Shadow e Lux possono andare d'accordo?!

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Dark-Riku
view post Posted on 1/6/2011, 18:23 by: Dark-Riku
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Un dolore lancinante attraversò la schiena del mezzo-demone mentre riassumeva la sua forma normale, come se la pelle gli si stesse staccando dal corpo per far posto ad una nuova. Quella metamorfosi era sempre alquanto dolorosa per lui, in entrambi le sue fasi, ma più di una volta si era ritenuta necessaria alla sua sopravvivenza e quindi bene o male aveva fatto l’ abitudine a quel dolore che lo scuoteva ogniqualvolta se ne servisse. Ripiegando l’ ala nera rimasta, che al momento risultava ben visibile data l’ assenza del consueto mantello a coprirla, si avvicinò alla ragazza che lo stava aspettando e che subito spiegò ciò che era riuscita a scoprire nella sua breve permanenza in quel luogo di distruzione. A quanto pareva, secondo quanto raccontato da una superstite (sicuramente la donna che aveva notato allontanarsi dall’ alto), la colpa era da attribuirsi ad un enorme bestia di forma canina, dotata di enormi aculei sul dorso e di occhi iniettati di sangue. L’ ultima frase che uscì dalla bocca della Lux, però, sembrò pietrificare per un istante Finwe, che con un sobbalzo preoccupato socchiuse gli occhi e si voltò di lato così da non dover fissare direttamente la sua interlocutrice e nascondere quindi i suoi occhi di “mostro”.

Dopo un attimo di esitazione e di silenzio, questa riprese a parlare, proponendogli di dare la caccia a quella creatura, stranamente assente dalla famosa lista dei ricercati dell’ Assiah, così da combinare il loro allenamento alla caccia di quel temibile cane infernale. Dopodiché propose di perlustrare la zona in cerca di tracce ed indizi che li potessero ricondurre alla sua tana, dividendosi per coprire un’ area maggiore. Con voce flebile e non troppo convinta, il ragazzo rispose, sempre senza voltarsi come se il suo sguardo fosse attratto da qualcosa di incredibilmente interessante:


- Si…va bene –

Il suo scarso entusiasmo non derivava da una mancanza di motivazione, tutt’ altro. Infatti, per quanto trovasse assai ingiusta e sbagliata l’ opinione espressa poco prima dalla sua compagna d’ avventura, in quanto basata su di un semplice stereotipo, su una cosa non poteva non essere pienamente d’accordo con lei: la creatura che aveva provocato quel disastro era estremamente pericolosa ed andava fermata ad ogni costo. Dopo averla vista allontanare oltre i resti di una catapecchia crollata, decise di mettersi in movimento anch’egli guardandosi intorno con attenzione in cerca di un qualche segno del passaggio della bestia o di indizi che ne esplicassero la natura e le fattezze precise. Dovunque il suo sguardo si posasse però, non trovava che morte e desolazione: le macerie si accavallavano una con l’ altra rendendo impossibile distinguere dove finissero i resti di una struttura e dove cominciassero quelli di un’ altra, in un’ amalgama indistinta di resti umani e mobilio fuoriuscito dai muri abbattuti; l’ erba e le piante che si erano col tempo sospinte sino ai margini del villaggio si contorcevano su se stesse, bruciate ed annerite dal fuoco. La vita sembrava aver abbandonato quel luogo maledetto.

§ Cosa diavolo può aver provocato tutto questo? Possibile che quella creatura sia stata in grado di compiere un simile disastro in appena pochi minuti? §

