ti ucciderà se non lo fai dormire.. quindi chiudi il becco…-

-secondo compagno di brigata: -zitti tutte e due, voglio dormire-

Naturalmente altre voci si sentirono urlare, ma quelle più chiare erano quelle due, voci che conoscevo ma che non riuscivo ad affiancare a dei volti. Mi alzai e toltomi il pigiama mi misi la tuta ninja. Avevo deciso di farmi una passeggiata così per schiarirmi un po’ le idee. Uscito dal palazzo notai da subito che stava sorgendo il sole, quindi non mi ero svegliato tanto presto, certamente da un momento all’altro il demone della sveglia con il suo gong avrebbe iniziato a suonare in maniera tale da avvisare ai membri della brigata che era mattino. Feci qualche metro poi trovata una panchina mi ci misi seduto. Ero completamente spaparanzato, le gambe larghe, braccia che affiancavano lo schienale di ferro e la testa all’indietro a vedere l’alba.

“..la giornata ha inizio… devo cercare di accantonare il mio passato, fino a questa sera, fino a sta notte, non posso permettere che pure il giorno venga influenzato dia ricordi…. Ciò ancora da fare… dovrei fare una lista dei libri che ho in camera…”

Il gong iniziò a suonare, una, due..tre volte il demone sveglia aveva iniziato con il suo bastone a colpire l’immenso gong che vi era sopra al palazzo del supremo. Il rumore fu fastidiosissimo, e non capivo come facesse a far rimanere quel suono dentro le persone che lo sentivano, svegliandole molto malamente. Sbuffai e alzatomi dalla panchina ritornai nell’accademia, era ora di colazione. Essendo festa PrensiK il cuoco aveva preparato qualcosa di nuovo, “sbobba con scorze di arance” specialità, non che il piatto più orripilante e insapore che avessi mai assaggiato in vita. Dovetti però accontentarmi e mangiarlo senza fiatare. Fu allora mentre uscivo dalla sala dove si mangiava che un tipo strano vestito da fattorino si avvicinò a me.

Fattorino: -mi scusi ho un pacco per il signor Joseph.. saprebbe indicarmelo?-

Lo guardai torvo con l’unico occhio scoperto. Poi mostrando un sorriso ovviamente finto gli risposi.

-beh, l’ha trovato…sono io Joseph.. ma non mi sembra che abbai ordinato niente, ma lo ritiro lo stesso.. chi è il mittente?-

Chiesi mentre i fattorino mi mostrava una cartellina dove vi era un foglio e una penna legata con una corda, io senza fiatare firmai. Lui mi guardò, poi osservò la firma, infine mise tutto sotto un braccio e piegandosi prese un pacco e me lo porse. Presi a mai volta la scatola.

“ancora scatole…”

Pensai tristemente, poi sorridendo il fattorino parò.

Fattorino: -il mittente dice… Caren Ortensia della chiesa cattolica di Fuyuki.. quindi arrivederci signore-

Datomi quell’informazione girò i tacchi e se ne andò. Io rimasi in mezzo al corridoio con quel pacco in mano. Andai nella sala dei trofei, luogo dove non ci andava mai nessuno. Arrivato chiusi alle spalle la porta, sigillandola. Ero chiuso dentro. Posai il pacco a terra e lo inizia a osservare. Notai in quel momento una croce rossa posata sopra il pacco. Decisi di aprirlo e ciò che vi trovai mi fece rimanere stupito. All’interno del pacco vi era una carta, una mappa e un libricino di istruzioni. Posai la carta a terra come per la mappa e iniziai a leggere i libricino. Finita la lettura sorrisi.

-bene, quindi son ostato scelto per un torneo, interessante, e questa sarebbe la carta dove all’interno riposa un eroe del passato… interessante-

Tracciai il cerchio intorno alla carta e dissi svogliatamente i il nome della carta

-berserker-

Il cerchio si illumino, e dalla carta fuori uscì una colonna luminosa di color nero, mentre lentamente prese forma un forma umana. Un mostro dalla faccia prolungata, i capelli lunghi che indossava un’armatura antica, brandiva poi uno scudo e una scure. Mi guardò malamente poi sbuffando mi parò.

Essere fuori uscito dalla carta: - io ti domando..sei tu il mio master? -

Mi chiese con aria ironica, lo guardai acido, poi incrociando le mani iniziai a girare intorno a lui, era un’emanazione interessante.

-così sembra, qual è il tuo nome?-

Chiesi mentre osservai il mio braccio destro su cui era apparso un tatuaggio tribale.

Aiace: - io sono Aiace Telamonio-

-perché mi succedono tutte a me… bene credo che dobbiamo andare Aiace… un torneo ci aspetta-

Aiace – non iniziare a dare ordini, moscerino, se no giuro che ti schiaccio, non sono tornato dalla morte per essere affiancato a un tipo come te-

Sorrisi divertito, presi la mappa insieme al libricino e la carta e li posai dentro allo zainetto dietro le spalle, poi togliendo le lastre di legno aprii la porta

-se vuoi ti ci rimando senza problemi, ma ho altro in mente, voglio divertirmi e analizzare i combattenti che incontrerò… quindi seguirmi o rimai qui-

Detto ciò uscii senza sentire la sua risposta, direzione Eureya
 
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view post Posted on 28/2/2009, 22:53

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Estratègia

… Parola catalana che significa Strategia, la stessa che il mitico Scipione l’Africano ha adottato nella seconda guerra punica nella quale riuscì a piegare in maniera definitiva i rivali cartaginesi. Infatti questa spada è proprio quella che impugnò il grande comandante militare Romano durante la battaglia di Zuma che lo vide vincitore sotto molti punti di vista, se non tutti.

Energia mentale: +70
Velocità e Agilità: +100
Potenza e Difesa Fisica: +100
Potenza e Difesa Magica: +30
Abilità con le Armi e Mira: +50

per questa bellezza di Scipione 9x110


...quanto era bello riposarsi sotto questo bel sole che mi riscaldava dopo giorni di freddo infernale, e si anche oggi non avevo preso nessun impegno decidendo di mettermi al riposo dopo che ero tornato dopo una piccola escursione a Rabanastre uccidendo anche un cyborg che da stava dando fastidio alla gente locale. Mi trovavo proprio al centro della piazza centrale della sezione Shadow dove oggi regnava un inquietante silenzio che mai si era udito nel tempo in cui avevo messo piede qui, perché di solito qui si riunivano dei gruppetti di persone che venivano dal clan centurio per organizzarsi nella ricerca o magari una ingente folla si agitava alla vista di un manifesto..no questo pomeriggio nulla di tutto questo. Ero disteso sotto un albero, con una giacca nera nuova di zecca e un paio di stivali dello stesso colore appena lucidati, dopo la ricompensa che avevo preso per i miei lavoretti mi ero concesso almeno un pezzo di abbigliamento nuovo dato che quello vecchio era pieno di buchi e quant’altro. Il cappello era posato sul volto per fare in modo che i raggi solari non mi andassero negli occhi e anche per prendere sonno, perché era quello che volevo fare tutto il giorno oggi, dormire liberamente come non facevo da un po’ di tempo. Il silenzio contribuì a questo mio intento e così Morfeo mi accorse nelle sue braccia…Come di consueto ormai il mio riposare non era da considerarsi tale dato che anche questa volta un sognò, un incubo in certi sensi turbò il mio animo dall’interno facendo si che invece di rilassarmi subivo l’effetto contrario ciò stancarmi…eppure era ormai da un bel pezzo che non facevo più incubi del genere e la ricomparsa di uno di quelli poteva solo significare una brutta cosa…

Inizio Sogno

Un luogo oscuro e privo di panorama, sembrava quasi un grotta situata all’interno della terra, pochi filamenti di luce che neanche provenivano dal sole, magari da una lanterna o qualcosa di simile, non di più. Li all’interno si udivano una catena di rumori che sembrava non avere fine, come se si stesse svolgendo una guerra tra due eserciti infuriati che in battevano le loro spade sugli scudi di metallo dei proprio avversari, un rumore che molto ricordava quello che causavano i romani, o meglio facevano i romani per intimidire gli avversari prima di una guerra facendogli capire che loro erano li solo per vedere le loro carni morte distese a terra. Io ero vicino a una parete che vedevo la scena ma tutto era sfocato rivestito di una cottile membrana nera che mi impediva di riconoscere bene le persone che vi erano li…alzai lo sguardo e scorsi la sagoma di una persona che brandente un’arma era all’inseguimento di una seconda entità la quale forma non mi appariva definita, l’unica cosa che potevo dire era che non era umana o così sembrava. Mentre essi saltavano tra un sasso e l’altro si fronteggiavano di un serrato duello falce contro spada al quale ogni colpo scintille saltavano mischiate con il sangue delle loro mani, nessuno dei due sembrava però dare segno di cedimento tanto che i due erano completamente allo stesso livello. Altre scintille tra le armi e quando sembrava che si fosse creato un leggero momento di pausa tutto fu interrotto da un violento attacco della persona con la spada che riuscì con essa a spingere il suo avversario contro una parete di roccia, un cumolo di detriti e si polvere di alzò facendomi perdere di vista i due per un paio di secondi…lo scontro aveva avuto un rallentamento ma sembrava anche che fosse quasi giunto al termine. Tutto oscuro poi il colpo di scena, tra i detriti spuntò fuori la sagoma di un volto, quasi demoniaco, possedeva tre occhi rossi che puntavano contro l’altro uomo che sembrava più affaticato del suo rivale. I due quindi si scambiarono una serie di occhiate divertite, ironia che però io non colsi…dopo dieci secondi di stop l’uomo che impugnava la spada incominciò a parlare offendendo la sagoma di fronte a lui…

???: -bastardo…come vedo hai una forza niente male, devo dire la verità non pensavo che qualcuno potesse riuscire a fronteggiarmi nell’uso della spada…ma devi sapere che ancora non sto dando il massimo…diciamo che sono appena al cinquanta per cento del mio massimo quindi preparati al peggio…il tuo destino si realizza, mio caro amico e purtroppo per te non ti sarà molto gradevole vederlo arrivare…-

???: -non pensavo che stessi già usando il cinquanta per cento, e pensare che io mi sono appena fermato al trenta…mi stai deludendo se non ti impegni il destino che tu auspichi mi possa colpire sarà rivolto verso di te come nulla. I tuoi occhi non mi fanno paura e certamente non sarò cosi stupido per perdere la vita per colpa tua..e ora attendo perché di farà vedere il mio cinquanta per cento ora…-

…una forte scossa di energia si propagò per tutta la grotta facendola tremare e perdere pezzi di roccia un po’ da tutte l parti, se le cose continuavano ad andare in questo modo essa sarebbe sicuramente crollata con loro dentro, anzi con noi dentro…l’altra persona invece non sembrava preoccupata per quel dettaglio ma era divertito di ciò come se per lui fosse una sfida tra amici più che uno scontro mortale. Quando il demone finì il suo processo l’atmosfera di appesantì di brutto e nell’aria cominciava a girare odore di sangue…esso partì ancora una volta all’attacco della persona che brandiva la spada puntandolo con la sua falce…la cosa più incredibile era che riuscì a prenderlo in pieno squarciandogli il petto…il ferito però non cadde a terra rimanendo in piedi e sorridendo come un pazzo al mio amico…

???: -forse ti sei dimenticato un dettaglio…su di me questo genere di colpi se non sono più forti non mi causano nessun danno…eppure quando andavamo in giro questa tecnica l’hai vista molte volte, possibile che ora che ti sei trasformato così hai perso anche un bel pezzo di memoria?-

Un’altra risata poi più nulla, tutto si contorse non permettendomi più di vedere quello che stava accadendo in quella grotta, poi una luce e i miei occhi si aprirono di scatto…

Ero tornato sotto l’albero di prima….questa però era la prima volta che facevo un sogno dove io non ero immischiato, infatti vedevo la scena in terza persona con occhi di una persona immaginaria che anche se sfiorata da quei due non era stata calcolata, quindi poteva anche essere che questa volta non ero io la persona al centro del sogno e quindi magari avevo assistito solo a qualcosa del genere…dopo tutto era inutile pensare a queste cose, se era sarebbero accadute voleva dire che era stato il destino a volerlo. Con i sogno era anche finita la mia voglia di rimanere a poltrire la sotto quindi subito con un balzo mi rimisi in piedi per poi sbadigliare e sgranchirmi un po’ le ossa…bene ora se tutto andava per il meglio sarei andato nella zona neutrale per la fortezza per fare due chiacchiere con Mello nella sua caffetteria. Mi guardai in torno notando che effettivamente oggi era una giornata molto strana…mah, era meglio andare ora, non volevo certamente arrivare dopo l’orario di chiusura. Tempo venti minuti e mi trovai sul posto, come sempre il locale era pieno di gente che approfittando del fatto che si trovavano in zona neutrale si comportavano come se non facessero parte di nessuna fazione socializzando così anche contro quelli che poi sarebbero stati i loro nemici futuri….entrai anch’io nella locanda cercando di vedere dove si trovava Mello in quel momento…eccolo, si trovava vicino a un tavolo e stava dialogando con altri due clienti, era felice come al solito lo si poteva vedere del volto…

-sorridente come il solito vero amico mio? Anche oggi come vedo gli affari ti stanno andando bene, continuando di questo passo penso proprio che diventerai ricco come un re hahaahha-

Mello: -a finalmente ti sei rifatto vivo, pensavo che fossi morto durante la tua ultima missione…e si anche oggi gli incassi sono ottimi penso che riuscirò a fare qualche lavoretto a casa mia se raggiungo la somma che mi serve…ma dimmi quale buon vento ti spinge fino a qui? Non avrei mica bisogno di un’altra damigiana di caffè bollente vero?-

-no questa volta niente caffè, dopo quello che ho bevuto l’ultima volta mi è venuta la nausea…sono qui perché oggi ho deciso di prendermi un giorno di riposo dato che sono appena tornato nella fortezza, tu che dici melo sono meritato? E dopo tutto rischio la vita ogni volta che lascio queste mura quindi ogni tanto mi godo la vita finché c’è…-

Mello: -a quindi hai deciso di prenderti un po’ di riposo? Mi dispiace deluderti ma proprio oggi è arrivato qui un fattorino che mi ha consegnato una busta da consegnarti…il fatto che non capisco è perché l’hanno recapitata qui…non è che tu centri qualcosa su questo fatto?-

-io? No, non centro nulla con niente e soprattutto non sono stato io a dire in giro che potevano spedirmi le cose direttamente qui, no non sono stato io…più che altro cono curioso di sapere cosa contenga quella busta, se non sbaglio è la prima volta che ricevo una cosa del genere..-

Mello: - aspetta un secondo ora la vado a prendere…-

L’uomo scomparve dietro il bancone per poi riapparire pochi secondi dopo con una busta gialla in mano, arrivato dove era prima me la porse e io naturalmente la presi incuriosito. Subito l’aprii per poi rovesciare sul tavolino il suo contenuto…una carta, una mappa e un piccolo libro che apparentemente conteneva delle istruzioni…guardai bene il tutto e solo dopo aver notato che sulla busta vi era una croce capii che questa era roba che non si poteva mostrare in pubblico quindi senza dire nulla a Mello mi intrufolai nella sua cantina chiudendo naturalmente la porta alle mie spalle. Posai tutto a terra e incomincia a leggere il libricino…era tutto molto interessante…ero stato selezionato per un torneo al quale avrebbero preso visione altri combattenti, la cosa era curiosa…bene da come vi era scritto dal libro avrei dovuto evocare quello che poi sarebbe diventato il mio sostegno durante la battaglia quindi disegnai subito un cerchio a terra posandoci sopra la carta che avevo io…

-assassin…-

Il cerchio si illumino, e dalla carta fuori uscì una colonna luminosa di color nero, mentre lentamente prese forma un forma umana. Il suo viso non era poi così giovane, indossava un vestito tipico romano che si indossava chissà quanti secoli fa…capelli bianchi e sulla cintura nera allacciata una spada argentea…non ci misi molto a riconoscerlo dato che di questo personaggio storico, di questo eroe sapevo ogni più piccolo dettaglio…

Scipione l’Africano: -sei dunque tu il mio master?-

-diciamo di si…anche se quando avevo letto assassin non avrei mai pensato di finire con Scipione l’Africano infatti non capisco come tu possa essere finito in questa categoria di guerrieri…se non sbaglio non eri un assassino quando eri in vita…comunque piacere mi chiamo Alex Torner-

