Ciò che solo gli Dei sanno ..., Quest

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view post Posted on 12/1/2009, 16:13

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in questa quest da 15 post da 170 righi
imparerò due tecniche:
-circolo della vita eterna;
-maledizione. Legame Divino


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Capitolo 1°
La partenza...


…ero finalmente riuscito ad accedere all’Assiah dopo una dura lotta contro uno dei guerrieri più potenti di quella maestosa fortezza, naturalmente ne ero uscito clamorosamente sconfitto, ma anche se avevo perso non ero insoddisfatto di quello che avevo fatto, anzi! Per quel che mi era parso ero riuscito quasi a bloccare del tutto la nuova tecnica di Shuda anche se quel che avevo fatto poi era un risultato in sufficiente al fine di salvaguardarmi, e quindi potevo solo che tranne nuova esperienza per i futuri combattimenti e magari, in un futuro sarei riuscito ad arrivare allo steso livello del mio esaminatore e combattere contro di lui in uno scontro equo. Una volta guarito dalle ferite e aver fatto un bel giretto della fortezza in lungo e in largo decisi di partire per vedere se trovavo qualche posto per allenarmi in solitudine e rilassarmi in piena pace. Era una giornata come tante le altre, il sole era appena sorto all’orizzonte e con i suoi raggi luminosi investiva il cancello della fortezza che splendeva più che mai, io quella mattina ero li ad osservare quella magnifica scena che si poteva ammirare una sola volta per giorno, aspettavo e contemplavo nessuno era presente tutti stavano vagando chi sa dove nelle vicinanze della fortezza…

*un’altra giornata di incubi e sogni ha inizio…speriamo che il nostro buon Dio ce la mandi buona anche oggi…basta perder tempo qui penso proprio che sia ora di mettersi in viaggio… ho frugato in giro e penso che ci sia in posticino adatto ai miei scopi proprio vicino all’isola della morte, per paura li non si avvicina quasi nessuno quindi e ideale per una persona che vuole stare un po’ da sola*

…con passo solenne mi avvicinai ancora di più al cancello fino a varcalo del tutto, il viaggi che stavo per intraprendere sarebbe stato abbastanza lungo e non sapevo di preciso quando sarei tornato nell’Assiah alla mia vita normale, se così si poteva definire, e alla dedicazione nella uccisione dei ricercati che man mano veniva rintracciati. Oggi ero vestito con un paio di pantaloni neri molto ornati, con varie pietruzze di color bianco puro; una maglietta aderente anch’essa nera, una di quelle che di solito si mettono sotto i veri vestiti perché questa conferiva molto calore ed era eccezionale per i periodi di freddo quali questi e in fine portavo una giacca dello stesso colore dei pantaloni e della maglietta. Con me c’era anche il mio fedele cappello reduce da mille battaglie, molto ammaccato e con ancora qualche taglio riportato sopra, segno della battaglia che avevo avuto contro l’alter appena arrivato…il tempo passava e il sole ora regnava alto nel cielo, mi ero addentrato da circa due orette in una foresta che si trovava in prossimità di un piccolo laghetto dove prima avevo fatto una piccola scorta d’acqua, ero disteso sotto un dei tanti alberi rilassato più che mai… la cosa strana era che ancora non ero arrivato e già mi era venuta voglia di una bella dormita, e si ero un tipo molto pigro. Mi passò davanti un mercante con tanto di bancarella mobile, che incuriosito dal mio corpo posato inerme sul terreno pensò forse che si trattava di un cadavere e da sua natura sicuramente ora voleva prendermi gli oggetti per rivenderli chi sa dove. L’uomo lentamente si avvicinò a me cercando si confermare la sua assurda ipotesi…

-se non vuoi perdere la testa è meglio che non fai un altro passo verso di me…-

…il mercante sembrò quasi deluso del fatto che avevo aperto bocca mentre non diede molto peso alle parole che avevo pronunciato prima e continuò ad avvicinarsi sempre molto lentamente. Con una delle sue mani frugò in tasca alla ricerca di un oggetto che però non prese interrotto delle mie successive parole…

-forse non mi sono spiegato bene, ho detto che non dovevi fare più un passo o avresti perso la testa… bene hai fatto un’altro passo e di conseguenza perderai la testa come ti ho detto…-

…il mercante ammiccò e si fermò del tutto, intanto io mi alzai e con un gesto veloce impugnai l’elsa della mia katana ed estrassi completamente la spada puntandola al collo del pover uomo che adesso avevo paura, paura di fare una fine che forse si meritava, chi sa quanti cadaveri aveva spogliato solo per trovare oggetti che poi avrebbe venduto successivamente per guadagnare più soldi…

Mercante: -no ti prego, non volevo farle del male, volevo solo assicurarmi che non fosse stato ferito o che non fosse morto, ti prego non uccidermi. Posso darle tutto quello che vuole, ho con me gli articoli più svariati e sconosciuti alla maggior parte della gente comune…-

-mah, non saprei cosa dirti, oggi mi sento in vena di decapitare qualcuno-

…L’uomo si chiuse in sé e cercando di pregarmi di non ucciderlo indietreggiò fino ad arrivare al suo carrettino di legno, una volta raggiunto impugnò i manici e incominciò a correre più forte che poteva, ma notai che dal carretto cadde qualcosa…

-che modi e io che stavo solo scherzando! In questi posti predono alla lettera ogni parola che si dice, non mi posso neanche più divertire… mah andiamo a vedere cos’è cascato del carretto prima…-

…mi avvicinai al punto esatto in cui era caduto quell’oggetto, quando fui abbastanza vicino notai che esso era una specie di collana, molto bella, alla quale era legato un piccolo cerchio fatto sicuramente di metallo, nel quale era intagliato un triangolo, la cosa buffa era che quel triangolo era al rovescio, cosa che sicuramente stava ad indicare qualcosa di preciso ma sicuramente io non potevo sapere quale. Un po’ indeciso su cosa fare, cioè cercare il mercante e restituirgli l’oggetto o tenerlo per me, decisi dopo un po’ di riflessione di tenere l’oggetto trovato dato che il mercante sicuramente ora era troppo lontano da me e in qualunque caso non mi andava di fare futili deviazione dal mio cammino…

*tanto vale tenersela, infondo lui ne avrà a bizzeffe di questi gingilli quindi uno in più o uno in meno non gli costeranno sicuramente la vita… ma ora è meglio ricominciare il mio viaggio mi sono già riposato abbastanza per ora e sono solo ad inizio strada*

…presi la collana e me la misi subito al collo, non avevo voglia di tenerla in tasca visto che ogni cosa che ci mettevo puntualmente veniva smarrita chi sa dove, quell’oggetto particolare sarebbe stato un peccato smarrirlo così facilmente. Incominciai subito dopo a camminare seguendo una stradina di terra battuta che da come avevo studiato portava vicino al porto che poi mi avrebbe portato sull’isola dell’omicidio, da li poi sarei partito per l’isola vera e propria per un lungo allenamento di formazione. Man mano che mi addentravo nella foresta più essa si faceva più folta e ingarbugliata tanto che anche la piccola stradina di terra battuta a tratti sembrava quasi scomparire del tutto e purtroppo più di una volta mi ero trovato disorientato…il tempo passava come passa il vento in una giornata in bufera, il sole ormai stava per morire e la notte stava per nascere buia come sempre e piena di misteri…

*già buio… questa giornata è passata molto velocemente…mmm vediamo…. Secondo a quel che so dovrei trovarmi non molto lontano da un piccolo villaggio quindi se mi faccio una corsetta dovrei arrivare li prima che la notte attanagli questa foresta anche se non sarebbe del tutto un peccato dormire all’aperto, se solo non fosse per il pericolo di trovarsi contro delle bestioline selvatiche, non mi va di avere delle grane anche di notte…*

…sopirai e gradualmente velocizzai la camminata fino a farla diventare una corsa veloce e regolare, continuando per quel passo non ci avrei messo molto ad arrivare al villaggio. Come previsto arrivai in tempi ristretti al muro di cinta che dava l’accesso al villaggio; esso era scomposto completamente da enormi tronchi di legno posizionati in verticale e con l’estremità più alta appuntita tutti legati li uni con gli altri con delle semplici funi marroni che sembravo essere ormai deteriorate delle intemperie abbattuteci sopra, cioè ricordava i vecchi muri ci cinta che davano protezione ai villaggi della Gallia centinaia di anni fa. Mi avvicinai al cancello, anch’esso in legno, e alzai lo sguardo, come previsto affianco al cancello c’erano due torri di vedetta e su quelle vigili alloggiavano un paio di uomini che avevo l’ordine di far passare i propri cittadini e di fermare gli intrusi…

-Ehi la su! mi sentite??-

Sentinella: -mmm? Chi sei è cosa ci fai qui, non mi sembra di averti mai visto da queste parti-

-vengo da lontano e se è possibile vorrei solo un posto dove riposare e riprendere le forze per poi continuare il mio viaggio il mattino successivo quindi….-

Sentinella: -ok puoi entrare ma occhio a non fare brutti scherzi…-

…la sentinella che prima era affacciata dalla torre vedetta si allontano e diede segno agli uomini che erano piazzati dietro le porte di attivare i meccanismi per far modo di creare un varco ed essi ubbidirono al comando incominciando a girare delle enormi manopole fino che la tensione non fu così forte da muovere il cancello creando una fessura, io passai per di li e in un attivo entrai nel villaggio. Sicuramente per di li ancora non era passata la tecnologia visto che le uniche case, in totale quattro, erano formate anch’esse da pezzi le legno uniti della funi, anche se dovevo ammettere che la loro forma era molto bella, e i negozi erano completamente assenti…

*pensavo di esser arrivato minimo in un posto più accogliente…meglio questo però che la foresta la fuori, mi dovrò accontentare come sempre. Speriamo minimo ci sia qualcosa da mangiare non mi va anche di digiunare*

???: -benvenuto, impavido pellegrino, nel nostro umile villaggio. Spero che si troverà bene qui per tutto il tempo in cui desidererà sostare. Io sono il Capo anziano, mi chiamo Arcanis piacere di conoscerla…-

…da dietro una di quelle capanne sbucò una persona anziana e all’apparenza molto saggia. Si teneva in piedi grazie all’ausilio di un lungo bastone di legno, teneva una barba molto lunga e folta rigorosamente bianca, i capelli anch’essi bianchi erano quasi del tutto assenti sulla sua nuca, schiena curva a causa dell’età e mani all’apparenza molto rugose. Esso avanzò verso di me fino ad arrivarmi a quasi due metri di distanza, io d’altro canto un po’ spaesato alla vista di quella persona come prima osa riposi al suo saluto…

-grazie dell’ospitalità offerta ma, penso che non mi tratterrò molto in questo villaggio, sapete sto viaggiando verso l’isola dell’omicidio. Li incomincerò una serie di lunghi allenamenti, quindi resterò qui più o meno per una nottata-

…l’anziano sembrava comunque felice della notizia e ciò venne dimostrato da un sorriso che mi fece, poi senza dire nulla mi indicò una delle capanne dove avrei sicuramente passato la notte, anch’io allora senza proferire parola mi incamminai verso quella capanna e una volta che ebbi superato l’anziano esso si mise in coda dietro di me aspettando che entrassi prima io. Una volta varcata la soia entrò l’anziano che chiuse subito dopo la porta alle sue spalle, la capanna era bel ornata, con vari gingilli d’orati che senso lavano dalle pareti, due asce incrociate e vari quadri che rappresentavano sicuramente i vecchi capi anziani. Notai anche che il tavolino era già stato riempito da molte leccornie, segno che prima del mio arrivo il vecchio stava cenando…

Arcanis: -prego si segga pure dove vuole, la invito a unirmi nella mia umile cena e a gustare le varie pietanze che abbiamo preparato con l’amore dovuto…da quel che ho capito vieni da un luogo molto lontano ma, solo vedendo il tuo comportamento e il tuo armamentario posso dedurre che vieni dall’Assiah. Sai molte persone che ora dimorano qui prima abitavano in quella fortezza compreso io, ma ho deciso di abbandonare quel posto per via della guerra che si era formata, e posso ancora dedurre che c’è ancora visto che ti rechi all’isola d’omicidio per allenarti…o sbaglio?-

… l’anziano era straordinariamente intelligente, tanto che da solo il mio aspetto e dalle poche parole che avevo pronunciato era riuscito a dedurre tutte quelle cose, mi trovavo davanti quindi a una persona alla quale sarebbe stato inutile mentire dato che sicuramente avrebbe subito capito il mio inganno. Non mi restava altro che dirgli la verità che tanto aveva già capito…

- come hai già capito di tuo, nell’Assiah c’è ancora la guerra, e come hai detto tu io mi dirigo verso l’isola dell’omicidio per diventare più forte e cercare di dare più gloria alla mia fazione. Io faccio parte degli Shadow, non penso che debba dirgli chi siano visto che abitava li tempo prima…anzi vorrei chiedergli una mia curiosità, lei a che gruppo apparteneva prima di venire a vivere in questo villaggio?.. Comunque grazie per l’ospitalità, accetto con piacere l’invito a cena-

…detto ciò mi misi seduto a terra e uguale a me fece il vecchio che si mise al capo opposto del tavolo incominciando subito a prendere un bel cosciotto d’agnello e a dargli un mozzico e io non facendo molti complimenti feci lo stesso con un’ala di pollo, insomma era da parecchio che non mangiavo così bene. Il capo prese poi da sotto il tavolo una bottiglia nera come la pece che conteneva uno strano liquido rosso che si poteva identificare come del semplice, ma sempre buono, vino rosso. Presi i due bicchieri e li avvicinai al vecchio che sorridendo versò la sostanza in entrambi i calici, fatto ciò alzò la sua coppa al cielo facendo un brindisi…

Arcanis: -un brindisi ai nuovi incontri e al nostro magnanimo Dio!! Che ci protegga continuando a benedire le nostre esistenze…è passato tanto tempo da quando me ne sono andato, se non sbaglio comunque penso che facevo parte dei Lux, si quello era il gruppo che credeva “alla causa suprema”-

…alzai quindi la mia coppa facendola sbattere leggermente contro la sua e si creò il solito rumore che si sente quando due oggetti di vetro si scontrano. Il vecchio portò all’ora il calice alla bocca e diede un sorso mentre io nelle stesso momento facevo la stessa cosa, non mi era mai capitato di trovare gente così cordiale nei confronti di un pellegrino e quindi non potevo nascondere il mio stupore ogni volta che quella persona faceva un gesto gentile nei miei confronti. Poi esso ad un tratto smise di ridere e con fare serio incominciò a parlare…

Arcanis: -ragazzo, ho notato che porti un medaglione molto particolare al collo. Mi chiedevo dove l’avessi preso non ne ho mai visti di così in giro…-

-questo? Beh lo ha fatto cadere dal suo carretto un mercante e io lo raccolto decidendo di tenerlo per me. È molto bello anche se non riesco a capire il significato che ha quel triangolo rovesciato inciso nel cerchio, ma più probabilmente non ha nessun significato-

…il vecchio mi guardò dritto negli occhi per poi posare lo sguardo sul medaglione contemplandolo, sembrava quasi che non si fidasse di quell’oggetto che avesse avuto un altro dei sui spunti era molto probabile ma non vedevo come un semplice ciondolo potesse essere dannoso o cosa…

Arcanis: -si potrebbe anche non avere nessun significato….aaaaaah si è fatto tardi e la mia mente non è più tanto lucida, meglio se mi metto a dormire per riprendermi…tu se vuoi puoi andare anche nella capanna qua affianco, non c’è nessuno perché mio figlio è partito per un viaggio. Non so quando tornerà di preciso, se durante il tuo di viaggio lo incontri puoi dirgli che qui stiamo tutti bene. Lo riconoscerai subito, è un tipo molto alto e presenta una cicatrice sulla guancia destra, carnagione scura e porta con se una falce. Di solito porta una normale veste del nostro villaggio, cioè un paio di pantaloni di pelle di tigre e una giacca fatta di pelle di bufalo. Cioè ci fa sembrare uno di quegli antichi popoli che vivevano su questa terra migliaia di anni fa ma allo stesso tempo è l’unica cosa che si distingue dagli altri villaggi, come dire…più moderni-

-ok se lo vedrò gli riferirò quello che mi hai detto, ora penso che andrò anch’io a dormire quindi Buona notte-

…detto ciò mi alzai e con passo leggero mi avviai verso la porta di legno. il comportamento che aveva avuto l’anziano nell’ultima parte del nostro discorso non mi convinceva per niente, ma in quel momento non ci diedi molto peso, forse era solo stanco come aveva detto lui quindi non c’era motivo di preoccuparsi. Poggiai la mano destra sulla porta e impressi forza, essa si aprì così da permettermi di passare, voltai a destra ed entrai nell’altra capanna come mie era stato detto. Quella era meno arredata di quella precedente ma lo stesso confortevole, notai subito il letto che si trovava a sinistra della porta e mi ci fiondai subito, passarono a mala pena due minuti e cascai nel mondo dei sogni dritto nelle braccia di Morfeo…


Edited by "Alex" - 22/1/2009, 17:43
 
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view post Posted on 20/1/2009, 19:31

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Capitolo 2°
Tra dubbi e realtà...


