finalmete quest per Super Saiyan

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$Dark_Angel$
view post Posted on 16/10/2008, 17:53




Quest per imparare:

Super Saiyan:

Esistono due livelli di Super Saiyan, ognuno molto più forte, veloce, agile e con una "energia spirituale" e una prontezza di riflessi superiori al precedente.
con la prima delle due trasformazione Aumento del 100% le statistiche:
I capelli si sollevano e gli occhi mi diventano rossi mentre il corpo può essere circondato da una aurea gialla
vale per 10 turni.

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13 post da 150 righi l' uno concordato con Shuda
 
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$Dark_Angel$
view post Posted on 23/10/2008, 10:36




SPOILER (click to view)
Narrato


Michelangelo stava dormendo nella sua camera da letto sognando combattimenti e vittorie, che lo facevano diventare sempre più forte e potente, sognava di diventare capitano della armata alter.
La casa del ragazzo era di pianta quadrata, suddivisa in quattro parti, la sua camera, il salone, la cucina e il bagno, mentre attaccato alla sala vi era un enorme balcone che in realtà era una vera e propria terrazza, pure questa di forma quadrangolare, e con il pavimento tutto piastrellato di nero.
La camera in cui dormiva il ragazzo era suddivisa da due porte, una che dava sul salotto, e una che dava su bagno, mentre dalla parte opposta vi era una finestra enorme che illuminava la stanza.
Il letto era posizionato al centro della stanza appoggiato contro il muro della parete che aveva di fronte la porta che dava accesso alla stanza più grande della casa, è la stessa che da sulla terrazza.
Il letto era molto grande, e si ergeva sopra un basamento in legno di colore nero, ma di un nero ancora più scuro della pece, sul quale vi era appoggiato un materasso bianco, ne morbido ne duro, insomma un materasso comodo, che permettesse di dormire senza alcuna difficoltà, e che non desse problemi di postura. Il materasso è incassato nel supporto, che fuoriesce dal materasso permettendo così di poter appoggiare oggetti sulle sue sponde, mentre le lenzuola, di purissima e costosissima seta di colore bianco avvolgono il materasso e il corpo del ragazzo, sulle quali vi è appoggiato un piumino bianco che serve a scaldare il demone durante la notte, o mentre dorme. Michelangelo appoggia la testa su un cuscino nero dello stesso colore del basamento del letto, creando in questo modo un cosiddetto contrasto di colori molto fine e apprezzabile all’ occhio, va bene essere un demone, ma il gusto del bello lo ha persino lui, infatti sulle sponde del letto in fondo vicino alla testa vi sono posate due lampade che partono di colore bianco, e in seguito diventano nere verso l’ alto, permettendo in questo modo la continuazione del contrasto bianco e nero, che caratterizza tutta la camera da letto del ragazzo. Tutto intorno al giaciglio vi è steso un tappeto nero, interamente composto attraverso la pelle di pecora di una specie particolare di una località sperduta tra le montagne. Il tappeto che funge anche da moquette è in contrasto con le pareti rigorosamente bianche della stanza, il cui colore così candido è interrotto dal colore scuro come il tappeto dei mobili che si trovano nella stanza del ragazzo. Nella stanza vi era un armadio e una scrivania, il primo situato di fronte al letto e di fianco alla porta, un armadio a quattro ante che contiene tutti i beni del ragazzo compresa l’ armatura dorata della vergine, oltre che i suoi vestiti. La seconda è situata sotto la finestra, luogo dove il ragazzo pensa e studia tecniche materie magia e altre cose molto interessanti che gli servono per diventare sempre più forte e più potente, dove si impegna.
Michelangelo quel giorno si svegliò molto presto, aprì lentamente e dolcemente gli occhi, per evitare di farsi accecare dalla luce che entrava nella stanza, e ancora un poco rintontito si guardò intorno, non gli veniva in mente cosa diavolo doveva fare quel giorno, e la cosa però non lo preoccupava affatto, anzi si sentiva quasi libero, leggero da ogni impegno, si insomma non aveva da fare un bel niente, e quindi decise semplicemente di alzarsi e di godersi la giornata il meglio possibile. Il ragazzo scostò delicatamente le coperte dal corpo, e si eresse a sedere stropicciandosi gli occhi, per poi mettersi in piedi, indossava solo un paio di calzoncini neri, per il resto era nudo, si diresse verso la finestra della stanza e con un gesto fluido e molto lento aprì la finestra, rimanendo fermo al suo posto, lasciandosi investire dall’ aria mattutina, fredda e pungente, un vero e proprio piacere per il corpo del demone, che risvegliatosi, si diresse verso il bagno lasciando la finestra aperta per rinfrescare la stanza. Il demone andò alla porta alla sinistra del letto e la aprì lentamente, lasciando comparire una stanza molto grande, e completamente diversa sia rispetto ai colori, che ad arredamento. Il bagno aveva il soffitto bianco, che finiva sui muri creando dei finti archi. Le pareti invece erano di colore arancio un poco spento, versione colore del marmo non bianco, che era in completo accordo con una piccolo armadio rettangolare appoggiato alla parete sinistra che occupava per il lungo tutta la parete, ricoperto dal marmo delle stesso colore delle pareti, sul quale vi erano incastonati il recipienti che contenevano acqua oggetti e altra cose che servivano in un bagno, che possa definirsi così. In mezzo alla stanza vi era una grossa vasca incastonata nel pavimento, colma di acqua calda che sembrava invitare il ragazzo ad entrarvi, il quale non ci pensò su due volte, e vi si calò dentro assaporando il calore sul suo corpo mentre si immergeva fino alla testa, per poi appoggiarsi alle sponde della mini piscina assaporando il cosiddetto relax più totale, quello desiderato dal ragazzo in quel momento di buon girono, che gli veniva offerto dal mondo.
Nel bagno vi erano inoltre atre mobili di arredamento, come dei piccoli comodini stilizzati e molto fini che sorreggevano vasi di fiori, mentre vi era anche una specie di lettino bianco che serviva al rilassamento dopo il bagno per distendere i muscoli. Sulle pareti vi erano appese numerosissime lampade di colore bianco perla, mentre in centro alla stanza sopra un il mobile vi era un enorme specchio. Il ragazzo incominciò a giocare nell’ acqua così per passare il tempo, per poi uscire e sdraiarsi sopra il lettino e iniziare il processo di rilassamento e di scioglimento dei muscoli.
Finito anche questo piccolo rituale mattutino il ragazzo tornò in camera sua, e doveva decidere che cosa indossare quel giorno, quindi molto lentamente si diresse verso l’ armadio, e lo aprì osservando gli abiti, pantaloni camicie, scarpe, non riusciva proprio a decidersi, quel giorno voleva proprio cambiare abbigliamento, e rimase li a fissare i vestiti finché non vide una camicia che metteva davvero poco, una camicia senza maniche molto attillata con il colletto che gli girava intorno, e si apriva a v davanti al collo dove era situato il gargarozzo, e da dove partiva un allacciatura a bottoni storta di colore nero, che univa le linee di contorno del collo dello stesso colore, che andavano a finire sul fianco del ragazzo. Sopra vi era disegnato sulla schiena la costellazione della vergine, mentre agli estremi del colletto vi era disegnato il simbolo della costellazione, una camicia che non aveva mai messo prima dora. A quel punto prese il suo paio di pantaloni neri lucidi, e si mise le sue scarpe in vernice nera molto fini, con il pugnalino in argento sulla linguetta che gli dava quel tocco di classe in più rispetto al normale. Finiti i primi preparativi il ragazzo decise di dirigersi in cucina a prepararsi una cosiddetta colazione, o una vera e propria colazione, anche perché il suo stomaco cominciava a reclamare il suo tributo, quindi brontolava.
Il demone per giungere in cucina doveva passare per il salotto, e quindi aprì la porta di fianco all’ armadio che dava di fronte al letto, e la imboccò entrando nella stanza più grossa della casa.
La stanza era come tutte a pianta rettangolare, e si estendeva più per il lungo che per il largo, ma era comunque di dimensioni enormi, e il pavimento era tutto rigorosamente in marmo lavorato con minuzia e disinvoltura creandoci forme, disegni e immagini a dir poco bellissime, che risplendevano tra i riflessi della luce sul marmo rendendo la stanza ancora più lucente e bella.
Intorno alle tre porte della stanza vi erano tutto intorno dei blocchi di marmo lavorati, levigati e lucidati con forme molto precise, di natura e benessere, ma anche di battaglie e di atti di violenza, che abbellivano le entrate. Il marmo del pavimento era un marmo chiaro, mentre quello delle porte era un marmo rosso, che era richiamabile ad alcuni particolari della sala, e delle pareti che la chiudevano. Tute le pareti erano di un colore bianco latte, ed erano interamente lavorate, con parti di ricamo in oro che luccicavano alla luce del sole dimostrando la loro più totale bellezza. Sulla porta di entrata quella della casa vi erano dei disegni di lotta rigorosamente ricamati in oro, che creavano una cornice seicentesca sopra la porta, con al centro il simbolo della fazione alter, la fazione a cui apparteneva, mentre sui lati vi erano delle colonne in marmo con intarsi in oro, era come un vero e proprio separè tra la casa e il mondo esterno fatto di lotta, battaglie, uccisioni, sangue, vittime e ferite che ogni giorno facevano diventare sempre più forte e potente il ragazzo, che già si era fatto una fama tra i combattenti, e che ora cercava di scalare la cima delle classi, doveva diventare capitano della sua fazione, era questo il suo scopo, ma doveva ancora migliorare la sua abilità, cosa che rendeva il ragazzo ogni giorno sempre più motivato a impegnarsi sempre di più nel suo dovere. Il soffitto della stanza era fatto a cassapanca con dei disegni geometrici ricamati con laminature di oro, che avevano al loro interno un vero e proprio reticolo di dipinti magnifici.