Scipione l’Africano: - bene allora tu saresti il mio master…se devo dirla tutta non pensavo che una persona come me venisse giudicata in quel modo ma evidentemente è dovuta andare così anche se anch’io mi chiedo la tua stessa domanda mio caro giovanotto…se non sbaglio sono stato convocato perché sta succedendo qualcosa di brutto quindi ti avverto fin da subito che sarò io stesso a formulare le strategie di combattimento e non oso che nessuno mi contraddica..-

-aspetta un secondo io sono il master mica tu! Quindi quello che decide quello che facciamo in teoria sono io…sarei stato che l’eroe di Zuma ma qui non stiamo in africa quindi adeguati alle circostanze mio caro…ora però è meglio andare via da qui…ci stanno aspettando quindi non vorrei che incominciassero senza di noi il torneo…-

Si vedeva proprio che avevo a che fare con un comandante romano, non aspettava un mezzo secondo per far intendere che era lui a comandare…ma questa volta era capitato male…incamiciammo quindi a incamminarci verso la nostra destinazione cioè Eureya…
 
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Dark Squall
view post Posted on 1/3/2009, 19:23




SPOILER (click to view)
Per non essere da meno,anche io apprenderò una tecnica...preparatevi,gente,questa fa paura:
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Stardust Revolution:Grazie a quest' abilità di creare forti campi magnetici e di manipolarli riesce con un movimento della sua arma(o del braccio) a provocare una caduta di meteoriti. Shuda innalza la sua arma al cielo ( o il braccio ) concentrando la forza elettrica di cui ha bisogno. Una volta raggiunta l'energia adatta trascina la punta della sua arma ( o il braccio ) verso il nemico, come se trainasse qualcosa.Dopo pochi istanti una serie di meteoriti cadono giù dall'universo. Entrando nell'orbita i meteoriti si surriscaldano raggiungendo temperature molto elevate. Il numero di meteoriti inoltre è molto grande,così come la loro potenza.Il tempo di carica e di caduta dura pochi istanti. Tecnica Non-Elementale


Shuda se ne stava beatamente tranquillo nella sua camera,con un giornale poggiato sul volto che si alzava e abbassava ritmicamente a causa del suo respiro.Dormiva,cosa molto insolita per lui,ma il giorno precedente aveva avuto modo di ritrovarsi incastrato in un'orribile missione che prevedeva lo sfondamento di alcune difese di un regno sull'orlo della rovina.Il regno limitrofo di Ferlaya,che aveva da tempo immemore una faida con quello di Refield,stava cercando da secoli,ogni tot di anni,di invadere il regno...unico problema:il regno di Ferlaya aveva la potente protezione di un drago,che nessun uomo era in grado di uccidere,nemmeno i più esperti tra gli sterminatori.Per lui,una questione di dieci minuti scarsi,dato che il drago poteva solo sfoderare come armi i suoi artigli,la sua forza e il suo fuoco...ma il fuoco su di lui non aveva effetto,e la forza di un drago non era nemmeno lontanamente paragonabile alla sua...era stato squartato orribilmente,e a lui avevano fatto seguito tutte le forze speciali del regno.Unica pecca del regno di Refield era stata quella di aver cercato di fregarlo sul prezzo...invece di cento milioni di guil,avevano avuto il coraggio di rifilargli solo un misero milioncino...inutile dirlo,l'intero esercito era stato sterminato barbaramente,tanto che per un certo periodo,non più di una mezz'ora,i due eserciti si erano coalizzati contro di lui,nella speranza di sconfiggerlo...ma,avendo egli sbaragliato tutti e due,si era ritirato con i soldi che aveva portato all'organizzazione che gli aveva commissionato il lavoro.Ma quello che se ne stava lì,sdraiato nel letto nella posa più naturale e calma del mondo,non sembrava per nulla un essere così maledettamente crudele e spietato...dormiva rilassando quasi tutti i muscoli,ma ogni tanto,specie quando un brutto pensiero o un brutto sogno,il suo corpo veniva avvolto da una formidabile aura rossastra,molto calda e che sfociava quasi nel fuoco.Ma quella bella dormita così rilassante e riposante non sarebbe durata a lungo...infatti,qualcuno bussò alla porta in modo così rozzo e così forte che Shuda cadde dal letto,sbattendo la testa contro un comodino.

-Ahi ahi...ma chi cazzo è a quest'ora?-

Si alzò,incazzato nero con quell'essere idiota che l'aveva svegliato,e spalancò la porta...ma non vide nessuno,nemmeno nei corridoi sui quali la sua stanza affacciava...che fosse uno scherzo?No,impossibile,dato che qualche secondo dopo notò una lettera sul pavimento,in una busta nera e sigillata con un timbro di cera rossa...la sollevò,sollevando nel frattempo anche un sopracciglio.Andò a sedersi di nuovo sul letto,nello stesso punto da cui si era appena alzato,godendosi per un pò il tepore impresso nelle coperte dal suo corpo addormentato.Strappò senza alcun riguardo l'involucro della carta,osservando poi la lettera che vi era dentro,svolgendola e prendendo a leggerla:

CITAZIONE
-Salve,Shuda...abbiamo ricevuto qualcosa,da parte di un certo Shirou,Emiya Shirou.Ha depositato un'oggetto per te qui,e ti invita a prenderlo entro e non oltre due giorni...cordiali saluti,R.-

Sollevò la testa,sorridendo...e così Shirou gli aveva mandato qualcosa...chissà di cosa si trattava,di solito non riceveva regali da membri di fazioni differenti dalla sua.Si alzò,stropicciandosi ancora gli occhi e la fronte che aveva picchiato forte contro il comodino...si ricordò di uccidere l'emissario di R. per la sua scostumatezza,prima di recarsi a fare una bella doccia calda,come piaceva a lui.Dopo essersi rilassato per quasi trenta minuti sotto uno scroscio di acqua bollente,uscì dalla doccia ancora fumante per la temperatura dell'acqua molto elevata e si vestì,indossando un vestito alquanto strano:giubbotto di pelle nera,lungo fino alle caviglie,maglietta nera e pantaloni di jeans scurissimi,con due fiamme disegnate sopra,una nera e l'altra blu.Sorridendo,arrivò fino alla finestra,guardando in basso,e osservando l'ambiente circostante...non c'era nulla al di sotto,quindi non ebbe alcuna esitazione a lanciarsi da quella stessa finestra...ma,pochi istanti dopo,un'enorme paio di ali nere piumate apparve sulla sua schiena mentre il ragazzo si involava come al solito verso la città di Rabanastre,come un diavolo nell'ampio cielo blu.La sua velocità era forse eccessiva,dato che quando sbatteva le ali subiva una potentissima accelerazione in avanti,tanto che l'aria che fendeva le sue ali quasi gli faceva male....si costrinse a rallentare,sfrecciando comunque come un falco nel cielo,fino a vedere i torrioni della città di Rabanastre...chiuse le ali,avvitandosi a mezz'aria e lasciandosi cadere al suolo,ove atterrò alzando un bel polverone...le persone che gli erano vicine osservarono la zona dove lui era caduto con preoccupazione,ma quando il polverone si fu diradato tutto quello che videro era un ragazzo in piedi dentro un enorme cratere,che sorrideva e si guardava intorno.La strada si sfollò in pochissimo tempo,lasciandolo solo a riflettere.Si voltò con un'espressione dubbiosa,osservando due tizi che gli si stavano avvicinando cautamente e con una certa reminiscenza...ma quando capì d chi si trattava,li invitò a farsi avanti con un cenno della mano.

-Voi due...finalmente,pensavo che aveste dimenticato come si fa a rispettare una consegna...allora,cosa avete per me?-

I due si fecero innanzi,portando con loro una valigetta ventiquattrore,nera e argentata,osservando la strada sia a destra sia a sinistra...poi gli fecero cenno di seguirlo,dato che non era prudente discutere di simili cose in un luogo pubblico...alzando le mani e facendo spallucce,li seguì senza fare tante storie.Lo condussero in una piccola stanza di un'impresa,una specie di azienda tessile,e gli fecero cenno di accomodarsi davanti alla scrivania,ove una piccola sedia dall'aspetto scomodo lo attendeva...ma lui,risoluto e tranquillo,andò dall'altro lato della scrivania,occupando la poltrona in pelle che vi era e poggiando i piedi sulla scrivania,prendendo un sigaro dalla scatoletta che c'era e accendendone uno...finse di non vedere l'occhiata sconvolta che i due si scambiarono,prendendo poi la parola.

-Allora,che avete da farmi vedere?E se è un'altra delle vostre prese per il culo,non sarò indulgente questa volta...spero che Rufus se lo ricordi,o ha dimenticato come mai adesso è su una sedia a rotelle?-

I due si guardarono,prima di prendere la valigetta e poggiarla aperta davanti a lui...che sorrise,osservando quello che gli altri due gli avevano portato.Dentro una piccola bustina in plastica c'era una carta davvero singolare,che difficilmente aveva visto prima...ma sapeva per certo che quella che Shirou gli aveva inviato era una delle carte per invocare i Servant.

-Ottimo lavoro,dite a Rufus che il suo debito è cancellato...ora,però,devo chiedervi se in aggiunta a questa carta c'era anche una lettera...si?Bene,consegnatemela.-

Gli passarono la lettera con mano tremante,lui quasi la strappò dalla presa di quei due...la spiegò,leggendola.

CITAZIONE
Caro Shuda,non ho tempo di spiegarti quello che stà succedendo,ma ho bisogno del tuo aiuto...si è riaperta la guerra per il sacro Graal e tu devi essere uno dei partecipanti,non chiedermi perchè.Raggiungimi nella città di Eureya,poi ti spiegherò...con affetto,Shirou Emiya.

Sorrise nuovamente,conscio del fatto che quella carta andava utilizzata in un certo modo...ringraziò i due,alzandosi,e una volta uscito dall'azienda,il suo corpo divenne puro fumo nero,che s'involò diretto verso la città più vicina a Eureya.Ivi giunto,si recò direttamente in una delle locande,fittando una camera per la notte...indicatagliela dal padrone della locanda,ci andò subito,chiudendo la porta a chiave.Come descritto dalla lettera di Shirou,bisognava tracciare in terra un cerchio e mettervi la carta praticamente al centro,come fece,e poi scrivere sotto il proprio nome.Appena finito di scrivere il proprio nome,il vampiro ossevò il cerchio emanare una luce brillante,nera,e una voluta di fumo scaturì dal cerchio,nascondendo la persona che aveva evocato alla sua vista...prima che una spada arrivasse dritta contro il suo collo,bloccandosi prima di staccargli la testa.

-Io ti domando...sei dunque tu il mio Master?-

Shuda afferrò la punta della spada che gli era stata messa al collo,allontanandola con un singolo gesto...la voce che aveva parlato era femminile e la spada,come adesso potè vedere,era lunga e aveva la punta seghettata,costituita da una lama rossa e una nera...

-Esatto,sono io il tuo Master...come ti chiami,Saber?-

Il fumo si diradò ed una donna apparve dinanzi ai suoi occhi...aveva un'armatura nera e marroncina,spessa e resistente,un corpo snello e capelli e occhi viola...lei lo osservò soppesandolo,prima di dire:

-Il mio nome è Pandora,Saber al tuo servizio,mio signore...cosa comandi di fare?-

Shuda la osservò sorridendo,porgendole una mano...quando lei l'ebbe presa,il ragazzo si voltò per osservarla in viso,dicendo:

-Che domande...vincere il torneo,ottenere il Graal,e uccidere tutti color che ci si parano davanti...non temere,saprò essere al tuo livello,Pandora,me ne intendo molto di morte e distruzione...andiamo ora!-

E sia il suo corpo sia quello della Servant divennero fumo nero,che si diresse veloce verso l'aura di Shirou e del suo Servant,qualsiasi esso fosse.


Edited by Dark Squall - 27/5/2009, 01:06
 
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ThE_pAiN
view post Posted on 7/3/2009, 19:38




CITAZIONE
Deciderò successivamente, cioè durante la quest cosa apprendere

Holy Grail War. Sai con l’ inglese non si districava affatto bene. Quel nome così lungo aveva un che di difficile comprensione. Guerra del Santo Graal, o per il Santo Graal. Almeno così gli avevano spiegato. Sta di fatto che in ogni luogo in cui si può combattere e distruggersi a vicenda, il nostro amato demone non può mancare. Con il cuore al suo posto, senza le solite tremende convulsioni di euforismo prebelliche, il protagonista di questa allegra storiella si accingeva a raggiungere il luogo del duello. A quanto gli era stato detto sarebbe funzionato così: ognuno evocava un Servant, altro elemento da chiarire, questo strano nome. Poi, molto brevemente , ognuno dovrebbe massacrare chiunque a portata d’ occhio, per rimanere l’ ultimo sul campo di battaglia. Un ragionamento di semplice comprensione, per chiunque, forse anche per quell’ anima di pia di Gabriel. E a tal proposito, il demone si inchinò un attimo facendo una breve preghiera in memoria di quel piccolo grande combattente.
Nel mentre il demone sorvolava le più estese lande desolate che il mondo potesse racchiudere tra le sue bellezze, aprì la lettera che gli aveva consegnato un fattorino con sopra una croce, simbolo religioso, a quanto sapeva.

“Certo che qui c’è veramente poco di sacro,oltre al Santo Graal. Ci ammazziamo a vicenda, poco religioso il concetto. Mah… Stiamo a vedere…”

Tolse il foglio all’ interno, mordendo con foga la ceralacca e notò un gruippo di fogli: prese in particolare quello che sarebbe servito da introduzione e lo gettò ; non aveva tempo da perdere in stupidi preamboli; adesso vi era un altro che recava all’ inizio la seguente scritta:

”Dopo aver seguito ciò che enumerava l’ elenco del foglio precedente, fate le seguenti cose:”

Lì sorse il problema più grande. Il foglio precedente, per colpa della sua incuranza, si stava facendo il bagno tra le cascate. Su che cosa si sarebbe basato? Sai ringraziò la sua generazione. Menomale che aveva una buona memoria. Ricordò le parole di Shirou, che eccitato dall’ avvenimento, una sera gli aveva spiegato come sarebbe funzionato l’ evento in se per se. In particolare, gli spiegò con sua enorme felicità come si sarebbe dovuto evocare il Servant, nel caso la più leggendaria arciera della storia: il dio greco-romano Artemide. Doveva disegnare un cerchio a terra, se non errava, poi mettere quello stesso foglio con le istruzioni al centro e scrivere al di sotto di questo il proprio nome, per fare in modo che il Servant seguisse un unico padrone. Banale.
L’ unica cosa era trovare un appoggio là in mezzo: tutto oceano, solo oceano, unicamente oceano.

-Mi sa che lo devo chiamare, ma prima…-

Dafne comparve sulla scena, vestita con un seducente abito rosso e seguita da una schiera di sirene; questa volando si avvicinarono a Sai attaccando discorso:

-Mi spieghi perché ci ha invocato? Poi sopra un oceano, deficiente di un demone, se solo la sirena non si fosse innamorata di te adesso non starei qui a parlare con te e aiutarti.-

Fortuna per loro che l’ indole del demone non era più quella guerrigliera di una volta. Sembrò trascurare ciò che queste dicevano e avvicinandosi a Dafne salutò questa dicendole:

-Una volta che tutto ciò sarà finito, sempre se vincerò il Santo Graal e ne uscirò vivo, ti porterò in vacanza. Lo giuro-

Si voltò verso le sirene e prendendole per mano disse:

-Menos, vieni e illuminaci con la tua forza-

Un esplosione di fumo. Le sirene scomparvero, al suo posto una figura imponente squarciò il cielo, lampi e lampi, ed ecco il re degli Hollow, Menos Grande comparve sulla scena. Latrati e latrati, il mostro nitrì più volte dimenandosi. Ma la sua presenza era solo temporanea. Con la spada il demone tracciò un cerchio fittizio sulla spalla del colosso e vi posò il foglio al centro, poi mordendosi la mano fece sgorgare rivoli di sangue che bagnando il foglio, fecero comparire il nome “Pain Destroyer”, il suo nome di “battesimo” in forma demoniaca. Ma il tutto non finì affatto lì. Un altro squarcio nel cielo, questa volta più piccolo, le nubi si dispiegarono e al suo posto comparve il sole, un sole accecante; una figura quasi angelica si presentò, con tanto di arco in mano e una faretra sulle spalle. Posò i piedi sul Menos, stranamente innocuo in questa situazione.
Era una donna sui trentenni, capelli biondi, occhi di colore diverso: il sinistro di un giallo intenso, sull’ arancione, molto strano per una persona e l’ altro di un celeste così chiaro che sembrava bianco. Vestito un abito semplice, tipico di chi va a caccia, stivali tenuti fermi al piedi con dei legacci e una gonna di pelle di capra. Nonostante questi strani abiti, la bellezza della ragazza, così acqua e sapone, era quasi divina.

