Gli occhi del Supremo, la partita a scacchi inizia...

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Skullblaka
view post Posted on 10/9/2009, 22:55




Soul impact:
Una tecnica comune a tutte le creature angeliche. Struttando l'energia astrale superficiale (ovvero l'energia che è propria del corpo angelico) cioè l'energia di scarto, gli angeli possono sfruttare la propria energia per provocare o limitare i danni. Dando una particolare pressione all'energia astrale ,che sarà fatta coagulare nel palmo della mano dell'utilizzatore in questione, si verrà a creare una lieve esplosione ,dovuta alla pressione dell'energia della sfera con l'energia dell'utilizzatore, che si propagnerà circondando il corpo dell'utilizzatore. Provoca danni medio-alti ai nemici delle vicinanze e può parare attacchi esterni limitandone il danno. Se il livello del nemico è pari o inferiore il danno che l'utilizzatore riporterà per il colpo nemico sarà nullo,se il nemico è di un livello maggiore l'esplosione limiterà i danni del 50%. Durante la durata della tecnica l'angelo in questione non potrà muoversi oltre il perimetro dell'utilizzo dell'esplosione. Tuttavia le tecniche critiche trapassano con facilità l'esplosione,quindi non vengono nè annullate nè limitate.
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6*70
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SPOILER (click to view)
Parlato Skull
Parlato Limys
Parlato altrui