…beato come non mai sognavo, un sogno che orami balenava nella mia testa da tanto tempo: mi trovavo in una foresta, era buoi pesto e non si riusciva a vedere un palmo dal naso. Cercavo disperatamente di trovare un appiglio su qualcosa che si trovasse li vicino ma quando allungavo la mano alla ricerca di un albero o anche solo di un cespuglio essa prendeva l’aria facendomi sbilanciare in avanti. Disorientato e confuso mi agitavo come mai mi era successo mai di fare, fino a che non si udirono dei rumori provenire da est…rumori di lame che si scontravano pareva, ma non ne ero certo il rumore non era ben definito. Cercai disperatamente di avviarmi verso quella direzione, ma inciampai su qualcosa probabilmente un arbusto che si trovava da quelle parti, rivolsi lo sguardo a terra per cercare di tastare il vegetale, ma quello che le mie mani avevo sentito non era certamente da considerarsi un arbusto. Il materiale di cui era fatto quel coso era ancora caldo, morbido al tatto, proprio come la pelle di una persona, scesi lentamente e sentii di contrasto il freddo repentino di una spada che sembrava ancora esser brandita dal cadavere che restava inerme immobile a terra…

*un cadavere? Quindi quel rumore che avevo sentito era effettivamente di due spade che si incrociavano tra loro…mmm…eccolo di nuovo! Che siano due persone che stiano combattendo tra di loro? Da quel che posso capire si tratta di questa ipotesi, si ne sono convinto*

…come prima un rumore metallico si poté udire provenire da nord, sicuramente ora che ero vicino di distingueva bene e dava valore alla mia ipotesi, qualcuno non molto lontano da li stava brandendo le proprie armi dandosi battaglia a l’ultimo sangue. A quanto pareva prima era uno scontro due contro uno ma ora era diventato alla pari con l’uccisione di questa persona; mi avvicinai di più al luogo di origine del rumore fino a che non potei sentire anche le voci di quelle due persone. Come prima esse non erano limpide e quello che captavo erano solo dei sussurri senza senso, poi una volta arrivato si poté distinguere meglio ciò che dicevano…

???: -è inutile che continui con queste scemenze mio caro lo sai che non potrai farcela contro di me…farai la fine del tuo amichetto che ha osato insultarmi in quel modo!-

???: –non farneticare troppo Jack, lo sai benissimo che è stata solo la fortuna che ti ha permesso di uccidere Federik! E io sono qui per vendicare lui e tutti coloro che hai ucciso, facendoti portabandiera di una stupida…-

…la seconda persona non riuscì a finire la frase per intero che si udì un profondo urlo di dolore, evidentemente la persona che si chiamava Jack era riuscita a ferire il suo avversario in modo abbastanza serio. Una risata sadica allora si alzò in cielo e l’assassino ricominciò a parlare…

Jack: -ahahahahaha…lo sai cosa significa questo?? Hai visto anche tu quello che succede dopo questo è di assicuro che non sarà piacevole… hai mai pensato cosa si prova quando si riceve una ferita seria? Bene ora lo saprai…-

…l’altro non rispose, ma si poteva sentire benissimo il suo respiro affannato e irregolare, segno di paura, paura di quello che era e che stava succedendo in questo momento. Non potevo vedere la scena, il buio me lo impediva ma si poté udire il suono che si crea quando un oggetto affilato trafora la carne umana, un suono che ormai conoscevo benissimo, diventato a me famigliare fin dal primo giorno in cui avevo messo piede qui nell’Assiah…un altro urlo e nuove parole proferite da Jack…

Jack: -soffri! Soffri!! Questo è la punizione che si meritano coloro che osano mettersi contro…-

…la voce della persona pareva essersi allontanata dalle mie orecchie non permettendomi di sentire l’ultime sue parole. Un esperienza che mi faceva sentire coinvolto in qualcosa che neanche immaginavo minimamente, un segno, forse del destino, comunque nulla di buono che significava l’arrivo di guai seri. Una fievole luce però ora si poteva intravvedere in lontananza da me e la prima cosa che feci fu quella di andargli incontro fino a che…
____

…aprii gli occhi di scatto e come un gesto istintivo portai la mano alla cintura alla ricerca della mia katana ma nulla, non c’era un vero pericolo solo un riflesso dovuto al sogno che avevo appena fatto eppure oggi più di ogni altro giorno questo mi sembrava più prossimo a me e alla mia vita, una sensazione che non mi piaceva affatto e che speravo finisse subito. Mi guardai intorno alla ricerca della spada, essa era posata a terra vicino al letto, allungai la mano e la presi per poi sistemarla vicino a me sotto le lenzuola, anche se sapevo che non sarebbe successo nulla non mi fidavo a continuare a dormire senza la sua compagnia. Mi risistemai per bene per rinfilarmi sotto le coperte sperando che quel maledetto sogno non avrebbe nuovamente attanagliato la mia mente…per fortuna ciò che temevo non accade e le ultime due ore che portavano all’alba furono passate con la massima serenità fino a che il primo raggio di luce non passò dalla semi chiusa porta arrivandomi dritto negli occhi svegliandomi. Lentamente mi stiracchiai per poi alzarmi dal letto, la serata non era passata nei migliori dei modi e le energie erano state solo parzialmente recuperate. Presi la katana e la infilai nel suo fodero, presi il cappello da sopra il tavolino e me lo sistemai in testa e dando un ultimo intenso sbadiglio varcai la soia della piccola capanna, ad aspettarmi fuori vi era già il capo villaggio con un sacchetto in mano e un sorriso a duecento denti stampato in volto. Io d’altro canto avevo un paio di occhiaie e al confronto con il vecchio sembravo un depresso cronico, mi avvicinai a lui che decise di fare altrettanto…

Arcanis: -ben svegliato caro pellegrino, dormito bene ? scusa se glielo dico ma non sembra affatto, ha un paio di occhiaie che mi suggeriscono che non è riuscito a prendere facilmente sonno o sbaglio?-

…era ormai diventato così frequente che il capo anziano azzeccasse tutto quello che ipotizzava che ormai non ci feci neanche più tanto caso, annuii alle sue parole per poi prendere a parlare…

-come sempre ha ragione Arcanis, non sono riuscito a prendere facilmente sonno e a causa dei brutti sogni che ho fatto mi sono svegliato più di una volta e ciò non ha favorito il mio riposo…comunque come ho detto ieri me ne sarei andato direttamente questa mattina per non recare altri disturbi a lei e al suo villaggio, quindi se non le spiace penso che ora andrò ai cancelli principali e continuerò il mio viaggio-

Arcanis: -scusa se te lo chiedo ma di quale sogni si sta trattando? È sciocco ignorare questo tipo di messaggi che possono contenere informazioni importanti senza che noi ce ne possiamo accorgere-

…il capo sembrava molto interessato al fatto che avevo fatto dei brutti sogni, la sua età magari gli avevano fatto capire che questi potevano nascondere significati profondi alcune volte ma, non mi sembrava il caso di raccontargli quello che avevo sognato perché era evidente che era un presagio di morte ma non la mia, si trattava della vita di persone che neanche conoscevo. Ci pensai un po’ su per poi decidere che se c’era qualcuno che poteva risolvere i miei dubbi quello non era altro che Arcanis e la sua saggezza, quindi tirando un bel respiro incomincia a parlare…

-io non li definirei sogni ma veri e propri incubi…non sono molto convito che sia la cosa migliore parlane con qualcuno ma mi fido di lei quindi ho deciso di raccontarle la storia…ogni volta che mi addormento sogno di ritrovarmi in una foresta, ma questa è buia e non riesco a vedere nulla , a un certo punto cado e tastando la cosa su cui sono caduto mi accorgo che si tratta di un cadavere…si incominciano a sentire delle voci provenire da un luogo vicino…io naturalmente mi avvicino al suono e odo le parole di due persone che sembrano affrontarsi un duello, a un certo punto viene detto un nome..Jack e subito dopo l’altra persona viene ferita da quest’ultimo…la cosa strana e che ogni tanto delle parole vengono saltate come se esse potessero dare un senso al discorso…il sogno finisce con Jack che urla al suo avversario che quella era la punizione per essersi messo contro…ma non dice il nome, mi sveglio prima che lo possa proferire. Secondo lei cosa può significare una cosa del genere?-

…il vecchio sembrava confuso, neanche lui a questa stana cosa aveva una risposta rapida da dare, i suoi occhi mi davano segno che forse una risposta neanche c’era, infatti questa era una cosa rara da sentire, qualcuno che sogna la morte di persone che neanche conosce o ne ha sentito parlare. Arcanis prese un lieve respiro per poi rispondermi con quella solita voce calma e rilassata che non lasciava trasparire per nulla i suoi veri pensieri sull’argomento…

Arcanis: -non posso nascondere ch questa è una cosa che mai avevo sentito in tutti i lunghi anni in cui sono rimasto su questa terra, ma tutto è possibile qui, infondo i sogni sono solo ciò che il nostro cervello ha conservato per poi rielaborarlo in diverso modo durante il sonno, magari quel nome è dato dal fatto che hai sentito una persona chiamarsi in quel modo. Tutto ha una spiegazione logica in questo mondo, non esistono cosa può rimanere con un punto interrogativo sopra, basta guardare tutto con il giusto punto di viste e davanti a te si potrà aprire un vero e proprio portone, quindi non ti preoccupare troppo per questi strani sogni, anche se ripetitivo sono sicuro che è dato tutto dal tuo subconscio….-

…effettivamente le parole del vecchio avevano un fondamento solido e logico, la teoria che aveva tirato fuori era inattaccabile e quindi probabilmente era come lui diceva, tutto stava solo dentro la mia testa e nulla di ciò che avevo sognato era realmente reale, non sapevo perché ma mi fidavo di lui quindi decisi che quella era la vera risposta a questi sogni che mi perseguitavano da tanto tempo. Sul mio volto allora si fece vedere un bel sorriso a cento denti rivolto verso il capo…

-sono pienamente convinto che quello che hai detto è ciò che sta avvenendo qui grazie a te ora posso dormire un po’ più sereno durante la notte, magri riuscirò anche a scacciare questo sogno con un po’ di concentrazione , dopo tutto come ha detto lei nulla può avere un punto interrogativo, basta vederlo con la giusta prospettiva è si può trovare un senso…non sembra poi così difficile, spero che un giorno diventerò saggio come te. Volevo farti solo una domanda, perché mi stavi aspettando fuori dalla capanna così presto?-

…Arcanis si diedi un piccolo colpo sulla testa con il suo palmo sinistro, evidentemente preso da questo problema si era scordato del vero motivo per cui era li già di mattina presto. Mi sorrise mezzo divertito per poi allungare la mano destra porgendomi il piccolo sacchetto che aveva poggiato sul palmo, chissà cosa conteneva quel piccolo sacchetto di pelle marrone, una piccola sensazione mi fece capire che lo avrei scoperto comunque molto presto…

Arcanis: -grazie per avermelo ricordato, ero così concentrato al tuo sogno che mi sono completamente scordato del vero motivo per cui mi sono svegliato così presto oggi. Dato che ieri sera mi avevi detto che saresti rimasto solo per una notte qui al villaggio e dato il fatto che mi sembravi un tipo molto mattutino mi sono svegliato per darti questo, tienilo sempre vicino al cuore è un portafortuna che allontanerà da te qualunque cosa oscura si possa avvicinare…tieni prendilo-

… un po’ imbarazzato presi il piccolo sacchetto, non mi spettavo un gesto del genere anche considerando che effettivamente ero ancora un estraneo, a confermarlo era il fatto che mi chiamavano ancora pellegrino e non con il mio vero nome…ah…era dopotutto vero, ancora non mi ero presentato ufficialmente al capo villaggio non dicendogli mai il mio nome ecco perché continuava a chiamarmi con quel soprannome. Anche se un po’ in ritardo allora decisi che era ora presentarsi, meglio tardi che mai come si diceva dalle mie parti, mi torsi il capello e feci un breve inchino in segno di rispetto…

-grazie per il porta fortuna, non dovevate preoccuparsi per una cosa del genere anzi sono stato molto sgarbato nei suoi confronti…ho mancato di presentarmi quindi decido che è meglio farlo ora prima che me ne vada via…piacere Alex Torner, appartenente al gruppo degli Shadow, le ombre…come hai detto tu porterò questo porta fortuna proprio all’altezza del cuore, ma penso che sia giunta l’ora di andare, spero che un giorno ci rincontreremo per poter scambiare un’altra volta i nostri pensieri sulle cose che succedono di questi tempi-

Arcanis: -piacere Alex Torner, spero anch’io che un giorno tornerai qui a farci compagnia con la sua presenza, ma come hai detto tu ora hai un qualcosa da fare e non sarò io a rallentarti, quindi e proprio devi mi occuperò io stesso ad accompagnarti alle porte del villaggio così le sentinelle non dovranno fare il loro solito procedimento di routine e quindi perquisirti-

…non dissi nulla, mi limitai a sorridergli per poi avviami nello stesso luogo che avevo passato il giorno prima in cerca di un luogo in cui dormire e che ora dovevo lasciare. La distanza della cancellata di legno alla capanna in cui avevo dormito era effettivamente poca dato che camminando ci misi a mala pena due minuti per arrivare all’entrata, le sentinelle come mi aveva anticipato il vecchio si armarono per poi avvicinarsi a me ma solo il vedere che al mio fianco c’era il loro capo li fece arretrare e a desistere nel compiere il loro dovere, come previsto anche quelle persone si fidavano cecamente di Arcanis così tanto che ogni cosa che faceva era presa come certa e sicura senza prendersi la briga di controllare nulla. A quel punto i soldatini mi voltarono le spalle per poi azionare il processo con il quale la cancellata si sarebbe aperte dinanzi a me, il vento tirava forte e solo ora me ne accorsi veramente, tenevo il piccolo sacchetto ancora stretto nella mano destra per paura che me lo perdesi subito, dovevo ancora posarlo nel taschino della mia giacca. Una volta che il cancello di legno fu spalancato mi girai verso il capo, lui mi congedò con un sorriso che io ricambiai volentieri, era ora di continuare il mio cammino verso l’isola dell’omicidio..feci un passo in avanti e il sole si fece vedere all’orizzonte illuminando il cammino che dovevo seguire. Da quel momento non mi girai più, come aveva detto il capo avevo una cosa da fare ed era allenarsi per diventare più forte, non potevo perdere altro tempo così con queste cose commoventi….erano passati ormai una decina di minuti da quando avevo lascito il villaggio e ormai esso non si poteva più vedere all’orizzonte, anche se non si notava avevo già percorso un bel po’ di strada, forse quel soggiorno tra le attenzione della gente mi aveva risanato completamente a contrario di quel che pensavo prima . aprii il pungo destro per esaminare il sacchetto, dalla consistenza si poteva bel capire che all’interno vi era della sabbia che serviva da parta fortuna, un fodero di pelle marrone e se prendevo un punto senza saggia potevo bel capire che al suo interno era sistemato un tipo di stoffa molto soffice e vellutata che però non seppi identificare con nessun tessuto che conoscevo, dovevo portalo vicino al cuore se volevo che esso avesse effetto e quindi lo posai nel taschino della giacca più vicino a quel punto, ora mi sentivo ancora più protetto anche se di pericoli per adesso non ne vedevo. La zona in cui stavo camminando era bel diversa dalla foresta affrontata il giorno prima, infatti mi trovavo un una distesa d’erba, una vera prateria al quale in fondo si poteva già vedere il mare oscillare tirato mal vento fresco, la strada era ancora lunga da fare e arrivare li sarebbe stato solo il primo passo del mio viaggio. Il rumore che provocavano i mie passi sull’erba echeggiava lievemente sulla pianura che era stranamente deserta e priva di una qualsiasi forma di vita, cosa strana ma non impossibile essa…


Edited by "Alex" - 22/1/2009, 17:43
 
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view post Posted on 23/1/2009, 16:27

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Tutti me lo chiedono, ma neanche io lo so di preciso...