-C…c..iao… Ehm, il mio nome è Sai. Tu?-

E la ragazza con una voce che ricalcava il suono di un mandolino disse:

-Come? Tu mi hai evocata e non sai come mi chiamo? Eccomi, sono Artemide, la Servant al servizio del signor Pain Destroyer-

-Chiamami Sai. Quello era un altro me.-

-Senti, Sai. Ho saputo della guerra. Riguarda il Santo Graal, vero? Non è proprio ciò che i romani adoravano, ma va bene lo stesso. Io sono fatta per asservire al mio padrone, colui che scrive il nome su quel foglio-

-Il viaggio è lungo. Nel contempo puoi parlarmi un po’ di te e della tua storia. Che ne dici?-

-Con piacere, padrone, cioè Sai- E le guance le divennero rosse. Non era vero che gli dei greco-romani erano dispotici e mettevano se stessi al centro dell’ attenzione, anzi tuttaltro, il contrario esatto, almeno nel caso di Artemide.
-Sono nata da Zeus e Latona e sono sorella gemella di Apollo. Mia madre a causa di una maledizione lanciatale dalla moglie di Zeus Era, per poter mettere al mondo i due bambini era costretta a trovare un luogo che non avesse mai visto la luce del sole: per questo motivo Zeus fece emergere dal mare un'isola fino ad allora sommersa che, di conseguenza, il sole non aveva ancora toccato. Io nacqui per prima e aiutai mia madre a dare alla luce Apollo. A tre anni, quando era seduta sulle ginocchia di mio padre, Zeus, chiesi per prima cosa di restare per sempre vergine, poi di non dovermi mai sposare e di avere sempre a disposizione cani da caccia con le orecchie basse, cervi che tirassero il mio carro e ninfe come compagne di caccia. Zeus accompagnò i miei desideri e fu così che andò. Il resto della mia vita è molto più monotono, se non per alcuni avvenimenti, come i seguenti.
Un giorno io stavo facendo il bagno nuda in una valle sul monte Citerone quando arrivò il principe tebano Atteone, che stava andando a caccia. Si fermò a guardarmi, affascinato dalla mia incantevole bellezza, e ne fu talmente incantato che, senza accorgersene, calpestò un ramo e per il rumore io mi accorsi di lui. Restai così disgustata dal suo sguardo fisso che decisi di lanciargli addosso dell'acqua magica e trasformarlo in un cervo: in questo modo i suoi cani, scambiandolo per una preda, lo uccisero sbranandolo. Anche un cretese, Siproite, fu trasformato in cervo da me per avermi vista nuda. Ti conviene non vedermi mai nuda, maestro, o per te saranno problemi grossi.-
Sai si mise a ridere e arrossì, fissando la ragazza. Erano quasi arrivati al campo da combattimento.

-Manca poco. Dai, raccontami qualcos’ altro-

La ragazza acconsentì e continuò a parlare:

-Poi c’ è la cosiddetta leggenda di Orione. Quella è una delle più discusse. Alcuni dicono che ha tentato di stuprare una mia ninfa, altri che ci provò addirittura con me, altri che è opera di mio fratello la sua morte. La vera storia è che questo maledetto si era infiltrato nelle terme adibite alle mie serve, dove era permesso entrare solo a loro e a me in particolare. La sua vita fu breve: io mi sono sentita privata della privacy di cui godevamo io e le ninfe, e ho provveduto subito a conficcargli una freccia dorata nel capo, nulla di più.
Io poi salvai la piccola Atalanta dalla morte per assideramento, dopo che suo padre l'aveva abbandonata, mandando da lei un'orsa che la allattò finché non venne raggiunta da alcuni cacciatori. Tra le nostre avventure, Atalanta partecipò alla caccia al Cinghiale calidonio che io avevo mandato per distruggere Calidone, dato che il re Eneo si era dimenticato di me durante i sacrifici per celebrare il raccolto-

Sullo sfondo si intravedeva già il campo di battaglia, gremito di gente come non mai. La guerra stava per cominciare.

Edited by ThE_pAiN - 9/6/2009, 14:52
 
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Soul_Scythe
view post Posted on 13/3/2009, 16:33




-Caster: A cosa stai pensando Shirou?

Shirou e Medea, il suo Servant Caster, erano seduti nella prima classe dell’aeronave che li stava portando a Eureka, la città scelta per la nuova Guerra del Santo Graal, nonostante il nome un vero e proprio massacro tra personaggi viventi dai grandi poteri e altrettanti personaggi dai grandi poteri però non viventi, richiamati a nuova vita appositamente dal potere del Santo Graal, capace di resuscitare all’infinito le anime.
Medea aveva fatto quella domanda perchè Shirou sembrava parecchio pensoso, assorto in chissà quali pensieri, i gomiti appoggiati sulle ginocchia e le dita incrociate a sorreggere il mento, mentre gli occhi fissavano il vuoto.

”A nulla in particolare...che tipo di avversari mi troverò stavolta davanti, se mi toccherà battermi contro i nostri amici, quanto ci andranno di mezzo le persone innocenti, i miei soliti dubbi: anche dopo tanto tempo queste mie debolezze sembrano essere ancora vive. Dimmi Medea, i tuoi poteri sono gli stessi di otto anni fa?”

-Caster: Certo. Il mio “Rain of Light” lo conosci già, ed è una magia di alto livello. E poi c’è l’Argon Coin che mi permette di evocare il drago del Vello d’Oro, che come ben sai è una bestia potentissima. Perchè me lo chiedi?

”E’ semplice: pensi di poter tenere testa a Matou Zouken mentre io mi occupo del suo Servant?”

-Caster: Naturale. Te l’ho già detto una volta, voi maghi di oggi siete molto più deboli di noi del passato. E anche se quella mummia ha vissuto più di cento anni i segreti che io possiedo lui se li sogna. C’è un solo mago che riconosco superiore a me, ed è mia zia Circe. Lì sì che dovremo combinare le forze se vogliamo vincere, ma speriamo di non incontrarla.

”Già, hai proprio ragione. Ricordo ancora di quando, dopo avermi imprigionato, mi voleva trasformare in un maiale! Per fortuna che ricordando la leggenda mi sono categoricamente rifiutato di mangiare tutto quello che mi metteva nel piatto: lì stavo proprio per morire, ma di fame! Ah ah ah!”

-Caster: Ah ah ah! Hai fatto proprio bene: l’incantesimo di trasformazione della zia è fenomenale, se non lo fa lei direttamente nulla lo scioglie! Ah ah ah.

DLIN DLON! ATTENZIONE ATTENZIONE! STIAMO PER ARRIVARE AD EUREYA! I SIGNORI PASSEGGERI SONO PREGATI DI AVVICINARSI ALL’USCITA! DLIN DLON!

”Bene, ci siamo finalmente.”

Scesero e si ritrovarono in un’aereoscalo di modeste dimensioni situato su una collina appena fuori città. Eureka era una città affacciata sull’oceano, con un grosso porto e una zona residenziale non molto estesa. In compenso però i quartieri commerciali erano numerosissimi e andavano a formare un’area zeppa piena di centri commerciali e di grattacieli composti interamente di uffici, un terreno più che adatto ad eventuali battaglie per due fondamentali ragioni: primo di notte non ci sarebbe stato nessuno e secondo la sua complessità rendeva possibile attuare un gran numero di strategie e di trappole. Tutto queste informazioni Shirou se le era procurate tramite gli opuscoli sulla nave, ma adesso che vedeva l’intera metropoli dall’alto del balcone panoramico ne aveva piena conferma.

Il primo passo da fare comunque non era cercare subito degli avversari, ma presentarsi al supervisore prescelto dalla chiesa, in quel caso Padre Salieri: seppur non fosse indispensabile Shirou voleva incontralo lo stesso, per capire che genere di uomo fosse, se era davvero imparziale o no. Così tramite le indicazioni stradali si incamminò fino a giungere alla chiesa, mentre intanto Medea lo seguiva dall’alto, al sicuro da sguardi indiscreti. Gli fece segno di attendere lì e poi entrò attraverso il pesante portone di legno spalancato e affiancato da due statue di marmo di donne preganti. L’interno era molto sobrio, senza nessun mosaico nelle grandi vetrate: l’unica parte decorata era la zona dell’altare, al di là del quale svettava un’enorme dipinto raffigurante una gigantesca balena che inghiotte al volo un’uomo appena gettato da una nave.

-???: Molto bello non è vero? Raffigura il momento in cui Giona viene inghiottito dalla balena.

La vicenda è narrata nel Libro di Giona. Nel capitolo 1 Dio comanda a Giona, figlio di Amittai, di andare a predicare nella città di Ninive. Giona invece fugge a Tarsis via nave: ma la nave è investita da un fortunale e rischia di essere colata a picco dalla violenza delle onde. Giona allora ritrova improvvisamente il proprio coraggio e svela ai compagni di viaggio che la colpa dell'ira divina è sua, poiché ha rifiutato di obbedire al comando; perché la nave sia salva, egli deve essere gettato in mare. E così, ecco nel capitolo 2 l'episodio che ha ispirato generazioni di scrittori ed artisti: Giona è gettato in mare, ma un "grande pesce" (presumibilmente proprio una balena) lo inghiotte. Dal ventre del pesce, dove rimane tre giorni e tre notti, Giona rivolge a Dio un'intensa preghiera: allora, dietro comando divino, il pesce vomita Giona sulla spiaggia. Nel capitolo 3 infine il profeta adempie alla sua missione.

Chi aveva parlato era un prete uscito all’improvviso da una porticina laterale: aveva barba e capelli corti grigi, molto ben curati, una benda sull’occhio destro e una bibbia in mano. L’abito sacerdotale era quello comune, ma ai piedi calzava stivali da marinaio. Decisamente dava un’impressione tutta particolare.

”Padre Salieri immagino.”

-Salieri: immagini bene figliolo. In cosa posso aiutarti? No, aspetta, credo di poterlo indovinare: sei un Master, dico bene?

”Dice benissimo. Il mio nome è Emiya Shirou, forse ha già sentito parlare di me.”

-Salieri: Ah, ma certo che sì! E così tu sei il famoso vincitore della scorsa edizione. E’ vero peccato che il Grail che hai distrutto sia stato ricostruito, avrei risparmiato a queste mie vecchie ossa l’onere di dover tenere a bada una simile massa di mine vaganti. Oh, bhè, si muore una volta sola. Desideri qualcosa in particolare?

”In verità sì, due cose: quanti sono i master attivi e se sa se fra di essi c’è anche un certo Matou Zouken.”

-Salieri: Uhm...quante carte sono state spedite in tutto è un’informazione che non conosco nemmeno io, comunque di Master che come te si sono degnati di farmi visita ne sono venuti circa una trentina. E fra loro uno si è effettivamente presentato con il nome di Matou Zouken: un tipo molto più vecchio di me, basso, calvo, pieno di rughe e con un colorito grigiastro. E’ lui?

”Sì, esatto. Grazie mille delle informazioni. Non mi serve altro. Arrivederci Padre, è stato un piacere conoscerla. Per favore, dica una preghiera al posto mio affinché nessun innocente ci vada di mezzo.”

-Salieri: Senz’altro figliolo. Stammi bene.

Dopo Shirou se ne andò, recandosi alla locanda che aveva prenotato e che sarebbe stato il suo “quartier generale” per tutta la durata della Guerra. Non appena fece buio uscì di nuovo e insieme a Medea si recò nella zona portuale, che era immersa in un silenzio totale. Lì si misero ad esaminare per bene le caratteristiche degli edifici in vista di uno scontro futuro, quando Medea sembrò allarmarsi.

-Caster: Shirou! Sento l’avvicinarsi di un Servant! E non è solo: con lui c’è anche un’altra aura dalla potenza spropositata!

”Cosa? ...E’ vero, la sento anch’io. Ma aspetta, quest’aura io la riconosco! Che fortuna, è arrivato subito. Si tratta di un mio amico, a cui ho fatto arrivare una delle carte.”

E infatti dal cielo scese una strana nebbia nera, che poi si compattò andando a formare due figure: una era ovviamente quella del Vice-Supremo Alter, Shuda dalla Fiamma Esplosiva, mentre l’altra doveva essere il suo Servant, una donna in armatura leggera con una grossa spada, caratteristiche tipiche del Saber.

”Ben arrivato Shuda!” -Shirou lo salutò allegramente stringendogli la mano- ”Scusami per non averti fatto recapitare personalmente lettera e carta, ma nessuno sapeva dov’eri. Così ho chiesto in giro e quel tale Rufus mi ha detto di poterti contattare all’istante non appena fossi tornato, così le ho date in custodia a lui.

Ma veniamo al dunque: ti ho chiesto di partecipare a questa Guerra perchè tra i partecipanti c’è un mio vecchio nemico, un tipo corrotto fino al midollo a cui non posso lasciare assolutamente il Santo Graal. Anche lui mi detesta e di sicuro ha architettato chissà che piano per eliminarmi, quindi ho fatto in modo di avere degli alleati su cui contare, nel tal caso tu per primo.

Il mio obbiettivo primario è eliminare il tizio in questione, quindi sono più che disposto a lasciarti il Graal, ma dopo che avrà esaudito il tuo desiderio devo chiederti di lasciarmelo distruggere per impedire altre guerre.”


-???: E tu credi che io te lo lascerò fare di nuovo, impudente ragazzino?

Tutti e quattro si voltarono di scatto nel sentire quella voce roca: in cima al tetto di un basso capannone era comparso un vecchio alto a malapena un metro e mezzo, calvo e pieno di rughe, la pelle grigia come la cenere, vestito con un kimono verde e nero e che si sorreggeva a un corto bastone di legno. Sogghignava malignamente.
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”Zouken!” -Shirou era furioso- ”Mostri da subito la tua faccia eh? Non credevo che un codardo come te avesse tanto coraggio! Stavolta ti eliminerò senza nessuna esitazione!”

-Zouken: Umpfh! Che parole grosse ragazzino! Sei diventato ancora più arrogante in questi ultimi otto anni, cosa d’altronde prevedibile. Ma pensi davvero che l’aiuto di un Dead Apostle possa servirti a qualcosa contro di me?

Dead Apostles è il nome che viene dato ai vampiri nati dalle vittime di altri vampiri, persone rimaste uccise a causa del sangue succhiato via. Molte di esse diventano Ghoul, semplici zombie al servizio del vampiro originario, ma ogni tanto uno di essi ha abbastanza potenzialità latenti da recuperare la ragione, diventando così un vero e proprio vampiro. Tuttavia rimane sempre legato al suo creatore e solo quando riesce a rompere questo legame diviene un vero e proprio Dead Apostle a tutti gli effetti.
I vampiri nati invece da altri vampiri, appartenenti a famiglie da sempre composte da vampiri, sono chiamati True Ancestors: essi sono la razza originale, la nobiltà dei vampiri per intenderci, discendenti del primo Vampiro apparso sulla terra. Per dirla con parole semplici, un Dead Apostle è un’umano trasformato, un True Ancestor è invece così dalla nascita, anche se i figli di due Dead Apostles non vengono considerati tali dai True Ancestors.
Per quanto ne sapeva Shirou Shuda, sebbene fosse per metà demone, aveva il sangue di un True Ancestor, quindi Zouken chiamandolo così gli aveva rivolto un’insulto bello e buono. Peggio per lui.

-Zouken: Soprattutto considerato che non sei l’unico che ha un’alleato immortale. Mostrati pure Merem.

Come per l’apparizione di Shuda un’altro banco di nebbia nera si radunò accanto a Zouken, dal quale uscì un ragazzino di circa 14 anni, capelli a caschetto neri, occhi blu scuro, vestito con una tunica bianca e pantaloni neri. Portava svariati anelli in tutte le dita della mani, mentre sul dorso aveva dei tatuaggi a forma di corona. Sul volto aveva un’espressione divertita.
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-Merem: Eh eh eh...finalmente ho l’onore di poterti incontrare Shuda. Aspettavo da tanto questo momento.

”Merem? Merem Solomon?! Il vampiro con il potere di materializzare i sogni e gli incubi altri e che comanda quattro grandi bestie demoniache? Perchè aiuti uno come Zouken?”