Dall’Assiah l’armata di Skullblakael,appoggiata dalla flotta e dalle numerose spie disseminate per tutto il territorio attorno al monte Antecedente,muovendosi sempre più verso oriente per oltre tre mesi di campagne alle quali il supremo prese parte sempre al comando del suo ingente esercito. Giorno dopo giorno la guerra induriva sempre più il cuore del giovane e lo rendeva sempre più tetro,malinconico,frustrato: la ferrea disciplina del campo di battaglia aveva fatto di lui ,senza quasi che se ne accorgesse, uno sterminatore lucido e insaziabile,ma non avveniva forse quello per volere di Lucifero o Dio? Un destino indicibile lo aveva condotto in un vicolo cieco isolato,ove era praticamente impossibile tornare indietro; la vita che adesso conduceva aveva cancellato dentro di lui tutto quanto vi era di ingenuo e di generoso nel suo cuore . I reparti che ora comandava implacabile, le centinaia di uomini che si muovevano ad ogni suo minimo ordine ,erano divenuti nelle sue mani macchine mostruose. Come una belva affamata non ancora sazia del sangue innocente che aveva gettato sul terreno dopo un massacro ,il suo battaglione travolgeva ogni difesa ,schiacciava ogni resistenza e nell’animo tormentato di Skullblakael ardeva lo stesso fuoco che divorava i villaggi, gli accampamenti,le capanne degli sventurati che osavano resistere alla potenza Lux. Di sera faceva l’inventario degli schiavi catturati quel giorno presto merce in vendita per mercanti senza scrupoli, sarebbero stati torturati violentemente dai suoi uomini se non avessero acconsentito ad unirsi a quell’esercito cruento e quasi bestiale. Li vedeva tutti incatenati sfilare davanti ai suoi occhi vitrei,vuoti e profondi vedeva le loro pesanti catene brillare sotto l’accesa luce di un fuoco colore cremisi, i loro occhi ornati di lacrime cristalline, i volti in preda all’agonia e alla consapevolezza che la loro vita sarebbe potuta finire immediatamente ad un cenno dell’uomo che avevano davanti: “Il piumato”… il suo nome di battaglia, così lo chiamavano i suoi nemici. Alcuni lo deridevano per le piume candide in contrato con il suo animo sanguinario, altri usavano quel soprannome con paura, altri con rispetto. “Il piumato” colui che era stato baciato da Dio come suo Figlio, colui che adesso trucidava con la sua spada forgiata negli inferi decine di uomini come se non fossero altri che spazzatura putrida. Prima di distruggere un villaggio sotto i colpi della sua perfida lama mandava sempre un ambasciatore che doveva parlare con gli abitanti dicendo che se non volevano preparare i colli avrebbero dovuto sottomettersi senza discutere le trattative previste facendo reclutare forzatamente nell’esercito Lux tutti i giovani capaci di portare armi. Se avessero accettato il villaggio o il centro abitato veniva messo sotto stretta sorveglianza da alcuni luogotenenti dell’esercito stesso,che avrebbero fatto rapporto della situazione ogni giorno. Voleva coprirsi le spalle,non voleva rivolte e specialmente doveva arrivare al suo oggetto del desiderio, o meglio alla sua persona. Ma se la città non voleva sottomettersi veniva demolita completamente,gli anziani passati col ferro e le donne e i bambini venduti schiavi , gli uomini invece dovevano fare gli schiavi dell’esercito ,costretti a portare le vettovaglie e a montare l’accampamento il prima possibile. Accadeva però che a volte alcuni paesi si arrendessero immediatamente al cherubino ,che lo vedevano come un liberatore disceso dal cielo, o alcune volte temendo la sua incontrastata violenza, vedevano in lui “Il tiranno”: l’icona di un uomo a cui non importava essere considerato dai posteri come una creatura spietata pur di ottenere ciò che desiderava. Quella terra dove si trovava era alloggio di molti popoli sedentari,ognuno arroccato nella propria città,tuttavia erano presenti numerosi clan nomadi che terrorizzavano la gente locale. Erano come i Dori ai tempi della civiltà micenea, un intero popolo in migrazione il cui unico scopo era razziare e trovare un posto ove vivere in pace o ,talvolta, in guerra. L’armata Lux si era recentemente accampata dinnanzi alla sua prossima città. Aveva appena seimila abitanti erano noti esportatori di archi di pregiata fattura. Anche gli adolescenti erano in gradi di stoccare frecce e le donne non erano da meno. Una cittadina gustosa come preda. Sguinzagliò i suoi ambasciatori uomini di cui si fidava ciecamente, oppure semplicemente li usava per i suoi fini come se non fossero nulla, non gliene importava di loro e della loro misera vita ,anche se lo avessero tradito tutti i suoi commilitoni lui li avrebbe semplicemente schiacciati come vermi e avrebbe lasciato le loro membra fredde preda dei lupi e degli insetti quali sarebbe stati se fossero vissuti. In quel momento stava nella sua tenda, dove se la spassava con le giovani vergini che razziava ,ragazze che piangevano dopo un rapporto con lui, cosa che secondo l’esercito era segnale che il loro comandate supremo era in realtà un crudelissimo mostro che adorava nel vedere il dolore sul volto delle sue vittime. Parlavano loro che aveva carta bianca su cosa razziare e cosa fare ai prigionieri. Però in quel frangente era solo nella sua tenda. Fece chiamare una serva che prendesse dell’acqua da un pozzo vicino e portare acqua fresca per pulirsi le mani sporche di sangue e farsi lavare il corpo coperto di sangue,polvere e sudore. Una volta lindo e pulito congedò la serva con un gesto d’imperio muto,che quasi atterrì la giovane portandola ad un passo dal pianto. Ma sapeva che piangere non l’avrebbe salvata dalla sua infausta condizione,che l’uomo che aveva davanti non era altro che un uomo dallo sguardo gelido. Il supremo si sedette su uno scanno e sfilò una sigaretta da una tasca usò una fiammella di un Fira dalla sua mano e l’accese,abbandonandosi per un attimo ad assaporare tutta la nicotina possibile con un solo respiro. Il fumo argenteo salì fin sopra la tenda,e mentre il cherubino guardava distaccato quello spettacolo ripetitivo, entrò un generale circondato da due ambasciatori. L’uomo prese parola schiarendosi la voce con una sorta di rumore scricchiolante.