La parete di fronte a quella in cui era sbucato il ragazzo non esisteva, era una vetrata totale che dava sulla terrazza una terrazza enorme. I vetri non erano vetro qualunque ma diamante sottilissimo e perfettamente levigato dai migliori artigiani del mondo. La vetrata era divisa in tre parti da delle giunture in oro all’interno e in rame all’ esterno, dove vi erano le giunture che permettevano di aprire tutte e tre le parti verso lì esterno e non verso l’ interno come le normali porte finestre. Ai quattro angoli della stanza vi erano situate delle statue che rappresentavano delle vere e proprie figure mitologiche tutte in marmo purissimo, la prima rappresentava Vulcano il Dio delle armi, il fabbro degli dei, non che marito di venere, colui che aveva costruito le famose armi ad Achille, un se non il migliore combattente che vi fosse mai esistito, nella mitologia. Dal lato opposto vi era una statua di una delle creature mitologiche più famose, l’ unicorno, l’ animale più cercato e amato da tutti, si era un cavallo, ma il suo manto bianco era morbido e delicato al tatto, oltre ad essere lucentissimo e sempre profumato, la sua coda è lunga e sembrano tanti fili di sete, ma ancora più preziosa della migliore seta che esistesse al mondo, allo stesso modo era la criniera splendente e scintillante. Entrambi di un colore bianco ancora più chiaro del manto, mentre gli zoccoli erano di un colore nero scuro in modo da creare contrasto, anche se pure loro erano luccicanti. Gli occhi scuri avevano una intensità nello sguardo, dicono, da far raggelare il sangue anche a chi non lo ha, mentre la fine del muso era a dir poco vellutata e di un colore nero che con il riflesso del sole assumeva delle linee d’ orate. Il corno che porta in mezzo alla fronte si dice che sia ancora più resistente del diamante nero, anche se è di colore bianco, e che sulla punta abbia dei bagliori accecanti. La mitologia afferma che questo particolare cavallo sia in grado di parlare con tutti e che possegga dei poteri a dir poco spettacolari e se usati come arma di difesa devastanti. Infine riguardo a questo stupendo animale dicono che siano le cavalcature degli Dei o degli angeli, cavalli che sono in grado di far comparire delle ali da corpo e di volare. Queste storie avevano sempre affascinato il ragazzo che aveva deciso di mettersi in casa una statua di quel stupendo animale. Queste due statue erano dalla parte del muro, mentre dall’ altra parte vicino alla finestra vi erano le statue di Zeus, il re degli Dei della mitologia greca nella sua tipica posizione, quella nell’ intento di scagliare un fulmine, e di Ercole, il mezzo Dio, e il più grande eroe di tutti i tempi.
Il ragazzo sospirò lentamente guardando quelle statue, e iniziò a camminare per la stanza per dirigersi alla porta che dava accesso alla cucina. I suoi passi rimbombavano un pochino nella sala, cosa che però non aveva assolutamente importanza in quel momento, non doveva difendersi o attaccare, non doveva mettere in pratica le sue arti di combattimento, la sua velocità la sua potenza, doveva solo andare a fare colazione. Finalmente arrivò alla porta desiderata e la aprì entrando nell’ ultima sala della casa. Il pavimento era fatto di piastrelle di terracotta sul qual al centro vi era un tavolo in marmo molto grande, o per lo meno solo le gambe erano in marmo, mentre l’ appoggio era fatto in cristallo brillantissimo.
Le pareti della stanza erano tutte fatte da piastrelle bianche e azzurre, mentre il soffitto era in legno di noce. Ad un angolo vi era un grosso camino che ardeva ancora quel poco di legno che aveva messo a bruciare prima di andare a letto quindi prese altra legna e la mise a bruciare riscaldando ancora di più la stanza. In quel momento fuori iniziò a soffiare un vento forte, e il ragazzo corse in camera a chiudere le finestre, la giornata era diventata fredda e ventosa, chissà che cosa gli avrebbe portato una giornata come quella. Tornato in cucina iniziò a prepararsi il cafè e da mangiare il pane con della marmellata di mirtilli. La parte dei fornetti aveva sotto delle dei vani dove il ragazzo riponeva le tovaglie, le posate i piatti, e ogni singolo box aveva uno sportello in legno che chiudeva. Sui muri vi erano appese delle mensole in legno con su dei fasi di bellissimi fiori. Dalla parte opposta vi era una credenza dove il ragazzo riponeva il cibo.
Il ragazzo prese a mangiare mentre aspettava che fuoriuscisse il cafè degustandosi il duro della fetta biscottata, mentre assaporava il gusto dolce e delicato della marmellata, mentre cominciava a sentire il profumo del cafè che fuoriusciva, rendendo l’ ambiente ancora più caldo e accogliente.
Dopo circa tre minuti il ragazzo prese la moca e versò il contenuto in una tazza che aveva preso da un cassetto sottostante, per poi riporre l’ aggeggio sotto l’ acqua a lavare, mentre lui riprendeva a mangiare, mentre mescolava lo zucchero nel cafè per renderlo più dolce e più buono al sapore.
Fatto questo il ragazzo rimise tutto a pulire dopo che ebbe bevuto il cafè, e tornò in camera sua, dove afferrò le sue due armi, iniziando a lucidare la sua spada azzurra dal manico nero, dove sopra vi era una pietra in diamante azzurra lucentissima, e sotto vi era una forma di ali disegnata da cui partivano due lame parallele, tutto quanto in diamante tutto interamente in azzurro chiarissimo, rendendo la spada ancora più bella e affascinante. Finito di pulire la spada prese la sua fedele pistola e la smontò iniziando a pulirvi tutte le parti una per una con cura lucidandola con amore e perizia.
Finito di sistemare le sue armi rimontò la pistola e si diresse verso il letto, prese le coperte e le sistemò rifacendo il letto, in maniera da riordinare la camera e dargli il suo aspetto originale.
Michelangelo a quel punto si diresse verso le armi, afferrò delicatamente la sua pistola e la osservò come fa un padre verso una figlia con amore e anche un certo senso di riconoscimento, perché quella arma gli aveva salvato la vita parecchie volte, e lo aveva aiutato a sbrogliarsi da diverse situazioni pericolose, era una vera e propria compagna di battaglia e di vita, è quella donna che non tradisce mai, una compagna fidata su cui avere sempre fiducia, e molto spesso affidarsi interamente a lei, che puoi stare tranquillo che finche carica non ti tradirà mai, per niente e nessuno. A quel punto mosse leggermente la pistola schiacciando un pulsante sul lato e aprendo così il tamburo, era vuoto e sembrava quasi che richiedesse le sue amate pallottole, quindi il ragazzo afferrò una pallottola con la mano sinistra e delicatamente la inserì nel primo dei sei appositi posti del tamburo, ripetendo questa operazione per altre cinque volte, con molta cura e delicatezza. Finito di ricaricare la pistola mosse il polso da sinistra verso destra, e il tamburo si mosse silenzioso verso l’ interno della pistola andando a sistemarsi precisamente all’ interno del posto ce gli spettava nella pistola pronto a essere utilizzato al meglio, a girare e a far partire i colpi, con che scopo non gli importava, non gli importava se doveva uccidere un animale colpire un bersaglio, se uccidere un essere umano o un mostro, lui avrebbe eseguito gli ordini del padrone senza obiettare, felice di svolgere al meglio il suo lavoro. Finito anche questo momento di preparazione portò delicatamente la mano dietro la schiena e infilò la pistola nel suo apposito contenitore con molta delicatezza. Una volta svolta questa piacevole mansione si diresse verso la sua altrettanto amata spada, la spada che aveva avuto all’ inizio ora era diversa era stata fusa con un'altra spada una katana presa ad un ricercato, un orribile mostriciattolo sull’ isola dell’ omicidio, e aveva acquistato dei poteri fantastici, aveva dei bellissimi riflessi azzurri, la stessa natura era stata cambiata era diventata di Diamante il materiale più duro e resistente conosciuto in tutto il mondo. Il ragazzo afferrò il manico e la pietra azzurra sopra alla impugnatura brillò riconoscendo il proprietario, e facendo una luce diversa dal solito come un gesto di saluto nei confronti del suo compagno, quanti mosti avevano ucciso insieme, quante avventure avevano passato, aveva sempre percepito le emozioni del ragazzo, e lo aveva sempre confortato. Michelangelo si ripose la spada dietro le spalle alzando il braccio in verticale sopra la sua testa, con la spada dritta, che sembrava un prolungamento del suo braccio, per poi ruotarla e mettere la punta della lama verso il pavimento, e piegando il braccio la inserì nel sua apposita custodia in cuoio nero con sopra uno strano segno, che a tutti era conosciuto come il sigillo della vergine, il fatidico segno della costellazione.