-Merem: E’ esatto. In quanto al motivo...bhè, non lo faccio per il Grail. Sai, io adoro le reliquie e i tesori, e i Servant ne hanno davvero tanti. Anche se niente attrae il mio interesse come la tua Sakura, caro il mio Shuda. Ti direi di darmela senza fare tante storie, ma so che non servirebbe. Quindi te la strapperò via: vieni, il mio Servant ci aspetta poco lontano da qui.

Detto questo creò dal nulla un gigantesco pipistrello, sul quale saltò in groppa per poi allontanarsi seguito da Shuda e Saber, lasciando Shirou e Zouken faccia a faccia.

Intanto anche tutti gli altri partecipanti stavano ricevendo, dovunque essi fossero, la visita per niente amichevole di un’altro Master e del relativo Servant.
 
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view post Posted on 23/3/2009, 18:50

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Tutti me lo chiedono, ma neanche io lo so di preciso...

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…ora ci trovavamo seduti sopra a un divano nella sala d’attesa di un edificio molto conosciuto, perché ci eravamo fermati? Beh era semplice, a un certo punto io e il mio servant ci eravamo stufati di camminare e quindi avevamo deciso di prendere un aeronave per arrivare nel luogo indicato nel foglio che ci era stato dato insieme alla carta solo che non sapevo se una di quelle navi ci avrebbe portati li, dopo tutto quella città non compariva in nessuna cartina normale o forse ero solo io che non avevo mai consultato bene una cartina in vita mia. ormai erano diversi minuti che eravamo li ma ancora non era partito nemmeno un aeronave nella direzione che dovevamo prendere noi e ciò mi lasciava presagire che non ci fosse nessuna fermata per noi…questo voleva solo dire che dovevamo continuare la nostra strada a piedi e sperare di arrivare in tempo per il torneo. Mi alzai dal divano per sgranchirmi le ossa, Scipione si alzò a sua volta guardandosi in torno, poi posò il suo sguardo su di me…

Scipione l’Africano: -non per nulla ma secondo me neanche ti sei informato prima di venire qui se c’erano aeronavi che portassero ad Eureya o sbaglio? Mai nessuno ti ha detto che prima di fare qualcosa bisogna informasi? Pensa un po’, non sai nemmeno trovare un valido mezzo per arrivare a destinazione non voglio nemmeno immaginare cosa succederà sul campo di battaglia, per me tu sei uno di quelli che parte all’attacco senza nemmeno un mino di strategia…quasi quasi rimpiango il fatto di averti come master… è meglio morire in guerra che seguire le tue parole…-

-non sai fare altro che criticare, eppure penso di esser stato chiaro, sono io il master qui e quindi decido io cosa dobbiamo o non dobbiamo fare, su questo la questione è chiusa quindi è in utile che mi tratti come un soldato semplice perché in questo momento sono io quello che possiede un rango più alto nel gruppo…e non pensare minimamente di organizzare un ribellione che ti rispedisco nel mondo dei morti come se non fosse nulla. Se sei così bravo come dici di essere allora vedi un po’ te con che mezzo dobbiamo arrivare li, da quel che abbiamo visto per Eureya non passa nessuna aeronave…-

Scipione l’Africano: -sarai pure il mio master ma qui la mente sono io tu solo il braccio, se proprio vuoi vedere come minimo possiamo avere la sicurezza che non ci sia davvero nulla qui che ci possa portare in quella città allora ti illuminerò…resta qui è osserva come un vero leader si informa sulle cose che il proprio gruppo deve fare…-

L’eroe si staccò da me per andare vesto la reception dove incrociata un’hostess chiese gentilmente se passasse qualche aeronave per quella città e quindi la ragazza andò a controllare sul suo foglio di viaggio per poi riferire la risposta al comandante romano che soddisfatto si allontanò da li per venire nuovamente da me. Mi guardò negli occhi per poi accennare un mezzo sorriso vittorioso e irritante, più che lui ero io che quello stanco del suo comportamento, non potevo fare una mezza cosa che subito mi riprendeva come se alla fine lui era in grado di fare meglio di me…

Scipione l’Africano: - visto cosa ci voleva a chiedere informazioni a un membro dell’equipaggio? La signorina mi ha detto che parte proprio tra dieci minuti un aeronave per la città nella quale ci dobbiamo dirigere quindi è meglio prepararci per imbarcarci, la signorina ha aggiunto che prima di arrivare ci vorrà almeno una mezzora abbondante e io in quel lasso di tempo ho intenzione di riposarmi per il torneo…non so tu cosa vuoi fare ma non contare della mia presenza, capito?-

-questo tuo comportamento mi da un po’ sui nervi, sarai anche intelligente ma scommetto che non la spada non sei un granché, avrai condotto molte guerre e vero ma il brivido della battaglia lo avrai sentito poche volte come tutto sommato ogni generale di quei tempi…solo Giulio Cesare ha avuto il coraggio di scendere in campo con i suoi uomini…lasciando da parte la storia tu potrai anche riposarti quanto vorrai ma sappi che quando ti chiamerò ti voglio subito sull’attenti, non ci stiamo divertendo qui, siamo in viaggio per un torneo e l’obbiettivo e vincere…bene possiamo andare ora-

Dubitavo che il comandante avesse realmente ascoltato le mie parole, era un tipo testardo che pensava solo a quello che vi faceva più comodo, come tutte le persone che avessero nella mani un porte potere d’altronde. Ci dirigemmo nel posto indicatoci dall’Hostess per attendere la partenza dell’aeronave…salimmo su essa e prenotammo due stanze separate, il romano subito si chiuse nella sua chiudendo la porta a chiave dicendomi ancora una volta che non dovevo disturbarlo, io invece mi diressi verso la stanza panoramica per mettermi poi seduto ed ammirare il paesaggio sotto di noi…ancora non capivo bene come quella macchina riuscisse a muoversi così bene nell’aria e senza aver bisogno di eliche che lo spingessero…beh per ingannare il tempo forse era meglio se facevo la mia preghiera giornaliera per il dio Jashin chiedendo magari in vista di questo torneo una bella uccisione…incrociai le gambe posandole sul divano, portai la mia mano destar nella lunga veste nera per poi tirare fuori la collana Jashinista, presi poi la cordicella e portai la collana vicino alla bocca…

*come ben tu sai o grande dio Jashin ora sono in viaggio con il mio servant per partecipare a un grande torneo al quale parteciperanno molti guerrieri forti e valorosi, ti prego di concedermi la forza necessaria per far in modo che un’altra anima possa essere sacrificata e anche ti prego di donarmi la forza di uccidere un’altra persona per fare in modo che le mie gesta vengano ricordate anche in questo torneo…il trofeo per chi vince è il santo Graal, vincerò questo torneo per poi distruggere quel calice e…*

Se udirono degli urli provenire dalle stanze poste al disotto della nave proprio quelle dove si trovavano le stanze dei passeggeri, la prima cosa che mi venne in mente era quella che Scipione avesse combinato qualcosa a qualcuno e quindi dovetti spezzare a metà la mia preziosa preghiere per andare a controllare cosa era successo al piano inferiore…scesi dal divano e rimisi dentro la veste nera la mia collana, tutto con la massima calma, poi scesi le scale e davanti a me si fece vedere una persona incappucciata che sorrideva mentre un’altra con la spada sguainata si divertiva a creare il panico tra le persone…mi sentii sollevato perché non era stato il mio servant a fare casino ma qualcun altro. Squadrai meglio i due e riconobbi subito una delle due figure, infatti affianco all’uomo incappucciato si reggeva in tutta la sua imponenza un altro grande condottiero del passato cioè Annibale, il famoso cartaginese che aveva portato scompiglio nella Roma di Scipione… chissà se al romano avrebbe fatto piacere incontrare un suo vecchio nemico…

-non so chi tu sia ma come vedo anche tu hai con te un servant quindi se non sbaglio dovresti partecipare al torno per Graal…bene bene, non mi aspettavo di incontrare un partecipante al torneo così presto, ma era inevitabile forse dato che ormai siamo vicini alla città di Eureya…il dio Jashin è stato generoso nei miei confronti questa volta-

Sconosciuto: - e così anche tu saresti un partecipante al torneo, meglio così, ho l’opportunità di eliminarne uno prima dell’arrivo alla città, devi sapere che più di un torneo qui si parla di una vera è propria guerra per vita o la morte e purtroppo per te la tua vita sta per finire, il santo Graal sarà mio e con lui anche tutto il suo potere…peccato che non hai portato con te il tuo servant così risulterà parecchio noioso ucciderti…ahahah-

Senza che neanche il master aprisse bocca il suo servant partì subito all’attacco, io di istinto presi la falce che tenevo dietro la schiena mettendomi in posizione di difesa se non fosse stato che al momento del lancio del fendente una quanta persona si mise in mezzo, si trattava di Scipione che con la sua daga aveva parato l’attacco del suo nemico d’eccellenza come se non fosse nulla. Dopo il breve scontro i due servant si rifecero nuovamente affianco dei rispettivi master fissandosi come fissa un leone la propria preda prima di assalirla…

Scipione l’Africano: -è da molto che non incontriamo, da Zama per essere precisi..quella volta il tuo viso era segnato da una schiacciante sconfitta che poi ha condizionato tutta la tua vita..sono orgoglioso di aver segnato il tuo declino, anche se se non fossero state per le tue incertezze forse la storia sarebbe stata molto differente da quella che è stata studiata e scritta…-

Annibale: -e si è da molto che non ci vediamo…questa volta però sarò io colui che uscirà vivo dalla battaglia e tu quello che ne rimarrà sconfitto…il mio master è dotato di poteri molto alti e per questo che con lui ho formato una coppia capace di arrivare in finale per vincere il santo Graal…mi dispiace ma questa volta le tue subdole strategie non serviranno a nulla…la mia spad questa volta è più affilata della tua e brama il tuo sangue-

-siete tutti solo dei poveri cretini…se ci affrontassimo ora distruggeremmo sicuramente gran parte dell’aeronave con la conseguenza ben logica che essa potrebbe precipitare segnando anche la nostra fine oltre a quella di tutti i passeggeri qui presenti, lo so che le vostre rivalità sono importanti ma è meglio pazientare fino allo sbarco, li io e Scipione potremmo darvi una lezioncina con i fiocchi che difficilmente scorderete nella vostra vita…soprattutto a te guerriero sconosciuto, la tua arroganza supera anche quella del mio servant e quindi mi da molto sui nervi…-

Sconosciuto: -accetto la tua proposta sparviero, è meglio non rischiare di coinvolgere altra gente in questa guerra tra noi, bastano i vostri cadaveri per ora, poi deciderò cosa fare di tutte queste persone…a dopo amico..-

E così una leggera nebbia avvolse il master on il servant che svanirono nel nulla lasciandoci a fissare il vuoto. Girai la testa per osservare Scipione, lui fece lo stesso per guardarmi, non sapevo cosa stesse pensando in quel momento ma sicuramente era la stessa cosa alla quale stavo pensando io cioè una strategia valida per vincere contro quei due…non volevo chiedere se volesse confrontare le sue idee con le mie perché ero sicuro al cento per cento che avremmo finito per litigare, figurati litigavamo per molto meno ora ch si trattava di guerra le cose si sarebbero fatte più complicate…mancava poco all’attracco e quindi ci dovevamo spicciare…
 
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Dark Squall
view post Posted on 24/3/2009, 16:40




Shuda arrivò insieme a Pandora alla volta di Shirou...era notte ormai e Pandora aveva avuto modo di istruirlo a dovere sulle regole della guerra...per lui,invece,la regola che Pandora doveva seguire era una sola:search and destroy.Sulla piccolissima strada che rappresentava la banchina di un porto,Shirou e la sua Servant stavano aspettando l'arrivo di altri guerrieri.

CITAZIONE
”Ben arrivato Shuda!Scusami per non averti fatto recapitare personalmente lettera e carta, ma nessuno sapeva dov’eri. Così ho chiesto in giro e quel tale Rufus mi ha detto di poterti contattare all’istante non appena fossi tornato, così le ho date in custodia a lui.Ma veniamo al dunque: ti ho chiesto di partecipare a questa Guerra perchè tra i partecipanti c’è un mio vecchio nemico, un tipo corrotto fino al midollo a cui non posso lasciare assolutamente il Santo Graal. Anche lui mi detesta e di sicuro ha architettato chissà che piano per eliminarmi, quindi ho fatto in modo di avere degli alleati su cui contare, nel tal caso tu per primo.Il mio obbiettivo primario è eliminare il tizio in questione, quindi sono più che disposto a lasciarti il Graal, ma dopo che avrà esaudito il tuo desiderio devo chiederti di lasciarmelo distruggere per impedire altre guerre.”

Shuda stava per ribattere,quando una voce fece voltare entrambi...sul tetto di un piccolo capannone se ne stava un vecchio dall'aria decrepita,con rughe a non finire e completamente pelato,che sogghignava malignamente.Parlò rivolgendo parole cupe a Shirou,che tremava dalla rabbia alla sola vista di quell'uomo.

CITAZIONE
”Zouken!Mostri da subito la tua faccia eh? Non credevo che un codardo come te avesse tanto coraggio! Stavolta ti eliminerò senza nessuna esitazione!”

Come Shuda aveva intuito,quello era l'uomo tanto odiato da Shirou...ed è bene affermare che anche a Shuda in quel momento stava molto sui cosiddetti.Parlò rivolgendosi a lui come un Dead Apostles,cioè un vampiro nato dalle vittime di altri vampiri, persone rimaste uccise a causa del sangue succhiato via. Molte di esse diventano Ghoul, semplici zombie al servizio del vampiro originario, ma ogni tanto uno di essi ha abbastanza potenzialità latenti da recuperare la ragione, diventando così un vero e proprio vampiro. Tuttavia rimane sempre legato al suo creatore e solo quando riesce a rompere questo legame diviene un vero e proprio Dead Apostle a tutti gli effetti.I vampiri nati invece da altri vampiri, appartenenti a famiglie da sempre composte da vampiri, sono chiamati True Ancestors: essi sono la razza originale, la nobiltà dei vampiri per intenderci, discendenti del primo Vampiro apparso sulla terra. Per dirla con parole semplici, un Dead Apostle è un’umano trasformato, un True Ancestor è invece così dalla nascita, anche se i figli di due Dead Apostles non vengono considerati tali dai True Ancestors.Sibilò furioso,mentre un improvviso scoppio d'aura faceva tremare anche la terra...

-Come osi,tu,patetico umano,insultarmi a questo modo...combatti,ora,dato che mi è appena venuta una grandissima voglia di ucciderti,bastardo!-

La sua voce era duplice,dato che anche Iulius,furioso,stava gridando la sua indignazione all'uomo che aveva di fronte...ma quello,sebbene stesse tremando da capo a piedi,riuscì comunque a mantenersi calmo,almeno in apparenza,e a parlare di nuovo.

CITAZIONE
Soprattutto considerato che non sei l’unico che ha un’alleato immortale. Mostrati pure Merem

E un secondo vampiro fece la sua apparizione,arrivando come lui avvolto in un fumo nero,e mostrandosi nella forma di un ragazzino di poco più di quattordici anni,capelli a caschetto neri, occhi blu scuro, vestito con una tunica bianca e pantaloni neri. Portava svariati anelli in tutte le dita della mani, mentre sul dorso aveva dei tatuaggi a forma di corona.Shirou sembrava terrorizzato,Merem solo divertito...per lui,era un altro nemico che presto sarebbe stato mandato al creatore...sorrise malevolo,osservandolo e sentendolo parlare.

CITAZIONE
Sai, io adoro le reliquie e i tesori, e i Servant ne hanno davvero tanti. Anche se niente attrae il mio interesse come la tua Sakura, caro il mio Shuda. Ti direi di darmela senza fare tante storie, ma so che non servirebbe. Quindi te la strapperò via: vieni, il mio Servant ci aspetta poco lontano da qui.

Shuda rise di gusto,mentre quello evocava un enorme pipistrello e lo usava come destriero per arrivare al campo di battaglia...Shuda si voltò verso Shirou,parlando sommessamente...sembrava quasi annoiato.