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Capitolo 3°
un locale in riva al mare


…il sole padroneggiava il cielo blu illuminando con la sua luce tutto l’ambiente circostante abbagliando anche i miei occhi chiari che però restavano nascosti sotto il cappello da cowboy dalla larga visiera che portavo in testa. Ero nuovamente da solo, forse mi dispiaceva ancora un po’ il fatto di aver lasciato il villaggio del vecchio Arcanis, lontano dalla calda capanna e dalla dolce sensazione della compagnia che non avevo mai provato per adesso. Man mano che i miei piedi calpestavano l’erba più vedevo la costa della spiaggia avvicinarsi a me, ciò indicava che non mancava poi così tanto come pensavo per arrivare all’isola dell’Omicidio…poggiai la mano destra sull’elsa della mia katana che era riposta nel suo fodero attaccata alla cintura, ed estrassi la spada, non c’era alcun pericolo in giro ma dato il fatto che mi stavo annoiando non trovavo nulla di meglio per distrarmi un po’. Comincia a far ondeggiare la lama della katana su e giù, tagliuzzando ogni tanto l’erbetta ai miei piedi, osservavo e scrutavo l’ambiente circostante…alberi…beh tutto sommato da osservare vi era solo l’enorme prateria che portava al mare…ad un tratto un rumore sconvolse la serenità del luogo, la mia prima impressione fu quella che avessero sparato a qualcosa o a qualcuno. Quel suono proveniva da dietro le mie spalle, mi girai di scatto ma non vidi nulla, mi girai a destra, poi a sinistra, ancora nulla…che me lo fossi immaginato? No non ero ancora così rimbambito da immaginarmi le cose…ancora una volta, lo stesso rumore, il suono era più vicino a me rispetto a quello di prima quindi significava che chi stava provocando quegli spari si stava lentamente, anzi, velocemente avvicinando a me. Rinfoderai la spada che intanto aveva smesso di ciondolare e mi fermai pronto a vedere cosa sarebbe successo da li a poco…il vento incominciò a tirare improvvisamente da ovest, mi girai e finalmente intravidi in lontananza la sagome di una persona, teneva in mano una pistola dalla canna allungata, molto simile a un fucile ma non apparteneva a quella categoria. Si poteva bel vedere che stava cavalcando un cavallo ma data la distanza non riuscivo a vedere l’esatto colore,a primo acchito sembrava di color marrone scuro o addirittura nero. Attimo di silenzio poi un terzo sparo, il viaggiante riprese la sua corsa diretto verso di me, mi aveva sicuramente visto anche lui, che venisse con l’intenzione di rubarmi ciò che avevo? Rimasi impassibile e immobile aspettando che lo sconosciuto arrivasse dinanzi a me…

*non pensavo che da queste parti ci fossero gentaglia del genere, girare su un cavallo abbracciando una stana pistola e sparando colpi a vuoto senza un preciso obbiettivo disturbando lo stato di quiete che si era format in questo posto…sarà solo uno dei soliti banditi di torno che è in cerca di qualche pollo da spennare, se è così questa volta ha trovato una osso duro davanti a se*

…prima che il “bandito” potesse essere abbastanza vicino a me preparai il mio sorriso sfottente e maligno che puntualmente si faceva vedere ogni volta che qualcosa che io definivo “interessante” faceva la sua entrata in scena, mi sarei divertito un po’ con lui nel caso peggiore se no mi sarei limitato di fare una bella chiacchierata con lui nel caso che avesse delle buone intenzioni. Er caballero arrivò di fronte a me, tosto e gagliardo come in un film western, indossava una tipica giacchetta da cowboy e un cappello marrone che gli copriva la testa, la statura era ancora ignota visto che cavalcava il suo destriero ma, da quel che potevo vedere, il suo fisico non era molto allenato e per niente scattante, i pochi capelli bianchi che aveva li sbucavano fuori dal cappello che indossava, viso pieno di ruche con una mezza espressione incuriosita sul viso. Vece girare la sua arma sull’indice sinistro per poi puntarmela addosso…

Cowboy: - e tu chi saresti? Non ti ho mai visto da queste parti…se sei nuovo devi assolutamente saper che questo è il mio territorio, il territorio di Federk Harig, impavido guerriero che regna questi oscuri posti…per tutti quelli che osano passare per di qui senza il mio permesso viene obbligata di pagare una tassa. Per quel che so io tu non hai il mio permesso per camminare su quest’erba quindi dovrai pagare una pesante tassa…dammi tutto ciò che hai di valore o non esiterò a premere il grilletto-

…non ce la feci, incomincia a ridere interrottamente piegandomi in due per le risate, un vecchietto che padroneggiava indisturbato su questo posto, non ne avevo mai sentite di più divertenti. Il cowboy mi guardò in modo strano lanciandomi un occhiata che mi lasciava intendere che lui era più che serio in quel che aveva detto, a quel punto allora ripresi la mia serietà e presi la parola sempre se bisognasse pagare qualcosa anche per parlare…

-ahahah, non avevo mai sentito parlare di un “impavido” guerriero che padroneggiava queste libere terre, nessuno mi aveva avvertito quindi mi domando se la tua fama sia così grande come mi lasci intendere…Federik Harig?? Mi spiace mai sentito nominare da nessuno, ti consiglio solo di abbassare questa specie di pistola che porti con te se non vuoi che ti mozzi subito una mano. Una tassa da pagare? Non se parla proprio, contando che di prezioso appresso non ho proprio nulla-

…indispettito e forse un po’ impaurito il vecchio tirò indietro la sua pistola, aveva notato forse che ero armato anch’io e sicuramente non voleva certamente incappare in uno scontro, la sua veneranda età non lo avrebbe certo avvantaggiato contro una persona tutto sommato ancora giovane e scattante come me. Ora potevo certamente riconoscere il colore del cavallo, marrone scuro, proprio come avevo ipotizzato prima, una razza veramente bella da vedere e anche da cavalcare…

Federik: -come osi parlarmi così ragazzino? Devi portare rispetto ai più grandi di te perché essi possono imparti cose che neanche immagini…comunque non scaldarti troppo stavo solo scherzando, non solo padrone di nulla qui e tanto meno ho il potere di imporre tasse ai viaggiatori, solo che per una persona anziana come me questo è l’unico modo per passare il tempo in maniera differente dall’ordinario-

*e si, come pensavo è una di quelle solite persone che non hanno proprio niente da fare e per avere un po’ di emozioni decide di rompere l’anima al prossimo non curandosi di ciò che una cavolata del genere potrebbe causare, magari neanche ha pensato che se disgraziatamente qualcuno avrebbe messo una taglia sulla sua testa si sarebbe trovato braccato da gente che per davvero non avevano problemi ad uccidere anche un povero vecchio per un po’ di soldi…ma meglio non allungare troppo il brodo, dopo tutto non ho tempo da perdere qui, se ne avevo lo avrei usato per rimanere nel villaggio di Arcanis*

-però non ti dispiace quando passa di qui qualche persona che credendo a quello che dici ti da per davvero le cose più preziose che ha con se. Così oltre a passare una giornata diversa accumuli anche un po’ di dindini che poi spenderai in chissà quale locale per prenderti dell’alcool ma, non ho tempo da perdere qui, prima che il sole cali nuovamente devo trovare un posto dove passare la notte e se mi fermo per troppo tempo rischio di finire a dormire in mezzo alla radura selvaggia senza un ambiente caldo che mi circondi e rimando attento che qualcuno come te venga a disturbarmi-

…detto ciò feci un piccolo cenno con la mano e feci per andarmene, il cowboy sembrava un po’ deluso e contrariato per quel che gli avevo detto, ma non aprì immediatamente bocca per rispondermi, aspetto un po’ forse per pensare bene a quel che doveva dire e quando ormai mi trovavo a una decina di metri da lui si decise di degnarmi di una risposta anche se quel che avrebbe detto sicuramente non mi sarebbe interessato un granché…

Federik: -io veramente conosco un posto dove potresti riposare al caldo per la notte che verrà…non si trova molto lontano da qui, è un locale molto ospitale, li non ti verrà a rompere nessuno e il servizio per il pranzo e la cena è ottimo te l’assicuro. Se vuoi ti ci accompagno, tanto anch’io sono diretto li quindi non mi faccio problemi-

…l’anziano si dimostrò stranamente gentile nei miei confronti anche dopo che glia avevo detto quelle cose poco amichevoli ma, certamente io non avrei rifiutato di passare una serata al caldo quindi senza pensarci troppo decisi di accettare senza esitazioni il suo gentile invito, dopo tutto se lo conosceva così bene magri poi giunto li mi sarebbe stato dato un trattamento particolarmente buono. Mi fermai e mi girai guado negli occhi il vecchio, non volevo però dargli subito così tanta confidenza quindi mantenni un comportamento più distaccato e freddo possibile…

-non so se mi posso fidare pianamente di te, dopo tutto fino a pochi minuti fa mi stai puntando una pistola alla gola quindi…comunque ho deciso di accettare il tuo invito e venire con te nella locando che stai sponsorizzando con tanta enfasi, terrò ugualmente gli occhi ben aperti. Vai avanti allora e farmi strada io ti seguirò da dietro così sarò sicuro che non farei il doppio gioco e non cercherai di colpirmi alle spalle per rubare quello che ho addosso-

..il vecchio non rispose alle mie parole e si limitò ad andare avanti a me e a farmi strada, sembrava che esso avesse delle buone intenzioni nei miei confronti. I minuti passarono mentre io e lui continuavamo a camminare per la prateria, a un punto il vecchio però sembrò essersi annoiato ed estrasse la sua pistola, la puntò nel cielo e incominciò a far scoppiare i primi due colpi, uno stormo d’uccelli udito il fracasso si innalzò in volo dirigendosi su un altro albero. Non mi andava di discutere sull’inutilità di sprecare cartucce così senza alcun motivo logico, quindi rimasi in silenzio aspettando di arrivare nel luogo che aveva detto il cowboy…

Federik: -scusa se te lo chiedo ma ormai da un po’ che me lo chiedo, non sbagliavo sul fatto che non eri di queste parti vero? In effetti non ti ho mai visto quindi penso di aver azzeccato. Se non sono troppo invadente potrei sapere da dove vieni? Così per curiosità personale-

-hai ragione, non vengo da queste parti…in effetti posso dire che non sono proprio di queste regioni ma dato che ormai diciamo che mi ci sono trasferito penso che posso dire senza alcun problema che vengo dalla fortezza dell’Assiah…luogo di grande mistero e dove albergano guerrieri di potenza inaudita..io sono Alex Torner, faccio parte del gruppo degli Shadow, i guerrieri delle ombre..ecco la risposta alla tua domanda-

…il vecchio stava cercando di instaurare un dialogo tra me e lui, cosa che forse avrei dovuto fare il mantenendo anche un comportamento meno arrogante e offensivo nei suoi confronti. Guardai il suo anziano volto che era sconcertato dalle mie parole, pallido come se avesse visto un fantasma, che si fosse spaventato del fatto che venissi dalla fortezza più famosa esistente in questo mondo? Probabile, ma forse quello che balenava nella sua mente era il fatto che poco prima aveva minacciato una persona che ora cosciente avrebbe potuto ucciderlo in pochi secondi. Aspettò un po’ prima di rispondermi, stava cercando le parole giuste proprio come aveva fatto prima…

Federik: - quindi vieni dalla fortezza d’Assiah, non avrei mai pensato di vedere in carne e ossa un membro delle tre fazioni…ora capisco che per poco prima non rischiavo la vita, se non fossi stato tu ma un Alter a capitarmi di fronte sicuramente adesso non sarei più su questa terra. Ma che cosa di porta qui? Se non sbaglio in quel posto si sta svolgendo ancora una guerra aperta tra le tre fazioni e trovo starno il fatto che gli Shadow lasci andare via da li un suo membro-

-mi sono allontanato per il semplice fatto che giù alla fortezza hanno tutti una potenza enorme che non puoi neanche immaginare, mi sono già scontrato con il vice supremo Aletr e con un guerriero dei Lux ma, anche usando tutte le mie abilità non sono riuscito a sconfiggerli. Ora mi dirigo verso l’isola dell’omicidio dove, una volta arrivato, intraprenderò un addestramento duro e severo che porterà al limite il mio corpo ma che saprà ricompensarmi poi nel momento del bisogno…non sono l’unico che si allontana così tanto dal li…pur essendo in guerra ora si sta vivendo un momento di stallo dove nessuno attacca nessuno, ci limitiamo a difenderci dagli attacchi degli Archediani che provano ad invaderci ma con risultati pessimi-

…il cowboy non fece in tempo a rispondermi che finalmente si intravide un’insegna colorata che sporgeva da una sorta di locanda classica fatta di legno, molto bella da vedere dall’esterno chissà se era così anche l’interno. Il vecchio andò come più pratico del luogo, innanzi a me; s’accostò all’uscio che metteva in cucina, alzò il saliscendi, aprì, e v’entrò col suo compagno. due lumi a mano pendenti da due pertiche attaccate alla trave del palco, vi spandevano una , mezza luce. Poca gente era seduta, non però in ozio, su due panche, di qua e di là d’una tavola stretta e lunga, che occupava quasi tutta una parte della stanza: a intervanni, tovaglie e piatti; a intervalli, carte voltate e rivolte, dati buttati e raccolti; fiaschi e bicchieri per tutti. Un garzone girava innanzi e indietro, in fretta e furia al servizio di quella tavola insieme al tavoliere. L’oste era a sedere su una piccola panca, sotto la cappa del camino, occupato, in apparenza, a fare strane figure con la cenere ma in realtà attento a tutto ciò che accadeva attorno a lui. S’alzò al rumore dei saliscendi ei si fece verso di noi, una faccetta pienotta e lucente, con una barbetta folta, rossiccia, e due occhietti chiari e vispi che fissarono il cowboy entrare e guardandolo con uno sguardo così intenso che quasi voleva dire” maledetto che mi vieni sempre in mezzo ai piedi quanto meno ti vorrei”. Eppure l’uomo che avevo affianco sembrava essere un amico del proprietario dal quel che avevo capito…

L’oste: -salve sparvieri, benvenuti nel nostro locale in cosa posso servirvi?-

…stranamente l’oste tratto l’uomo che avevo affianco come se fosse uno sconosciuto del luogo dandoci anche del voi, non capivo cosa stava succedendo in quel momento ma non feci domande al riguardo, non volevo passare per una persona che frugava il naso in cose di non sua competenza. Mi girai per vedere la reazione dell’uomo a quelle parole ma esso non sembrava minimamente stupito di ciò anzi si comportava come se fosse una cosa di routine, avevo capito proprio male, evidentemente mi ero sbagliato perché tra lui e l’oste non scorreva affatto buon sangue, magari Federik era amico del direttore e al quell’uomo non andava giù ciò. Intanto il cowboy incominciò a parlare…

Federik: - per prima cosa vorrei che ci preparasse la vostra specialità della casa, oggi io e lo sparviero che sta affianco a me ci faremo una bella abbuffata…poi dato che il giovane non sa dove andare a dormire prepari anche una stanza al piano di sopra così che vi ci possa passare la notte…mmm…penso che per adesso possa bastare così-

…anche se mezzo irritato l’oste prese subito un taccuino dalla sua tasca e incominciò a scrivere quello che il Federik diceva, una volta che la penna ebbe finito di segnare tutto, l’uomo fece un piccolo inchino per poi andarsene via molto probabilmente per incaricare un suo sottoposto di preparami una stanza per la notte. Il cowboy intanto si diresse verso il lungo e largo tavolo mettendosi seduto soprauna delle tante sedie che erano li intorno, io lo seguii e a mia volta mi misi seduto su una sedia vicino a lui, la cosa che mi stupiva era che trattava la gente come se la conoscesse da una vita ma poi esse sembravano assumere un comportamento indifferente nei suoi confronti come se cercassero di evitarlo in tutti i modi…

-grazie per l’invito a cena, non dovevate fare una cosa del genere…comunque la ringrazio ancora e accetto con molta felicità…ma mi stavo chiedendo una cosa sola, qui sembri di casa ma tutte queste persone non sembrano ricambiare i tuoi gesti…perché?-

…tasto dolente, l’uomo si incupì all’istante non danno segno di voler rispondere alla mia domanda, così rimanemmo in silenzio aspettando che le pietanze venissero servite sul tavolino. Passarono all’incirca due decine di minuti quando la prima pietanza fu posata sul tavolino, si trattava di un bel pollo ripieno di una stana salsa rossa, ne presi un pezzo e lo assaggiai, era molto gustoso e delicato, sembrava fatto apposta per me. Federik come me ne prese un pezzo e lo posò nel suo piatto per degustarlo solo pochi secondi dopo. Così passo tutta la cena tra pane e salse, cane e un po’ di pesce…

-ti ringrazio per la cena ancora una volta, penso però che adesso andrò a dormire…a domani-

…detto ciò mi alzai della sedia e mi diressi verso l’oste che però non appena mi vide mi indico un garzone, colui che probabilmente mi avrebbe condotto nella mia camera. Arrivato davanti a lui mi appresta a dirgli ciò che volevo ma come un fulmine il ragazzo mi fece cenno di seguirlo e io non feci altro che rimanergli attaccato, qui erano proprio tutti tipi che di parlare non avevano voglia dato che comunicavano a gesti. Arrivati davanti alla porta il ragazzo l’aprii e io vi ci entrai subito chiudendo la porta con al chiava che poco prima mi aveva dato del garzone…era poco arredata, presentava infatti solo un letto e un piccolo comodino vicino ad esso; l’unica apertura era una finestrella posta e sinistre del letto che dava proprio sulla stradina dalla quale venivamo io e l’anziano. Mi tuffai sul letto, slacciai il fodero della katana nera dalla cintura riponendola vicino al letto poggiata sul muro mentre la katana bianca la nascosi sotto il cuscino, non si sapeva mai quando mi sarebbe stata utile. Guardai fuori dalla finestra, ormai era buio fuori e quindi era ora di mettermi a dormire…

 
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view post Posted on 31/1/2009, 18:29

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SPOILER (click to view)
Capitolo 4°
Per un soldo bucato...