“Egemone! Gli ambasciatori sono appena rientrati e le notizie che portano potrebbero interessarvi. La prego di informarmi riguardo ai provvedimento da prendere. Vi lasciò soli,aspetterò nella mia tenda. Può mandarmi anche un servo se non vuole scomodarsi,ma sarebbe …”


Il gesto d’imperio e serietà sconvolse l’uomo che capì che ora era di troppo e ciò che diceva non gli importava. Abbassò lo sguardo e uscì dalla tenda dirigendosi verso il suo alloggio. Ora l’egemone era solo con i suoi legati. Uno dei due si fece avanti iniziando a impostare mentalmente un discorso senza troppi giri di parole e senza annoiare il suo ascoltatore, un angelo dagli occhi nulli.

“Egemone i difensori della città rifiutano la sottomissione e inoltre non vogliono inutile spargimento di sangue. Pertanto mi hanno richiesto una loro proposta. Uno scontro singolo tra i due signori dell’esercito, all’ultimo sangue … il vincitore potrà desiderare cosa vorrà. Se sarà lei a vincere ,signore, la città si piegherà a te,ma se vinceranno loro noi dovremmo andarcene dal loro perimetro. Tuttavia mio signore se permette io non accetterei lo scontro singolo. Il loro capo è un uomo dalla forza incredibile. Si dice abbia distrutto scudi nemici con un pugno solo. Lo scontro singolo inoltre prevede l’uso di un particolare tipo di armi. Vi affronterete prima con uno scudo e una lancia. Distrutta la lancia, si ricorrerà alla spada e una volta che la spada è fatta a pezzi si userà l’ascia. Entrambi avete diritto a un servo che tenga le vostre armi. E’ fissato a domani al calar del sole davanti alla porta sud della città Aracea, di cui quell’omone è signore. Cosa devo …”

“Basta così diplomatico, potete andare entrambi. Così la città che dobbiamo debellare si chiama Aracea. Fate entrare Limys , il mio luogotenente. Devo parlargli. Dite ai difensori che domani al calar del Sole si preparino ad allestire il funerale del loro sovrano. E giacché ci siete ,ditegli che usi pure tutte le armi che vuole a me basta una sola spada e nessun servo”

I due uscirono silenziosi dalla stanza. Dopo pochi secondi senza il minimo rumore un uomo apparve con serenità e freddezza. Era il luogotenente che Skullblakael aspettava. Era un giovane di poco più di diciotto anni. Aveva lunghi capelli corvini che coprivano buona parte del suo volto. Occhi a mandorla dorati e la pelle chiarissima. Aveva un’armatura tipicamente orientale con un simbolo dello ying e yang sul suo vestito di lino piuttosto pregiato. Aveva katane e pugnali corti legati alla cintura. Il ragazzo era chiamato Limys ,l’ombra silenziosa. Si inchinò,poi disse.

“Mi avete chiamato egemone?”
“Si, come al solito sei sempre rapido a capire. Ora arriviamo al dunque hai scoperto qualcosa riguardo a …”

“Nossignore eccetto una vaga diceria. Si dice che comandi un gruppo di barbari dell’est che più volte ha minacciato la città con prolungati assedi senza mai espugnarla. Dicono che un essere violento e bellicoso con un gusto particolare per la pizza girovaghi nei boschi e nei villaggi sfidando i più potenti,per poi passarli con la sua lama fredda. E’ armato anche con due pistole e veste un abito rosso come il sangue dei suoi nemici. Secondo me signore temo siano solo storie senza fondamenta”

Fece nuovamente quel gesto d'imperio, dicendo stavolta.

“Sarò io a dire se sono storie o meno. Non temere consigliere, arriverò alla fine di questa faccenda. Ora va’ nella tua tenda domani sarà una notte di furore.“

SPOILER (click to view)
Limys,l'ombra silenziosa
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