-Bhè,allora io vado...tranquillo,lo liquido e torno,non sarà uno scontro difficile...anche perchè,a parer mio,non ha nemmeno la metà della metà della metà della mia forza e,quale che sia il suo Servant,non può essere peggiore di me e di Pandora messi insieme...andiamo allora?-

Pandora annuì e lui si trasformò nuovamente in nebbia nera,portandola con se...una grandissima risata malevola sbottò da quella nebbia mentre il vampiro seguiva il ragazzino verso il luogo dello scontro.E alla fine,il fumo nero in cui i corpi di Shuda e di Pandora si erano trasformati approdò su una piccola isoletta a qualche miglio di distanza dalla costa,mentre ad aspettarli c'erano già i loro nemici...guardandoli bene,Shuda vide che erano solo due bambini,anche se la forza di solito non si misura in centimetri...Merem lo guardò sorridendo,mentre il suo corpo riprendeva il suo aspetto abituale e Pandora,al suo fianco,sguinava la spada e la puntava contro il bambino che fino ad ora nessuno di loro aveva visto...aveva capelli blu,disposti secondo un acconciatura a caschetto,e uno sguardo cremisi...che fosse lui il guerriero servant di Merem?Si,indiscutibilmente...eppure non rappresentava un pericolo così eccessivo.

Merem:-Sicuro di quello che pensi,Shuda?Questi,che ho l'onore di presentarti,altro non è che Loki,dio delle malefatte!-

Loki...possibile che fosse davvero lui?Un servant divino,che rottura...un altro temibile avversario,dunque.Il ragazzino sorrideva beatamente,come se non chiedesse di meglio che combattere...maledizione.
Era una figura ambivalente nel Pantheon norreno, in taluni miti è compagno di Odino e Thor,in altri è colui che attenta all'ordine cosmico, ingannatore attaccabrighe maligno, temibile e camaleontico.Caratterizzato da una sessualità indefinibile, si è dimostrato ingordo e insaziabile, riuscendo nell'impresa di partorire il cavallo Sleipnir, che diverrà il destriero cavalcato da Odino, ma soprattutto tre mostri, quali Hel, Fenrir e Miðgarðsormr, dopo aver ingerito, colto da un raptus, il cuore, caldo e fumante, dell'orchessa prostituta Angrboða, appena bruciata dalle fiamme, dopo la condanna subita per eccesso di perversione.Hel diviene la "signora degli inferi", guardiana del regno dei morti; il lupo Fenmir assurge al ruolo di pericolo pubblico, al punto che le divinità decideranno di incatenarlo; il serpente Migdarstorm,giace in fondo all'oceano, ma a forza di crescere, le sue spire avvolgono la terra.E se davvero avesse dovuto avere a che fae con quel dio,cosa sarebbe accaduto?

-Non preoccuparti,per noi gli dei non sono niente di speciale...io e Belial,da soli,possiamo far scempio di entrambi in poco tempo...te la senti di affidarci questa missione?-

Shuda scosse la testa,riflettendo...non era ancora il momento di mostrare le sue due carte più potenti,Belial e Iulius...ma era sicuro che una delle due sarebbe di certo stata interpellata durante quel duello.Sorrise,guardando Pandora e sguainando la sua Sakura...e Merem,solo guardandola,ghignò profondamente,certo che quella spada sarebbe caduta in mano sua.

Merem:-Ti sei deciso a consegnarmela,Shuda?Sei ancora in tempo,potresti anche cheidere clemenza e io ti risparmierei dalla morte...che ne dici?-

Il vampiro ringhiò,mentre il cielo si annuvolava solo nella zona in cui stavano per combattere...Merem alzò lo sguardo e sorrise,prendendo poi posizione mentre Loki evocava un bastone da mago col manico fatto apparentemente d'ossa e sulla cima l'emblema d'un ala aperta.Le spade di Pandora e Shuda rilucevano alla luce dei fulmini che stavano percorrendo l'aria,come al solito favorevole al vampiro...

-Pandora...mi raccomando,fai attenzione...può essere più pericoloso di quello che pensiamo.-

Per tutta risposta,Pandora sorrise si slanciò all'attacco del dio nordico,cercando di colpirlo con la sua spada nera,dono di Ade...ma Loki,forse aspettandosi quel colpo,evocò delle catene che legarono stretta Pandora,mentre questa cercava di liberarsi tagliando il ferro di cui erano composte.Merem si slanciò verso Shuda,impugnando quella che sembrava una spada nera simile a quella che aveva visto una volta nelle mani di Lucifero...Shuda parò il colpo,ma fu sbalzato a qualche metro di distanza dalla forza dell'impatto...

§Diavolo se è forte...ma da dove prende tutta quella forza???§

Merem rise,portando la spada a livello della spalla...le incisioni su quella spada erano brillanti,lasciavano intravedere qualcosa di non convenzionale...e ben presto ricordò di chi era quella spada.

-Hai rubato la spada a Radamante,bastardo!-

Merem rise,semplicemente mostrando la spada.

Merem:Esatto,ho rubato la spada di Radamante...a lui non serviva più,quindi l'ho presa io...la tua armatura della viverna sembra identica alla sua,quindi anche tu hai preso qualcosa di suo no?

Shuda ringhiò,furioso,mentre un fulmine illuminava la zona e lasciava tutti accecati...il fulmine poi colpì Loki,che prese a brillare di una stranissima luce innaturale...



Edited by Dark Squall - 29/3/2009, 13:59
 
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Skullblaka
view post Posted on 25/4/2009, 20:43




Il supremo dei lux e la sua servant erano ancora nel bosco antistante. Dopo che lei se l’era spassata col corpo di lui, essendosi ritenuta soddisfatta lo slegò dalle catene con punte. Il cherubino si rialzò la cerniera dopo essersi riabbottonato i pantaloni con una faccia mezza stordita. Quella Rider era una pervertita insaziabile. Dopo essersi ripreso il cherubino si avvicinò ad un fiumiciattolo nei pressi del bosco,immerse le sue candide mani nell’acqua e si pulì il viso,mentre usava lo specchio del fiume per sistemarsi i capelli,che ormai erano un caso irrecuperabile. Poi sistemò nel fodero dietro la schiena la gigantesca spada nera e posizionò meglio le due katane nobiliari ,armi che aveva sottratto di recente durante una missione suicida presso Rabanastre. Gli ultimi possessori delle spade avevano un terribile male:la superbia. Fortunatamente ora queste spade erano cadute nelle mani di una persona migliore. Il cherubino fece una rapida analisi. Rider doveva essere un essere piuttosto veloce e abile nei colpi a distanza, quindi lui doveva tenere impegnati i nemici nel corpo a corpo,cosa che gli riusciva benissimo. Alla fin fine lui era capace di affrontare un duello di spada con Shuda dalla fiamma esplosiva e se ci riusciva con Shuda ,che aveva un potenziale offensivo altissimo,chi avrebbe potuto fermarlo. Al massimo un essere crudele,spietato,più bestia che uomo,vorace e,perché no, anche cornuto. Magari era un essere che compariva nel dodicesimo canto della divina commedia e ,guarda caso,era il guardiano dei violenti contro il prossimo,se stessi e contro Dio. Skullblakael ci rise su, non esisteva un essere del genere. Il ragazzo si voltò e segretamente guardava cosa faceva la giovane ,intenta a sistemare correttamente le sue catene con punte. Il cherubino ebbe stranamente una forma di ribrezzo, quella ragazza o era il diavolo o sua madre. Ragionò sulla sua identità. Sicuramente doveva essere un antieroe e indubbiamente era cieca. Continuò a spremersi aracnoide,pia madre e dura madre (meningi) quando la giovane disse:

“Chiedo scusa ,Master … Per sancire l’accordo con il proprio master,noi servant dobbiamo rivelargli il nostro nome … tuttavia preferisco non dirle il mio nome. Capisco sia la prassi da seguir,ma lei non mi sembra un mago molto esperto e una magia mentale troppo forte oppure una troietta di bassi borghi potrebbe costringervi a cantare e il nome di noi servant è la chiave per scoprire i nostri punti deboli. Pertanto onde evitare un invito a nozze per i nostri avversari di trucidarci vorrei non rivelarle il mio nome. E’ d’accordo?”

Il cherubino fece spallucce,fingendo che la questione non gliene fregasse nulla. Poi si voltò verso la ragazza studiandola. Gli sembrava sincera, non essendo lui un esperto poteva nascondergli delle cose,quali ad esempio le sue abilità o le sue tecniche,il che non sarebbe stato salutare per delle strategie intelligenti. Ora però la cosa importante era giungere il più presto possibile ad Eureya,la città che avrebbe consacrato la lotta per il santo Graal. Continuò a sistemare in fretta e furie le sue cose, quando la ragazza riaprì il discorso.


“Come mai questo silenzio Master? Non le è piaciuto il mio giochetto di prima?”



“… Tsk … non che certe pratiche sadomaso mi eccitino, comunque … non parliamone più del fattuccio accaduto lì questa mattina. In secondo luogo, smettila di chiamarmi “Master” è un appellativo troppo formale, chiamami semplicemente Skull,ok?


La ragazza abbassò lo sguardo per qualche secondo,come se stesse pensando se fosse lecito nel regolamento di guerra chiamar col proprio nome il proprio master. Non gli sembrava nulla in contrario. Pertanto disse sorridendo.


“D’accordo ti chiamerò Skull … anche perché è un nome più bello di Master…”


Il ragazzo abbassò lo sguardo arrossendo. Poi disse alla giovane di aspettarlo un attimo. Andò dietro un albero a placare i bollenti spiriti,mentre rifletteva.

§ Certo ,Rider con o senza armatura è una bella ragazza,anche se con le fatteze da guerra non lo da molto a vedere. Ora mi calmo,prima di perdere nuovamente sangue dal naso e decidiamo in grazia di Dio di cosa fare in questa dannatissima guerra §

Uscì fuori dal nascondiglio ,mentre la giovane lo guardava con aria interrogativa. Il cherubino scosse la testa come per espiare ogni dubbio. In seguito il discorso fu nuovamente aperto. Questa volta,stranamente,dal cherubino,che voleva capire meglio le regole della guerra e l’utilità dei servant e di come di svolgesse una combattimento tra master.

“Rider,scusa un secondo … potresti spiegarmi come funzionano gli scontri. In parole povere cosa siete voi servant e perché aiutate i vostri master? Inoltre vorrei chiederti di cambiare look, così daresti troppo nell’occhio, non che tu non stia bene vestita così, ma saresti troppo individuabile dai nemici potresti vestirti da “umana”, magari per copriere i tuoi occhi potresti metterci questi, che ne dici?”

Estrasse da uno zainetto che si portava dietro un paio di occhialetti da sole, avevano due piccole lenti scure e una montatura precisa e accurata nei minimi dettagli, l lenti erano semplice vetro colorato,quindi non ci sarebbero stati grossi problemi,quali non vedere troppo bene. La ragazza sembrò pensarci parecchio. Poi iniziò a spogliarsi davanti agli occhi allibiti del cherubino,che balbettava come un deficiente. Si era già allentata il bustino e si intravedevano i capezzoli. Il cherubino stava perdendo nuovamente sangue dal naso. Diventato pallido stava per svenire.

“Ri-Rider,che st-stai facendo? Non hai il minimo pudore? Cambiati lontano da me per favore … Rischio la vita capisci”

La ragazza però era già mezza nuda. Si coprì i seni con le mani e alcune punte dei capelli mentre prese gli occhiali che il cherubino aveva ancora in mano. Il cherubino prima di svenire per al nona volta si voltò di scatto riprendendo fiato. Rider si interrogò su quello strano atteggiamento. Come mai il suo Master si era voltato? Forse stimava una servant un essere umano? Presa dalle domande toccò le spalle del cherubino,che trasalì. Si voltò leggermente per poi ritornare al punto di partenza.

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“Master,è colpa mia non sapevo che ti volevi cambiare prima di me. Tuttavia ora ho già iniziato a spogliarmi quindi se vuoi avere un po’ di pazienza potrai cambiarti subito dopo di me. Hai uno strano colore Skull,potresti voltarti? E’ dovere di noi servant vedere se il nostro Master sia in buona salute. Hai uno strano colorito rossastro e stai sudando. Credo tu abbi l’influenza e per giunta sei stato ferito,perdi sangue. Dal naso … sarà colpa del’umidità che c’è nell’aria.”

“Rider sto bene solo che mi domando,perché ti sei spogliata nuda davanti a me? Non provi il minimo imbarazzo? Sei una donna dovresti provare un minimo di vergogna nel far vedere ad un uomo il tuo corpo come mamma l’ha fatto!”

“UNA DONNA? Eh no! Skull non ci siamo proprio! Non puoi considerare il tuo servant come un essere vivo in carne ed ossa, io ,come tutti gli altri, non esisto. Quindi devi sapere che il nostro compito è portare il master al santo graal a costo della nostra seconda vita. Non possiamo permetterci il lusso di vivere di nuovo, la nostra è già finita anni or sono, non cambierebbe nulla.”

“Io … penso che andrò di nuovo lì dietro , tu intanto finisci di cambia…”


“Master … il discorso deve finire ora … non voglio che tu possa rischiare la vita per qualcosa di accessorio come il servant. Quindi come prova che io sono un tuo possedimento, mi farò colpire da un tuo pugno … avanti, colpiscimi!”



“Sei solo una stupida! Servant o no un essere che si muove è un essere vivente e io non ho il diritto di torcergli un capello, chiaro? Ora non costringermi ad usare una magia di comando per farti stare buona!”


Intanto la ragazza si zittì. Aveva finito di cambiarsi. Ora potevano partire. Il ragazzo però aveva un conto in sospeso. Così uscì fuori dal suo nascondiglio, che aveva usato come rifugio per non vedere nuovamente le nudità della giovane. Uscito fuori vide il vestito della ragazza. Indossava una camicia nero lucido, con uno spacco all’altezza dei seni. Mentre di sotto aveva dei pantaloni dello stesso colore. I capelli raccolti in un’unica treccia centrale le cadevano alle spalle ,legati con un fiocco. Gli occhiali le davano un tocco quasi accademico e riflessivo. Ora era perfetta, sembrava una donna come tante. Almeno per la mentalità del cherubino. Skullblakael prese la parola.

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“Sei perfetta. Ottimo camuffamento! Ora pensiamo alla strategia. Mentre ti cambiavi ho pensato e credo sia meglio che sia io a tenere occupati i servant ostili,tu dovrai solo liberarti dei loro master. Tuttavia in ogni combattimento che affronteremo sarò io a fare la prima mossa. Tu devi rimanere nascosta e salvarti la pelle. Sono abbastanza forte per trucidare centinaia di voi eroi del passato. Ma tu sei la cosa più importante, se tu rimani in vita , io avrò una speranza di arrivare a quel calice, se perdo il mio servant a quanto ho capito dalla tua ultima spiegazione, perderò di diritto ogni possibilità di ottenere la sacra coppa. Ora andiamo, credo che Eureya sia da quella parte. Bene incamminiamoci.”


La ragazza rimase per qualche minuto silenziosa,mordendosi il labbro in continuazione. Ad un tratto la ragazza inciampò su un pezzo di radice che spuntava da una grossa pianta. Il ragazzo rapido le afferrò un braccio evitando che cadesse rovinosamente a terra. La ragazza tentennò un istante come se qualcosa si fosse smosso in lei.


“Tutto apposto?”


“Si … è che quando mi hai toccato …”

PENSATO RIDER:Questo ragazzo è uno stupido … sarà indubbiamente vittima di un altro master o di un servant più forte … eppure perché non riesco a non preoccuparmi per lui?

Una voce si fece sentire nell’aria …

“Bene bene bene … chi abbiamo qui? Una master con il suo servant … perfetto saranno una facile preda del nostro team”

“Cosa?”

§ Questo deficiente che sta parlando mi reputa un servant, molto probabilmente il camuffamento di rider era troppo perfetto che l’unico che dava più nell’occhio ero io ... meglio almeno lei non rischia molto … Però questo tipo dov’è? §


“Cercavi qualcuno, amico? Eppure voi servant dovreste avere capacità ultrasensoriali”

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Un ragazzo seduto su un ramo di un albero fece la sua mistica apparizione. Quasi teatralmente piombò sul suolo quasi con eleganza,mentre si puliva delicatamente i pantaloni e sistemava la cintura con una borchia a forma di lupo. Teneva un camicia rosea e una giacca piccola che copriva ulteriormente la parte superiore del busto. Il colletto era esageratamente rialzato e i due lati della giacca erano legati con un filo appuntato a due bottoni. Aveva infine due guanti in pelle rossi, che indubbiamente amplificavano o miglioravano la velocità nel fare le magie. Lo strano individuo aveva un colorito verdognolo e capelli castani con una scrima nel mezzo che gli davano un’aria da tipo disordinato. Ciò era quasi un ossimoro con al camici ben appuntata e con la giacchetta tutta sistemata. Il giovane disse:

“Devi essere l’arcangelo Gabriele o un profeta cristiano divenuto eroe … chiunque tu sia sarai presto preda dell’unico,inimitabile Berserker Minotaurus … Esci fuori la cena è servita!”