Edited by $Dark_Angel$ - 24/10/2008, 15:25
 
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$Dark_Angel$
view post Posted on 25/10/2008, 13:06




Michelangelo a quel punto si guardò intorno che cosa fare, si domandava tra se e se che cosa poteva fare quel giorno, come poteva distrarsi, o quale nuovo mistero poteva scoprire quel giorno, queste erano le intenzioni del ragazzo, che camminava frenetico avanti e in dietro per la sua stanza senza fermarsi mai e cercando di farsi venire in mente una qualche idea possibile da poter svolgere, ma non era così semplice a quanto pareva. Esaurito dal nulla fare e un poco irritato che non riusciva a pensare a niente di bello decise di uscire di casa e gironzolare per la città, cosa che non faceva affatto spesso anzi era la prima volta che ci girava davvero, quando la attraversava di solito non si soffermava a guardarla, perché era sempre diretto o a combattere all’ arena o di andarsene in cerca di avventura, e ora non ci camminava neanche più vi volava via senza alcun problema e senza prestarci troppa attenzione, di fatto lui non aveva ancora girato per la città, si vi aveva combattuto, ma non gironzolato. Quindi in breve decise di andare a osservare la sua città, e se riusciva a percepire qualcosa di interessante avrebbe valutato cosa fare, dirigendosi così verso la porta di entrata della casa sotto quel bellissimo e inquietante cornicione che la sovrastava. Arrivatogli davanti tese il braccio verso la maniglia della porta afferrandola delicatamente con la mano, e girandola in modo che i blocchi della serratura si rilevassero e lasciassero libera la porta di muoversi sui cardini perfettamente oliati e lubrificati. In poche parole il ragazzo aprì la porta di casa e una folata di vento lo travolse in pieno scompigliandogli tutti i capelli uno per uno senza lasciare che nemmeno il singolo osasse resistere alla suo forza. Si non cera che dire era davvero un vento a dir poco fortissimo, e batteva le case creando un rumore sordo, freddo e tagliente come una rama di rasoio. Michelangelo a quel punto non fece altro che richiudere la porta delicatamente e infilata con la mano sinistra nella toppa la chiave, fece girare i meccanismi di chiusura per evitare che qualcuno entrasse in casa sua senza il suo permesso. Svolta questa normalissima mansione si mise le mani in tasca e si incamminò per le strade della città, mentre il vento tormentava il suo corpo, che a quanto pareva sembrava neanche accorgersi di questo particolare. Le strade erano alcune strettissime e altre larghe piene di piazze e di ricordi. Come primo luogo il ragazzo arrivò in un posto che non si ricordava molto bene che cosa fosse e che cosa poteva centrare con lui, era un sala enorme con armi e vi era gente che si allenava, in particolare soldatucci senza particolari caratteristiche e capacità che li avrebbero potuto elevare di grado. I soldati quando videro il ragazzo lo salutarono con un inchino, si era vero il ragazzo non era un capitano, un vice supremo, o il supremo, ma era comunque il terzo combattente più forte della fortezza Alter, e quindi bisognava rispettarlo, e ora che non cera più un capitano tutti avrebbero voluto che quel ragazzo lo diventasse, e pure lo stesso ragazzo lo avrebbe voluto diventare. Il demone ricambiò il saluto iniziò a gironzolare per le sale, finché non ne arrivò in una, una sala enorme con un tappeto rosso che ricopriva tutto il pavimento, le pareti molto alte e squadrate non avevano disegni particolari, erano semplici. In quel posto il ragazzo si fermò un secondo perché il suo cuore sobbalzò, qualcosa gli era familiare, qualcosa che in base alla sua scelta di entrare nella fazione gli aveva modificato la sua vita. Il ragazzo continuava a chiedersi che cosa fosse, e finalmente si accorse osservando la porta di entrata davanti a lui che luogo era, era il luogo della sua iniziazione, il luogo in cui era stato provato dal vice supremo Alter, Shuda , il posto in cui aveva iniziato la sua avventura di combattente alter, il luogo che ora lo legava a quella città e a quella fazione, era il luogo in cui aveva scelto di vivere e di combattere, era il suo destino quello, il destino che si era scelto e fatto con le proprie mani, un destino che gli avrebbe dato potere, forza rispetto, e che gli avrebbe fatto compiere diversi combattimenti, quello che voleva, e che allo stesso tempo gli aveva fatto trovare la persona che ama ora, insomma era riconoscente a quel posto e alla sua scelta di vita. Finito di ricordare quei momenti si rincamminò verso il suo giro attraverso la città fortezza, osservando tutto quello che gli passava sotto il suo naso scrutandolo e analizzandolo pezzo per pezzo senza farsi sfuggire alcun particolare, ricordando o cercando di ricordare se qualcuno di quei posti centrasse con il suo passato, e così fu. In breve tempo giunse davanti al portale della fortezza, quel portale che aveva attraversato per diverse missioni, come quella volta che era dovuto andare sull’ Isola dell’ omicidio ad uccidere un ricercato, o come quella volta che era dovuto andare sui monti li vicino per aiutare dei minatori. Il ragazzo aveva attraversato parecchie volte quel portone per diverse missioni o avventure, e tutte fino ad ora gli erano andate più che bene, invece alcune volte lo aveva sorvolato, precisamente nell’ ultimo periodo, dopo che aveva fatto quel patto di potere, un potere che lo aveva reso più forte e che gli aveva permesso di sviluppare tante tecniche spettacolari e potentissime con cui combattere. Dopo circa un buon dieci minuti fermo davanti al portone a ricordare il suo passato il ragazzo si mosse verso l’ interno della città, per continuare la sua esplorazione, e ormai anche il ricordo delle avventure passate, quelle avventure che gli avevano fatto acquisire una certa fama tra i soldati sia della sua fortezza sia delle altre grandi fortezze. Dopo pochissimo il demone entrò nel piazzale della fortezza, e si fermò ad osservarlo, era il piazzale dove aveva combattuto per difendere la fortezza da un assalto comandato da uno stupido essere di latta, da cui era bastato solo un colpo con dei fulmini per mandarlo su di giri, ed eliminarlo. Neanche i suo soldati erano molto forti, si erano sbruffoni e basta, ma quando si erano accorti della forza del ragazzo si erano completamente impauriti, ed avevano cercato di scappare come dei conigli, peccato che per loro che il demone era nettamente superiore anche in velocità, la caratteristica che non possedeva il loro capo. Infatti il ragazzo era riuscita a bloccare tutto quanto senza troppa fatica, e a vincere senza troppo impegno, riuscendo a salvare il piazzale con abilità, e con destrezza di chi sa combattere con forza e volontà, e non solo anche con piacere del combattimento. Il demone riprese a camminare, per ancora un buon periodo di tempo, e tutti i soldati che lo incontravano si fermavano e gli porgevano il saluto come segno di rispetto e di riconoscimento nei suoi confronti. Il ragazzo non sapeva più cosa fare, ora il supremo alter non era più Dante, il motivo per cui era entrato negli alter, ma la donna che ama, rendendo la cosa ancora più preoccupante, perché già temeva per la sua incolumità come capitana, ora teme ancora di più per lei, che oltre ad avere un ruolo di maggior rispetto era anche un ruolo di un rischio elevatissimo, ma poteva comunque contare sul fatto che cera pure Shuda il vice supremo a difenderla, e la cosa lo rassicurava un’ po’, anche se non del tutto. Molto bene ora il nostro giovane camminava per le vie continuando a spostarsi da una parte all’ altra, della fortezza in preda ai ricordi, mentre giunse verso il campo di battaglia, il posto con il maggior numero di ricordi.Infatti in quel luogo aveva sviluppato ed esercitato tutte le sue caratteristiche e abilità, aveva combattuto, aveva perso e aveva vinto, le aveva vissute di tutti i colori, ed ora era li potente e soddisfatto con nuove tecniche devastanti e allo stesso tempo alcune pure molto belle e coreografiche, tecniche che negli ultimi scontri gli erano stati utili molto utili. In quella arena aveva combattuto contro diversi avversari e alcuni di loro fortissimi come Skul o il vice supremo Kyrios, oppure Shuda stesso, ma aveva combattuto pure con la sua mata Fedeowl, con quello sborone di Katriel, con lo swoard master Soul, insomma questo posto lo aveva nel vero senso della parola cambiato, modificato o plasmato sia nel carattere che nel modo di combattere, e tutto ciò lo doveva soprattutto a un suo avversario Kyrios, che lo aveva nel vero senso allenato, lo aveva istruito a dovere, lo aveva plasmato del tutto, e i risultati si vedevano e parecchio. Ora il demone era pronto per affrontare nuove avventure, addirittura di sconfiggere avversari che sulla carta erano più forti di lui, ma che non sapevano combattere come lui. Finito il suo giro il ragazzo si recò nelle stanze degli Alter, le stanze per qualsiasi richiesta alla fazione, richieste di aiuto proposte e altre cose, e quel giorno al giovane gli era andato davvero bene, cera una richiesta molto importante, era un invito a uno dei soldati della fazione di recarsi al villaggio della Foglia per collaborare con una squadra Ninja, e per un periodo ristretto fare parte dei Ninja come aiuto, e la cosa sicuramente avrebbe interessato il ragazzo, anzi lo avrebbe interessato parecchio. E così fu, infatti quando comparve davanti a colui che gestiva i contatti con altri luoghi lo vide, per prima cosa si inchinò, per poi subito illustrargli la situazione, gli occhi del demone si accesero per la notizia era felice di questa cosa e accettò di partire anche subito alla volta del villaggio. Nel frattempo mentre lui si sarebbe diretto al villaggio avrebbe avvisato ,del suo arrivo, il sesto Hokage, che sicuramente lo avrebbe accolto con molta cordialità e gli avrebbe spiegato la situazione. Michelangelo a quel punto corse fuori dalla felicità come una saetta e si diresse a casa su per vedere se aveva dimenticato qualcosa oppure poteva partire tranquillamente, e infatti andò a cambiarsi, si mise la sua camicia solita con il simbolo della sua fazione, uno grosso sulla schiena e un piccolo sul petto, e riuscì di fretta correndo come un pazzo per le strade della fortezza. Giunto al cancello non aspettò di farsi aprire spiccò semplicemente un salto abnorme per scavalcarlo, lasciando i soldati di stucco, non aveva mai lasciato con così tanta fretta la fortezza e con così tanto entusiasmo. Il ragazzo atterrato dall’ altra parte della fortezza lasciando il segno ricominciò a correre come un forsennato verso il villaggio, doveva attraversare i monti e prendere una nave che lo avrebbe portato nel paese delle risaie, e da li proseguire verso il paese della foglia, attraversando il paese del suono, era un viaggio lungo e stancante, che una persona normale ci avrebbe impiegato settimane a compiere, ma conoscendo il nostro protagonista, e soprattutto il fato che non è umano sicuramente ci avrebbe messo qualche giorno, mentre il segnale da parte della fortezza al villaggio era già giunto a destinazione informando il sesto Hokage che il loro uomo sarebbe arrivato al villaggio entro tre giorni massimo, lasciando l’ Hokage di stucco, nessuno era mai riuscito a percorrere quella distanza in così poco tempo, tanto che pensò che non fosse vero per un momento, ma dopo si convinse che sicuramente ci avrebbe messo molto più tempo di quello che era stato detto dagli alleati. Michelangelo correva e correva, però aveva bisogno di maggiore velocità, e quindi decise di Attivare la tecnica Kaioken, che potenziatogli le sue statistiche gli permettevano di correre ancora più veloce di prima, lasciando dietro di sé un polverone davvero micidiale, che avrebbe soffocato chiunque fosse stato travolto.
Però il ragazzo non era contento, e mentre continuava a correre decise di attivare anche la trasformazione della sua spada, che lo potenziò e gli mutò le sue caratteristiche, infatti ora era vestito completamente diverso da come era prima, stivali neri con pantaloni bianchi, mentre di sopra indossava un cappotto lungo fino ai piedi bianco con davanti una parte nera, mentre sulla schiena vi era disegnato il simbolo della sua fazione, la sua spada era diventata sottile e nera come la katana di un Ninja leggendario, solo che era fatto di diamanti e ora era riposta nella sua fodera con cura. Il ragazzo ora era più veloce ma non al massimo, e infatti estrasse le sue ali nere enormi e possenti, che lo potenziarono ancora, rendendolo velocissimo, una saetta, ma tutto ciò non era sufficiente per il ragazzo, voleva correre ancora più forte e più veloce, quindi decise di attivare la sua famosissima tecnica super velocità, facendogli raggiungere ora la velocità massima che poteva assumere,era un fulmine, non si riusciva a seguire a vista era davvero velocissimo l’ unica cosa che si poteva osservare era la nube di fumo che lasciava al suo passaggio, per il resto non si sarebbe mai saputo del suo passaggio.Il ragazzo correva e correva, e dopo circa un paio di ore arrivò al confine con le montagne che doveva attraversare per poi arrivare al porto e decidere se imbarcarsi o farsela volando fino alla riva di destinazione, una scelta molto semplice si sarebbe imbarcato, e avrebbe riposato un po’ per poi ripartire volando e arrivare a destinazione, era questa la sua idea di viaggio, ma ora aveva da pensare a qualcos’altro, doveva scalare la montagna, non aveva preso la normale strada che circondava la montagna, ci avrebbe impiegato almeno quattro giorni per arrivare la porto, così per fine serata poteva essere all’ imbarco, si di certo era più faticoso, ma anche più veloce, e le montagne non portavano climi normali, ma climi rigidi freddo, vento fortissimo, neve e con il rischio di cadere in strapiombi e di lasciarci le penne. Era arrivato il momento di scalare, il ragazzo correndo ormai era arrivato alle pendici, e non fece altro che saltare in corsa, una cosa che gli permise di evitarsi parecchi metri di scalata e di fatica. Il ragazzo era quasi arrivato alla roccia, e vi schiantò contro aggrappandosi come un animale che ha paura e non si vuole staccare dal nascondiglio, ma non era certo quello il caso del ragazzo, il quale si ricompose subito e iniziò la sua ascesa alla vetta. Il demone portava in avanti prima il braccio destro aggrappandosi con la mano, e poi la gamba destra, seguita da quella sinistra, per poi issarsi e aggrapparsi pure con la sinistra, in un movimento continuo e fluido, sembrava quasi che il vento che tormentava il suo viso non lo tingesse nemmeno, per il resto non aveva freddo, i guanti non permettevano il contatto con la neve, quindi non aveva freddo, e nemmeno gli stivali dandogli maggiore aderenza alla parete, un aspetto importante per chi scala, deve essere il più aderente possibile alla parete seno, rischia grosso, rischia di volare nello strapiombo, e di passare direttamente all’ altro mondo.La scalata proseguiva bene abbastanza spedita, si arrampicava si con prudenza, ma con molta fretta in corpo, voleva arrivare il prima possibile, e allo stesso tempo era emozionantissimo. Mentre il suo animo lottava su questi sentimenti il ragazzo si arrampicava come un gatto sulle pericolosissime pendici della montagna, mentre la montagna incominciò a muoversi sotto di lui.

