The Holy Grail War

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ThE_pAiN
view post Posted on 1/7/2009, 23:44 by: ThE_pAiN




Ot/dato che forse uno di questi giorni devo formattare il computer, ho paura di perdere il post del Santo Graal che avevo già fatto, per questo lo posto adesso anche se dopo di me non ha postato nessuno /Ot

Si rilassò dietro la pietra e trattenne il respiro, pronto per rilanciarsi nella mischia. Prese il braccio e lo stese utilizzando la mano libera sulla roccia vicina, poi pronunciando una tanto conosciuta parola magica, avvolse il gomito e l’ avambraccio con un alone verde. Era Energira, una tecnica curativa, che Sai aveva accuratamente sviluppata facendosi ai principi curativi degli elfi e delle altre creature dei boschi. L’ alone vorticava in senso circolare stringendo con forza il braccio e dandogli immediatamente vigore con degli effetti a dir poco sorprendenti. Intanto, lontano si potevano sentire i lamenti di un combattimento appena iniziato e che sembrava durare ancora molto; nella distesa prateria dei Campi Elisi, sotto l’ occhio vigile della Chimera, il Master bambino e Artemide aveva ingaggiato una tremenda lotta. Il demone non vedeva l’ ora di addentrarsi nello scontro, ma voleva cogliere di sorpresa l’ avversario, affinché il combattimento stesso finisse il prima possibile. Camminando lateralmente, giunse a un’ aiuola che distava dallo scontro poco meno di venti metri; da uno spazio vuoto tra le foglie si poteva osservare l’ intero combattimento, ma forse non era ancora il momento per intervenire. Giocando sulla sorpresa, bisognava attendere che il nemico girasse le spalle a Sai, perché quello sarebbe stato il momento più propizio. Intanto, i due sembrava avessero iniziato una specie di discorso, tra fendenti e spadate:

-Dea dei miei stivali. IN caso non l’ avessi saputo, il mio nome è Jambo, e sono uno dei migliori Master in circolazione. Sono in grado di evocare contemporaneamente oltre cinque Servant, perché come puoi ben immaginare non ne uso solo uno… Ma purtroppo per me non mi stai dando il tempo di respirare, mi servirebbero solamente dieci secondi, dieci secondi per riportare lo scontro dalla mia…-

-Zitto, Jambo, sono tutti bravi a raccontare fandonie, puoi avere quanti Servant vuoi, ma è la qualità quella che conta e a me sembra che di qualità ce ne sia ben poca in quello che fai. Per esempio, lo sai che così non andrai mai avanti, perché prima o poi il mio padrone, Sai, si riprenderà e te la farà pagare. Credo tu l’ abbia capito- Replicava la dea dei boschi.

-Ma cosa? Non scherziamo mica? Il suo braccio è rotto e gli ho impedito praticamente il minimo movimento, non vedo come si possa incredibilmente riprendere. Mi spiace per te, ma capisco quando sono in vantaggio e in questo momento credo che per te non ci sia possibilità di sc…-

Sai aveva colto il momento propizio. Il nemico era girato di spalle e lui, librandosi velocemente in volo, con uno scatto rotante in avanti, distese il pugno pronunciando fiero e rassicurato della vittoria:
-Iron Punch-