Qualcosa di giganyesco si stava avvicinando nell'ombra della foresta. UNo degli scontri più accessi della guerra del santo graal stava per cominciare...
 
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Soul_Scythe
view post Posted on 12/5/2009, 13:25




Il silenzio intriso di odio e di tensione venne interrotto proprio da Shirou.

”Merem in effetti sarebbe un’avversario davvero ostico, ma per Shuda sarà come buttare l’immondizia. Quanto a te l’operazione sarà ancora più facile. Avanti, mostra il tuo Servant e facciamola finita!”

L’odioso vecchio si limitò a sorridere a quelle parole di sfida. E in quello stesso istante Shirou avvertì un sibilo lacerare l’aria, tanto debole da essere quasi impercettibile: ma grazie all’esperienza maturata attraversando decine e decine di campi di battaglia e stando sempre a un passo dalla morte aveva sviluppato uno straordinario sesto senso, un’istinto super-sviluppato che in più occasioni gli aveva salvato la vita. E quella ne fu un’esempio lampante: quasi incosciamente materializzò Bakuya nella mano destra e con essa respinse il pugnale indirizzato alla sua nuca, la cui velocità era tanto elevata da rasentare quella di una pallottola. In tutta risposta il ragazzo scagliò la scimitarra verso il punto da cui era partito l’attacco mortale, uno stretto passaggio tra due capannoni, facendola rotare come un boomerang: ma prima che lo raggiungesse una figura nera sgusciò da lì, correndo veloce sui muri fino a portarsi di fianco a Zouken.
Era un’essere avvolto interamente in un lungo mantello nero che nascondeva ogni parte del suo corpo tranne il volto: ma neppure esso era visibile, poiché nascosto da un’inquietante maschera a forma di teschio.
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Non ci si poteva sbagliare sulla sua identità.

”Assassin! Dovevo immaginarlo: un simile Servant è degno di te, mostro!”

Ma Shirou sapeva che non doveva sottovalutarlo, poiché quell’abbigliamento rivelava la sua appartenenza alla setta degli Hashshashin, da cui deriva l’odierno termine “assassino”. Fondata da Hassan-i-Sabah, detto il “Vecchio della Montagna”, furono attivi tra l’VIII e il XIV secolo in medio oriente, compiendo un numero incalcolabile di omicidi su commissione. A differenza di altri Servant che sono inclusi in questa categoria per fattori come condotta morale, metodi utilizzati o singoli episodi della loro vita, gli appartenenti agli Hashshashin erano dei veri e assoluti maestri dell’omicidio, possessori di tecniche che assicuravano quasi al 100% la morte dell’avversario una volta eseguite con successo.

-Assassin: Le mie scuse. Ho fallito il colpo mortale: il suo istinto è molto acuto.

-Zouken: Umpfh! Non fa nulla, tanto la sua vita terminerà prima che il sole tramonti. Va e uccidi!

-Assassin: Ricevuto.

Il nero Servant balzò giù dal tetto rapido come un’ombra, scagliando a raffica nel frattempo decine di altri pugnali, tutti ad altissima velocità e miranti alle parti vitali come cuore e gola. Ma Shirou li parò tutti materializzando Rho Aias, per poi rispondere con un Fira che l’avversario schivò saltando sul muro di un’edificio adiacente e restando aggrappato come un grottesco ragno. Ma Emiya non potè seguirlo, poiché nello stesso istante dovette schivare un raggio magico che disintegrò il terreno sotto i suoi piedi. A spararlo era stato Zouken, che ancora immobile nello stesso punto sorrideva soddisfatto e intanto mormorava le parole per il prossimo incantesimo. Venne interrotto dalla pioggia di raggi magici lanciati da Caster alzatasi in volo, che lo costrinsero a ergere in fretta e furia una barriera magica con l’energia accumulata, vanificando il suo attacco. Tutti e quattro ora erano in una posizione di stallo.

-Zouken: Grrr, seccature su seccature! Assassin, io tengo occupata Caster, tu uccidi in fretta il suo Master e poi vieni a darmi una mano. Ti autorizzo a usare tutto il tuo arsenale.

-Assassin: Agli ordini mio Master.

E mentre Zouken e Caster battagliavano Assassin si scagliò contro Shirou, estraendo da sotto il mantello un pugnale che terminava con una doppia punta. Emiya dal canto suo materializzò una spada lunga, dalla lama di circa 80 centimetri, pronto a difendersi. Ma l’arma del Servant non serviva per l’attacco ravvicinato: infatti all’improvviso la doppia punta si separò dal resto dell’arma, restando attaccata tramite un filo di metallo che Assassin manovrò come una frusta, lanciando attacchi da tutte le direzioni, talmente rapidi e imprevedibili che il mago malgrado i suoi sforzi venne colpito più volte in tutto il corpo, le ferite che ricordavano il morso di un serpente. Era riuscito a difendere solo i punti vitali, ma i danni, seppure non gravi, erano numerosi.

-Assassin: Questa è la mia vera arma, la “Frusta della Serpe”, tutti gli altri pugnali sono solo giocatoli che uso contro i pesci piccoli. Continuerò a colpirti fino a mettere a segno un colpo mortale o fino a quando non morirai dissanguato. Ma non ti consiglio la seconda.

”AH! Se è per questo non ho intenzione di scegliere nemmeno la prima!”

E sotto gli occhi sbalorditi di Assassin le ferite di Shirou cominciarono contemporaneamente a guarire, fino a chiudersi del tutto dopo pochi secondi.

-Assassin: Un’abilità auto-rigenerante? Maledetto marmocchio!

Ignorandolo il ragazzo materializzò anche un lungo arco nero, incoccò la spada come se fosse una freccia e fece scorrere in essa una gran parte della sua energia magica, in modo così prepotente e incurante dell’armonia del materiale che era fuori di dubbio che l’arma si sarebbe in seguito autodistrutta. Ma era proprio quello che Shirou voleva: quella tecnica, Broken Phantasm, in cambio della distruzione dell’oggetto usato permetteva di aumentare temporaneamente e in modo esponenziale il potenziale offensivo dello stesso. Nessun’altro al mondo si sarebbe attentato a fare una cosa simile, ma lui, forte del suo arsenale inesauribile, poteva permetterselo. Mirò al Servant, per poi scagliare la “freccia” ora avvolta in un’aura luminosa. Assassin tentò di evitarla, ma la spada si conficcò nel muro dietro di lui ed esplose, colpendolo in parte e ferendogli la gamba sinistra.

-Assassin: Urgh...E sia, è l’ora del mio asso nella manica. Delusional Heartbeat...

Mormorando quelle parole scoprì il braccio destro, che al contrario del sinistro era completamente rosso, scheletrico e pulsante di energia.

Zabaniya!

A quel comando il braccio si allungò, schizzando come una freccia e puntando direttamente al cuore del ragazzo. Shirou tentò di alzare ancora una volta la difesa di Rho Aias, ma all’improvviso il braccio raddoppiò la sua velocità. Il momento dell’impatto avvenne troppo velocemente per poter essere visto da occhi sia umani che superiori e il polverone che si alzò in conseguenza del suolo distrutto contribuì a nascondere l’esito.

-Caster: Shirou!!!

Urlò Caster, sgomenta a quella vista, mentre invece Zouken rideva di gusto nel contemplare la fine dell’essere che lo aveva ostacolato così tante volte.

-Assassin: Sei stato sfortunato ragazzino. La mia Delusional Heartbeat è una maledizione potentissima: non solo la sua velocità la rende praticamente inevitabile, ma possiede la capacità di ignorare ogni forma di difesa fisica, passando attraverso di esse come un fantasma e ritornando tangibile solo nel momento in cui raggiunge e stritola il cuore. Mossa di sicura uccisione “un colpo, un morto” che gli è valsa il titolo di Zabaniya, conferito alle più tremendi tecniche degli Hashshashin. Ormai...Cosa?!?

Assassin tentò di ritirare il suo braccio, ma inutilmente: qualcosa lo bloccava. Una provvidenziale folata di vento disperse il polverone, mostrando la demoniaca mano che con forza ma inutilmente tentava di penetrare una sfera di luce sacra, immersa nella quale stava Shirou, completamente illeso. L’allegria di Zouken si tramutò in puro stupore, mentre Emiya mandava un sospiro di sollievo.

”Uff! C’è mancato davvero poco: un’istante di ritardo ancora e a quest’ora mi ritroverei con il cuore stritolato. Mi spiace Assassin, ma hai scelto l’avversario sbagliato.

Ora, subisci...la tua stessa tecnica!”


Shirou concentrò tutta la sua energia magica nella sfera e la mano di Assassin, come mossa da una forza invisibile, si staccò e compì un’inversione a U, per poi puntare minacciosamente contro il suo stesso possessore.

-Assassin: No! No! Noooooo!!!

Urlò il Servant, ma era troppo tardi: tempo un battere di ciglia e Delusional Heartbeat aveva già trapassato il suo petto, afferrandogli il cuore e schiacciandolo come un frutto maturo. Morto sul colpo l’Eroe dell’Assassinio si accasciò al suolo, dissolvendosi come neve al sole.

”E’ finita, Zouken! Hai perso il tuo Servant, non sei più un Master e quindi non hai più nè il diritto di combattere nè quello di ottenere il Graal. Rassegnati e accetta la tua disfatta.”

Il vecchio non rispose, il volto teso e immobile come una statua, completamente privo di emozioni. Battè con la punta del suo bastone a terra tre volte e venne avvolto da un vortice di fumo verde. Quando si disperse di lui non c’era più traccia.

-Caster: Teletrasporto...Si è preparato una via di fuga. Mi spiace Shirou, ma nemmeno io adesso posso seguirlo o rintracciare la sua presenza.

”Non fa niente Caster. Siamo riusciti a uccidere il suo Servant, senza quello il Graal è irraggiungibile per un Master. Rimane solo da ucciderlo, ma per quello ci sarà tempo. Anzi, sono pronto a scommettere che verrà lui da noi per vendicarsi, quindi non dobbiamo neanche cercarlo. Piuttosto direi che è meglio riunirsi con Shuda e la sua Servant.”

Shirou guardò verso il mare, fissando l’isola da dove proveniva l’aura del Vice Supremo Alter. Nuvole cariche di fulmini la sormontavano, cosa che mandava un brivido lungo la spina dorsale del ragazzo: non dubitava assolutamente della vittoria di Shuda, ma qualcosa gli diceva che nonostante quello un’evento oscuro si stagliava all’orizzonte.

”Facciamo in fretta: Caster, usa l’Argon Coin.”

-Caster: Ricevuto.

La maga tirò fuori dal suo mantello una pelle di montone completamente dorata, che poi lanciò in aria. E quella, come un palloncino che si gonfia, cominciò ad aumentare di dimensioni e a mutare forma, finchè di fronte a loro non si stagliò la sagoma imponente di un gigantesco drago dalle squame dorate, che li fissava con occhi simili a due smeraldi. I due salirono sulla sua groppa, poi Caster sussurrò qualcosa all’orecchio della bestia e quella ruggendo spalancò le ali, per poi alzarsi in volo e dirigersi spedita verso l’isola al largo. Nella tasca interna di Shirou riposava ben sicura la “Frusta della Serpe” del Servant appena sconfitto.

Intanto in un luogo ben mimetizzato Zouken faceva la sua ricomparsa da un secondo vortice di fumo verde. Sbuffando si sedette su una poltrona, mentre una figura silenziosa si muoveva nell’ombra e gli si portava di fianco.

-???: Abbiamo saputo. Ci spiace che non sia andata come voleva, Master Zouken.

-Zouken: Eh eh, non importa. Sarà anche migliorato un pò, ma resta sempre un bambino senza esperienza e lento a capire. Abbiamo perso, ma abbiamo anche vinto: ora abbasserà la guardia e quando sarà il momento ne approfitterò. Gli farò pagare cara la sua insolenza, molto cara.

A proposito, che notizie di Merem?


-???: Nessuna al momento, i due di noi che abbiamo mandato a controllare non sono ancora tornati.

-Zouken: Caspisco. Quello Shuda è una minaccia ben più concreta di quel bambino, ma per fortuna mi sono premunito anche per questo.

E ridacchiando accarezzò l’ampolla appoggiata sul comodino, pieno di quello che indubbiamente era sangue...
SPOILER (click to view)
Ottenuto: pugnale "Frusta della Serpe"


Edited by Soul_Scythe - 25/7/2009, 15:22
 
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ThE_pAiN
view post Posted on 16/6/2009, 23:17




SPOILER (click to view)
apprendo per ora con 6 post da 70 la tecnica Inhibition che potete benissimo ammirare in tecnicheria


Ancora lì a galleggiare sull’ acqua sul manto peloso del Menos, aspettando di giungere al campo di battaglia, quando un tremolio nell’ acqua scosse i combattenti. Molto probabilmente la Guerra del Santo Graal era cominciata: Shuda, Emiya e Skullblaka avevano iniziato a combattere. Lui non doveva essere da meno. L’ arena era vicina, il combattimento era prossimo all’ inizio.
Un fattore che il demone non aveva calcolato era che si potesse presentare prima il nemico e una cosa ancora più strana per lui era che il cosiddetto Master si presentasse dall’ acqua. Un’ altro utilizzatore di Servant stava per fuoriuscire dal mare impetuoso. Una sottospecie si pesce gigantesco che ricalcava la figura dell’ antico Leviatano sorreggeva il Master, un ragazzino di appena dieci anni, con uno sguardo vispo e vivace, e due stranissimi e brillanti occhi ocra.
Era una vista inquietante, strana a vedersi. Sai stava immaginando cosa potesse riservare il Servant avversario, ma non temeva, confidando nelle abilità di Artemide.

-E quindi tu saresti un Master- Così si presentava il bambino. –Anche tu lotti per la conquista del Santo Graal. Beh, l’ età non è sinonimo di esperienza. Mi dispiace, ma anche un ragazzo di dieci anni, per quanto innocuo possa prendere, può riservare delle sorprese inaspettate. Il mio Servant è molto particolare. Non sono stato io a scegliere lui, è lui che ha scelto me e mi ha costretto a evocarlo. Immagini quindi il legame che ci accomuna. E’ qualcosa di impensabile a cui tu obbligatoriamente sottostarai. Opa, bitte kommen Sie und siegt (Nonno, per favore, vieni e trionfa)-

Opa? Ma che lingua era… Sembrava vagamente un tedesco, ma era pronunciato in maniera strana e strascicata, era una lingua diversa, molto simile a quelle celtiche. Ma opa significava qualcosa… Non è che Sai sapesse il tedesco, ma almeno qualche parola la ricordava negli anni, dopo gli insegnamenti passati, a scuola, prima che tutto cominciasse. Prima che Lyster mettesse lo zampino e lo facesse diventare un demone. Ecco cosa significava opa: nonno. Ma cosa era accaduto? Aveva trasformato in un Servant suo nonno? Incredibile…

-Perdonami, infante… Spiegami un po’. Hai pronunciato la parola Opa, che se non sbaglio significa proprio nonno in tedesco. Cosa significa? Hai osato mutare tuo nonno in un Servant?-

Il bambino non rispondeva. Sembrava quasi ignorare le parole del demone e Sai era alquanto irritato e scalciava con una certa rabbia il manto peloso del Menos. Dal suo canto, Artemide guardava con sguardo freddo l’ avversario, pronta al combattimento. Non era per nulla impensierita o irritata o non lasciava trasparire alcuno stato d’ animo.
L’ acqua si stava scuotendo. Due lame grondanti di sangue uscirono e si alzarono per oltre cinque o sei metri. Il sangue luccicava alla luce del sole e le lame,di un nero opaco, creavano meravigliosi giochi di luce. Il demone fissava la scena con un certo interesse e una passione dentro riaccesa per la lotta. Non vedeva l’ ora di vedere cosa aveva in serbo l’ avversario. Aspettò fremente, quando vide uscire dall’ acqua una terza lama centrale e che si alzò per appena mezzo metro. Non era una lama. Era il corno di quel mostro che freneticamente usciva dall’ acqua, e quelle lame laterale non erano altro che la bozza di quelle che avrebbero dovuto essere le sue ali. Il mostro era comparso. Sembrava un essere infernale, ma aveva fattezze umane, sembrando quasi familiare. Il bimbo si inchinò di fronte al corpo irriconoscibile di quello che in passato era stato probabilmente il nonno e baciò il palmo della sua mano, dando via al combattimento.
Una nuvola di fumo. Il vecchio era scomparso. Si erano perse completamente le sue tracce e sai cercava più che mai di fare mente locale per localizzare il nemico e di comunicarlo ad Artemide che, fremendo e senza un particolare comando, scattò in avanti impulsivamente. La dea gridò:

-Potnia Theron-

Da quello che aveva letto quello sarebbe stato probabilmente il richiamo degli animale del bosco e quindi della selvaggina, ma in quello spazio non si vedeva un minimo di bosco; quindi cosa diavolo stava facendo la dea?
Sai congiunse le mani cercando di costruire per lei il panorama ideale e chiamò così Campi Elisi. Ci fu una distorsione della realtà e la scena si spostò nel Paradiso Greco, ove secondo molte leggende addirittura alloggiavano gli dei. Quindi poteva essere considerato un ottimo posto per la Dea della Luna. Adesso che era nel suo più adorato spazio, aveva un raggio d’ azione più ampio, che racchiudeva qualunque tipo di animale, dai volatili, ai terrestri, alle creature mitologiche terre, a insetti e vermi sotterranei.
Oltre a essere particolarmente dotata per il combattimento, Artemide aveva una buona dote per il ragionamento e, capendo che il nemico si era reso invisibile solo per la sua immane velocità, l’ unico modo per notarlo in quel paradiso era bloccarlo. Quindi, secondo il suo acuto ragionamento, doveva riempire l’ atmosfera con degli animali sufficientemente fastidiosi, che non hanno un particolar potere come singoli, ma in gran quantità.