Edited by $Dark_Angel$ - 27/10/2008, 20:53
 
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$Dark_Angel$
view post Posted on 28/10/2008, 14:56




Il ragazzo continuava ad arrampicarsi ininterrottamente senza fermarsi mai mentre la roccia cedeva sotto il suo peso, tanto che il ragazzo cominciò a chiedersi che cosa diavolo stava per succedere, non capiva, sentiva una presenza ma non capiva da dove venisse, finché non arrivò alla conclusione che tutto questo rumore proveniva da di fronte a lui, come se qualcosa si muovesse sotto la roccia, ma che cosa, era quello che preoccupava il ragazzo, o che per lo meno non lo faceva stare tranquillo. Il ragazzo dopo circa dieci minuti giunse su una parte della montagna che era piana, e quindi finalmente poteva stare in piedi, con gli stessi appoggiati alla roccia e non attaccato ad essa.
In quel momento la terra vibrò sotto i suoi piedi, tanto che il ragazzo saltò mentre da sotto di lui uscì un essere davvero orrendo, un mostriciattolo con la lingua lunghissima, che subito lo attaccò con del veleno corrosivo, ma la cosa non rese di stucco il ragazzo che spostatosi schivò il colpo, per poi porre la mano sinistra davanti a lui, utilizzando la tecnica fascio di raggi, che partirono verso il mostro che spostatosi all’ ultimo secondo, schivò il colpo che esplose dietro di lui contro una roccia.
Il ragazzo pensava che il suo neo avversario era a quanto pare abbastanza forte, e quindi decise di vedere come se la cavava, e magari divertirsi un secondo con lui. Il mostro deforme e rugoso lanciò delle granate verso il ragazzo che saltando in aria le schivò mentre quelle esplodevano sotto di lui, il demone a quel punto decise di utilizzare la tecnica pallottole di fuoco, scagliandone a raffica verso il mostro, che venne colpito in pieno, il mostro non si era fatto niente a quanto apre aveva la particolarità di essere una specie di mangiafuoco, a lui il fuoco non lo tingeva nemmeno per un po’, e ciò lasciò il ragazzo di stucco mentre pensava che la cosa era davvero molto interessante. Il demone riatterò a terra mentre il suo avversario si muoveva furtivo mentre tirava fuori un pugnale dalla lama argentea, e impugnatolo si scagliò contro il ragazzo sfoderando un fendente dritto e preciso allo stomaco, mentre il ragazzo si muoveva a destra e a sinistra per schivare i colpi mentre portava la mano destra alla sua spada impugnandola con molta lentezza, e proprio mentre un fendente stava per arrivare dritto allo stomaco il ragazzo estrasse la spada velocissimo disarmando il suo avversario con un colpo molto veloce e forte. Il demone disse al suo avversario che non era male, ma che con lui non poteva competere, e sferrando un fendente laterale da destra verso sinistra mozzò in pieno la testa al suo aggressore. Il corpo del povero decapitato cadde a terra privo di ogni vita, mentre il ragazzo rinfoderava la spada, aveva già perso troppo tempo con quel tipo ora doveva muoversi e proseguire il suo viaggio, quindi corse verso la montagna e riprese la sua arrampicata con più grinta e vigore di prima, tanto che per metà giornata era arrivato in cima alla catena montuosa, il cielo era terso e di un azzurro cristallino, mentre la montagna innevata creava un piacevole contrasto, che rifletteva i caldi e candidi raggi del sole. Il ragazzo era giunto sulla sommità e ora doveva scegliere se scendere in arrampicata o lanciarsi giù nel vuoto, che domanda stupida conoscendo il nostro protagonista si sarebbe lanciato, e infatti così fu, prese una leggera rincorsa e si lanciò con le ravvia aperte e le gambe unite. Mentre il vento accarezzava il suo viso, come una carezza, cosa che subito fece gioire il cuore del ragazzo, cadeva veloce, veloce sempre più veloce verso il basso divertendosi sempre di più, e sempre più, le cose spericolate lo divertivano davvero moltissimo, e allo stesso tempo gli davano quella sensazione di ritornare a bambino, una cosa che il ragazzo non si ricordava. La discesa proseguiva molto bene e in brevissimo tempo era arrivato quasi alle pendici del monte, quindi spalancò le ali planando, e utilizzandola spinta come forza per arrivare volando al porto.Le ali servirono al ragazzo più che altro per cambiare direzione del volo piuttosto che frenare la sua discesa, infatti con una virata da maestro riuscì a porre il suo corpo in posizione parallela al suolo, e a continuare dritta la sua marcia verso il suo obbiettivo, sotto di lui il suolo sembrava muoversi velocissimo, l’ erba si piegava al suo passaggio, mentre ogni tanto muoveva le ali per mantenere la velocità di marcia acquisita, ora era lanciato verso il porto la sua unica tappa durante il viaggio, solo che tra il porto e le montagne vi erano moltissimi chilometri da percorrere, e se tutto sarebbe andato bene prima che calasse il sole sarebbe arrivato a destinazione come si era prospettato prima di partire, il suo lavoro era a dir poco eccezionale, era arrivato il momento di diventare più forte, questa esperienza tra i ninja gli avrebbe di sicuro giovato come fine del suo obbiettivo. Il viaggio proseguiva veloce e liscio, il paesaggio stesso cambiava velocemente davanti a lui, da arbusti con prati pieni di neve delle zone montuose era arrivato a delle enormi foreste altissime, probabilmente sequoie millenarie, per poi giungere a distese enormi di prati verdissimi, dove gli animali vi saltavano felicemente e brucavano l’ erba per sfamarsi. Quando finalmente il ragazzo potè intravedere il porto in lontananza, il sole stava calando, e la luce era diventata rosso fuoco, e i campi ora erano coltivati dagli abitanti. Intorno al porto vi erano delle mura in difesa, che il ragazzo non si curò e le sorvolò atterrando dall’ altra parte, per poi essere circondato da un numero elevato di sodati che gli puntavano contro le lance. Il ragazzo pensava che se lo avessero voluto attaccare erano solo dei poveri illusi, avrebbero fatto tutti una bruttissima fine, ma in ciò il nostro ragazzo si sbagliava. Infatti i soldati si posizionarono in torno a lui con le lance rivolte verso l’ altro, mentre il comandante del battaglione lo informava che loro sarebbero stati la sua scorta fino alla nave in cui si sarebbe imbarcato. Il ragazzo rimase notevolmente sorpreso di ciò, aveva acquisito così tanto rispetto e riguardo, incredibile, si stava quasi per commuovere, ma iniziò a camminare scortato dai soldati per le vie della città. Tutto il gruppo continuava a camminare attraverso le strade finché non giunsero in una piccola piazza dove dei bambini stavano giocando, erano molto felici, anche se le loro condizioni economiche erano davvero povere, e a vedere quello spettacolo il cuore del ragazzo si strinse, ma la loro marcia continuava imperterrita, finché uno dei soldati non arrivò davanti ai ragazzini, tutto il battaglione si fermò e pure il demone, mentre il soldato intimava ai ragazzini di levarsi dal passaggio, mentre i ragazzini ribattevano che volevano conoscere l’ aspirante capitano della fazione governante, si sa come sono i ragazzini, sono perspicaci e curiosi, ma la cosa non venne accolta dal soldato che rispose davvero male al ragazzino colpendolo molto forte, facendolo andare a gambe all’ aria ferendolo al viso. Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso, il ragazzo cascò a terra, mentre il soldato gli diceva di non opporsi mai agli ordini dei capitani dei soldati. Michelangelo si mosse velocissimo, e comparve di fianco al ragazzino, lo prese tralle braccia e lo curò, per poi girarsi verso il capitano dei soldati, mentre il suo sguardo da tenero con il ragazzo ritrasformò in serio e cattivo. Intorno al ragazzo mentre si alzava si creavano saette rosse, e il capitano iniziò a sudare freddo. Il demone cominciò a rimproverarlo dicendo che un vero capitano non si deve comportare così, e che oltre a difendere il proprio popolo deve anche amarlo e rispettarlo, ormai il demone era arrivato a un palmo dal naso del capitano, e velocissimo, gli sferrò un pugno che spedì l’ uomo contro un muro sfondandolo. A quel punto il ragazzo riprese a parlare dicendo che qualsiasi altro soldato o capitano si fosse comportato così se la sarebbe dovuta vedere con lui, il terzo combattente della fazione. I soldati raggelarono e annuirono alle parole del ragazzo, mentre esso si rigirò verso il bimbo porgendogli del denaro e dicendogli di andare a comprasi dei dolci e di offrirli ai suoi amici. Il bimbo annuì e lo ringraziò prendendo il denaro, per poi abbracciarlo, mentre il ragazzo si mise a scompigliargli i capelli con molta gentilezza, per poi dirgli ora di andare di corsa, e il bimbo obbedì correndo via mentre lo salutava. A quel punto il ragazzo si girò verso l’ esercito e gli disse che non aveva bisogno di scorta, di prendere il capitano e di portarlo in infermeria, e di tornare al loro posto. I soldati obbedirono subito e si mossero come schegge, mentre il ragazzo si voltò e riprese a camminare verso il porto, mentre la gente lo guardava con simpatia per il modo in cui si era comportato. Dopo qualche minuto finalmente era arrivato a destinazione, la barca era li pronta ad aspettarlo con il capitano ad aspettarlo con tutti i marinai, e si stupirono del fatto che non ci fossero i soldati di scorta, ma la cosa non preoccupava il ragazzo, anzi sorrise davanti alle loro facce mentre raggiungeva la nave. Arrivato di fianco al capitano gli disse che avrebbe preso la nave solo per la sera per dormire un po’, per recuperare le forze, poi l’ indomani sarebbe volato via, e loro erano liberi di tornare in dietro al porto. Tutti quanti annuirono mentre il ragazzo saliva con il capitano che lo stava conducendo alla sua stanza, la più lussuosa della nave, vicino proprio alla sua.
Il ragazzo non perse alcun secondo si chiuse in stanza, e si svestì per poi infilarsi sotto le coperte, doveva dormire e riposarsi, doveva essere fresco e riposato per la mattina il viaggio era ancora lungo, e lui voleva metterci due giorni non tre, doveva fare qualcosa che non era mai stato fatto prima d’ ora, doveva assolutamente lasciare il segno come suo solito senò non è contento. LA barca salpò velocissima verso il largo, il capitano si era messo in testa di riuscire a percorrere tutta la distanza in una notte, non saprei chi fra i due era più pazzo o più scatenato. Ma la cosa importante era che tutti e due volevano dimostrare di essere al top, e la cosa non può che giovare ad entrambi, e a quanto pare la nave ce l’ avrebbe fatta, viaggiava velocissima fendendo le onde come un fulmine taglia il cielo durante una tempesta. La nave viaggiava e viaggiava, e quando ormai stava per albeggiare la costa di arrivo era ben visibile, mentre in quel momento il ragazzo si svegliò riposato e carico di energie pronto per iniziare il viaggio. Rivestitosi uscì sul ponte, e rimase completamente di stucco nel vedere che il capitano era sul ponte e che la sponda su cui sarebbe dovuto arrivare volando era li davanti a lui, la aveva raggiunta via nave, non poteva crederci. Il capitano si girò verso il ragazzo dicendo bè direi che così fai prima, tu voi battere il tuo record io ho battuto il mio. Il demone lo ringraziò e saltò sul portico in legno salutandolo, per poi iniziare a correre come una saetta verso il villaggio della foglia, avrebbe battuto il suo record, e sarebbe diventato ancora più potente di quello che già è, anzi sarebbe diventato fortissimo, doveva diventarlo a tutti i costi. Il ragazzo correva velocissimo attraverso quel posto, un posto alquanto monotono e particolare, era tutto coltivato a risaie, prati non esistevano, erano risaie e strade sterrate che si dirigevano tutte verso l’ interno o verso il posto, con una intersezione a metà di una cittadina costruita tutte da case in legno con le strade in ciottoli, con le luci tutte particolari e con molta folla mentre i negozi preparavano il loro cibo o vendevano le loro mercanzie. Michelangelo si fermò al primo baracchino e ordinò da mangiare, doveva fare colazione prima di ripartire, non poteva permettersi di perdere troppe energie. Il ragazzo finito di mangiare pagò, e iniziò a camminare per il posto, e vedendo che tutti i combattenti erano vestiti da ninja decise di vestirsi pure lui come un ninja del villaggio della foglia, anche perché fra poco lui avrebbe lavorato per loro. Detto questo andò a una bancarella che vendeva vestiti e li studiò molto bene, e trovati quelli che gli andavano a genio li comprò, per poi andare nel retro della bottega per cambiarsi. Si levò i suoi soliti vestiti, e prese quelli nuovi, per prima cosa si mise dei pantaloni neri in pelle molto attillati, che poi infilò l’ estremità inferiore dentro a degli stivali tipicamente ninja neri pure loro che gli arrivavano quasi fino al ginocchio. Fatto ciò si mise uno smanicato in pelle nera con la zip lasciandola leggermente aperta in modo che il colletto alzato gli permettesse bene i movimenti di quest’ ultimo, e gli desse un tocco di classe in più, per poi infilarsi delle gomitiere molto carine sempre in pelle nera. Come ultimo tocco si infilò dei guanti che non coprivano tutte le dita, ma solo una piccolissima parte delle dita, per poi riafferrare le sue armi e rimetterle al loro posto, la spada che ora sembrava una katana ninja era riposta nel suo fodero che si mise a tracolla. Fatto questo piccolo cambiamento di aspetto si uscì dal paese e riprese il suo cammino correndo veloce come un fulmine verso la sua meta, il villaggio della Foglia, a quel punto il ragazzo tirò fuori una maschera che raffigurava il viso di un drago, e se la mise per coprirsi parte della faccia, la squadra anbu usava una maschera allora la avrebbe usata pure lui, per poi ripensarci forse era meglio la maschera della squadra anbu, quindi si tolse la sua e si mise quella della squadra speciale, ora era pronto poteva arrivare a destinazione a portare il suo aiuto.