Ci fu quasi uno scoppiettio quando il pugno fu a contatto con la spalla del bambino. Il demone aveva perforato il corpo dell’ avversario, facendo colare al suolo rivoli di sangue. Un contrasto tra colori complementari, verde e rosso, e giochi di luce, danzava nella luminosità accecante di Campi Elisi. Il combattimento era terminato, mentre il nemico si accasciava a terra e Artemide guardava estasiata il Supremo Shadow, che portava orgogliosamente a casa una nuova vittoria. Poi il demone guardando l’ avversario, pensò bene di portarsi a casa un ricordino della vittoria, ed estraendo dalla spalla la sua adorata baionetta, perché per quella situazione meschina non era necessaria estrarre la Darkcross, tolse via una delle sue pupille feline di Jambo, e rigirandosi tra le mani come fosse un boccino d’ oro, se la mise in saccoccia, contento e affascinato dal suo nuovo trofeo. L’ incanto di Campi Elisi lentamente svaniva, riportando Sai e Artemide nel consueto oceano attraverso il quale stavano intraprendendo il viaggio per il Santo Graal. Sarebbero stati loro a portarlo a casa in segno di vittoria? Chi lo sa… Dal loro canto, molto lontano altri degni combattenti come Skullblaka o Shuda stavano conducendo le loro sfide, chi le aveva concluse, chi le aveva ancora in corso, ma tutti come lui erano accomunati dalla stessa passione e foga di trofeo. Montarono nuovamente sulle spalle di Menos Grande e camminarono in avanti giorno e notte con l’ illusione e il miraggio di giungere all’ arena, ma osservando che questa era sempre più lontana e sarebbe stato difficile raggiungerla in giornata. Passarono per una cittadina abbandonata, una di quelle che si vedono di consueto nei film western, abbandonate e covoni di fieno accasciati, il classico rifugio di una banda di Riders delinquenti. Ma lì non aveva il coraggio di passare nemmeno il vento, ogni vetro era eroso dal tempo, ogni staccionata consumata dalla solitudine, quella cittadina non riportava neanche un nome, tanto era sconosciuta anche a sé stessa. Chissà da quanto tempo vita umana non ci metteva piede. Mentre il demone si poneva questi interrogativi, giunsero ad una locanda, se locanda si poteva chiamare, senza insegna né alcuna luce. Uno di quei saloon che Sergio Leone amava tanto. Ma aveva un remoto aspetto di saloon, data la mancanza delle classiche porte scorrevoli e di qualsivoglia sedia per un drink. Vi entrò lui e Artemide, lasciando quell’ odioso bestione a far da veglia all’ esterno se fosse successo qualcosa. Se fosse successo qualcosa, ma non sarebbe accaduto nulla, tanto era noiosa quella cittadina. Il Far West a vederlo nei film sembrava lungamente più eccitante. Non certo un luogo per spompati come quello o per perditempo che non sanno come impiegare la giornata o qualche violatore di tombe stressato dalla voglia di esplorare luoghi inabitati per portare a casa il cimelio inestimabile della sua lunga ricerca. Non un certo un raduno di ipocondrici. Perché lì a farsene di finte paure ce ne sarebbe. Come se non ce sarebbe…
Il solito Thriller della tv generalista mostrerebbe il solito carnefice che come ben sappiamo si trova casualmente in questa cittadina di poveri cristi totalmente disabitata e si diverte, con un perverso desiderio masochistico, a torturare la gente. Ma non prendiamoci in giro; in quella situazione il demone era sicuro che non avrebbe trovato nessuno, all’ infuori di qualche malcapitato accattone. Ma nemmeno un senzatetto sarebbe finito in quell’ area, purché non avesse voluto cibarsi di segatura. Chissà come mai quella zona era finita in quello stato tremenda, cosa era successo in particolare?

-Sai, guarda qui. Guarda lì, in fondo, dopo la fine della cittadina, all’ inizio della campagna, non stai notando qualcosa di insolito?-

Il demone affinò lo sguardo e osservando con attenzione, lì sullo sfondo si stava avvicinando qualcuno, per altro con una macchina. E a vederci bene, non era una macchina qualunque, era una Bugatti, di quelle edizione limitata, da più di un miliardo di guil. Chi se la sarebbe potuta permettere una macchina di quel tipo e chi poi dopo averla comprata, invece di sfoggiarla e farne mostra, veniva in questa topaia, per altro da solo? I due scesero le scale e misero piede nella via principale. Notarono qualcosa di strano già al primo impatto con la macchina, qualcosa che fu confermato dal fatto che costui non rimase impressionato dal vedere un essere tanto grande come Menos Grande, perdonando comunque la non voluta orrenda cacofonia della frase.
Guardava la belva non allibito e terrorizzato, ma incantato e incitato a fermarsi. Spense il motore e scese dall’ auto. Il demone e la dea da lontano, oltre trenta metri dal Menos, osservavano la situazione. Poi costui mise la mano pieno di bracciali e anelli di mithril e oro sul manto peloso dell’ Hollow. Fece un altro passo avanti, mentre vicino a lui il Menos tra sé e sé ringhiava molto forte, cercando di scacciarselo davanti il più presto possibile. Ma costui non si allontanava… Beh, e se non si stava allontanando una motivazione ci doveva essere e per Sai era la più semplice che si poteva trovare. Ma voleva esserne sicuro prima di estrarre la Darkcross. Voleva sapere se era anche costui alla ricerca del Santo Graal come loro, magari un Master collezionista di gioielli, bell’ idea, ma un po’ fantastica. Doveva stare a vedere. Intanto, l’ uomo sembrava stesse frugando in tasca in cerca di qualcosa. Estrasse una specie di torcia, che emetteva una inconsueta luce intermittente di color blu. Puntò il faro contro il Menos, che quasi come sotto effetto di un ipnosi cadde a terra e si accasciò, quasi addormentandosi, poi usando la torcia stessa a mo’ di microfono prese la parola, dicendo:

-Master e Servant. Uscite che finiamo subito questo breve scontro. Voglio il Santo Graal, nel minor tempo possibile, sono un uomo di affari, io e non ho certo tempo per giocherellare con voi-

Il ricco signore estrasse un palmare, sul quale immediatamente figurò un’ immagine di Sai con alcune interessanti notizie personali riguardanti il demone. In particolare, vi era un riassunto dei suoi ultimi incontri. L’ uomo d’ affari, non aveva ancora rivelato il suo nome, sapeva benissimo il modo di combattere del demone. Per il supremo la vittoria non sarebbe stata certo a portata di mano.

-Da quel che vedo, hai già combattuto contro un Master e un Sevant. Interessante. Il loro livello è alquanto scarso, diciamo circa un quinto della mia reale potenza. Per Megatron non ci sarebbero certo stati problemi. Vediamo… Oh, hai combattuto contro un Saber, da quello che dice il palmare, un Saber per adorazione; credo tu sappia cosa sia un Saber per adorazione. Uhm, dalla tua faccia allibita mi sa che mi tocca spiegartelo. E’ un Servant nato non secondo il metodo d’ iniziazione tradizionale, ma il Master in una situazione fa appello con tutte le sue forze all’ aiuto di questo spirito e affida anima e corpo a questo. Il rapporto che lega me e il mio Servant è completamente diverso. Io ho un Berserker, uno dei più forti Berserker che ci siano sulla piazza. Il suo nome, come hai già avuto modo di capire è Megatron. Preparati, non sarà facile…-

Sai era allibito. Non vedeva nelle vicinanze nessun Servant. Soltanto, lui, la dea e l’ uomo con la sua macchina. La razionalità lo stava conducendo a pensare che l’ anima che avrebbe dovuto usare l’ avversario stava nella macchina, ma il demone non ci credeva o meglio, non voleva crederci, quando l’ automobile immediatamente mutò forma, diventando un essere paradossalmente antropomorfo. Qualcosa di mai visto; gli ammassi di ferraglia si scomponevano, costruendo rapidamente lo scheletro di un uomo, con la sottile differenza che questo era fatto di ferro ed era alto oltre cinque metri e molto robuste; in modo spigoloso e quasi disordinato, i blocchi di ferro si sistemarono sulla struttura base. Là dove prima c’ era un’ auto Bugatti d’ epoca che avrebbe fatto gola a chiunque, ora si trovava un robot dalle fattezza umane. Il demone non poteva non restare esterrefatto, cosicché egli e Artemide indietreggiarono di una decina di passi, nel frattempo i cubi prendevano posizione, rafforzando la struttura e rendendo il corpo del nemico più preciso e sempre più simile a una persona.

-Dove state andando? Ora che Megatron sta lentamente prendendo forma. Non servirà a niente fuggire, non tentare a evadere dall’ inferno. Nessuno vi sentirà, nessuno vi aiuterà, non ce la farete ad arrivare a Eureya. Si stanno addensando sempre più combattenti, ma più ne elimino, più la mia strada è spianata, capite?-