La dea chiuse gli occhi e nell’ atmosfera si sentirono dei tremendi ronzii e migliaia e migliaia di api – potevano essere oltre cinquemila – invasero il campo di combattimento disponendosi casualmente.
Sai e Artemide fissavano il campo d’ azione circostante, sotto lo sguardo attento e interessato del bambino, ma niente attraeva la loro attenzione, quando videro una zona vuota dove le api non riuscivano a circolare, perché impedite da qualcosa di solido. Bisognava calmare i movimenti di quel mostro e a questo ci avrebbe pensato Sai, che aveva una buona conoscenza su come cogliere di sorpresa il nemico.

-Chaos D-

Ordigni di catene nell’ atmosfera e un puro sfavillio di metallo stridente. Era questa la magia che si celava dietro questa terrificante tecnica. Le catene erano sottilissime, ma la loro pioggia dall’ alto era inarrestabile e coglieva nel suo cammino qualsiasi forma di vita; si potevano benissimo vedere affaticarsi e sbattere tra loro le api quando i ferri agguantarono per i polsi il Servant dell’ avversario. Sembrava che la vittoria fosse in tasca, quando il bambino gridò fortemente, sembrando quasi un acuto stridulo:

-Pakki Takki-

A sentirlo poteva sembrare il lamento di un bambino, ma niente di tutto ciò. L’ ultima volta l’ avversario dietro una tale semplicità aveva mostrato le sue forze nascoste e una notevole capacità sopita.
Dalle terra fuoriuscirono centinaia di chiodi, semplici chiodi da falegname, solo lunghi ciascuno una ventina di centimetri e cominciando a roteare nell’ aria finirono per conficcarsi tra le catene che avevano bloccato il nonno. Come Sai ben sapeva, Chaos D era una tecnica veramente difficile da fronteggiare per vari motivi. Infatti, per prima cosa le catene erano dell’ unico tipo che a condizione normale non potevano fondersi o spezzarsi. Era praticamente impossibile contrastarle, tranne che per un infante con la snaturata capacità di arrugginire gli oggetti.
I chiodi diventarono improvvisamente di un marrone scuro e cominciarono a roteare negli anelli, facendoli diventare della stessa colorazione; le catene per la prima volta cominciarono incredibilmente a corrodersi, fino a sbriciolarsi letteralmente. Ora il nonno, con una calma mai vista, si scrollava di dosso la restante polvere e si preparava al combattimento. Sai intanto inorridito cominciava a fare sul serio. Le sue iridi sanguinavano sangue di vendetta, sangue di lotta, sangue di morte. Non avrebbe risparmiato assolutamente né il bambino né il Servant. Il bambino prese nuovamente la parola, dettando l’ inizio del vero combattimento:

-Fin ora abbiamo solo scherzato e usato il peggio di noi, ma ora è inutile fuggire davanti all’ avversario e mostriamo qual’ è il meglio che sappiamo fare.-

A questo richiamo di battaglia, Sai orgoglioso rispose:

-Non vedo l’ ora. Massacriamoci a vicenda-

Edited by ThE_pAiN - 17/6/2009, 23:05
 
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view post Posted on 21/6/2009, 15:11

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Tutti me lo chiedono, ma neanche io lo so di preciso...

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L’aeronave finalmente atterrò a destinazione e così io e Scipione potemmo finalmente scendere da li… sapevamo che tra un momento o l’atro si sarebbe fatto vivo quell’individuo che partecipava al torneo proprio come me, ci eravamo sfidati qui fuori per non far rischiare di precipitare l’aereo, la cosa più saggia che potevamo fare. non eravamo ancora arrivati nella città designata dalla mappa però poco ci mancava, forse però manco ci sarei arrivato se ora avrei perso questo duello. Io e Scipione uscimmo dall’aerodromo senza fiatare, entrambi eravamo concentrati all’eminente battaglia che dovevamo affrontare e nessuno dei due osava interrompere quel momento di assoluta concentrazione. La luce del sole colpì i nostri visi una volta usciti da quel posto e, come se ci stessero aspettando, li davanti a noi vi erano quei due, un uomo incappucciato e con una sorta di lungo vestito bianco mentre il suo servant munito di un armatura antica, brandente una spada lunga almeno un metro e dieci centimetri, corta ma folta barba nera, una capigliatura alla “afro” e un viso allungato… Annibale attendeva con ansia il momento in cui poteva riprendersi la sua rivincita sul rivale Scipione, generale romano che sancì la sua definitiva sconfitta nella battaglia di Zama. E nostri sguardi si incrociarono, sembrava quasi che delle scintille si venissero a creare per l’alta tensione… all’unisono io e il romano brandimmo le nostre armi, rispettivamente una daga per il generale e una falce a tre lame per me, mentre l’uomo incappucciato fece uscire dalla manica una piccola spada solo con un rapido movimento del polso. Ok eravamo pronti per la battaglia…

-come ce li dividiamo? Facciamo che tu ti occupi del suo servant e io del master?-

Scipione: - certamente… non voglio mica lasciare quello stolto di Annibale nelle tua mani, non sarebbe divertente vederlo soffrire sapendo che non sono io colui che gli causa quel malessere e poi l’ultima volta non ha avuto neanche la decenza di morire in battaglia… per non farsi catturare ha deciso di avvelenarsi l’infame, questa sarà la volta buona di infilzargli questa lama nello stomaco-

-non pensi di correre troppo con la mente? So che voi romani siete sempre stati convinti delle vostre possibilità ma ti consiglio di non sottovalutarlo perché se quella volta non decise di non attaccare Roma non so cosa sarebbe accaduto nella storia… forse nemmeno saremmo qui adesso quind… ehi!-

Quei due rozzi e maleducati avversari erano subito partiti all’attacco, Annibale aveva sfoderato un fendente contro Scipione mentre il suo master mi aveva lanciato contro a gran velocità quella piccola daga che aveva estratto prima della manica del suo vestito. Il generale romano con un rapido movimento riuscì a pararsi dal colpo mentre io esaminando la traiettoria della spada decisi di non fare nulla… quella fredda lama trapassò il mio stomaco facendo schizzare un po’ di sangue sul terreno mentre dalla bocca fuori uscì una piccola scia del medesimo liquido. Scipione mi guardò stupito mentre ancora si difendeva dagli attacchi furiosi del suo avversario…

Scipione: -ma che sei impazzito? Potevi benissimo evitare quel coso perché sei rimasto immobile? Mi devi spiegare ora come farai a combattere con una ferita di quel genere…idiota-

-se non l’avessi fatto non mi sarei divertito durante questo duello… è l’unico modi per far risalire in me lo spirito Jashinista che è sepolto dentro di me e poi ora posso tracciarlo, tracciare il mio “disegno” preferito…-

Il generale non capì molto delle parole che avevo detto ma per la prima volta parve fidarsi di me e continuò imperterrito ad difendersi e a pararsi dei colpi del suo nemico. Il master intanto aveva fatto fuori uscire dalla maniche altri due lame, questa volta pugnali, per poi mettersi in posizione difensiva. Io posai il piede destro sul sangue che era a terre per poi tracciare un cerchio nel quale alla fine inscrissi un triangolo rovesciato… sorrisi mentre mi estraevo dal corpo la lama che mi aveva lanciato l’uomo per poi gettarla lontano da me… la ferita che mi aveva causato si rigenerò in un lampo sotto gli occhi stupiti degli altri tre. Se avessi avuto la stupida idea di togliermi la lama prima di aver tracciato il cerchio la rigenerazione non avrebbe avuto effetto dato che veniva contata come ferita precedente alla tracciatura ma dato che avevo ancora la lama nello stomaco questo non valeva…

-ti avevo detto di non preoccuparti Generale Romano, io ho i miei metodi per combattere…meglio invece che pensi al tuo nemico, come vedi ti sta mettendo in evidente difficoltà-

Master : -ma si può sapere chi sei tu? Non è possibile che qualcuno riesca a rigenerare delle ferite… sei un mostro di la verità-

-piacere sono Alex Torner vice supremo Shadow… cosa impossibile? Si vede che non vieni dall’Assiah ma da un paese esterno dalla fortezza, e pensare che io forse sono il più debole tra tutti i vice supremi della fortezza, anzi sei fortunato di avermi incontrato dato che minimo potresti avere la soddisfazione di farmi sanguinare, non perché sei bravo tu ma pur sempre di ferite poi si tratta…preparati-

Scattai in avanti con la mia falce. Intanto Annibale e Scipione si stavano dando battaglia all’ultimo sangue e il generale Romano fu già costretto ad usare una delle tecniche da Assassin, quella di trasformare il suo corpo in nebbia per evitare un attacco diretto dell’avversario che era riuscito a penetrare nelle sue difese. Si ricompose subito per poi sferrare un violento fendete che ferì la spalla del suo avversario, anche quello sembrava proprio uno scontro molto bello. Annibale reagì all’istante sfoderando una sua abilità, sferrò una stoccata che oltrepassò la spada del suo avversario colpendogli lo stomaco…

Annibale: -questa volta sarà diverso caro Scipione l’Africano… grazie alle abilità che ho acquisito non potrai vincermi, perché voglio proprio vedere come riuscirai a fermare una lama che non puoi toccare… ora sono in grado di trasformare la mia spada in ombra in modo che possa attraversare qualsiasi oggetto solito a mia discrezione. Sperò che tu non abbia finito i trucchi da mostrarmi-

Scipione: -non me lo sarei mai aspettato, meglio così, non volevo uno scontro noioso come quello di Zama-

La scena si risposta sulla battaglia tra Alex e il master sconosciuto. La mia falce si andò a scontrare con i due pugnali dell’uomo incappucciato che sembrarono resistere all’assalto, allungai la mano destra dietro la schiena per estrarre la mia katana bianca e poi con un rapito gesto lanciai la lama contro il mio avversario. esso sembrò quasi stupito dalla mia mossa ma con altrettanta rapidità alzò la sua gamba dalla quale punta dei suoi stivale fuori uscì una piccola lama che deviò la mia katana bianca facendola atterrare a pochi metri da noi.. lo guardai con un sorrisetto e lui fece altrettanto, poi con un balzo tornai indietro per esaminare un po’ la situazione. Rimisi a posto la falce dietro la schiena ed estrassi dal fodero la mia katana nera, mi concentrai per poi far tirare un fendente talmente forte che nemmeno una flotta intera di galeoni corazzati poteva in qualche modo incassare senza esser tagliata a metà. Il master evitò il colpo ma non l’imponente onda d’urto che lo fece andare a sbattere contro il muro di una casa mi vicina, la disgrazie fu che quella casa finì letteralmente distrutta dal fendente che avevo lanciato prima. Rimisi la spada nel fodero per poi togliere Luna danzante dalla schiena alla cintura, un nuovo scatto contro il mio avversario che intanto si era alzato e furente più che mai si apprestava a una contromossa. Egli fece uscire dal suo stivale destro una piccola pistola che la quale fece partire due colpi diretti alla mia persona. Il primo lo evitai facilmente anche facilitato dalla mira storta del mio avversario ma per pararmi dal secondo dovetti già far fuori uscire dal fodere una delle mie due lame così fallendo la possibilità di mettere a segno una doppia estrazione. L’uomo mi guardò avvicinarmi e quando fui a poca distanza usai la mia famosa e classica tecnica dell’estrazione che andò a colpire la spalla destra del mio nemico facendogli uscire del sangue… peccato, non volevo mica che lo scontro finisse così presto…

-maledizione, perché ti sei fatto colpire? Non dimmi che non lo hai fatto apposta… ora sono costretto a farti provare le pene dell’inferno e tutto per un tuo capriccio, così non va bene-

Master: -tu sei matto, non sei affatto normale-

Non risposi all’uomo, tornai una seconda volta all’indietro atterrando proprio in mezzo al circolo della vita eterna. Portai la lama insanguinata della mia katana all’altezza della bocca per poi leccare il sangue del mio avversario… l’uomo non capì quello che stavo facendo ma molto presto si sarebbe pentito di aver perso del sangue. La mia pelle divenne nera e delle linee bianche si formarono all’altezza delle ossa, il mio sguardo cambiò diventando da indifferente e buono a spietato e sanguinario, piccolo difetto che forse aveva quella tecnica, anzi questa religione. Non avevo intenzione però di usare il legame tra me e lui per trasmettergli dolore, sarebbe stato poi troppo facile mandarlo all’altro mondo, no, mi dovevo ancora divertire con lui quindi uscii dal cerchio e sentii come se una scarica di energia incominciasse a pervadere il mio corpo elettrizzandolo. Riposi nella fodera la katana nera e Luna Danzante per poi riprendere da dietro la schiena falce a tre lame.