Edited by $Dark_Angel$ - 28/10/2008, 21:27
 
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$Dark_Angel$
view post Posted on 29/10/2008, 00:22




Michelangelo correva velocissimo verso la sua meta, con i nuovi abiti, e veniva tranquillamente scambiato dai pochi passanti incontrati per un anbu del villaggio della foglia in ritorno al proprio villaggio, quindi conveniva assolutamente intralciato da alcuno, perché come tutti ben sanno gli anbu sono forze speciali. La squadra anbu è l'abbreviazione per Ansatsu Senjutsu Tokushu Butai. Il nome è un gioco di parole, in cui i kanji primo e ultimo della frase formano una parola che ha senso anche di per sé. I membri della squadra speciale indossano delle maschere, sia per essere distinti dagli altri ninja che per nascondere la loro identità.La squadra protegge il Villaggio nelle situazioni eccezionali, portando a termine missioni ad alto rischio in paesi nemici, ed affrontando ninja di livello S. Sono anche responsabili delle richieste di assassinio e delle missioni per cui sono richiesti ninja particolarmente abili. Sembra che tutti i membri della Squadra Speciale portino una spada,una katana. L'ANBU è sotto il controllo diretto del Kage. Attualmente la squadra anbu è formata da ninja fortissimi, e sono divisi in diverse squadre. Le squadre sono formate da quattro componenti, tranne una la più forte che è quella di Kakashi Hatake comporta da tre membri, lo stesso kakashi, da Uzumaki Naruto, il figlio del quarto kage, e da Haruno Satura, l’ allieva del sesto kage, non che ninja medico. Michelangelo sarebbe dovuto entrare momentaneamente a far parte di questa squadra, che era il vecchio team 7, di cui prima faceva parte pure Uchiha Sasuke. Il demone si muoveva velocissimo correva e saltava da una albero all’ altro come un vero ninja, e in breve tempo arrivò al confine tra il paese delle risaie e quello del suono. Il ragazzo vi entrò non curante del fatto che li vi era stata la sede di Orochimaru, Allievo prodigioso del Terzo Hokage, che abbandonò il villaggio e che ne volle inpossesarsene, uccidendo il terzo hokage, ma il suo piano fallì. Questo ninja fa parte dei tre ninja leggendari, gli altri due sono Jiraiya, l’ eremita dei rospi non che maestro insieme a Kakashi di Naruto, e Tsunade, il più potente ninja medico non che sesto Hokage del villaggio della Foglia. Tutti e tre erano allievi del Terzo Hokage. Ora come ora Orochimaru è morto, ucciso proprio dal ragazzo che voleva dalla sua parte, Uchiha Sasuke, l’ ultimo superstite della prodigiosa famiglia Uchiha, che era stata tutta sterminata dal fratello di Sasuke, Itachi Uchiha ninja di livello S del Villaggio della Foglia, che dopo il suo gesto è diventato un criminale ricercato. Questa era più o meno la situazione al momento, mancano solo dei piccoli particolari, ovvero che Sasuke ora è il nemico del villaggio della Foglia, e unendosi all'Organizzazione Alba, progetta la distruzione del villaggio. Michelangelo è stato chiamato dall’ sesto Hokage apposta perché si presuppone che in una regione vi sia un inizio del complotto, e che questi esseri vogliano utilizzare un arma particolare, che nessuno sa, che và cercata e distrutta a tutti i costi, prima che questi possano impossessarsene. Il ragazzo correva veloce attraverso il paese giungendo infine al confine con la regione che ospitava il Villaggio della Foglia. Era quasi arrivato a destinazione gli mancava poco quindi decise di affrettare il passo, e in un men che non si dica arrivò davanti alle porte del villaggio fermandosi sopra ad un albero a osservare il villaggio. Il ragazzo pensò che era finalmente arrivato, ma che prima di andare dal sesto Hokage voleva farsi un giro per il villaggio, quindi si tolse la maschera e la ripose in una saccoccia che si portava di dietro, per poi scendere dall’ albero e incamminarsi verso la porta per entrare. Dopo la porta vi era un chiosco con seduti due ninja che controllavano il traffico di persone che entravano ed uscivano dal villaggio, e come loro solito lo notarono subito, ma il ragazzo non ci fece molto caso e tirò dritto entrando e incomincindo a gironzolare per il villaggio. Il ragazzo sentiva parlare davvero tanto di un certo Naruto, che ovviamente non conosceva, e non avrebbe mai potuto immaginare, che ci sarebbe finito insieme nella stessa squadra. Camminando perle vie vide un baracchino molto carino, e vi si sedette a ordinare un piato di ramen, piatto tipico di quelle parti, e notò che il proprietario avveva appeso un foto di quel ragazzo che a quanto pare doveva essere un suo amico e un cliente affezionato del posto. Tutto quel parlare di quel ragazzo non fecero altro che incuriosire il demone, voleva a questo punto conoscerlo, e incontrarlo di persona, e magari già che cera fare coppia con lui, non avrebbe mai immaginato che la sua volontà sarebbe stata esaudita. Finito di mangiare il ragazzo riprese a camminare per il villaggio, arrivando dalle parti dei campi di allenamento della scuola dove dei ragazzini si stavano allenando in combattimenti, in particolare due di loro che utilizzavano diverse tecniche e anche armi da taglio molto particolari sia per attaccare che per difendersi. Solo che l’ unico inconveniente fu che uno attaccò lanciandone una decina verso il suo avversario, solo che il ragazzo in difesa scivolò, e quindi non sarebbe riuscito a parare i colpi, e il maestro si accorse troppo tardi di ciò per intervenire, se qualcuno non fosse intervenuto il ragazzo sarebbe stato trafitto dalle armi. Ormai le armi erano a poca distanza dal ragazzo che per paura chiuse gli occhi, aspettando il dolore dell’ impatto, ma ciò non avvenne, il ragazzino non sentì niente, e quindi incuriosito aprì gli occhi per vedere che cosa era successo, trovandosi davanti a lui un ragazzo molto pi anziano di lui, ma molto giovane, che impugnava una katana tutta nera, dai capelli biondissimi, che aveva davanti a sé tutte le armi conficcate nel terreno. Michelangelo si era frapposto, e facendo roteare la spada aveva deviato le armi al suolo. A quel punto il demone rinfoderò dietro le spalle la spada, e porse la mano al ragazzo aiutandolo a rialzarsi, dicendogli di fare più attenzione la prossima volta, che farsi male è davvero facile. In quel momento il maestro dei due ragazzi sopraggiunse ringraziando il forestiero per essere intervenuto. Il ragazzo allora si girò verso l’ insegnante il quale rimase a bocca aperta nel vederlo, dicendo che non ci poteva credere, l’ aiuto dalla fazione Altrer era già arrivato, in un record mai fatto, in teoria lo aspettavano molti giorni dopo. Il ragazzo sorrise e disse che prima arrivava e prima avrebbe iniziato il suo dovere. Il maestro lo salutò e sparì di colpo lasciando gli allievi di stucco ma non il demone che fece allo stesso modo sparì per iniziare a ri camminare attraverso il villaggio. Mentre incamminava tre figure gli vennero in contro vestite molto simili a lui, erano il team in cui il ragazzo sarebbe andato a far parte, ma nessuno dei quattro lo sapeva, e quindi si osservarono di sottecchi, i tre ninja della foglia chiedendosi chi fosse, mentre il ragazzo osservandoli per capire, e tra di loro riconobbe il ragazzo di cui tanto si parlava al villaggio, ma per questa volta preferì proseguire dritto anziché fermarsi a conoscerlo, magari poteva essere di disturbo, a quanto pare si stavano recando al palazzo del Hokage. Infatti l Hokage venuto a saper dal maestro ninja dell’ arrivo del ragazzo e del suo intervento aveva convocato subito i tre membri della squadra per informarli della situazione, e del fatto che con loro ci sarebbe stato un nuovo elemento per un piccolo periodo di tempo. Naruto Satura e Kakashi