…buio, i pochi raggi che entravano dentro la mia cupa stanza erano quelli della luna che anche questa sera mi accompagnava restando alta nel cielo, trasmettendomi anche un po’ di malinconia. Era passato ormai così tanto tempo da quando ero andato via dal mio villaggio di origine lasciando li i miei genitori che forse ora mi pentivo di averli lasciati li soli..che come stavano adesso, mio padre era stato sempre un tipo molto devoto al lavoro e quindi sicuramente anche ora che ha una veneranda età è ancora immischiato nel settore del legname e simili…mi madre invece è sempre stata una tipa casalinga, gli piaceva cucinare stupende pietanze e ci accoglieva con felicità ogni volta che tornavamo dal lavoro..chissà se erano cambiati ora che non c’ero più io o avevano mantenuto le loro vecchi abitudini. Incrociai le mani dietro la testa e socchiusi gli occhi rimuginando su quel che è stato e quel che sarà. Mi giro sul mio fianco sinistro, il ciondolo che ormai da due giorni mi portavo dietro mi accascia sul cuscino, non lo avevo mai visto da così vicino, fatto con un materiale che sembrava oro..un triangolo circonciso in un cerchio, quale significato poteva avere una cosa del genere? Apparentemente nessuna, avevo veduto molti gioielli con strane forme che servivano solo come decorazione per abbellire una cosa preziosa. Non vi diedi però così tanto peso, avevo già altre cose per la testa e incominciare a farmi troppe domande su qualcosa di così insignificante quale un medaglione sarebbero servite solo per allungare ancora il tempo che restava prima che finalmente Morfeo mi avrebbe preso tra le sue braccia. Chiusi completamente gli occhi, grazie anche al silenzio che si era creato fui catapultato in un mondo tutto mio creato dalla mia fantasia e dai miei pensieri e si sa, quando si entra il questo stato il sonno arriva molto velocemente..e così fu. Lentamente e inaspettatamente caddi in un lungo sonno profondo che mi avrebbe fatto recuperare le energie perse in quella giornata tanto stressante e divertente. Il tempo passava con io che pur dormendo non riuscivo a rimaner quieto, mi giravo a mia insaputa a destra e a sinistra a intervalli regolari di tempo, buttai giù dal letto anche il cuscino bianco facendo si che la mia testa si trovasse a contatto con una superficie non tanto morbida e comoda…questo però non era causato da nessun sogno, da nessun presagio di morte, quella sera era la prima dopo tanto tempo che non facevo il solito sogno e pur non essendo cosciente era felice di ciò che era accaduto tanto che sul mio volto anche desso era stampato un sorrisetto ambiguo. Il buio si dissolse in men che non si dica e anche questa volta i raggi del sole si presentarono ad illuminare e riscaldare questa nuova giornata di vita. Uno di quei raggi sfortunatamente mi finì proprio dritto negli occhi svegliandomi prima che il mio fisico lo facesse da solo, mi girai nel tentativo di mettermi al riparo dalla luce ma quando notai che il cuscino non era più sopra il letto decisi di mettermi seduto per vedere cosa avevo combinato durante il sonno. Mi sgranchii per bene le ossa della braccia e la schiena mentre mi portavo in posizione eretta, mi stropicciai gli occhi e in fine tirai un lungo sbadiglio…era la prima volta che non passavo la notte in preda agli incubi e ciò era già un buon passo, tutto grazie alle parole e al porta fortuna che mi aveva dato il vecchio Arcanis prima di lasciare il suo villaggio. Feci due piccoli passi in avanti e mi girai verso il letto, esso era praticamente disfatto, la coperta più esterna era andata a finire sotto il letto e come avesse fatto neanche io lo sapevo; il lenzuolo era in parte sfilato dalla base del letto e il cuscino era arrivato vicino al mobile che avevo affianco..altro che dormire qui sembrava che vi era stato una vero e proprio combattimento con le coperte! Senza voglia incomincia a recuperare e a sistemare tutto quello che avevo messo in disordine in mia insaputa fino a che non udii dei rumori di passi avvicinarsi alla mia porta, velocemente allora recuperai la mia katana nera con il fodero e l’allacciai alla cintura che portavo. Mi guardai un attimo in giro, mancava ancora una cosa, la spada bianca, la sera prima l’avevo messa sotto il cuscino in caso di sicurezza ma ora non era più li. Mi abbassai fino a sdraiarmi completamente a terra, eccola li! Si trovava attaccata al muro sotto al letto. Mi alzai e mi diressi li, mi chinai ed afferrai la lama facendo attenzione a non tagliarmi con essa, la rimisi della sua custodia dietro la schiena per poi dirigermi verso la porta della camera..ancora dei rumori, poi il rumore di una chiave che gira nella serratura, la porta della mia stanza si apre anche se le chiavi le ho in mano io…non poteva essere certamente un assassino, non avevo ancora incontrato gente che preferiva agire di giorno quando poteva benissimo farlo di notte soprattutto se poi costui aveva anche le chiavi della stanza della futura vittima. Mi feci verso il centro della stanza senza mettere però la mano sull’elsa della katana, il mio istinto mi diceva che non c’erano pericoli in vista per adesso..così infatti fu. Nella stanza fece la sua comparsa un uomo alto, barbuto e con dei bei muscoli, portava con se un taccuino verde e una fascetta dove vi era scritto il nome del locale, non sembrava avere brutte intenzioni anzi mi guardava con un gran sorriso stampato in volto. Ricambiai i suoi sguardi in attesa che l’ospite inatteso incominciasse a parlare, dal suo aspetto poteva benissimo essere uno dei garzoni del locale anche se questo di garzone aveva ben poco…

Proprietario del locale: -buon giorno giovane avventuriero, spero che hai passato una piacevole serata accolto tra le calde lenzuola dei nostri letti. Ma scusami dalla scortesia, non mi sono ancora presentato..io sono il proprietario di questo locale, mi chiamo Andris Troncon. Se non sbaglio questa è la prima volta che vieni in questo locale dato che non ti ho mai visto qui in giro, beh in questo caso penso che potrei farle un piccolo sconto sul prezzo totale-

…quindi si trattava del proprietario del locale, non avrei mai immaginato che potesse essere una persona così burbera, di solito i proprietari erano persone eleganti che si curavano nell’aspetto fisico e nell’igiene ma evidentemente questa persona non aveva mai sentito nominare queste due parole non vita sua. Disse che si chiamava Andris Troncon e che evidentemente era venuto qui per riscuotere una somma di denaro alla quale avrebbe poi posto un piccolo sconto visto che ero un cliente nuovo…le cose però non quadravano…quale somma di denaro stava cercando da me? Per quel che sapevo io tutto doveva essere pagato del mio nuovo amico Federik che la sera prima mi aveva offerto una camera a suo addebito…non penso che una pensavo come lui potesse fuggire così senza mantenere la sua parola. Mi avvicinai dunque all’uomo che era entrato per poi rispondergli…

-buon giorno anche a lei, io mi chiamo Alex Torner e si sono nuovo di qui. Sono arrivato con un mio amico che mi ha offerto di restare qui a dormire a suo carico e quindi penso che la persona dalla quale devi pretendere i soldi non sono io ma appunto il mio amico, si chiama Federik, è vestito come un cowboy, non è più giovane ed ha i capelli bianchi che gli sbucano fuori dal cappello in pelle che porta-

…il proprietario prima mi guardò serio per poi incominciare a ridere sonoramente..ma cosa aveva così da ridere? Si piegò in avanti facendo battere la mano sinistra sulla gamba adiacente creando un lieve rumore, una volta che ebbe finito di ridere si rimise in posizione eretta e si asciugò le lacrime che si erano create per le risate. Quel tipo era tutto matto altro che! Ero arrivato in un posto peino di pazzi, dal cowboy che finge di essere il padrone delle terre qui intorno al proprietario di un locale che incomincia a ridere dopo che uno gli dice qualcosa di importante…

*ma dove sono finito?!?!? Per la mia salute psichica è meglio che lasci il prima possibile questo posto..questo covo di squilibrati mentali…tanto ora che ho chiarito le idee a quest’uomo su chi deve pagare la permanenza in questo posto prenderò le mie ultime cose e continuerò il mio viaggio verso l’isola dell’Omicidio, non mi va di perdere altro tempo utile tra queste persone*

Proprietario del locale: sei davvero spiritoso ragazzo mio…il tuo amico se ne andato via già da cinque ore chiedendo di addebitare il tutto suo tuo conto, noi lo abbiamo fatto senza discutere..tanto basta che qualcuno alla fine paghi l’alloggio e le consumazioni che sono state fatte…più naturalmente gli extra che il tuo amichetto si è concesso di avere…sarà pere vecchio ma sa ancora darci dentro come un giovincello te lo posso dire io..-

…detto ciò mi fece capire che stava dicendo ciò in maniera maliziosa…ma cos’era tutto questo discorso? Mi ricordavo perfettamente che lui mi aveva offerto di rimanere a suo addebito non al mio..che fosse un truffatore? Si lo era e io ero stato uno sciocco ingenuo a fidarmi delle sue parole, dopo tutto cosa dovevo aspettarmi da una persona che cercava di derubare la gente dei loro averi inventato una assurda storia. Ero rimasto dunque incastrato in una truffa, ma come potevo dirlo all’uomo che avevo di fronte? Sicuramente non mi avrebbe affatto creduto e io purtroppo con me non avevo portato neanche mezzo guil, l’unica soluzione era rimanere calmi non facendogli capire che non potevo pagare…

*maledetto vecchiaccio di un cowboy..quando lo becco giuro che gliela faccio pagare con gli interessi questo piccolo scherzetto che mi ha tirato*

-e a quanto ammonterebbe il debito che devo saldare a suo carico?-

Proprietario del locale: -allora facciamo due conti…pernottamento…più consumazione della cena, menù della casa più aggiunte varie…tre bottiglie di vino invecchiate di duecento anni…servizio in camera per cena aggiuntiva…spese aggiuntive ed extra, a buon intenditore poche parole…diciamo che ci aggiriamo all’incirca sui due mila guil-

…non sapevo bene il perché ma il mio cervello si era fermato alle tre bottiglie di vino invecchiate di duecento anni e ci mise un po’ prima di concepire il fatto che ero mi toccava sborsare la bellezza di duemila guil, l’unico problema era che non avevo una somma del genere con me e se anche mi fossi portato dietro tutti i miei averi non sarei mai arrivato a una somma così elevata per riuscire a pagarlo. Deglutii in modo sonore e l’uomo capì al volo che evidentemente non potevo permettermi di pagare un tale somma di denaro…

Proprietario del locale: - d’altronde nel remoto caso che tu non possa pagarmi potrei passarci sopra solo nel caso che accettassi di fare da scorta a una nostra carovana che dovrà partire dalla costa per arrivare qui. Questo carico vale almeno tre volte quello che tu mi devi, purtroppo si è subito sparsa la voce che esso partirà questo pomeriggio quindi sicuramente molti banditi si staranno già preparando per l’assalto alla mia carovana. Solo però nella remota possibilità che tu non possa pagare il conto…-

-ehm…da quale punto esatto parte la carovana?-

…l’uomo sorrise come se conosceva già ma mia risposta e quindi rassegnato del fatto che non avessi soldi per pagarlo si fidò nel mandarmi come guardia della merce che doveva arrivare qui. Prese dalla tasca del suo vestito una mappa stropicciata e tagliuzzata e me lo pose, notai subito che sulla costa a nord vi era una croce rossa era da li che sarebbe partito il carico..

Proprietario del locale: -il luogo è segnato con una croce rossa verso la sera…mi raccomando, se solo cercherai di fregarmi e fuggire non appena varcherai quella porta io lo verrò a sapere e mi appresterò subito a cercarti e a farti fuori con queste mani…nel caso invece non ce la farai a difendere la carovana ci penserò sempre io a terminare la tua vita sempre se i ladri non lo avranno già fatto per conto loro-

… non dissi nulla mi limitai a intascare la mappa e ad evitare il gigantesco uomo uscendo dalla porta principale, scesi le scale fino ad arrivare nella sala dove la sera prima stavo piacevolmente mangiando in compagnia del truffatore. Avanzai superando il tavolino e le varie sedie disperse un po’ a sinistra e un po’ a destra, il locale era vuoto, tutti erano già andati via per tornare alle loro vite, sicuramente si sarebbero riviste nuovamente qui la sera che sarebbe venuta per incominciare dove avevano lasciato la sera prima cioè a bere e a divertirsi. Arrivai davanti al saliscendi e tirai. Uscii dal locale e subito l’aria fresca pervase il mio corpo riempiendomi i polmoni fino al limite massimo per poi buttare vuoi l’aria, mi sentivo proprio bene ora anche se mi toccava deviare nuovamente e andare vicino alla costa per raggiungere la carovana. Ripresi la mappa che mi aveva dato l’uomo e controllai quale direzione dovevo prendere per arrivare a destinazione…mmm…dovevo andare a nord, li sarei sbucato su una stradina e continuando a camminare sarei arrivato senza troppo problemi a destinazione, tutto facile per l’andata ma quel che mi preoccupava era il ritorno, infatti il proprietario del locale mi aveva detto che la voce su questo carico si era già diffusa e quindi sicuramente i banditi non si sarebbero fatti sfuggire l’occasione, ma purtroppo per loro non sapevano che ci sarei stato io ad attenderli…

*proprio io mi dovevo mettere in una situazione del genere? Sono stato troppo ingenuo e pensare che quel vecchio sembrava in fondo una persona generosa…è proprio vero l’abito non fa il monaco, me lo dovrò ricordare la prossima volta che incontro una persona che mi tratta così bene solo dopo averci scambiato un paio di battute, ma meglio sbrigarsi non vorrei arrivare in ritardo all’appuntamento con le merci*

…annoiato mi incamminai verso nord, alla ricerca della stradina che poi mi avrebbe condotto al luogo desiderato. La ricerca di essa durò all’incirca una mezz’oretta fino a che un cartello non mi fece capire che ero arrivato a destinazione. Ok ora dovevo continuare dritto fino ad arrivare alla costa, li avrei dovuto aspettare che la carovana si facesse vedere per poi dirigerci nuovamente verso la locanda. Continuai a camminare per quella stradina deserta e stretta, a un certo punto la radura finì e all’orizzonte si fece vivo il mare azzurro, ero finalmente arrivato a destinazione. Arrivato sulla riva notai però che non c’era ancora nessuno e quindi dovetti aspettare un po’ prima che le merci si facessero vedere…mi misi sdraiato sulla sabbia posando il cappello nero che portavo sopra il mio volto coprendolo del tutto. I minuti passarono e finalmente una barchetta lentamente si avvicinò alla riva, condurre la piccola nave era un piccolo uomo che agitato guardava a destra e a sinistra per paura che qualcuno potesse aggredirlo. Arrivato fece scendere dalla navetta un cammello al quale portava appresso una carrozza bassa e coperta da uno spesso tessuto grigio, subito mi alzi andando vicino all’omino…

-buona sera…sono qui per saldare un debito con Andris Troncon, il proprietario del locale che dovrà ricevere queste merci, sono stato incaricato di fare scorta al carro fino al locale per ripagarlo di non aver pagato il conto…a comunque il mi chiamo Alex Torner spero che in questo viaggio sia il più breve possibile-

Omino: -buona sera anche a te…non è che mi fidi al cento per cento delle tue parole ma so anche che se questo fosse falso non saresti stato così sciocco da rivelare il vero nome o almeno non avresti saputo il nome del padron della locanda…anch’io spero che questo viaggio duri il meno possibile…si mormora in giro che i peggiori e i più avidi banditi si siano organizzati per saccheggiare questa carovana..sarai in grado mi portare la termine la tua missione-

-non preoccuparti anzi prega che sia il contrario di quel che indenti tu se no non sarò solo io a rimetterci la pelle…-

…l’omino non aggiunse altre parole a quelle che dissi io, aveva capito forse che era meglio non parlare troppo per quel viaggio, pregando magari che nessun malvivente si facesse vedere o provasse ad attaccarci ma anche se così fosse stato in si sarebbero salvati dai miei attacchi, dubitavo ad fatto che essi potevano avere una potenza maggiore della mia dato che erano semplici banditi. Sistemate le ultime cose l’omino salì in groppa al cammello incitandolo a partire, esso dopo averlo caricato incominciò a camminare verso la direzione che gli stava dando l’uomo…il problema era che quell’animale era troppo lento per un trasporto così pericoloso e certamente ciò avrebbe favorito e non poco i ladroni…

-ma questo coso non può andare più veloce di così questo coso???-

Omino: -purtroppo questa è la massima velocità che può raggiungere ora, considerando anche che è buio è meglio andare con cautela senza attirare troppo l’attenzione-

…Questa volta fui io a non metter parola sopra, tanto sapevo che era inutile discutere su questo fatto e quindi decisi di non commentare oltre. Man mano che ci avvicinavamo alla foresta più tutto ci faceva buio e cupo, andare piano per non attirare l’attenzione poteva anche andare bene ma saremo rimasti nel giro di poco tempo senza veder più un palmo dal naso…
 
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Capitolo 5°
Un incontro inaspettato...