-se prima ti dovevi impegnare ora dovrai fare i miracoli per farmi divertire un po’-

Per un attimo la scena stacca dal combattimento dei due master per tornare alla crudele battaglia dei servant. Entrambi i grandi generale avevano sul loro corpo una moltitudine di tagli e piccole ferite, non gravi, che davano segno di una lotta alla pari. Lo loro lame di incrociarono un’altra volta creando scintille qua e la, ma come era successo prima la spada del cartaginese divenne ombra e attraversò la daga del romano facendogli un altro taglio sul braccio destro. sembravano stanchi ma nessuno si voleva arrendere, dopo tutto ne valeva del loro orgoglio e io sapevo quanto l’ego di entrambi fosse alto. Dopo aver schivato un altro paio di colpi Annibale decise dunque di sfoderare la sua arma più potente…

Annibale: -hai combattuto da degno avversario Scipione l’Africano, ma è il moneto di chiudere questo discorso una volta per tutte… ora ti mostrerò la mia tecnica più forte, quella con la quale ho mandato all’altro mondo già parecchi master e servant del torneo… venite a me soldati cartaginesi!-

Una centinaia di soldati apparvero dal nulla sul campo di battaglia, tutti armai e protetti come se dovessero andare in guerra, portavano proprio le vesti dei Nobilis, l’arma più forte, ma ristretta, che i cartaginesi potevano schierare in battaglia e con la quale non aveva mai perso una battaglia (tranne quella di Zama). Quelle armature pur essendo ingombranti erano molto leggere e l’unica apertura era situata sul collo, una piccola fessura tra l’elmo e il resto… subito Scipione incominciò a pensare una strategia buona per abbattere anche quell’arma ma la cosa era complicata dato che il numero era esteso se messo a confronto solo contro di lui…
 
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Dark Squall
view post Posted on 22/6/2009, 00:28




Shuda stava ancora combattendo contro Merem e Loki,insieme al servant di classe saber che gli era stato fornito,Pandora...incredibile come quella ragazza riuscisse a combattre bene quasi quanto lui...unica pecca,si slanciava con troppa noncuranza,forte del fatto che lei non poteva essere uccisa di nuovo essendo uno spirito di un eroe leggendario o,come in questo caso,di un antieroe.Il combattimento tra Shuda e Merem stava continuando senza nessun colpo di scena,almeno finchè Pandora e Loki,il dio delle malefatte,non incrociarono la spada...dopo pochissimo tempo,infatti,un fulmine colpì in pieno Loki,che incanalò la forza dell'elettricità,prima di illuminarsi di una luce dorata...Shuda e Merem si fermarono,il primo con un'espressione curiosa sul volto,il secondo con un'espressione soddisfatta...ma se Merem pensava davvero che Shuda si sarebbe fatto distruggere da un coso come quello,si sbagliava di grosso.Shuda e Merem si separarono,laciandosi l'un l'altro all'indietro dopo aver colpito la spada nemica con un semplice colpo...e intanto,il bagliore dorato che era possibile vedere in quella zona si stava estinguendo,lasciando così solo un nuovo ragazzo sulla scena.Il corpo di Loki si era del tutto trasformato:adesso aveva capelli di un biondo acceso,due occhi azzurri in netto contrasto con quelli rossi di prima...sembrava leggermente più grande di prima,magari un adolescente,ma di certo la sua forza magica ne aveva risentito parecchio...Shuda avvertì l'aura di Loki impennarsi come mai prima d'allora,anche se di certo nn si poteva paragonare a quella di Pandora,figurarsi alla sua...il ragazzo,sorridendo,evocò nelle mani un paio di stranissime armi,un arco e una freccia...di sicuro apparteneva alla classe archer,allora,e non a quella dei caster come aveva sospettato prima.Una di quelle armi l'aveva già vista,sembrava la Hrunting di Shirou...ma non se ne curò,dato che Merem aveva lanciato la spada di Radamante in alto,come se nulla fosse,e aveva puntato un dico contro Shuda...che ben presto si vide avvolto da una cupola nera,mentre la voce di Merem,amplificata di moltissimo,diceva:

-Che tutti i bei presagi dell'intero universo rotante svaniscano all'istante..che il potere del sacro e letale sia inciso con luci di candele...il momento è giunto...dissolviti,destino,tra le pieghe del fato...magia dell'universo,Altearis!.-

Con un cupo tremore,la cupola di energia si chiuse attorno al ragazzo,che restò paralizato lì dove si trovava...non riusciva a capire che razza di tecnica fosse,ma il silenzio che era improvvisamente sceso all'interno di quella cupola lo fece riflettere...doveva aver attivato chissà quale energia segreta che lo teneva lì,imprigionato e incapace di fare alcunchè.Shuda provò a tagliare la sfera con la sua spada,ma ben presto si accorse che nemmeno riusciva a colpirla...e in più,improvvisamente,svanì il terreno che si trovava al di sotto di lui,lasciandolo a galleggiare in quella zona buia...intanto all'esterno Pandora,che aveva osservato tutto quello che era successo,chiese a Merem,con voce strozzata:

-Che cosa gli hai fatto,dannato?!-

Merem si limitò a ridere,come un pazzo...mentre Loki,dietro di lui,legava stretta Pandora con le sue catane,riducendola allo stato di una prigioniera...aveva le gambe e le braccia completamente avvolte da queste catene,e tenuta in una posizione ad X,come se fosse ancorata ad una ragnatela invisibile...Merem le si avvicinò,afferrandole il volto con una mano e voltando il suo viso verso di lui,ridendo...

-Mente e corpo...tutto sparisce all'interno di Altearis...il tuo amico adesso proverà le sue peggiori paure e,alla fine,il suo cervello non riuscirà più a sopportare quello che vede...andrà in coma e morirà,lasciando finalmente a me le sue spade...bello,vero?E' la magia spaziale più potente che io conosca,e dubito che riuscirà anche solo a resistere dieci minuti li dentro...quindi...-

Sedette,con l'espressione di un bambino in un negozio di giocattoli,incrociando braccia e gambe,mentre Loki tirava la catena che aveva in mano,facendo urlare Pandora di dolore...il cielo era di nuovo terso,ma nessuno sembrava far caso a quello che succedeva a metri e metri di distanza,sopra le loro teste...

-...qundi aspetterò qui,e una volta che la sfera si sarà sfaldata e sarà scomparsa,prenderò la spada dalle sue mani morte...comodo,non trovi?Mi è sempre piaciuto un sacco tormentare le persone...vedremo quanto resisterà,il record attuale è di sette minuti e mezzo...-

Rise,una risata argentina,da bambino,non più legata alla sicurezza di poter vincere ma a quella di aver già vinto...intanto,Pandora tentava in tutti i modi di liberarsi dalle catene,osservando la sfera con un misto di paura e apprensione...se Shuda fosse morto,anche lei avrebbe dovuto far ritorno nel Paradiso degli Eroi da cui aveva avuto il permesso di uscire.Nella sfera,invece,Shuda stava seduto a gambe incrociate,avvolto dalla sua energia,cercando di trovare un varco in quella tecnica maledetta...ma,per quanto cercasse,vedeva solo energia oscura avvolgerlo...non un'energia qualsiasi,ma quella che viene direttamente dalle profondità siderali.Aveva provato,su questa base di ragionamento,a sparare contro il bordo della sfera una delle sue Black Zenith,riuscendo solo a sprecare energie preziose...così,decise di restare calmo e di riflettere sul da farsi.

§-Uhm...situazione spinosa...non penso che resisteremo molto,qui dentro...e non c'è modo di uscire,o almeno così pare...che intendi fare?Guarda che,se vuoi,posso farci uscire da qui dentro in un secondo...non dovrebbe essere poi tanto difficile...-§

Ma Shuda mise a tacere Iulius,che aveva parlato in quel momento,con un dissenso abbastanza forte,gridato quasi nella sua testa...gli disse di aspettare,e di lasciarlo valutare bene la situazione.Ma,prima ancora che Iulius avesse tempo per rispondere,ecco una seconda voce,questa volta esterna a lui,parlare...una voce che non sentiva da tantissimo tempo,dalla loro ultima incursione infernale...possibile che si trovasse anche lì?Il suo sguardo si spostò sugli stivali che portava ai piedi lo sconosciuto,marroncini,per poi salire con lo sguardo verso i pantaloni,di un jeans marroni e un soprabito rosso...reggeva tra le mani una lunga spada,la Rebellion,con l'elsa a forma di testa di demone...Shuda scattò in piedi,stupefatto.

-Dante?Che ci fai tu qui?Credevo fossi in chissà quale dei regni di lucifero...o sei qui su suo ordine?In tal caso torna tra un paio di giorni,quando avrò capito come uscire da questa maledetta magia...dannazione,maledettissimo Merem...se gli metto le mani addosso lo squarto pezzo pezzo,non mi importa se sembra un bambino...quando avrà settant'anni starò ancora lì a prenderlo a calci nel culo,maledizione.-

Dante rise a questa sua ultima frase,guardandolo bene...poi,portando la Rebellion lungo un fianco,si spaccò in due il corpo,cadendo per terra...il suo sangue prese ad uscire velocemente,così come le sue budella...Shuda,sconvolto,fece un balzo all'indietro,incredulo...la testa di Dante,sollevandosi dal suolo su cui era caduto,gli rivolse un sorriso maniacale.

-Non hai detto che volevi un modo per uscire?Eccolo...vedi come il mio sangue e le mie budella sono ormai uscite,Shuda?-

Shuda si voltò,dando le spalle a Dante,ancora sotto schock,quando vide Fedeowl farsi avanti,abbracciandolo e guardandolo dopo essersi staccata da lui...sorrideva nello stesso modo folle di Dante,osservandolo con espresisone corrucciata...ma quel sorriso non se ne andava dalle sue labbra.

-Scommetto che adesso hai sete,vero?Ecco,bevi quanto vuoi...-

E,detto questo,si squarciò i polsi con le spade,lasciandosi così morire dissanguata...Shuda,all'interno della bolla e ormai sconvolto,cadde in ginocchio,respirando forte...

§CHE DIAVOLO SUCCEDE QUI?Perchè succede tutto questo?Iulius,Belial!Rispondetemi!§

Ma nessuno dei due volel aprir bocca...ormai solo,con il cadavere di Dante che ancora parlava e il corpo di Fedeowl che ancora trasudava sangue,il vampiro cadde al suolo,privo di sensi...e fu allora che,nella sfera,si potè udire una risata sconvolgente,disumana...al di fuori di essa,invece,Merem saltò su come se avesse preso una scossa,osservando soddisfatto la sfera che aveva cominciato a sgretolarsi.

-Ottimo,è morto...bene,e così anche la Sakura adesso è mia...che bello!Hai sentito Loki?Forse posso fartene costruire una simile,penso proprio che ti piacerà!Dobbiamo andare da Lord Zoukenc he lo abbiamo sconfitto!-

Ma,quando la sfera si dissipò del tutto,Merem si bloccò all'istante...in piedi,dove prima c'era solo buio,c'era un ragazzo con lunghi capelli neri,che arrivavano quasi fino alle spalle,con due occhi chiusi intenti a respirare...aprì lentamente gli occhi,e Merem potè vedere che,al posto dei vividi occhi neri che prima erano presenti nel volto di Shuda,due occhi rossi,maligni e senza alcuna anima brillavano nelle orbite del ragazzo...quando li ebbe spalancati del tutto,un vento gelido prese a spazzare la landa in cui stavano combattendo,mentre Merem,sconvolto,arretrava lentamente,come in preda ad una visione atroce e terribile.

-T-tu chi diavolo sei?Rispondimi!Dov'è Shuda,e tu chi sei!-

Il ragazzo dai capelli neri non rispose immediatamente...osservò Pandora,ancora intrappolata nelle catene e con occhi sbarrati da una terribile consapevolezza,mentre lei provava a dire qualcosa...con un sorriso,lui si mise un indice sulle labbra,per farle segno di non parlare,prima di rivolgere a Merem uno sguardo di sufficienza,quasi annoiato...

-Chi sono,mi chiedi?Merem,piccolo bambino,davvero pensi che sia bello giocare con elementi potenti come incubi e paure?E cosa succederebbe se,mio povero infante,queste ti si rivoltassero contro?-

La sua voce suonava gentile e affabile,ma improvvisamente il suo corpo si rivelò per quello che era...tribali neri si impossessarono del suo petto e delle sue braccia,mentre ai polsi e alle caviglie catene pesantissime si stringevano come serpenti,scorrendo sulla pelle e ancorandosi ad essa;due ali nere,enormi,vennero spalancate,quand'esse furono uscite dalla schiena del ragazzo...

-Cosa accadrebbe se la paura ti si ritorcesse contro?O se il tuo peggiore incubo ti si materializzasse di fronte agli occhi?Ammira quello che hai avuto sempre l'impressione di controllare,ma che in realtà ti controllava fin da quando sei nato...osserva la paura,quella che ti afferra nelle notti senza luna,quando sei solo,indifeso e tremi nel tuo letto...guarda la disperazione che viene portata dall'incubo,quando questo ti fa tremare dalla testa ai piedi,e che ti accompagna anche quando nel cielo splende il sole più luminoso...osserva,ora,la forma della tua morte.-

Merem cadde all'indietro,spaventatissimo,ma Loki non sembrò affatto impressionato dall'accaduto...guardava il ragazzo con interesse,sorridendo soddisfatto,mentre incoccava nell'arco la freccia che aveva sempre tenuto in mano e che non aveva mai usato...tese l'arco,mirando al cuore,e scoccò la freccia con quanta forza aveva in corpo,donandole una discreta velocità...

-Vai,Hrunting!-

Il ragazzo evitò la freccia,che schizzò alle sue spalle...Loki,esultante,credeva che il ragazzo non si fosse accorto che la freccia,nel momento in cui aveva mancato il bersaglio,stava tornando di nuovo contro di lui...ma quando vide di nuovo Iulius spostarsi e la freccia andare a vuoto,conficcandos nel terreno,esibì un'espressione delusa...

-Sai,credo che tu sia il primo che riesce a tenermi testa da tempo...sono soddisfatto,ho fatto in modo da essere richiamato dal paradiso degli eroi appunto per trovare avversari degni di questo nome...anche se mi confesso offeso...stai trattenendo la tua forza,e molta direi...forse pensi che io non sia degno del tuo impegno,vampiro?-

Iulius sorrise,allargando le braccia...e improvvisamente,persino l'aria sembrò tremare,mentre l'aura fiammeggiante del vampiro si scatenava in lungo e in largo...ma,nel mentre,Merem si alzò da terra,evocando la spada di Radamante,e la puntò alla gola di Pandora,dicendo al vampiro:

-Fermo!Smetti di combatte e dammi la tua Sakura,altrimenti lei muore...mi sono spiegato?Eheheh...senza di lei non puoi continuare il torneo,il Sacro Graal non può essere vinto da un semplice essere...dev'essere conquistato in battaglia da un master e dal suo servant.E,quando avrò vinto contro di te e quando avrò la tua Sakura,vincere la sfida non sarà un problema,anzi...avanti,adesso consegnami la spada!-

Loki guardò schifato il suo Master,mentre sollevava una mano,forse per liberare Pandora dalle catene che lui aveva evocato...ma un bagliore,sulla mano di Merem,impedì al servant di fare quel che voleva...Loki,arrabbiato come non mai,sollevò lo sguardo per fissare Merem,che lo fguardava sorridendo...e Iulius,con un sorrisetto,scattò.Merem non notò nulla di strano,tanto era impegnato ad utilizzare la sua magia di comando,ma Loki,che evidentemente era più forte di Merem,seguì con meraviglia tutta l'azione.Quando Merem si voltò per intimare a Iulius di dargli la spada,notò che la spada di Radamante,con cui prima aveva minacciato Pandora,non era più puntata sul collo di nessuno...mentre invece,libera dalle catene,che giacevano distrutte al suolo,Pandora si era rialzata e stava sguinando di nuovo la spada...Shuda sollevò una mano,mentre sul palmo di essa cominciava a sibilare e vorticare una strana forma di energia...una piccolissima sfera di energia rotante si concentrò sulle mani del ragazzo,che la tratteneva...ormai sorrideva osservando sia Merem che Loki,che si preparò a qualsiasi cosa fosse quella sfera....

-Sai Loki...mi dispiace tantissimo non poter combattere con te come avrei voluto,ma adesso basta,ho altro da fare...le parole di Merem sono vere,devo prendere il sacro Graal a tutti i costi...quindi,mi dispiace,ma sono costretto a farti scomparire insieme a Merem...addio...Ultima.-

E una sfera di magia non elementare venne scagliata contro Merem e Loki...Merem,utilizzando la magia di comando,ordinò a Loki di proteggerlo...ma,benchè egli si fosse messo davanti,a far da scudo al vampiro,la potenza dell'ultima di Iulius fu tale da radere al suolo l'intera isola su cui si erano dati battaglia...quando il polverone si fu diradato,e l'acqua ebbe smesso di cadere,Shuda,ormai tornato nella sua forma base di Yukai e Pandora,saldamente agganciata a lui per non cadere,osservarono la scena...ma nella mano sinistra di Pandora,oltre alla spada di Ade,c'era anche quella di Radamante.

-Come vedi,Merem,alla fine sei stato tu a perdere la spada...mi dispiace non aver potuto lottare con Loki però...va bhè,pazienza,vedremo quel che si può fare con il prossimo servant...dimmi,Pandora,non è che per caso sai quali sono gli altri?-

Pandora scosse il capo,a disagio...

-No,Master...vedi,noi servant non possiamo conoscere la vera identità degli altri,dato che questo svelerebbe i nostri punti deboli...ergo,dovremo scoprire noi da soli,volta per volta,di chi si tratti davvero.-

Shuda sbuffò...poi,osservando la zona in cui sentiva ancora l'energia di Shirou,in avvicinamento...e,in meno che non si dica,ecco arrivare Shirou con la sua servant,in groppa ad un enorme drago d'oro.Quello si fermò a meno di un metro da Shuda,provocando una folata di vento quando si fermò,sbattendo le sue ali enormi.

-Salve Shirou...carino da parte tua fare un salto qui...la faccenda è sistemata,nulla di che...carino quel drago,devo decidermi anche io a comprarne uno...allora,dimmi,amico mio,qual'è la prossima tappa?E per favore,la prossima volta dì a quel vecchiaccio maledetto di mandare un avversario che almeno sopravviva per più di un'ora,è stato terribilmente deludente...-
 
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20 replies since 18/2/2009, 14:42   27747 views
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