bussarono alla porta dell’ Kage, ed entrarono salutando, e videro subito che l’ Hokage non era seduta alla scrivania, ma era a osservare il villaggio e guardare le strade. Tsunade l’ Hokage era una donna molto affascinante, dai capelli biondi, e dal fisico molto formoso, un vero e proprio schianto di donna. La ragazza donna a quel punto si rivolse verso i tre e incominciò a spiegargli la situazione, gli spiegò che i loro ninja spie avevano ricevuto delle informazioni che una forte organizzazione volesse trovare e impadronirsi di un potentissima arma del villaggio del Fuoco, per utilizzarla contro il villaggio della Foglia, e che ora il la loro missione era di scoprire e di trovarla e di distruggerla a tutti i costi. La missione affermò il kage che era di grado elevatissimo, avrebbero potuto incontrare molti ninja di grado s. Naruto come suo solito felice perché sarebbero andanti in missione incominciò ad urlare di iniziare subito, e di andare verso il villaggio della foglia, ma Kakashi lo fermò, e chiese al Kage se cera qualcosaltro che doveva aggiungere, e così infatti era. Voi per questa missione avrete un quarto membro affermò Tsunade, lasciando di stucco tutti e tre, che chiesero contemporaneamente chi, e se lo conoscevano già. La donna negò, e gli disse che veniva dalla potentissima fazione Alter loro alleata, e che da quello che ne sapeva il ragazzo era la copia esatta del Quarto Hokage. In quel momento si sentì bussare alla porta, era per l’ appunto Michelangelo che era stato andato a chiamare. Hokage disse divenire avanti alzando la voce, mentre sotto voce disse ai trè che era il loro uomo, il quarto membro della squadra. La porta si aprì, e fece il suo ingresso agli occhi dei quattro un ragazzo biondo, molto alto vestito di nero proprio da ninja, e che era davvero molto simile a Quarto, anzi era uguale. Il demone si chiuse la porta dietro se e fece qualche passo in avanti per poi inchinarsi in saluto alla donna, eccomi, la vostra richiesta è stata esaudita. Detto questo Tsunade gli disse che i tre sarebbero stati i suoi compagni di missione, e che gli avrebbero spiegato i particolari, e che ora potevano pure andare. Naruto, Kakashi e Satura velocissimi saltarono sul bordo della finestra che era aperta, e fecero per girarsi verso il ragazzo e digli di seguirli che lui era già li al loro fianco. A quel punto i quattro si misero le maschere da anbu e velocissimi se ne andarono saltando da un tetto all’ altro, andando fuori dal villaggio, vicino a una cascata molto grande e bella dove vi era un bel prato verde ad aspettarli. I quatto si fermarono li sul prato tutti in cerchio per la preci erano Kakashi, con ai lati Naruto e sakura, e di fronte Michelangelo. Il demone subito iniziò a presentarsi mentre tutti e quattro si levavano la maschera e dicendo che era davvero molto onorato del fatto che poteva far parte di quella squadra. A quel punto Kakashi iniziò a spiegare i termini della missione ai tre, e infine aggiunge che sarebbero partiti subito nel primo pomeriggio, e che si sarebbero trovati li, per poi sparire di colpo. Il tre ragazzi ora erano li da soli e iniziarono a parlare, per poi andare a fare tutti insieme quattro passi per il villaggio. Le ore passarono molto veloci, e giunse ben presto l’ ora di pranzo, e il demone disse ai due che sarebbe stato molto onorato di offrire ad entrambi il pranzo. I due accettarono di buon grado e si recarono al posto in un ristorante, dove entrati trovarono altri ninja tra cui delle vecchie conoscenze dei ragazzi. I Ragazzi salutarono dei ninja che non erano della Foglia, ma del villaggio della Sabbia, ovvero Gaara il Quinto Kazekage del villaggio non che amicone di Naruto, Temari sorella di gara e spasimante di Shikamaru, e con loro vi erano diversi altri ninja della foglia tra cui Hinata la ragazza innamorata di Naruto lo stesso Shikamaru, Ino. I ragazzi salutarono e si sedettero al tavolo con Michealngelo, e ordinarono il pranzo aspettando che fosse pronto, e intanto cominciarono a parlare tra di loro, solo che Ino era davvero curiosa di sapere chi fosse quel ragazzo, e voleva vedere se fosse forte, e perché si trovasse con Naruto e Satura, quindi decise di prendere uno Shuriken arma ninja e lanciarlo velocissimo contro il ragazzo, voleva vedere come avrebbe agito, se lo avesse schivato, parato. Lo Shuriken si mosse ed era quasi verso il ragazzo quando i due ninja si accorsero di ciò, ma non intervennero, e proprio quando orami sembrava che lo Shuriken dovesse colpire il demone, il ragazzo prese delle bacchette in legno, le aprì, e afferrò l’ arma a un palmo dal suo viso lasciando tutti di stucco. Il ragazzo si alzò, e molto gentilmente sorridendo ripose l’ arma a Ino che lo guardava sbalordita. La ragazza prese l’ arma e la rimise a posto, mentre il ragazzo tornava a sedersi al tavolo chiedendo scusa ai compagni per l’ intermezzo, e dicendo che potevano continuare. I tre ricominciavano a parlare tra di loro, ma che diavolo di arma dovevano cercare, era quello che si chiedevano. A quel punto giunse il pranzo, e i tre iniziarono a mangiare di buon grado senza interrompersi fino alla fine, che orai era giunta l’ ora della partenza. Michelangelo disse che andava a pagare di aspettarlo li, e i due così fecero, e dopo un minuto il ragazzo tornò. I tre si misero le maschere da anbu e sparirono in maniere diverse, Naruto tra una nuvoletta di fumo, sacura con un copertura di foglie, e il demone semplicemente fece dissolvere la sua immagine, per poi comparire al posto dell’ incontro ad aspettare Kakashi. Il quarto elemento stranamente non li fece aspettare molto come dissero i due ninja, ma dopo mezzora arrivò con delle nuove notizie da parte dell’ Kage che diceva che l’ arma era davvero gigantesca e pericolosissima, e che loro quattro avrebbero dovuto metterci il massimo dell’ impegno per il completamento della missione. I quattro ora riuniti partirono verso il villaggio della Foglia silenziosi, saltando da un albero all’ altro, senza sosta. I quattro si muovevano con in testa Kakashi il ninja più esperto, seguito da Naruto e Satura, e in fine Michelangelo a chiudere il gruppo, veloci come delle saette verso il loro obbiettivo dopo un’ ora giunsero verso un piccolo villaggio, dove vi erano dei piccoli ninja apprendisti che stavano giocando sugli alberi, proprio nel momento in cui uno scivolò e cascò giu, i primi tre rimasero interdetti, mentre Michelangelo scattò superandoli, e utilizzando gli alberi come sponda, riuscì a prendere all’ ultimo secondo il ragazzino, proprio prima che toccasse terra, lasciando un solco nel suolo per la frenata. Il demone posò il ragazzo e riprese il suo viaggio con i compagni che rimasero ancora più sorpresi della sua velocità e potenza fisica. Il viaggio si prospetta interessante urlò Naruto entusiasta di come stavano andando le cose. I quattro viaggiavano e viaggiavano verso il villaggio del fuoco a enorme velocità senza fermarsi, e le ore passavano in fretta, tanto che ormai si stava quasi per fare sera,e il gruppetto decise di accamparsi, e riposarsi per la notte, per poi partire presto la mattina seguente, scheda davvero molto accurata che fece ovviamente kakashi, mentre Naruto come suo solito voleva continuare. Detto ciò i quattro si infilarono sotto le coperte, e Subito Naruto e Sakura si misero a dormire di colpo, mentre kakashi e Michelangelo si mise a parlare. Il maestro ninja voleva vedere le capacità del ragazzo, che invece se ne stava sulla difensiva non esponendosi troppo, per poi andare entrambi a dormire senza pensarci su troppo. L’ indomani si svegliarono tutti presto e riposte le cose partirono alla volta del villaggio del Fuoco proprio durante l’ alba.