…arrivati alla soia del vialetto intrepidi ci avviammo verso il locale che sarebbe stata la nostra destinazione finale. Il buio della notte non ci favoriva di certo il compito e l’ombra di un eventuale attacco gravava su quel carico pieno di merci pregiate, l’uomo che avevo di fronte sembrava non pensare altro che a quello, alla possibilità che da un momento all’altro una banda di assassini sbucasse fuori dai cespugli e brandendo le loro armi si avrebbero derubato o addirittura uccisi, era evidente che non sapeva che chi accompagnava in quel momento non si sarebbe fatto fermare da un gruppo di ladruncoli anzi sicuramente avrebbe preso quest’occasione come un pre-allenamento in vista dell’arrivo sull’isola dell’omicidio. Infatti erano proprio quelle le mie intenzioni, nel caso che qualcuno ci avesse assalito non sarebbe stato altro che una buona occasione per incominciare già da subito i miei allenamenti spargendo un po’ di sangue in giro come avevo già fatto tanto tempo fa. è da sapersi infatti che per avendo un nome di pura origine anglosassone la mia specialità più forte era quella di maneggiare le spade usando anche tecniche che non erano mai state viste nel mio villaggio di origine..perché questo? Molti potrebbero dire solo pura passione e un po’ di inventiva ma non era affatto così che erano andate le cose…era successo tutto la bellezza di dodici anni fa, quando ancora indifeso e privo di una buona logica mi imbattei in uno strano tipo che una volta capito che genere di persona ero e intuendo quello che forse sarei diventato mi insegnò il modo corretto di maneggiare una katana. Non mi soffermerò però nel parlare ai lettori di questa storia che potrebbe essere trovata non attinente al tipo di testo intrapreso e quindi preferisco prendere quella storia quando effettivamente ce ne sarà bisogno di saperla. Occhio attento e vigile mi guardavo intorno alla ricerca del più minimo spostamento d’aria, del più minimo rumore, tutto quello che poteva farmi capire che eravamo già in una situazione di pericolo ma, nulla di questo fu da me percepito. I ladroni evidentemente erano stati ben più furbi del solito, non avevano rischiato di attaccarci quando sapevano che da li a poco ci saremmo dovuti inoltrare nella radura selvaggia stando dunque scoperti da eventuali trappole o mosse a sorpresa…forse solo esperienza accumulata nei tanti anni di “servizio” se così si poteva chiamare…io invece disprezzavo quello che loro facevano ciò che loro pensavano di fare…a dimostrare ciò bastava solo vedere come il piccolo ladro che avevo incrociato tempo fa aveva finito di vivere non appena aveva solo pronunciato la parola “lavoro”. Nel ricordare quei momenti ancora la rabbia mi saliva raggiungendo un limite che mai aveva toccato, la voglia di estrarre la spada e tagliare i loro corpi già stava balenando in me e più il tempo passava e più questa cresceva iniettando i miei occhi di sangue. Una scena raccapricciante da vedere e monotona da leggere ecco come definirei essa. Il costate cigolio che faceva quel carretto poi non faceva che alimentare quel che nella mia testa accadeva che poi pensandoci bene e fermandoci sulle cose non era stata neanche colpa mia…non ero stato io a essermi messo in quella situazione ma vi ero stato cacciato dentro a calci per colpa di un vecchietto che forse mai più rivedrò, tutto per un soldo bucato. Ecco che ancora una volta la rabbia saliva e questa volta per sfogarmi un po’ me la presi con un albero li vicino tagliandolo a metà con l’ausilio di Luna Danzante che impugnavo stretta tra le mie mani, tutto naturalmente sotto gli occhi impauriti dell’omino che stava seduto sul carro dando al giusta direzione al suo cammello. Chi cosa pensava di me quell’essere…sicuramente che ero un pazzo o qualcosa del genere se non si spiegava il fatto che non appena mi girai per incrociare il suo sguardo con uno scatto ritornò a guardare in avanti, che avesse timore del fatto che sarei stato forse io ad ucciderlo facendolo sparire dalla faccia della terra? Molto probabile ma non mi interessava molto quel che lui pensava…contava solo quel che io pensavo di come mi ero fatto fregare così facilmente da un vecchio e di come avevo perso così facilmente un giorno utile per continuare il mio viaggio verso quella danna isola dell’omicidio, di come ero partito convinto di arrivare presto a destinazione e solo ora mi accorgevo veramente che quel posto sembrava più lontano del previsto. Avevo calcolato tutto male, dalla partenza all’arrivo…allenarmi per diventare più forte questo era l’obbiettivo, le sconfitte contro Shuda e contro Shirou mi avevano fatto crescere e non poco sotto il profilo mentale e all’approccio allo scontro all’ultimo sangue contro qualcuno, eppure qualcosa ancora mancava…era vero per vincere non serve solo la forza ma anche la testa ma, detto in tutta franchezza, se non sia ha una buona dose di forza l’intelligenza da sola non potrà mai riempire entrambi i campi come d’altronde la sola forza non bastava. una volta che il lavoro qui sarebbe finito l’obbiettivo si sarebbe nuovamente spostato sul raggiungimento della mia destinazione e questa volta nessuno sarebbe venuto a distogliermi da questo primario obbiettivo. Dopo all’incirca una mezz’ora di cammino ci ritrovammo dinanzi al luogo in cui non molto tempo prima io ero passato per immettermi sulla stradina, solo che questa volta avremmo dovuto fare il processo inverso cioè entrare noi nella radura. L’uomo mi lanciò un occhiata disperata ma rassegnata, dovevamo andare così senza pensarci due volte lasciammo la sicura via per andare in mezzo alla fitta vegetazione…il rumore del carretto sembrava misteriosamente sparito mentre il mio senso d’allerta cresceva man mano che ci facevamo più in la…come previsto qualcosa accadeva o stava già accadendo in quel luogo, il mio istinto non sbagliava mai e anche questa volta non avrebbe fallito…lentamente portai Luna Danzante nuovamente nel suo fodero dietro la schiena per poi far scivolare la mano sinistra sul fodero della mia Katana nera e posare la mano destro sull’elsa di questa. Con un cenno della mano feci segno al mio accompagnatore di fare rallentare il passo del carro così che potevo udire meglio i rumori che vi erano intorno..l’uomo all’inizio sembrò non capire ciò che volevo fare ma po’ fidandosi decise di rallentare il passo anche se il suo viso mi diceva espressamente che avrebbe preferito aumentarlo il passo non di diminuirlo. Mi fermai di scatto, avevo udito un fruscio sospetto…se levò anche un leggero rumore di erba calpestata, non potevo sbagliarmi qualcuno si stava avvicinando…

*finalmente si sono decisi a venire fuori…anche se da quel che odo non sono in molti anzi, non vorrei azzardare un ipotesi ma direi che sia solo una persona quella che si sta avvicinando…questo vuol dire solo una cosa…hanno mandato qualcuno per controllare che il carro sia già giunto a destinazione e vedere quanta protezione vi è appresso…spero che mi prendano sotto gamba così da sciocchi proverebbero un attacco frontale e per loro sarebbe la fine…meglio fare un cenno anche al conducente del carro non vorrei che per il panico facesse una cavolata*

…un secondo cenno questa volta più deciso e il carro si fermo del tutto. L’uomo su di esso forse già sapeva cosa stava succedendo così prima che io gli potessi fare un cenno con la mano annuì facendomi capire che aveva capito la situazione che si era venuta a creare. Si udivano solo i piccoli fruscii creati dal vento e ad un orecchio sopraffino potevano giungere anche ogni tanto dei piccoli calpestii che pur nascosti non potevano essere del tutto annullati. Sul mio volto si accese allora un bel sorriso a centoventinove denti, era tutto pronto per ricevere il nostro nuovo ospite…passarono ancora dei secondi e poi i passi finirono e un’ombra si fece vedere dietro uno dei tanti cespugli li vicino, come prima cosa feci finta di niente cerando di non far capire a colui che ci stava guardando che lo avevamo scoperto e quando fui abbastanza vicino con una mossa rapida estrassi la spada puntandola sulla gola dell’ombra che rimase ferma immobile respirando in modo molto rumoroso..aveva paura…

-esci fuori di li e non fare brutti scherzi se ci tieni alla tua miserabile vita...a ti avverto che non scherzo. Già non volevo venire qui perché non era parte dei miei piani e poi ho un nervoso che mi dice solo “sgozzalo sgozzalo” quindi non so quanto realmente ti conviene reagire…-

???:- non scaldarti troppo sparviero…forse neanche sai nei guai che ti sei messo puntandomi questa sorta di katana sulla gola…se fossi in te abbasserei l’arma e lascerei il controllo del carro a me prima che la tua vita e quella del bacucco lassù si mette veramente in pericolo…-

…poggiai la mano sinistra sul volto lasciando però uno spiraglio che permetteva agli occhi di rimanere piantati sopra quell’ombra, incomincia a ridere sonoramente, e come facevo a non ridere? Come era possibile che una persona che stava ridotta in una situazione così disonorevole avesse ancora l’arroganza di rispondere in malo modo a delle affermazioni così forti ancora non lo sapevo…però era da riconoscere che era convinto delle sue capacità quindi mi sarei sicuramente divertito nel caso che fossero stati tutti come lui…

-sei molto divertente anche se non so come ti chiami…ma con quelle parole diciamo che mi hai offeso e soprattutto odio le persone che messe in situazioni del genere si divertono a dire pubblicamente che in qualunque caso la vita a rischio non è la tua ma la mia…quindi ti darò un assaggio di quello che realmente può accadere-

…avvicinai ancora di più la spada al suo collo finché essa non lo toccò facendo sentire al mio avversario il freddo della mia lama e poi tirai leggermente e velocemente verso destra creando un taglio non molto grave ma neanche leggero sul suo collo. La persona che ancora era nascosta dietro il cespuglio lanciò un urlo di dolore che si percosse per tutta la radura…subito dopo l’urlo si incominciarono ad udire il rumore dei passi sull’erba e subito saltarono fuori dagli alberi dei briganti che brandivano le loro spade pronti ad eliminare colui che aveva recato quell’offesa a uno dei loro compagni. Portai quindi via la spada dal collo di quella strana persona scuotendola facendo in modo che il sangue appena colato su di essa cadesse per terra. In maniera naturale come se non foste accadendo nulla rinfoderai la spada guardando i presenti dritti in faccia, erano cinque persone, cinque uomini per l’esattezza che non pretendevano altro che il bottino e la mia testa…

???:- chi è stato lo stupido che ha osato fare ciò a un nostro compagno??? Che venga subito fuori il nome!! A non puoi che essere tu con la katana nera! Presto miei compagni facciamolo fuori e prendiamo il bottino nascosto nel carro! Avanti!!!-

…ecco quello sarebbe stato il primo a cadere per la mia lama. Piegai leggermente le ginocchia e partii all’attacco, avrei usato dunque la tecnica d’estrazione della spada, mossa samurai che poteva da sola mettere KO una persona. Quando fui abbastanza vicino a quell’istigatore feci scorrere la lama sul fodero e così facendo la katana prese maggiore forza…il risultato fu scontato. La pelle di quell’individuo su trafitta come il butto con tutto quello che ne conseguiva, cioè perdite incentive di sangue e un urlo che non aveva niente da invidiare a quello lanciato in precedenza, bene ora ne rimanevano solo quattro…

-tks e io che pensavo foste un po’ più forti..questo non è di certo un allenamento…su su metteteci più grinta e determinazione se no che gusto c’è a incrociare la mano della mia katana con quella dei vostri catorci di ferro?-

…subito si levò un urlo di disdegno e i quattro banditi partirono tutti alla mia volta sbraitando e incitando la mia morte…che branco di idioti, non sapevano che più si avvicinavano a me e più rischiavano di perdere la vita o rimanere menomati come era successo all’istigatore. Rinfoderai nuovamente la spada per poi portare la mano sinistra dentro la giacca ed estrarre la Katana bianca che avevo nascosto, sempre legata con la solita benda… presi essa a cinque metri dall’elsa e incominciai a farla ruotare sopra la mia testa per caricarla di forza centrifuga e poi lasciarla andare verso i busti dei quattro. Neanche a farlo apposta tutti quanti furono abbattuti da questo attacco che gli provocò un enorme taglio all’altezza degli addominali…che delusione che stavo vivendo, e io che speravo in qualcosa di meglio…

-mi avete profondamente deluso…ok penso che ora possiamo proseguire il nostro cammino senza altre paure giusto?-

Omino:- e si penso che adesso potremmo continuare il nostro cammino senza troppi problemi visto che questi qui sono stati tutti sconfitti…anche se, se fossi in te io li ucciderei tutti quanti per non rischiare di subire delle ripercussioni in futuro..sai questa è gente vendicativa…-

-non ti vedi preoccupare minimamente di ciò…nel caso in cui volessero fare la pazzia di attaccarmi per vendicarsi non sarei più così buono con loro e quindi gli darei il colpo finale..capito voi? Fatevi nuovamente rivedere dinanzi ai miei occhi e non esiterò ad eliminarvi completamente senza più esitazioni, OK?? Spero di si…bene ora andiamo abbiamo una merce da consegnare e non voglio ritardare ancora di più-

…detto ciò ci rimettemmo subito in viaggio, questa volta senza nessuno senso di oppressione o di paura. Tutto filò liscio come l’olio fino a che l’insegna del locale non si fece vedere all’orizzonte, finalmente eravamo ritornati a destinazione. Subito il proprietario della locanda si precipitò fuori e una volta constatato che ma sua merce era arriva sana e salva li scoppio in un sorriso compiaciuto e soddisfatto, soddisfatto del lavoro che avevo fatto. Esso si avvicinò a me posandomi poi la mano sinistra sulla mia spalla destra e sorridendomi incominciò a parlare…

Proprietario della locanda: -non so come hai fatto ad arrivare qui salvo e senza un graffio ma sono molto compiaciuto di ciò che sei riuscito a fare..grazie a te ora posso finalmente rinnovare il locale e apportare delle modifiche ad alcune cosucce che sicuramente senza di te sarebbero rimaste come erano ora…quindi senza esitare ti posso ben dire che il tuo debito nei confronti della locanda e istinto anzi ti invito io stesso a bere un bel bicchiere si birra prima che tu possa andare via da qui-

-…anche se non dovrei accettare non posso rifiutare un offerta del genere…direi che me la sono meritata, ho anche evitato che cinque vite si spegnessero con facilità quindi…-

…detto ciò entrammo entrambi dentro alla locanda che era completamente vuota se non fosse per due persone che erano sedute vicino al bancone. Una in particolare si risaltò ai miei occhi perché avevo una strana sensazione come se stessi dimenticando qualcosa…lo guardai meglio e capii di quello che si trattava. Le parole del vecchio Arcanis rimbombarono dentro la mia testa chiarendomi meglio la situazione…

*se vuoi puoi andare anche nella capanna qua affianco, non c’è nessuno perché mio figlio è partito per un viaggio. Non so quando tornerà di preciso, se durante il tuo di viaggio lo incontri puoi dirgli che qui stiamo tutti bene. Lo riconoscerai subito, è un tipo molto alto e presenta una cicatrice sulla guancia destra, carnagione scura e porta con se una falce. Di solito porta una normale veste del nostro villaggio, cioè un paio di pantaloni di pelle di tigre e una giacca fatta di pelle di bufalo. Cioè ci fa sembrare uno di quegli antichi popoli che vivevano su questa terra migliaia di anni fa ma allo stesso tempo è l’unica cosa che si distingue dagli altri villaggi, come dire…più moderni*

…la carnagione scura c’era, la falce pure, mancava solo vedere se sulla sua guancia destra era presente una cicatrice. Mi avvicinai a lui lentamente e quando gli fui abbastanza vicino incomincia a parlare…

-scusami un attimo ma vorrei chiederti una cosa…-

…l’uomo si girò subito e quindi potei constatare che effettivamente aveva una cicatrice sulla guancia destra. Avevo trovato il figlio di Arcanis questo si che era un colpo di fortuna! Così avrei potuto chiacchierare con una persona che sicuramente non era uno sprovveduto…

-ma tu sei il figlio del capo villaggio Arcanis? Sai sono passato per quel villaggio e mi ha chiesto nel caso ti avessi incontrato di comunicarti che li stanno tutti bene e con vedono l’ora che tu ritorni tra loro, soprattutto tuo padre che purtroppo da solo non può svolgere tutte le mansioni che gli spettano-

Figlio di Arcanis: -piacere di conoscerti sparviero! Se mio padre ha avuto la briga di raccontarti di me e di tutte le altre cose vuol dire che sei uno che sa usare la testa nel modo giusto…questo quindi mi induce a pensare che più per informarmi di come se la passano al villaggio tu sei venuto qui perché eri curioso di sapere che il figlio di quel saggio a preso da lui..ahi me devo dire proprio di si, ho preso tutto da mio padre…ahahahah…comunque il mio nome è Victor-

-si vede proprio che hai preso da tuo padre Victor…a scusa se non mi sono presentato prima, io sono Alex Torner e vengo dalla fortezza dell’Assiah…sono in viaggio per allenarmi e diventare più forte-

Victor: -diciamo un po’ come tutti quelli che fanno parte di quella fortezza…il potere e la forza d’altronde solo cose che hanno sempre attirato l’uomo e quindi non vedo strano il fatto che anche tu ne sia attratto…e comunque io sarei il primo a dover rimanere zitto visto che ho lasciato il villaggio per i tuoi stessi motivi oltre per cercare di mettere freno alla pazzia di una persona che si aggira più a nord da qui…ti vedo interessato, se vuoi ti racconto più cose domani, sai oggi ho vissuto una giornata molto intensa e quindi mi sa che vado a dormire-

-ok Victor a domani allora-

…detto ciò i due di diressero verso il piano superiore mentre io mi accostai al bancone aspettando che il proprietario mi portasse quella bella birra fresca che mi aveva promesso di portare prima…
 
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view post Posted on 10/2/2009, 20:50

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Capitolo 6°
Verso l'isola...