Sai gocciolava sudore, quel bestione non era certo creatura da poter battere, non pensava neanche lontanamente di poterlo affrontare, quando Artemide scoccò una freccia contro il corpo di ferro avversario. Il nemico non lasciò tempo alla freccia, tanto che dimostrando anche una notevole velocità e ruotando di lato, la prese con forza e la spezzò in due frammenti. Poi, si piegò sulle ginocchia, fancendo fuoriuscire dalla spalle due strutture allungate e che sembravano lontanamente a due ali. No, non lo erano. Erano due razzi. E Megatron stava per lasciarli andare. Ed ecco che il nemico scoccò il colpo. Due razzi, uno contro il Master, uno contro il Servant. Sai spiccò il volo, tentando di salire in una fuga impossibile verso l’ alto, mentre vedeva Artemide che zampettando cercava di raggiungere un’ oasi di salvezza. Lanciava frecce all’ impazzata, ma non riusciva minimamente a raggiungere il missile, che inesorabilmente si lanciava verso di lei. E mentre sapeva che questo stava sicuramente per raggiungerla, ruotò verso Sai e strizzando l’ occhio prese la mira e lanciò un’ ennesima freccia verso il cielo, cercando di adocchiare il missile che stava seguendo Sai. Il primo colpo fu una cilecca, ma nel secondo si videro tutte le sue abilità da cecchino. Lo prese nel centro, tanto che con un’ esplosione minima il missile si frantumò tra le nuvole, riportando il demone al suolo sano e salvo. Al contrario, Artemide non poteva attutire il colpo, non ne aveva il tempo, si era immolata per Sai e questo a lei bastava. Il missile, la colpì in pieno petto, facendola sbalzare all’ indietro per oltre cento metri. I vestiti della dea erano strappati e non si riconoscevano neanche, tanto erano ridotti a brandelli. Il demone con uno scatto la prese dalla spalla scoperta e la portò in un luogo lontano e quasi sicuro dalla furia assassina di Megatron, pronto a curarla come meglio credeva. Energira era la magia che sicuramente l’ avrebbe fatta ritornare al fasto di un tempo e l’ avrebbe resa pronta ad affrontare il combattimento imminente, forse il più difficile nella storia di Sai. La figura che avevano fatto i due non era delle migliori: in entrambi i combattimenti, erano stati costretti alla fuga, ma nel primo il demone si era dimostrato incredibilmente vincitore; sperava di poter dire lo stesso anche per il secondo. Ma la situazione era veramente complicata, con Megatron, che setacciando l’ area con i laser cercava di trovare i due duellanti. Dal suo canto, l’ uomo d’ affari giaceva calmo sul marciapiede e si godeva la scena.
Un alone verde circondò il petto scoperto della ragazza, che piano piano vedeva la sua ferita rimarginarsi; in quell’ atto di estrema compassione di ognuno verso l’ altro, Sai vedeva in Artemide lo stesso animo combattivo e la stessa voglia di fare che fino a quel momento avevo oltremodo contraddistinto Dafne. La dea si svegliò lentamente, prendendo coscienza della situazione in cui versava e delle ferite che l’ avevano attanagliata, si guardò in basso, vedendo il seno e le gambe scoperte e il demone cominciò a capire.
In realtà non era ben chiaro, ma a quanto sembrava Artemide provava una certa rabbia omicida a chi faceva di tutto per vederla nuda. Peccato che non aveva capito che Megatron in realtà era solo un ammasso di ferraglia e il suo era solo un attacco con l’ unico fine quello di ucciderla il prima possibile. Ma d’ altronde Sai era contento. Ora Artemide avrebbe dato del suo meglio e lui avrebbe potuto approfittare per portare la vittoria a casa nel minor tempo possibile. Gli occhi della ragazza assunsero un colore rosso acceso, inquietante da vedere. Nel terreno si poteva l’ asfalto quasi ribollire, sia per il caldo sia per quello che la ragazza stava per combinare. Non era certo una fortuna per Megatron quanto stava per accadere, ma alla fin fine il robottino se l’ era cercata.

La ragazza scattò in avanti, le vene sulle braccia pronunciate e, inquadrando i circuiti principale del robot, ci provò con un affondo, ma Megatron si sposò di lato ma non scansò totalmente il colpo, tanto che il suo braccio volò nettamente via. Purtroppo per i nostri beniamini, quell’ uomo d’ affari aveva provveduto anche a questo: infatti, in pochi secondi, dei fili legarono il braccio distrutto e lo ricomposero al resto del corpo. Il signore stesso si presentò e introdusse Megatron nel combattimento prendendo la parola:

-Demone, come hai avuto modo di capire, questa è la mia chicca, Megatron. Lui è in grado di utilizzare qualunque arma della nuova tecnologia. Soprattutto perché io, il suo utilizzatore e Master, non a caso sono Richard Masterson, uno dei più grandi impresari e imprenditori informatici più conosciuti al mondo della Silicon Valley. Spero questo basti per farti avere una degna carta d’ identità della mia controversa personalità, ma ciò non ti basterà certo a combattere le potenzialità del mio Berserker. Megatron, mostra le nostre capacità di Berserker.-

E il mostro ruggì:

-BERSERK MODE!-

I circuiti del robot impazzirono, mentre questi scattò con furia in avanti.


Edited by ThE_pAiN - 9/7/2009, 00:23
 
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