Edited by $Dark_Angel$ - 29/10/2008, 11:50
 
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$Dark_Angel$
view post Posted on 29/10/2008, 23:45




I quattro ora si muovevano uno di fianco all’ altro, correndo per le strade come delle saette, macinando chilometri e chilometri senza mai fermarsi, e senza mai dire una parola. Fu proprio il demone a interrompere quel silenzio chiedendo a Kakashi se aveva alcuna idea di dove iniziare a svolgere le ricerche e di capire dove poter informarsi senza dare troppo nell’ ochio. A quella domanda anche Naruto e Sakura si fecero attenti, e il maestro rispose di si che la missione si sarebbe divisa in due, Naruto e te dovrete proteggere una indovina diceva, mentre io e Sakura cercheremo informazioni di nascosto, affermò per poi concludere che così sarebbero passati meno nell’ occhio, e avrebbero deviato l’ attenzione su i protettori della donna e non su loro due. Il piano era davvero ben congegnato, e la cosa sembrò essere apprezzata da tutti, tanto che si annuirono a vicenda, mentre proseguivano il loro viaggio. Dopo cica dieci minuti che il ragazzo aveva domandato il gruppetto si fermò con in testa Kakashi, che si girò verso i tre che ora erano di fianco a guardarlo, molto bene disse a tutti, e poi fece un gesto come per dire che si sarebbero fermati li per il momento. Fatto ciò il maestro chiese a tutti di fargli vedere che equipaggiamento avevano con loro, e tutti gli mostrarono il loro equipaggiamento ninja, tranne il nostro ragazzo che aveva un equipaggiamento diverso lui aveva una spada e una pistola, tanto che Kakashi rimase davvero sorpreso nel vederla, e chiese al ragazzo di far vedere l’ utilizzo di qell’ arma a tutti, e fissò un centro, in cui il ragazzo doveva mirare. Il demone si posizionò davvero distante, e tese il braccio puntando, per poi premere il grilletto, e la pallottola partì bucando in pieno centro il segno, e lasciando di stucco tutti. A quel punto il maestro volle vedere se se la cavava allo stesso modo bene con le armi da lancio, e Michelangelo eseguì senza problemi facendo tutti i centri richiesti. Come ultima cosa Kakashi volle vedere come e la cavava nel combattimento corpo a corpo con le spade, e quindi il ragazzo impugnò la sua spada che ora era una katana di diamante nero, e iniziò a duellare con il maestro sotto gli occhi degli altri compagni di viaggio, dimostrando di essere un vero e proprio combattente fortissimo. Finito di combattere con le spade i due passarono alle cosiddette arti marziali, e iniziarono un combattimento a mani nude, tutto ciò durò un paio di ore, e alla fine Kakashi affermò di aver visto bene, che il ragazzo era davvero forte e portato. Michelangelo ringraziò per il complimento ricevuto e si sedette a mangiare qualcosa, per ricuperare le energie, e per rilassarsi. A quel punto Kakashi informò che si sarebbero fermati li fino alla mattina seguente, e che quindi si sarebbero allenati per tutto il pomeriggio. Cos’ tutti e quattro iniziarono a mangiare della carne, e nel frattempo parlare di cose in generale come atre particolarità, tanto che il demone arrivò a chiedere a Naruto se gli piaceva Hinata, perché aveva notato che a lei piaceva davvero moltissimo, e il demone volpe gli rispose che era la sua ragazza. Michelangelo sorrise e gli disse che stavano davvero molto bene insieme, che erano fatti uno per l’ altra. Finita la pausa pranzo i quattro iniziarono ad allenarsi, i tre ninja al loro modo, mentre il ragazzo iniziò a svolgere piegamenti e flessioni, mentre si esercitava nel controllo mentale, tanto che a un certo punto ricomparvero intorno a lui le solite saette rosse, simbolo di potenza del ragazzo, che attirarono subito l’ attenzione degli altri. Dopo questo piccolo episodio tutti quanti iniziarono a combattersi tra di loro con molta foga, un allenamento intensivo sia per il fisico che per i sensi, cercando di evitare di incassare il numero minore di colpi. Tutti e quattro alla fine incassarono lo stesso numero di colpi, ma la cosa li faceva felice e contenti dell’ allenamento seguito. Finito l’ allenamento si sdraiarono sull’ erba intono al fuoco che vi era ancora luce e si addormentarono di colpo, per poi svegliarsi il giorno dopo e iniziare una colazione molto abbondante, dal momento che avevano saltato la cena per la troppa stanchezza che avevano accumulato. Ora erano davvero riposati e in forze, e si rimisero in marcia verso il villaggio del Fuoco che non distava molto da li, infatti non correvano come prima, ma camminavano tranquilli ridendo e scherzando, con le maschere in viso per nascondere la loro identità, anche perché in questo modo loro avrebbero potuto assumere diverse sembianze senza mai farsi riconoscere dalla popolazione, e indagare meglio. Appena sarebbero giunti al villaggio Naruto e Michelangelo sarebbero andati al tempio, mentre gli altri due avrebbero iniziato la loro ricerca, l’ accordo era così. Dopo circa dieci minuti di cammino i quattro giunsero al villaggio e Sakura e Kakashi utilizzando la tecnica della trasformazione cambiarono il loro vero aspetto occultando il loro reale aspetto, e prendendo un’ altra strada, non prima di salutare e inaugurare l’ imboccallupo. Allo stesso tempo dopo aver salutato gli altri due si diressero verso il tempio mantenendoli loro aspetto da squadra anbu, dirigendosi verso il tempio. Naruto e Michelangelo in breve tempo, saltando da una casa all’ altra si trovarono davanti al tempio, e quindi decisero di tornare con i cosiddetti piedi per terra. I due atterrarono davanti alla scalinata del tempio, con il ginocchio destro appoggiato per terra, nella stessa posizione, per poi alzarsi e incamminarsi verso l’ entrata del tempio, ma cera un qualcosa che ad entrambi non quadrava, avevano entrambi una sensazione che quel posto non fosse per niente sicuro, anzi tutt’altro. L’ aria di tensione che vi era assolutamente asfissiante, tanto che i due ragazzi si chiesero che diavolo stesse succedendo in quel posto, di sicuro qualcosa di grave, dal momento che aveva mandato loro l’ Hokage, ma non si sarebbero mai immaginati di trovare una tale tenzione, talmente forte che ti stordisce i nervi, e ti rende inebetito, quasi impaurito. La cosa però fece effetto solo all’ inizio ai due ragazzi, che subito riacquistarono la loro tranquillità, e iniziarono a camminare, salendo le scale, verso il portone principale, ora con un aria sicura e raggelante, il loro obbiettivo era chiaro proteggere una sacerdotessa, e cercare informazioni, si erano divisi i compiti, quindi ora toccava a loro due proteggere la persona in custodia, ed erano sic uri che ce la avrebbero fatta a tutti i costi. Michelangelo nel frattempo mentre salivano pensava che di sicuro proteggere una sacerdotessa, gli sarebbe servito di più a diventare più forte, e la cosa in effetti teoricamente era vera, avrebbe avuto più probabilità di svolgere combattimenti potentissimi, dove si sarebbe dovuto sul serio impegnare. Una volta che i due finirono di salire le scale si trovarono davanti un immenso portone in ferro, con davanti una schiera di guardie a proteggerlo. Quest’ultime li videro e si aprirono lasciando il passaggio ai due, che erano aspettati, e aprirono il portone. Naruto e il demone si diressero verso il portone, e vi entrarono, mentre esso si richiudeva alle loro spalle. Entrati si guardarono intorno, perché vi erano tre strade, e non sapevano quale prendere, questo era uno dei labirinti della reggia, dovevano riuscire ad arrivare in fondo azzeccando la strada, senza finire in tranelli o incontrare mostri da affrontare. Per il primo percorso ci pensò Michelangelo, che fatte sbucare le ali si alzò in volo afferrando Naruto, e dopo aver osservato le strade volarvi sopra.
La prima strada era stata azzeccata, era quella centrale, finché non arrivarono in fondo al giardino, dove il demone atterrò, e davanti a loro si apriva un muro con tre porte, dovevano sceglierne una, dalla porta in cui non fosse uscito un mostro, dovevano entrarci e seguire il percorso. Questa volta invece fù Naruto a risolvere la situazione, si avvicinò alle porte, e utilizzando il suo fiuto potenziato grazie alla volpe a nove code riuscì a sentire l’ odore di una bestia dietro alle porte errate. Quindi i ragazzi aprirono la porta a sinistra, e vi entrarono, camminando per un corridoio stretto e angusto, finché non sbucarono in un’ altra stanza enorme, dove non vi erano delle porte, ma delle enormi finestre pesantissime, opache che non permettevano di vedere oltre, dovevano trovare una strada che dall’ alto li portasse al giardino, stando attenti al fatto che dietro alle altre due si vi era una strada, ma appena facevi dei passi il ponte crollava, e ai due non rimaneva altro che provare, e pure qui fu Naruto a sbrogliare la situazione, utilizzando la tecnica superiore della moltiplicazione del corpo, la stessa tecnica di Michelangelo. Le tre copie di Naruto si diressero alle finestre, e le aprirono, per poi iniziare a camminare sui tre ponti. Quelli a destra e centrale crollarono, mentre rimase intatto quello di sinistra, quindi i due imboccarono quel sentiero, e in pochissimo giunsero nel giardino, che era circondato da strane piante, delle piante con dei fiori enormi rossi che si mettevano davanti a loro bloccandogli la strada. I fiori avvertendo la loro presenza si aprirono e mostrarono la loro peculiarità, erano piante carnivore, ma sempre piante erano. Infatti fu proprio il demone Alter a trovare la soluzione, allargò le braccia, e fece comparire delle sfere rosse infuocate, era la tecnica palla di fuoco, e iniziò a scaraventare una raffica di queste sfere a ripetizione, colpendo tutte piante e facendole bruciare tutte una dopo l’ altra. Il ragazzo alla fine guardò soddisfatto il suo operato e iniziò a camminare, mentre il secondo lo seguì senza dire una parola. Imboccarono così una strada versione campagna circondata da alberi altissimi, e con fiori bianchi all’ esterno, come decorazione. Forse i due ragazzi erano arrivati a destinazione, infatti davanti a loro vi era un edificio, precisamente una mega villa, con fattezze simili a quelle di una reggia, che si stagliava imponente e allo stesso tempo allarmante, perché dava un certo senso di timore verso chi vi arrivava davanti, una specie di maschera o una vera e propria peculiarità di quella architettura, questo i due non lo sapevano, e continuavano a camminare, quando il Demone si accorse di due presenze che vi stavano arrivando da dietro, e disse a Naruto, che i loro due compagni li avevano raggiunti, e infatti era così in breve tempo arrivarono sia Kakashi che Sakura, che si fermarono di fianco a loro. Subito il ragazzo chiese che cosa ci facessero li, e il maestro spiegò, che dovevano presentarsi pure loro come guardie in veste di protettori. A quel punto i quattro si incamminarono come all’ andata il maestro per primo, seguito dai due allievi, e in fine Michelangelo, che però aveva una strana sensazione, e se ne stava allerta, sapeva che sarebbe dovuto succedere qualcosa, se lo sentiva nelle ossa. Di colpo da sopra il tetto della villa partì un onda nera fortissima verso di loro a velocità strabiliante, tanto che non fecero in tempo a muoversi, che l’ onda ormai li aveva raggiunti, ma tra loro e l’ onta dei fulmini crearono un segno, precisamente un segno alchemico molto particolare, il segno che prediligeva il demone, la sua barriera, Assorbimento Alchemico, una tecnica che aveva appena imparato, ma che gli era davvero utile in battaglia. L’ onda si andò a schiantare contro il segno, che la bloccò completamente impedendo così che quell’ attacco colpisse i suoi compagni di viaggio. I tre si girarono e videro il ragazzo con le braccia verso di loro, che aveva i palmi aperti e dritti, allora capirono che quella barriera l’ aveva eretta lui, e ne rimasero molto sorpresi, a quanto pare il ragazzo non aveva mostrato tutte le sue abilità. Dopo poco l’ onda svanì e il ragazzo tolse la barriera, e fece qualche passo in avanti affiancandosi ai suoi compagni, mentre un gigante di colore rosso saltò giù dal tetto, l’ aria feroce e alquanto cattiva, ora li fissava, con quel ghigno di chi vuole divertirsi a trucidare le sue vittime. Michelangelo si fece avanti, e senza dire niente, facendo semplicemente un gesto con la mano fece capire ai tre che se ne sarebbe occupato lui, di stare li a guardare la scena. Ora davanti al ragazzo si trovava uno strano essere dalla carnagione rossa molto muscoloso, con strani disegni addosso tipo tatuaggi, dai capelli neri, da cui uscivano un paio di corna, e gli occhi gialli. Dal naso face uscire del fumo bianco, e in mano teneva una ascia dalla doppia lama, il suo sguardo era fisso sul ragazzo che camminava verso di lui con passo fermo e deciso mentre estraeva la sua spada nera di diamante, era la sua spada demoniaca, all’ ultimo aspetto. Il mostro si scagliò contro di lui con un urlo disumano, lanciando un fendente con lascia, che il ragazzo schivò spostandosi verso sinistra, e a quel punto la lama dell’ ascia che era andata a vuoto andò a conficcarsi nel suolo rompendolo per la forza del colpo. Ma a quanto pare il mostro era davvero forte, perché estratta l’ arma velocissimo riassestò un altro fendente uguale a quello precedente, ma stavolta il ragazzo si limitò ad alzare la spada e a porla sopra la testa, ma allo stesso tempo il suo era un colpo mirato a colpire l’ ascia del tipo tutto rosso. Le due lame riscontrarono, ma quella del mostro ebbe la peggio, si spezzò sotto la forza e la durezza della spada del ragazzo, che così facendo gli troncò in due l’ ascia, lasciando disarmato il tipo, che vedendo la sua arma rotta, fece qualche passo in dietro, aveva perso quella espressione di prima sul volto, ora era terrorizzato, nel vedere quel ragazzo. Michelangelo si fermò e gli chiese perché cercava di fermarli, e il tipo disse che era la loro prova per vedere se effettivamente erano forti o no, e per capire se erano in grado di difendere la sacerdotessa, ma che non avrebbe mai immaginato che fosse così forte. A quel punto il mostro di rosso si sollevò in piedi e osservò il ragazzo, per poi sgranare gli occhi, e dire che non ci poteva credere, che il ragazzo che aveva davanti era colui che sarebbe stato destinato ad ospitare l’ anima e la forza del grande drago, anzi del re dei draghi, la cosa lasciò di stucco il ragazzo, e ora che sarebbe successo, non lo poteva sapere, ma che diavolo stava farneticando quello stupido, bo non lo sapeva, si sicuramente stava raccontando un mucchio di frottole, quindi la cosa non preoccupò il ragazzo, che continuò insieme agli altri al palazzo, per incontrare la sacerdotessa, che di sicuro li stava aspettando con impazienza, o per lo meno listava aspettando e basta. A quel punto le prove erano finalmente finite, non cera che dire quello era il palazzo che stavano cercando, ma quanto cavolo era grande non ci poteva credere, era abnorme, ancora più grande della reggia della regina dell’ altro continente. Michelangelo e i tre rimasero li ad osservare sbalorditi, quando la porta si aprì, e fece capolino un maggiordomo piccolo, che venne poi affiancato dallo stesso mostro che aveva appena affrontato il demone, e i due gli fecero gesto di seguirli, che li avrebbero condotti dalla sacerdotessa, che veramente li stava aspettando.