Proprietario del locale: - ecco la birra che ti avevo promesso mio giovane amico…te la sei meritata tutta quanta fino all’ultimo goccio. Ma dimmi un po’ tu, quanti ne avete incontrati per la foresta? Da quel che devo hai i vestiti leggermente sporchi di sangue quindi ho subito dedotto che qualcosa è successo prima che foste di ritorno…mah, ancora però non mi capacito di come una notizia riservata come quella delle merci si sia diffusa con tanta velocità, eppure ero sicuro di non averlo detto a nessuno…lo sapevo solo io…va beh quello che conta è che le merci siano arrivate a destinazione! Ecco il boccale! Alla tua salute!...-

…il custode incominciò a parlare e a farmi qualche domanda su quello che era successo nella foresta che avevamo appena attraversato, era molto curioso a sentir le sue parole e quella curiosità forse era giustificata dal fatto che non avrebbe mai creduto possibile l’arrivo di quelle pregiate merci nel suo locale…ma ora che ci pensavo l’uomo che avevo di fronte non mi aveva mai rivelato di cosa effettivamente trattasse quello che ancora era nascosto sotto le coperte nel carretto. Bene ora ero io quello curioso, curioso di sapere per osa avevo rischiato la vita, per quale valore mi ero scomodato perdendo un giorno di viaggio inutilmente…

-grande grosso e curioso…tu vorresti sapere cos’è successo nella foresta? Beh purtroppo nulla di troppo eccitante per me…si sono presentate cinque persone all’incontro, volevano tenderci una trappola ma sono riuscito a capire quello che volevano fare prima che tutto avesse inizio…ne ho feriti quattro lasciandoli in fin di vita distesi sull’umida erba…non era una scena molto piacevole da vedere la comunque se lo meritavano…avevano osato dirmi che mi avrebbero ucciso, io odio le persone che lanciano questi messaggio senza poi concludere niente. Il quinto purtroppo non so dove sia finito, a dire la verità è stato il primo che abbiamo incontrato sul nostro cammino e forse lui è quello che ha ricevuto l’umiliazione peggiore dato che lo quasi sgozzato perché era convinto che mi potesse mettere in pericolo di vita…non ci sono più i banditi di una volta, questi non sanno fare altro che parlare senza agire e nel caso in cui agissero non saprebbero da dove incominciare…ora però ho io una domanda da farti…io sono partito subito dopo che mi hai fatto quell’offerta senza chiederti cosa effettivamente contenesse quel carico che doveva arrivare e quindi te lo chiedo adesso…in cosa consiste questo prezioso tesoro?-

…posta la domanda presi dal bancone il boccale di birra e lo avvicinai alla bocca per poi dare un bel sorso. Era fresca e delicata, proprio buona, non ero un intenditore di birra e vini ma quando ne incontravo uno buono lo sapevo riconoscere e questo lo era. Posai lo sguardo poi sul proprietario del locale aspettando che mi rispondesse, infatti dalla sua espressione si poteva ben capire che ancora non aveva trovato una buona scusa o un buon argomento per sviare il discorso e io mi divertivo a vederlo così insicuro di quello che doveva fare. passarono altri due secondi e finalmente l’uomo aprì bocca rispondendo alla mia domanda o almeno speravo…

Proprietario del locale: -beh…mmm…diciamo che si tratta di pezzi d’antiquariato che valgono un bel gruzzolo di soldi..forse ti domanderai chi si interessi a della roba del genere ma nel mondo ce ne sono di persona così stupide…quest’uomo mi ha detto che è disposto a sborsare fino alla bellezza di novemila guil totali. Una bella somma vero? Con quei soldi potrò fare tante cose e la prima è ristruttura il locale e risanare qualche vecchio buffo…ecco tutto…parlando d’altro come ti pare questa birra? Buona vero? Lo fatta io stesso con queste mani e sfido chiunque a trovare un nettare più pregiato e leggero di questo…-

-non sono convinto che quello che mi hai detto sia la verità…ma..per tua fortuna non mi interessa più di tanto i tuoi loschi affari e quindi non mi immischierò di più…mmm novemila guil sono proprio una bella somma, se fossi in te altro che ristrutturazioni! Io prendere tutto e andrei a fare la bella vita da qualche parte lontano da qui…e poi mi dici come è possibile che abbiano saputo delle merci, non ti accorgi tu stesso che avvolte hai la lingua troppo lunga? Questo è un bel difetto…e si hai ragione questa birra è proprio buona, anche se non sono proprio un buon intenditore quindi per avere conferme sarebbe meglio chiedere a qualcuno più esperto che da come avrei capito non sono io…ahahah-

…conclusi scherzosamente mentre mi scolavo anche l’ultima goccia di birra rimasta infondo al bicchiere. Anche quella giornata era andata con i soliti imprevisti, a pensarci bene non avevo mai fatto caso che la vita fuori dalla fortezza fosse così caotica forse perché mi ero abituato al ritmo monotono della fortezza e ora neanche si facevo più caso. Posai il bicchiere sul bancone e con un piccolo scatto mi alzai dalla sedia su cui ero seduto, dopo quella bevuta non mi andava di mettermi a sede per paura che mi venisse il mio solito abbiocco e quindi rimanere inchiodato li. Mi girai nuovamente per guardare il proprietario…

-parlando veramente di altre cose…quel ragazzo che prima era seduto li assieme al suo amico è un cliente abitudinario di questo locale e forse è la prima volta che lo vede? Sa prima di venire di queste terre ho visitato un piccolo villaggio dove ho conosciuto suo padre, una persona molto colta e saggia…mi chiedo ancora come sia il figlio. Dalle poche battute scambiate posso ben capire che abbia preso tutto dal padre ma da quel che so non si può giudicare una persona a pelle fidandosi troppo del proprio istinto…purtroppo se questo ho avuto esperienza personali…-

Proprietario del locale: -se quel che hai detto è la verità ora capisco da dove ha preso quella calma che porta e la facilità con cui riesce a trovare soluzioni ai problemi dei miei clienti..rispondendo alla tua domanda…il ragazzo in questione è arrivato qui all’incirca due settimane fa, il motivo per cui è arrivato non mi è ancora chiaro ma ogni tanto parlano di una certa persona che da quanto ho capito è un guerriero che semina terrore e distruzione ovunque esso passi. Dalle ultime cose che hanno detto costui ora punta verso sud e quindi si è stanziato nelle vicinanze. ancora secondo quel che ho sentito hanno deciso di mettere fine a questo terrore e alla distruzione e quindi lo stanno cercando per eliminarlo definitivamente…doto però che sono ancora qui dubito che abbiano portato a termine la loro missione. Del suo amico non ho informazioni particolari, è venuto qui assieme al ragazzo, ma mi sembra anche lui un tipo apposto-

…proprio come mi aveva detto lui prima di andarsene a dormire. Era qui per alcuni affari legati ad un matto al quale piaceva seminare distruzione e massacrare la gente…che gesto nobile da parte sua dedicarsi alla sua eliminazione ma se costui era così forte da non aver trovato nessuna difficoltà a distruggere ciò che aveva distrutto come potevano due semplici ragazzi contro di lui? Magari avevano un piano d’azione e dovevano sfruttarlo non appena lo avrebbero visto…

-ah è per questo che è venuto qui…mi aveva accennato una cosa del genere prima e adesso ne ho la conferma. Penso che mi unirò anch’io al gruppo…facendo due calcoli noi dovremmo andare verso nord per trovarlo e visto che io sono diretto proprio in quella direzione non posso farmi sfuggire la situazione. Così inizierò il mio allenamento come avevo previsto..tutto fila…mi sa però che ora è meglio andare a dormire…ti volevo chiedere una cosa…vedi, tu sai che io sono al verde e quindi non potrei pagarti la stanza…-

Proprietario del locale: -non preoccuparti questa volta farò finta di nulla e non sborserai neanche un centesimo…infondo te lo meriti per quello che sei riuscito a fare…vai pure-

…non dissi nulla per non rischiare di far cambiare idea all’uomo e quindi subito mi piombai al piano superiore. Raggiunsi le scale e le salii lentamente fino ad arrivare al piano superiore, mi ricordavo bene che la stanza dove la sera prima aveva dormito si trovava dopo il corridoi la seconda a sinistra e quindi mi avviai verso quella stanza. Arrivato alla fine del corridoio girai a destra e mi fermai davanti alla seconda porta a sinistra, allungai la mano destra ed afferrai la maniglia girandola, la porta era ancora aperta ed era rimasta come l’avevo lasciata io cioè con le lenzuola tutte disfatte. Una volta attraversato l’uscio chiusi la porta alle spalle per poi infilare la chiave e girarla nella serratura. Questa volta decisi però di lasciarle li le chiavi, attaccate alla porta facendo così in modo che nel caso che il proprietario avesse deciso di aprire quella porta con il suo mazzo non ci sarebbe riuscito dato che avrebbe trovato qualcosa dall’altra parte che glielo avrebbe impedito. Slacciai da dietro la schiena il fodero di Luna Danzante e lo posai a destra del letto, feci lo stesso con il fodero della Katana nera che una volta slegata dalla mia cintura fu posata vicino alla spada precedente, in fine tirai fuori dal terzo fodero che avevo dietro alla schiena la Katana bianca nascondendola sotto il cuscino. Mi sfilai il giacchetto nero e il cappello posandoli sul comodino, finita anche quest’operazione mi sdraiai sul letto chiudendo gli occhi e pensando a quello che era successo quella giornata e attendendo che Morfeo mi prendesse tra le sue braccia. Anche quella notte fu priva di sogni significativi e quindi un sollievo in più per il mio animo già abbastanza turbato, in compenso però successero le stesse cose che erano accadute la notte prima , cioè mi dimenai su quel letto come un matto facendo cadere la katana a terra e facendo volare il mio cuscino dall’altra parte della stanza. I minuti passarono velocemente come le ore e subito la luna che prima era candita nel cielo si fece da parte lasciando che il sole dominasse ancora una volta la scena, quei stessi raggi giunti sopra i miei occhi provocarono il mio risveglio ben più tranquillo di quello del giorno prima.. e si, si poteva dire che finalmente ero riuscito a trovare un punto di massima serenità e freschezza sia fisica che mentale. L’ultima volta che mi ero sentito così risaliva a prima del mio arrivo nell’Assiah, forse era proprio quel luogo che mi aveva fatto diventare così cupo e triste, con tutte quelle uccisioni, cadaveri e una guerra centenaria che non aveva l’aria di voler ancora finire. Mi alzi subito dal letto senza aspettare altro tempo e mi apprestai a sistemare quello che avevo messo in disordine, tempo tre minuti ed era tutto tornato come nuovo e quindi non mi rimaneva altro da fare che risistemarmi addosso le varie armi che avevo con me e uscire da questa stanza. In ordine di elencazione indossai le seguenti cose: legai nuovamente il fodero della katana nera sulla cintura; rinfoderai quella bianca; indossai la giacca nera che avevo posato sul comodino; riposizionai Luna Danzante dietro la schiena e in fine mi misi il mio inseparabile cappello nero stile western. Arrivai fino alla porta e girai nel senso opposto la chiave, come per incanto ora la porta era nuovamente aperta e quindi mi bastò muovere la maniglia per far si che la porta si spalancasse davanti a me…il corridoio era deserto lasciando quindi presupporre che sul piano non ci fosse nessuno. Chiusi la porta e con passo veloce raggiunsi le scale, scesi subito al piano inferiore e non appena fui arrivato vidi che nel salone erano già presenti la bellezza di sei persone: tre clienti che erano seduti attorno a un tavolino, il proprietario e in fine Victor con il suo amico che sembravano pronti per la partenza. Mi avvicinai a quei due con passo lento fino ad arrivargli vicino ma, non fui io a prendere parola ma ben si Victor che sembrava quasi felice di vedermi…

Victor: -buon giorno Sparviero…passata bene la notte? Spero di si. Io e Keryn ci stiamo dirigendo verso nord per quell’affare che ieri sera ti ho accennato…ho sentito dire dal proprietario del locale che anche tu sei diretto da quelle parti e quindi volevo chiederti se per caso volevi unirti a noi per il tratto che dovremmo fare in comune..tu cosa ne dici?-

-per me va più che bene..basta che non creo troppo disturbo. Io sono diretto verso la costa a nord, devo salpare poi verso l’isola dell’omicidio..voi invece dove siete diretti? Così so più o meno quanto sarò di disturbo…-

Keryn: -penso di parlare che in nome di Victor quando dico che secondo noi non sarei per niente di intralcio, anzi! Mentre ci avviamo infatti di dovremmo parlare anche di una cosetta che ieri sera non abbiamo avuto tempo di dirti oltre a raccontarti di preciso chi sia quell’uomo che si sente rumoreggiare in giro…quindi niente paura e vieni con noi!...noi ci faremo un bel giro per tutta la zona al nord quindi non penso che accompagnarti fono alla costa possa intralciare più di tanto quello che dobbiamo fare..giusto Victor?-

Victor :- hai pienamente ragione Keryn, non ti devi preoccupare non ci rechi disturbo..-

-non ti preoccupare perché qui di paura ce n’è ben poca ahaha va bene mi unirò al gruppo per il tempo che ne concede tanto ci troviamo per la stessa strada se non sbaglio…e al dire il vero sono molto curioso di sapere qualcosa di più su questo individuo che sta recando terrore alle terre del nord…-

…a quelle parole i due mi guardarono con aria strana come per dire “ e questo come se quest’informazione?”, tutto merito del proprietario al quale ero riuscito a spillare un po’ di info grazie al fatto che aveva una lingua troppo lunga e una volta o l’altra ciò lo avrebbe portato alla rovina. Sorrisi ai due e con un gesto della testa indicai l’uomo dietro al bancone che era intento a pulire i bicchieri, probabilmente quelli che avevamo usato ieri sera. I due capirono al volo quello che intendevo e ricambiarono a loro volta il sorriso, senza aggiunger altro si girarono ad uscirono dal locale, io intanto le seguii. Giunti fuori dal locale Victor sembro più sollevato e prese nuovamente la parola…

Victor: - eheheh quell’uomo non si mentisce mai, si impiccia sempre di tutto e poi però non sa tenere a freno la lingua..ecco perché l’informazioni sulle merci pregiate si è sparsa con tanta velocità, con un pettegolo come lui! Va beh cambiando discorso volevo parlarti un po’ di quello che io e Keryn stiamo per fare…saprai già che io e lui stiamo andando li per cercare di trovare questa persona e per eliminarlo una volta per tutte..ma la riuscita e ardua, le possibilità di insuccesso sono alte e solo noi due non potremmo farcela contro quella persona. Come faccio a dirlo? Semplice, ho raccolto alcune testimonianze in giro, di persone che dicono di aver assistito a uno degli scontri che questa persona a fatto..di averlo visto negli occhi addirittura, senza però senza esser stato ucciso..la fonte da cui abbiamo tratto le notizie non è molto sicura ma comunque qualcosa mi dice che non mentiva… come prima cosa sappiamo che avremmo davanti una persona estremamente forte nell’uso delle armi di grande spessore, quale sia non si sa, la fonte ha detto di non ricordarselo di preciso…come seconda cosa ma forse le più importante costui mi ha detto che attinge la sua forza da un qualcosa di mistico e di impreciso…lo riconosceremo perché indossa un vestito lungo e nero che gli arriva fino alle caviglie, un altro particolare e che il collo di questo vestito è più alto e largo del normale tanto che tra esso e quello del proprietario ci sono al’incirca cinque centimetri…altra cosa che ci permettere di riconoscerlo e che porta questo abito leggermente sbottonato in alto facendo modo che si possa vedere la parte iniziale dei pettorali…purtroppo questo è il massimo che siamo riusciti a fare…questo massacratore non lascia nessun essere in vita…che sia donna, uomo o bambino…quindi all’erta…-

-da come me lo hai descritto mi sembra tutt’altro che un moscerino questo tizio…potrebbe dare lui l’inizio ai miei allenamenti…i ladroni che ho incontrato nella foresta ieri non erano nulla di speciale e non mi hanno divertito per nulla… lasciando questo da parte prenderò il tuo consiglio e non sottovalutò questa persona una volta che l’avremmo i fronte…bene direi che è ora di partire…destinazione nord della costa!-

…i due si rincuorarono alle mie parole e forse capirono che avevano incontrato una persona che li avrebbe volentieri aiutati per questa missione molto rischiosa e che non si sarebbe tirato indietro anzi li avrebbe travolti con la sua voglia di fare…sprezzante e determinato dunque mossi i primi passi verso la foresta che era a poca distanza da li, i due ancora sorridendo mi seguirono a ruota pronti anche loro all’eminente scontro. Quest’atmosfera era quella giusta per affrontare questo nuovo viaggio… ma questo sarebbe ugualmente bastato per tornare sani e salvi ognuno nelle proprie case? Solo il tempo ce lo saprà dire...
 
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7°Capitolo
Carne e sangue nella foresta nera


…i tre marciavano tranquilli nella foresta sorridendo e guardando ogni tanto a destra e a sinistra, dopo tutto oltre a dirigersi verso la costa a nord dovevano in caso anche cercare e uccidere quell’uomo che stava seminando terrore e distruzione nei dintorni, un’impresa a dir poco ardua secondo le informazioni che ci erano state date su quell’individuo, eppure sentivo che ce l’avremmo fatta a farlo fuori, eravamo una squadra composta da elementi molto validi o almeno così io pensavo, non sarebbe dovuto essere troppo difficile eliminarlo. Portai la mano destra davanti alla bocca per coprir uno sbadiglio che mi era scappato, mi ero alzato da poco dal letto e quindi ero ancora mezzo assonnato, stavamo percorrendo una piccola via in terra battuta che si faceva largo tra gli alberi presenti, tutto era piuttosto tranquillo e sereno anche questa nuova giornata…non mi sarei mai aspettato un viaggio tutto sommato così tranquillo e senza eclatanti imprevisti,k se non fosse stato per quel vecchiaccio che mi aveva ammollato tutti i debiti del locale sarebbe stato anche meglio, ma forse se non fosse stato così non avrei neanche mai incontrato Victor e il suo amico, infatti sarei partito all’istante senza aver il piacere di incontrarli. Meglio così…incominciai a fischiettare una canzone che avevo sentito nella fortezza poco prima di partire, se non sbagliavo l’aveva sentita nella taverna che vi era vicino al clan centurio e stranamente ancora me al ricordavo, forse perché mi era rimasta in pressa..boh, comunque non aveva effettiva importanza dove l’avevo sentita. A un certo punto arrivammo ad un incrocio dove di diramavano più avanti tre sentieri diversi, due portavano verso nord mentre uno si dirigeva ad ovest, noi sicuramente avremmo dovuto prendere uno dei due che si dirigeva verso nord ma quale dei due? Rivolsi lo sguardo verso Victor e Keryn che sicuramente conoscevano questi luoghi meglio di me e quindi sapevano che strada prendere per andare verso la costa…

Victor: -…se non sbaglio l’ultima volta che siamo venuti qui avevamo preso quella a sinistra che alla fine ci aveva condotto in una grotta non molto confortevole…non mi ricordo neanche di aver intraveduto il mare durante quel viaggio e quindi penso che dovremmo prendere la stradina spostata più a destra..quella che porta a ovest la escludo per ci ritroveremo all’interno della regione mentre noi vogliamo andare verso la costa. Se tutti siete d’accordo prendiamo la stradina che porta verso nord-est…-

-ok prendiamo quella strada…purtroppo non pratico di questi posti infatti è la prima volta che vengo qui…quindi posso solo fidarmi della tue parole, volevo chiederti solo una cosa prima di rimetterci in cammino, secondo te quanto ci vorrà ancora prima di arrivare alla costa? Per entrare più nello specifico, non che vada di fretta, ma per questa giornata pensate ce la possiamo fare ad arrivare minimo alla costa?-