Improvvisamente però, qualcosa catturò il suo sguardo rilucendo ai raggi del sole che timidamente stavano ritornando a fare capolino da quelle nubi cineree che da svariati minuti avevano sovrastato l’ azzurro del cielo. Avvicinandosi con cautela trovò con un certo disgusto i resti di quello che doveva essere stato uno dei soldati di pattuglia, o perlomeno quel poco che ne restava. Ma la sua attenzione non era veramente concentrata su di lui, bensì sul vero motivo che lo aveva spinto a muoversi in quella direzione, vale a dire la sua arma: una lunga lancia poggiata a terra al suo fianco. La cosa bizzarra che si poteva notare a prima vista era la punta, molto storta ed in parte liquefatta come fosse stata esposta ad un altissima temperatura oppure corrosa da un qualche acido. Ma la vera scoperta fu un’ altra: a metà dell’ asta infatti era conficcato un enorme aculeo nero, che passava da parte a parte l’ acciaio dell’ arma dividendola quasi in due. Attorno all’ area di entrata dello spunzone, il metallo sembrava anch’ esso in parte liquefatto e sulla punta sembrava essersi rappresa una qualche sostanza verdastra. In tutta probabilità il soldato doveva aver cercato di colpire la bestia alla schiena con la lancia e dunque una delle spine si era infilata nell’ arma per poi staccarsi. E a giudicare dai residui dalla sostanza in cima, dovevano essere intrisi di un’ emanazione acida. Staccandolo con cura e facendo molta attenzione a non toccarne la suddetta parte, lo avvolse rapidamente in un lembo di stoffa e se lo mise in tasca, prima di ripartire nella sua ricerca.

§ E quelle??? §

Giunto al limite del centro abitato, Finwe non poté non notare delle orme ben segnate sul terreno sporco di cenere che chiaramente si allontanavano in direzione opposta, verso la boscaglia. Ma la cosa veramente strana era che non si trattava di orme di animale, bensì di impronte di piedi umani (o perlomeno umanoidi). Poteva trattarsi di un qualche sopravvissuto, oppure di una persona che aveva come loro assistito al disastro e poi era fuggita, ma anche di una creatura semiumana che si era avvicinata a quel luogo incuriosita. In ogni caso valeva la pena indagare, anche se questo significava spostarsi un po’ più in profondità nella foresta. Sicuramente avrebbe rincontrato la vampira più avanti, ne era certo. Senza perdere tempo quindi si mise a seguire le misteriose tracce, allontanandosi sempre più dal villaggio fino a raggiungere, dopo diversi minuti di marcia, un piccolo bivio lungo un sentiero sterrato. Una diramazione sembrava condurre al villaggio, mentre l’ altra si addentrava sempre più fra le piante. Le impronte che lo avevano condotto fin lì sembrano svanire nel nulla, ma in compenso al loro posto ne apparivano altre incredibilmente più grosse e animalesche. Che il soggetto che le aveva lasciate fosse stato intercettato dalla creatura e ne fosse diventato il pasto? Ad ogni modo, come volevasi dimostrare, Yuuki fece bene presto la sua comparsa, proprio dalla prima delle due diramazioni, interrompendo i pensieri del mezzo-demone. Dopo aver spiegato di aver notato parti di muro corrose come da un acido, chiese se anche lui avesse trovato qualcosa. Subito le porse l’ aculeo che aveva rinvenuto, spiegandole tutto ciò che aveva scoperto.

- Credo che sia da questi cosi che faccia uscire l’ acido, ho notato che ne è ancora in parte intriso. Direi che dovremo fare particolare attenzione quando lo incontreremo. Ah, sono arrivato qui seguendo delle tracce apparentemente umane, ma da questo punto sembrano terminare di colpo. Forse la donna che hai trovato prima non era l’ unica superstite, ma a questo punto dubito che troveremo ancora qualcuno vivo –

Dopo aver condiviso tutte le varie informazione raccolte, i due decisero di rimettersi in cammino, seguendo le tracce del mostro fino a quando gli fosse stato possibile. Ad un certo punto infatti, a causa della vegetazione sempre più folta, le tracce non risultarono più visibili attraverso l’ erba alta, costringendoli a proseguire un po’ alla cieca. Improvvisamente però, completamente circondata dalle piante e sovrastata dalle chiome degli alberi, comparve una casupola dalla’ aria dismessa, che non sembrava essere abitata.

- Che strano, cosa ci fa qui così isolata una casa? Chi mai vivrebbe in un luogo simile? Bé, in ogni caso voglio dare un’ occhiata più da vicino. Passerò dal retro, così se ci fosse qualcuno con cattive intenzioni potremmo bloccarlo da due lati –

Scivolando silenziosamente fino all’ ingresso posteriore, Finwe sospinse delicatamente e molto lentamente la porta malandata, temendo che potesse uscire dai cardini arrugginiti e schiantarsi al suolo mettendo in allarme qualche possibile occupante. Quindi, quatto quatto penetrò in punta di piedi nell’ abitazione, in cerca di risposte.
 
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