Edited by $Dark_Angel$ - 5/11/2008, 18:01
 
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$Dark_Angel$
view post Posted on 4/11/2008, 12:52




I quattro seguirono i due maggiordomi per circa un periodo elevatissimo di tempo, non potevano sapere quanto, perché in quelle stanze si poteva rischiare di perdere la cognizione del tempo se non vi si era abituati, ed era quello che stava per capitare ai nostri amici. Ormai erano passiti circa dieci minuti quando i due si fermarono davanti a una immensa porta in noce, e dissero ai quattro che quella era la stanza di entrare, e ovviamente i nostri amici vi entrarono senza troppi problemi, e aperta la porta vi era una stanza abnorme con colonne corinzie che creavano un corridoio che dava su una specie di trono, in cui vi era seduta una ragazza abbastanza giovane. I nostri amici si incamminarono verso di lei, La ragazza aveva i capelli lunghi e biondi, portati senza alcun fermaglio, lasciati scendere, con una bella frangia davanti che gli lasciava però vedere gli occhi di un colore azzurro intensissimo, quasi cristallino, che colpì subito il ragazzo. Inoltre era magra, ma non troppo esageratamente, con un fisico da favola una vera e propria sventola, con abbondate seno che copriva con un corpettino a blu bianco e con delle strisce rosse. Sulle mani indossava un paio di guanti blu con strisce bianche che però non gli coprivano tutte le dita, ma solo la prima parte. Il suo abbigliamento si concludeva con dei pantaloni blu molto attillati, che lasciavano vedere e osservare tranquillamente che il suo fondo schiena era davvero molto sodo e formoso, insomma una vera e propria sventola, insomma il genere di ragazza che tutti vorrebbero.
Michelangelo salutata la signore della casa, prese congedo, per andare a riposarsi nelle sue stanze, e mentre camminava era assorto nei suo pensieri tanto da sbagliare pure strada, e arrivare in un luogo che sarebbe meglio stato se non lo avesse visto. Rumori metallici lo riportarono in se e vide un numero abnorme di schiavi che lavoravano frustati per muovere una ruota che serviva a riscaldare la casa. MA la cosa che fece arrabbiare di più il giovane fu che la maggior parte di loro erano bambini. A quella vista il ragazzo afferrò la spada, e con dei colpi secchi, scattanti e veloci uccise tutti i carceratori e frustatori tutti uno dopo l’ altro. Fatto ciò sparì per i meandri della casa, recandosi ai forzieri proibiti, dove vi erano dentro cinque diamanti enormi e spettacolari, che si intascò, per poi sfondare la finestra, e saltare nel cortile, decapitando la testa a una sentinella che era li di ronda con un fendente secco al collo. Piegatosi su se stesso il ragazzo fece fuoriuscire le possenti e abnormi ali da angelo di colore nero, e sparì in un batter d’occhio dalla vista di chiunque. Dopo neanche un giorno aveva superato il confine della sua terra, e si recava verso casa.
CITAZIONE
prendo i cinque diamanti. termino qui la quest senza la tecnica.



Edited by $Dark_Angel$ - 18/1/2009, 13:08
 
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Skullblaka
view post Posted on 18/1/2009, 14:11




ok valuto...

9 exp + 1000 guils + 80 ap
+ i cinque diamanti (ognuno vale 500 guils)
 
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7 replies since 16/10/2008, 17:53   219 views
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