Victor: - non ho l’esatta predisposizione a vedere quanto tempo ci impieghiamo per dirigerci da un posto all’alto della regione e quindi non posso risponderti con certezza a questa domanda, ma più o meno considerando che siamo partiti molto presto dal locale dovremmo impiegarci all’incirca una ventiquattro ore prima di raggiungere la destinazione… quindi mi sa proprio che dovremmo fermaci a riposare nella foresta prima di continuare, per domani a mezzo dì comunque penso che saremo li…naturalmente salvo imprevisti che tu già conosci…anche se non vorrei immischiare più di tanto anche te in questa situazione nostra, dopo tutto tu hai i tuoi buoni motivi se non te la senti di rischiare la vita così per una situazione del genere-

-non dirlo neanche, dopo tutto sono in debito con tuo padre per avermi offerto un posto dove dormire e un pasto per accumulare le forze perse, e siccome ho questo debito intendo sdebitarmi offrendo il mio aiuto in questo modo…i guerrieri che albergano nell’Assiah non si tirano indietro così facilmente, e poi non penso che costui che voi state cercando sia tutta questa potenza, ha la fama di aver ucciso uomini donne e bambini e questo più che gloria si può definire crudeltà e mancato senso dell’onore..se lo avesse non avrebbe commesso un peccato di questo tipo, sono convinto che Dio prima o poi lo punirà per i suoi peccati e perché no, magari siamo proprio noi coloro che gli faranno assaggiare ciò che ha fatto provare a coloro che ha ucciso-

…Victor e Keryn mi sorrisero compiaciuti della mie parole e anche un po’ rincuorati, sicuramente non avevano mai creduto fino in fondo alle mie parole quando gli avevo detto che li avrei aiutati anche se si trattava di mettere a rischio anche la mia stessa vita, magari ora s erano convinti che dicevo la verità e non mentivo su questo fatto e ciò dava più soddisfazione a me che a loro, chissà per quale oscuro motivo ciò. Riprendemmo a camminare e come prima io per distrarmi da cattivi pensieri incomincia a fischiettare, la solita canzone di prima, conoscevo solo quella. Il tempo passa e il sole raggiunse il picco più alto dell’intera giornata, era mezzo giorno circa e un certo angolino mi era venuto nello stomaco, ma ahimè non mi ero portato nulla da mangiare con me e quindi dovetti soffrire la fame, non potevo mica fermarli per una cosa del genere, avevamo altro da fare per adesso. Ad un tratto Keryn si fermò e incominciò a parlare…

Keryn: -è inutile che faccio finta di nulla…non so voi ma io ho una fame che non ci vedo più, se non metto qualcosa sotto i denti adesso non penso riuscirò a fare un’altro passo, che ne dite di una piccola pausa? Non dovrebbe fare male neanche a voi, così una volta riposati e ristorati procederemo con un passo più spedito che ne dite? –

…all’ora non ero l’unico al quale era venuta fame, anche all’amico di Victor erano venuti i crampi allo stomaco evidentemente, quel che ci differenziò era il fatto che io avevo preferito soffrire la fame senza dire nulla mentre lui senza un minimo di vergogna aveva esternato i suoi tormenti, dopo tutto cosa c’era da vergognarsi? Nutrirsi era una cosa naturale da fare, senza mangiare non si poteva vivere…

-concordo in pieno con Keryn, anch’io ho una fame da lupo e vorrei mettere qualcosa sotto i denti quindi è meglio se ci fermiamo e facciamo una piccola pausa per rilassarci e nutrirci per bene…questo non influirà sul tempo che ci metteremo per arrivare alla costa, un’ora in più una in meno non ha poi così tanta differenza. Che ne dici Victor? Sei della stessa nostra opinione?-

Victor: -beh…ok volevo fare il duro e non ammettere che anch’io ho fame ma visto come sono andate le cose non mi sembra più necessario fingere…beh visto che siamo tutti d’accordo propongo di suddividerci i compiti da fare. come prima cosa ci serve del legno per accendere il fuoco…questo potresti farlo tu no Alex? Con la forza e l’arma che ti ritrovi sarà facile per te trovare un po’ di legna…poi serve la selvaggina se no che cosa ci mangiamo? Quella la potrei prendere io, sono molto bravo nella caccia alle bestie selvagge..in fine dell’acqua con cui dissetarci, questa è un impresa ardua dato che non sappiamo se ci sono fiumi in giro, potresti pensarci tu Keryn? Bene…se è tutto chiaro propongo di suddividerci e prendere quello che ci occorre-

…feci con il capo un piccolo cenno e subito estrassi dalla fodera Luna Danzante, lo stesso fece l’amico di Victor che dopo aver fatto un cenno con la testa prese dalla zainetto che portava con se quattro borracce vuote e le allacciò tutte alla sua cintura, fatto questo alzò il pollice all’insù e si mise alla ricerca di una sorgente d’acqua…Victor in fine estrasse del suo zainetto una lancia smontabile e dopo aver congiunto tutti i pezzi la posò sulla sua spalla destra, mi salutò e si avvio nella foresta. Rimasi solo io e a quel punto decisi che era meglio incominciare subito il lavoro che mi era stato dato quindi arrivai vicino al primo albero che vidi e con un colpo secco e deciso colpii con la lama della mia spada il tronco di quello…l’albero scricchiolò per poi piegarsi pian piano verso destre fino a che non fu completamente demolito. Tutto bel coso dubitavo mi sarebbe servito quindi mi limitai a tagliare una fetta di tronco e posarla a parte a terra…forse avevo sbagliato ad abbattere tutto quel coso dato che poi non avevo intenzione di prendere tutta la legna. Beh quel che era fatto era fatto ora non potevo farci nulla… tornai al mio legno e quindi lo divisi più volte per far in modo di creare una giusta base per far si che il fuoco poi acceso divampasse per bene, in fine tagliuzzai dei rametti che sarebbero servite ad alimentare quel fuoco. Il mio compito era stato adempiuto con successo ora dovevo attendere solo quei due…il tempo passò velocemente e il primo che fece ritorno fu proprio Victor che trascinava con se due volpi e tra conigli…

Victor: -direi che questo sia anche troppo, non credo infatti che riusciremo a finire tutto questo ben di dio, dopo tutto siamo solo in tre non in sette..ormai sono abituato a proporzionare la caccia per gli abitati del mio villaggio e quindi tendo sempre ad uccidere più animali del necessario…va beh, daremo un po’ di cibo anche ai volatili questa volta…ah come vedo hai già finito con la legna, molto bene dobbiamo solo aspettare Keryn allora-

…passarono altri minuti ma del nostro amico neanche l’ombra, che gli fosse successo qualcosa di grave? Non avrei voluto che avesse incontrato quel carnefice da solo e ci avesse rimesso la pelle…

-non sarebbe meglio andare a cercarlo? Non vorrei che fosse accaduto qualcosa di spiacevole…-

Keryn: -che me la stai tirando? Ora solo perché ho con me queste borracce se no i segni scaramantici non tarderebbero ad arrivare! Come vedete sono tornato con l’acqua e come vedo anche poi vi siete dati da fare…c’è chi ha abbattuto un intero albero per prenderne poi solo una piccola parte e chi come di consueto ha ucciso troppi animali innocenti per sfamarsi…non sapete proprio cosa voglia significare Regolarsi con le cose-

Victor e Alex: - ma stai zitto!-

…il tutto finì con una bella e grassa risata che poi accompagnò un pranzo fatto con i fiocchi preparato dalla stesso Victor che tra un boccone e l’atro non finiva più di raccontarmi un po’ com’era la sua vita e Keryn che ti tanto in tanto rideva precisando alcuni fatti divertenti che erano accaduti al povero figlio di Arcanis tempo fa. passò una buona mezz’ora prima che i nostri stomachi furono completamente sazi e quando fu il momento la prima cosa che ci venne in mente fu quella di farci un riposino per riprendersi proprio alla grande…beh io non rifiutai l’invito, più che altro fu la mia pigrizia a non farmelo rifiutare, così nel giro di pochi secondi chiusi gli occhi e finii per incominciare a sognare…

CITAZIONE
…beato come non mai sognavo, un sogno che orami sembrava scomparso nel nulla sembrò quasi rifiorire con forza in me: mi trovavo in una foresta, era giorno, non dopo mezzo dì comunque, ed essa aveva un qualcosa di a me famigliare… abbattuto infatti alla mia destra vi era un albero, lo stesso che avevo abbattuto prima. Viso sconvolto e con un espressione non molto lucida cercavo qualcosa su cui appoggiarmi senza però trovare nulla di solido, questo mi fece sbilanciare in avanti. Disorientato e confuso mi agitavo come mai mi era successo mai di fare, fino a che non si udirono dei rumori provenire da est…rumori di lame che si scontravano pareva, ma non ne ero certo il rumore non era ben definito. Compreso che quello era veramente quel rumore incomincia a correre di li sguainando la spada pronto ad un eventuale scontro, ma quando fui più vicino caddi rovinosamente a terra, rivolsi lo sguardo verso l’oggetto che mi aveva fatto cadere e a mio mal grado vidi che non si trattava di un oggetto, ma Keryn, disteso a terra con del sangue che gli colava della bocca e una ferita vistosa sul fianco sinistro, da sotto la tutta scendeva altro sangue e tutto lasciava presupporre che quella ferita al fianco fosse il motivo principale per quale lui era morto …

*non capisco…come…Keryn…il suo corpo…non può essere, cos’è successo? Dov’è Victor? Devo assolutamente riferirgli ciò che è accaduto in questo posto e dirgli quello che è successo a Keryn…ma non dirmi che…sta combattendo anche lui! *

…come prima un rumore metallico si poté udire provenire da nord, sicuramente ora che ero vicino di distingueva bene e dava valore alla mia ipotesi, qualcuno non molto lontano da li stava brandendo le proprie armi dandosi battaglia a l’ultimo sangue. A quanto pareva prima era uno scontro due contro uno ma ora era diventato alla pari con l’uccisione del mio nuovo amico, mi avvicinai di più al luogo di origine del rumore fino a che non potei sentire anche le voci di quelle due persone. Come prima esse non erano limpide e quello che captavo erano solo dei sussurri senza senso, poi una volta arrivato si poté distinguere meglio ciò che dicevano…

???: -è inutile che continui con queste scemenze mio caro lo sai che non potrai farcela contro di me…farai la fine del tuo amichetto che ha osato insultarmi in quel modo!-

Victor: –non farneticare troppo Jack, lo sai benissimo che è stata solo la fortuna che ti ha permesso di uccidere Keryn! E io sono qui per vendicare lui e tutti coloro che hai ucciso, facendoti portabandiera di una stupida…-

…Victor non fece nemmeno in tempo a parlare che la seconda persona che si trovava li tramite la sua falce riuscì a colpirlo al petto facendogli uno squarcio di buone dimensioni, falce….girai lo sguardo verso il nemico di Victor e subito capii che si trattava della persona che stavano cercando loro due…

Jack: -ahahahahaha…lo sai cosa significa questo?? Hai visto anche tu quello che succede dopo questo è di assicuro che non sarà piacevole… hai mai pensato cosa si prova quando si riceve una ferita seria? Bene ora lo saprai…-

…Victor non si mosse ne rispose, ma si poteva sentire benissimo il suo respiro affannato e irregolare, segno di paura, paura di quello che era e che stava succedendo in questo momento. Jack, così si chiamava l’assassino con uno sguardo sadico tirò fuori dalla sua tunica nera un paletto che dopo aver premuto in piccolo pulsante si allungò mostrando di possedere una punta affilata, quel che fece dopo mi lasciò di stucco, infatti non usò quella per ferire il ragazzo ma per auto infliggersi una ferita anche piuttosto seria al braccio destro. Nello stesso istante Victor con un gesto veloce porto la mano sinistra ad reggere quella destra e si poté ben udire un urlo di dolore scappare fuori dalla sue labbra, ma non scese via neanche una mezza goccia di sangue, eppure sembrava che si fosse ferito …

Jack: -soffri! Soffri!! Questo è la punizione che si meritano coloro che osano mettersi contro Lord Jashin-

…la voce della persona pareva essersi allontanata dalle mie orecchie non permettendomi di sentire l’ultime sue parole. Un esperienza che mi faceva sentire coinvolto in qualcosa che neanche immaginavo minimamente, un segno, forse del destino, comunque nulla di buono che significava l’arrivo di guai seri. Una fievole luce però ora si poteva intravvedere in lontananza da me e la prima cosa che feci fu quella di andargli incontro fino a che…

Ancora una volta, ancora una sensazione, ancora e ancora, i miei occhi si aprirono speranzosi che quello che avevo sognato fosse in fine solo un vero sogno ma ahimè tutto lascio presagire che non era affatto così. Mi guardai intorno più volte ma di Victor e del suo amico non vi era ombra, la cosa stana era che vicino al fuoco che avevamo acceso vi erano ancora i loro oggetti personali più le borse da viaggio…l’unica cosa che mancava o almeno che io sapessi che mancava era l’enorme lancia che Victor usava per la caccia, ma sicuramente questa volta non sarebbe servita per quello scopo. Subito all’ora aguzzai l’orecchio verso ovest, se era come pensavo io da li sarebbero dovuti espandersi dei rumori di spade incrociate…due secondi e quel rumore che speravo di non sentite fu udito dalle mie orecchie..

*maledizione*

Fu questa l’unica parola che riuscii a pensare in quel fottuto momento, mai avrei pensato che quell’incubo alla fine potesse essere una vera e propria premonizione su qualcosa che poi sarebbe dovuto accadere. Iniziai a correre usufruendo anche della mia particolare abilità che però non si poteva proprio definire così, arrivai a destinazione in pochi minuti ma almeno per uno dei due il destino era già stato segnato….Keryn si trovava a terra, ferito e sanguinante, non si muoveva più nemmeno di mezzo millimetro e osservando bene si poteva ben vedere che la respirazione era ferma…era morto. Forse un po’ mi dispiaceva ma non troppo, di cadaveri di persone amiche ne avevo visti molti e anche se l’abitudine a queste cose era difficile da apprendere forse a me questa volta non toccava per niente questa morte. Non era però il tempo di fermasi, sapevo che se uno dei due destini era stato compiuto un altro ancora si poteva benissimo cambiare, non era tardi, forse ce l’avrei fatta…

*devo trovare Victor prima che quel fottuto assassino possa ferirlo…non ho capito bene che tecnica abbia usato ma sembra molto forte e misteriosa…*

…feci il segno della croce per poi allontanarmi dal corpo disteso inerme a terra. Ricominciai a correre ma mi dovetti fermare quasi subito visto che riuscii a trovare quei due in un baleno..eccoli mentre ancora brandivano le loro armi dandosi battaglia…il foglio del saggio non sembrava ancora aver riportato nessuna ferita grave e quindi era salvo da quel che io avevo visto accadere, ma non dovevo perdere troppo tempo, quindi estrassi la mia katana nera e con un balzo felino feci il mio ingresso sul campo di battaglia. Nello stesso momento però Jack riuscì a ferire lievemente Victor alla spalla sinistra causando solo un live taglio, nulla di grave…

-eccomi!-

Le ultime parole famose, subito infatti l’assassino approfittando del mio momento di disattenzione riuscì a colpirmi subito sulla schiena con la parte contundente della mia falce a tre lame facendomi sbattere su un albero. Per pochi secondi persi conoscenza, mi svegliai per vedere solo la scena che avevo sognato poco tempo prima, l’enorme falce di quello strano individuo colpì in pieno il petto del ragazzo creando uno squarcio di buone dimensioni su di esso…con sorriso sadico l’uomo portò l’ascia alla bocca e lecco avidamente il sangue su di essa per poi posizionarsi dentro una specie di cerchio….ma io l’avevo già vista una cosa del genere…il colore della sua pelle murò diventando di un color nero pece mentre quasi sull’altezza delle ossa si formavano delle strisce bianche…poi quelle parole, le stesse che avevo sentito nel sogno…

Jack: -ahahahahaha…lo sai cosa significa questo?? Hai visto anche tu quello che succede dopo questo è di assicuro che non sarà piacevole… hai mai pensato cosa si prova quando si riceve una ferita seria? Bene ora lo saprai…-

Speravo che quelle parole non si sarebbero mai spostate dalla mia testa ma evidentemente non sarebbe andato così…l’uomo si infilzò il paletto sul braccio destro lesionandosi e tendini del braccio, stranamente anche Victor sembrò aver ricevuto la stessa ferita che si era auto inflitto l’assassino dato che fece cadere l’arma che impugnava e portò poi il braccio sinistro ad reggere quello destro, ma il sangue non macchiò il suo vestito…che stana tecnica era mai quella?

Jack: -soffri! Soffri!! Questo è la punizione che si meritano coloro che osano mettersi contro Lord Jashin-

…detto ciò estrasse il paletto dal braccio per poi conficcarlo nel suo stomaco, come successo prima anche Victor sembrò aver ricevuto il danno ma anche questa volta non ci fu sangue versato. Provai ad alzami ma ancora ero troppo stordito per l’enorme botta ricevuta, mi ricordava un po’ quella che avevo preso contro Shirou in una amichevole che avevamo fatto non tanto tempo fa. il figlio del saggio ormai era incapacitato nel difendersi e quindi estraendo per ultima volta il paletto uscì dal cerchio sempre mantenendo quello stano colorito e afferrando l’ascia si avvicinò a Victor e ancora sorridendo sadicamente gli sferrò il colpo di grazia dritto al collo. La scena alla quale dovetti assistere fu raccapricciante…un altro destino si era realizzato. Lentamente quel spregevole uomo estrasse la falce dal collo dei Victor, la pelle torno normale giusto in tempo per notare che le ferite sulla stomaco e sul braccio non c’erano come se non fossero mai state fatte…chi era costui? O meglio cos’era?...

-maledetto….ma ora te la vedrai con me-

…riuscii solo adesso ad alzarmi da terra ma quando lo feci l’uomo posò la sua falce dietro la schiena e sorridendomi mi girò le spalle per poi incominciare a correre verso est, io non persi tempo e incominciai subito l’inseguimento, in quel momento non volevo null’altro che la sua morte…


Edited by "Alex" - 20/2/2009, 16:37
 
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Capitolo 8°
L'inseguimento....


…le cose erano accadute tutte troppo velocemente. Entrambi i miei compagni di viaggio erano distesi a terra privi di vita uno si trovava non molto distante di qui mentre l’altro, Victor, era disteso davanti ai miei piedi immerso in una pozza di sangue, il suo sangue. Non sapevo perché quei due si fossero allontanati senza avvisarmi ma ormai pensavo proprio che non lo avrei mai più saputo…che rammarico, che rabbia…avevo assistito in diretta alla scena dell’uccisione del figlio di Arcanis e per colpa della mia incapacità non ero riuscito a far si che almeno uno dei due si salvasse, ero troppo debole, decisamente debole…quello che era emerso durante lo scontro contro Shirou era più che vero, non ero abbastanza forte per quel posto, non sarei andato molto avanti se la mia forza sarebbe rimasta a quei livelli ecco perché sono partito, ma ahimè la mia incapacità si era fatta nuovamente rivedere. Abbassai lo sguardo e intravidi il corpo di Victor, il collo squarciato e peno di sangue, per poco la testa non si era staccata dal corpo, tutto per colpa mia…dove..dove era orsa quel maledetto assassino? Non lo sapevo…purtroppo subito dopo aver uccido entrambi i miei compagni si era disperso della natura, io quindi decisi di tornare indietro per dare minimo una degna sepoltura ai due. Mi avvicinai al corpo disteso a terra per poi prenderlo in braccio, nel fare questo il mio vestito si sporcò del suo sangue, non me ne preoccupai più di tanto…incomincia a camminare, dovevo dirigermi verso il corpo di Keryn, il primo che avevo incrociato prima di Victor. Con passo lento ma costante ripresi la stradina che avevo prima percorso ma percorrendola nel verso contrario, passarono pochi minuti e finalmente incrociai anche il corpo dell’altro mio amico…questo riportava meno ferite del precedente ma evidentemente quelle che aveva erano tutte di origine mortale, che tristezza. Arrivato abbastanza vicino piegai le ginocchia e con il braccio destro presi anche il secondo corpo posandolo sulla spalla adiacente, ora dovevo solo portali in un posto più tranquillo e seppellirli, facevo tutto in maniera così solenne e spontanea che sembrava quasi fossi abituato a questo genere di cose anche se in verità non era affatto così, era la prima volta che davo sepoltura a qualcuno che mi stava vicino e speravo che questa fosse stata la prima e ultima volta che lo avessi fatto. Depresso e semi sconvolto feci ritorno nel punto esatto dove un’ora fa tutti e tre ridevamo e scherzavamo mentre ingurgitavamo della buona carne, questo rendeva il tutto ancor più difficile, questo secondo me sarebbe stato il posto più adatto…estrassi Luna Danzante dal fodero dietro la schiena e con essa colpii in maniera molto forte il terreno per due volte, su esso si formarono due fossi, molto rozzi ma quello era il massimo che avrei potuto fare in quel momento. Posai entrambi i corpi a terra e mi diressi verso il tronco dell’albero che prima avevo abbattuto, sempre impugnando e usando la spada tagliai due pezzo uguali e adoperando l’abilità nel lavorare il legno che avevo ereditato da mio padre in pochi secondi creai due lapidi identiche, solo il nome inciso era differente…presi quindi quei due pezzi di legno e li incastonai dietro ai fossi…ripresi i corpi sistemandoli uno in un fosso e uno nell’altro. Usando le mani li ricoprii di terra fino a che il terreno non ritornò nuovamente paro, mi alzai per poi fissare il lavoro che avevo fatto…sempre con la testa basse congiunsi le mani e iniziai a pregare per le loro giovani anime già strappate dai loro corpi…

*o signore onnipotente fa si che gli spiriti dei miei due compagni di viaggio Victor e Keryn trovino pace e benessere nel tuo mondo divino concedendogli un soggiorno di tutto rispetto prima che entrambi possano essere da te giudicati e ammessi nel regno dei cieli…prego, sperando che tutto questo accada e che in giorno che prima o poi verrà anche a me venga riservato tale trattamento…prego, chiedendo che i peccatori un giorno vengano puniti secondo tuo giudizio divino e i puri e gli innocenti godano della tua misericordia…amen*

…le mani si staccarono per tornare vicino ai rispettivi fianchi, non mi mossi subito aspettai ancora qualche secondo prima di riprendere il viaggio che questa volta avrebbe avuto una deviazione definitiva, il mio scopo non era più quello di raggiungere l’isola dell’Omicidio ma quello di trovare Jack cioè l’assassino e portare giustizia a Victor e Keryn convinto che il giudizio divino mi avrebbe sicuramente aiutato in tale impresa. Feci il segno della croce e voltai le spalle alle lapidi da me create per poi riprendere per la terza volta quella dannata stradina che poco prima avevo percorso con in braccio i cadaveri dei miei amici. Solenne incomincia a camminare e pian piano che mi avvicinavo a quel punto più il sangue di Victor versato a terra mi faceva perdere il controllo della mia testa, non potevo permettermi però una cosa del genere, se mi sarei presentato così del quell’uomo avrei sicuramente seguito all’atro mondo gli altri due. Presi due grandi boccate d’aria per riacquisire la calma, sempre per quel che ne potevo riacquisire…dovevo riflettere, avevo perso le sue tracce nella foresta, quindi per incominciate l’inseguimento sarei prima di tutto dovuto andare li…

*non era diretto verso sud, questo me lo conferma il fatto che ha deciso di tornare a nord non appena ha ucciso i due…non vorrei che volesse indurre coloro che lo stavano a cercare di pensare che il suo obbiettivo era dirigersi verso il sud della regione…anche se però fosse vero ciò non saprei proprio quali potessero essere le sue vere intenzioni…da quel che ho capito è uno spietato assassino e non importa chi si ritrovi davanti, lui usa quella sua strana tecnica e pone fine alla vita di chi gli ostacola la via…allora perché con me non ha fatto la stessa cosa? Perché non mi ha ucciso subito dopo aver eliminato Victor? Non capisco e più ci penso e poi la risposta mi sfugge…ha rifiutato di scontrarsi con me eppure non era certo un tipo da ritirarsi anche nel caso di inferiorità numerica…devo ragionare, ma mentre faccio questo devo anche trovarlo…più tempo perdo più sarà difficile trovare le sue traccia in questa foresta…ok andiamo*

…alzai la testa e incominciai a camminare dove non molto tempo fa avevo lasciato scappare l’assassino, questa volta però non mi sarei arresto fino a che non lo avrei trovato e inflittogli ciò che meritava. Mente sempre fissa al mio obbiettivo mi avviai li dentro…pochi minuti ed arrivai nel punto giusto, guardai a terra per cercare qualcosa che mi sarebbe servito per trovarlo…sangue! Delle tracce di sangue mi segnavano il cammino da seguire e quindi mi misi subito a seguirle…non erano molto vaste ma abbastanza per non farmele perdere di vista man mano che camminavo, il pensiero ora però era solo uno, cosa avrei fatto una volta che quelle tracce si sarebbero interrotte? Dove mi sarei diretto? Quante domande che mi ponevo certe volte, mi facevo venire i dubbi da solo…

*questa minimo è una strada che posso seguire con massima sicurezza…il massimo che possa accadere è incontrare Jack intento a guarire le sue ferite…lo prenderei così di sorpresa dato che lui pensa che io mi sia arreso…si si potrebbe fare benissimo…mmm…maledizione, come pensavo le tracce si interrompono..ma…cos’è questo?*

…le tracce di sangue finirono, ma un segno evidente del passaggio di Jack ora era presente sul terreno, infatti su esso mi era disegnato un cerchio nel quale vi era iscritto un triangolo…non era una cosa a me nuova quella…portai la mano destra all’interno della giacca nera ed estrassi il medaglione che aveva lasciato cadere a terra il mercante prima del mio arrivo al villaggio di Arcanis…un cerchio nel quale era iscritto un triangolo. Non poteva essere, era solo una coincidenza era ovvio, magari questo medaglione era stato fatto per caso e sempre per caso era capitato che esso era uguale al simbolo che quel lurido assassino disegnava a terra…ma quello non era colore! No era sangue, probabilmente il suo stesso sangue…non capivo, perché ferirsi in questo modo per disegnare uno stupido ideogramma? Un’altra cosa molto strana era che non c’erano più tracce di sangue dopo, eppure se si era ferito per fare ciò non era possibile che fosse guarito in così poco tempo….le idee erano ancora confuse nella mia testa, per capire di più avrei dovuto continuare a indagare su quella persona. Ripresi a camminare nella solita direzione, se sarei stato fortunato avrei trovato qualche altro segno del passaggio di quel tizio…detto fatto, un altro segno evidente del suo passaggio giaceva morto a terra, un uomo tra i trenta e i trentacinque anni si trovava disteso inerme a terra in una piccola pozza di sangue….riportava due ferite, una lieve sulla guancia destra e una mortale all’altezza del cuore, dalla posizione in cui si trovava però si poteva benissimo capire che si stava tenendo la pancia come se li avesse avuto una ferita. Questo fatto era accaduto anche con Victor quando l’assassino prima di dargli il corpo di grazia si era conficcato un paletto nello stomaco solo che nello stesso momento anche il ragazzo si era piegato come se avesse ricevuto anche lui lo stesso danno…dovevo vedere con i miei occhi…presi il cadavere della persona e lo rigirai mettendolo in posizione supina, gli tolsi la maglietta e controllai se sullo stomaco si ritrovasse una qualunque ferita ma nulla…non era stato ferito alla pancia proprio come era successo al figlio di Arcanis, allora perché contorcersi come se si fosse stati colpiti? Man mano che ci pensavo più capivo che la tecnica che usava quel tipo era di un livello molto elevato…

*anche se non trasmette la ferita al suo nemico riesce in qualche modo a fargli provare il dolore che prova anche lui quando si infilza il paletto in una parte del suo corpo…se non mi sbaglio prima di incominciare a auto colpirsi aveva detto che avrebbe provato il dolore per una ferita seria, sicuramente stava parlando di questo…devo collegare più cose…usando il suo sangue disegna a terra uno strano ideogramma che assomiglia al mio medaglione, questo ancora non ho capito che effetti abbia…prima di effettuare questa tecnica ferisce il suo avversario, da quel che ho capito non importa di che identità sia questa basta che riesca ad estrapolare del sangue della sua vittima…dopo questo va nel cerchio e la sua pelle muta diventando nera con dei tatuaggi posti all’altezza delle ossa…solo in quel momento si infilza…ma qualcosa non quadra…non capisco come riesca a creare quel tipo di legame tra se e il nemico solo ferendolo. Penso che scoprirò questo dettaglio solo lottandoci contro…sarà meglio però non farsi ferire se no sono guai seri*

…lasciai il corpo a terra e pensando ancora su come si attivasse quella tecnica mi rimisi in viaggio. E pensare che io qui ero venuto solo per allenarmi e non per vendicare due persone che avevo conosciuto solo la sera prima, dopo tutto ero stato io ad accettare ciò dal momento in cui Victor me l’aveva chiesto..non pensavo di incrociare una persona di un livello così alto fuori dalla fortezza, dovevo impegnarmi per davvero questa volta se non volevo rimetterci le penne. Il sole era calato dal suo picco massimo e ora si stava lentamente avviando verso il declino facendo così finire un altro giorno…io però avevo una missione, trovarlo prima che la notte sopraggiungesse se no non avrei avuto più delle buone possibilità di ritrovarlo, da come avevo visto costui era molto bravo nella fuga dato che era riuscito a far perdere le sue tracce dopo un po’ di tempo, dubitavo anche che la direzione da me presa era quella giusta…beh mi ero solamente fidato nuovamente del mio istinto che era difficile sbagliasse anche se avevo già testato che non era del tutto infallibile. Un leggero vento incominciò a tirare da nord est e nello stemmo momento all’orizzonte si intravide un piccolo villaggio che assomigliava molto a quello al quale era capo Arcanis ma sapevo già che non era quello, non ero tornato indietro quindi era impossibile che fosse quello, magari li avrei trovato qualche segno del passaggio di quella sorta di monaco…si così si poteva benissimo definire, un monaco massacratore che andava in giro adorando un certo Lord Jashin…non avevo mai sentito il nome di questo dio da nessuna parte, in nessun tipo di testamento o di scrittura sacra, nulla di nulla eppure qui c’era qualcuno che evidentemente si era inventata l’esistenza di questo Dio, quanto è strana e ottusa la gente. In non poco tempo raggiunsi la soia del villaggio…esso non era circondato da mura difensive e lasciava il libero accesso a chiunque lo volesse, conoscendo il nemico che dovrei affrontare anche in caso di mura non si sarebbe fermato, la sete di sangue che portava appresso era talmente tanta che non osavo pensare cosa lo avesse reso così. Feci un primo passo oltrepassando la linea che rimarcava l’entrata e l’uscita dal villaggio e subito il paesaggio che mi si prospettò di fronte non fu tra i più gradevoli…tutto deserto per le strade, no un rumore ad almeno trecento metri di distanza, mi sa che ero capitato in una neo città fantasma…non volevo metterci la mano sul fuoco ma mi sa che a farla diventare fantasma era stato proprio colui che cercavo. Continuai a camminare fino ad arrivare davanti ad un locale, la porta era semi chiusa e dal suo interno non proveniva nessun rumore, alzai lo sguardo per scorgere il nome del locale…”la taverna dello Zio”…quindi si trattava di una taverna, di solito questi luoghi erano affollati e chiassosi mentre questo..beh questo non lo era. Posai la mano destra sulla porta ed impressi forza su essa..la porta si aprì lasciandomi vedere quello che c’era al suo interno…sangue, cadaveri distesi sul pavimento e al centro un triangolo iscritto in un cerchio, come pensavo era stato lui…aveva eliminato le persone di tutto il villaggio? Non era possibile non così breve tempo, massacrare un intero villaggio con soli tre quarti d’ora di vantaggio su di me…questo significa solo che oltre a forte era anche veloce, questo complicava il tutto, se costui era anche più veloce di me oltre alla forza mi sarebbe servita anche una buona dose di fortuna. Richiusi la porta e andai in un altro locale…prima o poi avrei trovato qualcuno vivo da queste parti…

*bene…posso dire che è impossibile distruggere un villaggio in così poco tempo…deve per forza aver lasciato qualcuno vivo o magari delle persone sono riuscite a mettersi in salvo…devo trovarle prima che le trovi lui, con un po’ in più di fortuna magari riuscirò anche a trovarlo qui, se tiene veramente a non lasciare nessuno vivo all’ora starà qui nei dintorni, basta solo trovarlo… o lui magri trova me*

…continuai a camminare, senza fermarmi però, lo avrei fatto solo nel caso che si fossero fatti sentire dei rumori, era inutile controllare ogni locale uno a uno per vedere ogni volta dei cadaveri…anche di donne e bambini, di giovani ragazzi e uomini innocenti, come poteva fare una cosa del genere ancora non lo sapevo ma evidentemente questo gli conferiva forza dato che sembrava quasi imbattibile…se no non aveva senso fare una cosa del genere se non vi era un qualunque profitto o interesse personale, solo scoprire quale o cosa gli porta uccidere così tanta gente…ecco come sempre mi portavo a auto sottopormi troppi problemi e troppi pensieri…l’obbiettivo era uno, eliminarlo, quindi mi dovevo solo mettere al lavoro e basta. Mi fermai di colpo, un rumore proveniva da una piccola casetta, non sapevo dire chi lo causava e perché ma comunque dovevo controllare. Subito con un balzo mi feci davanti a quella porta e con un calcio aprii la porta…la scena era come sempre raccapricciante…due persone a terra, il sangue raggiungeva fino i miei stivai, il pavimento, il soffitto erano macchiato di quel colore che tanto avevo visto in quei giorni, ma lo spettacolo era più raccapriccianti del solito. Le due figure erano strette mano nella mano mentre si vedeva nel loro volto straziato la sofferenza dell’ultimo respiro, le loro carni erano squarciate in senso orizzontale da parte a parte, si vedevano le ossa i muscoli e i tendini dilaniati. Mi guardia in torno, disgustato, mi veniva quasi da rigettare. Poi il mio sguardo si soffermò su qualcosa che mi impietrì. Vi era una ragazza ancora viva, non aveva più di undici anni. Era attaccata letteralmente al muro. Era come se crocifissa. Un paletto nero era conficcato in mezzo a entrambe le mani, ed era sollevata almeno di tre centimetri da terra. Il suo corpo era pieno di lividi e quello che poteva sembrare l’inizio di uno strano rituale. Forse era stata bella ragazza una volta ma il suo volto era stato letteralmente rovinato, grondava sangue e disperazione. Credevo fosse morta prima che lei con uno scatto alzò il volto e guardandomi con uno sguardo ormai vuoto, come se un demone gli avesse divorato l’anima e l’avesse uccisa da dentro, con delle lacrime agli occhi mi chiese aiuto.

Bambina: -ti prego, signore… ti prego.. .la scongiura.. mi aiuti… per favore… lui verrà, tornerà, per favore signore non mi lasci qui, non faccia si che lui ritorni, per favore… per favore signore… la scongiuro-

La sua voce era tremante, con un misto di una strana sensazione, ormai aveva perso il senno. Feci il segno della croce mentre mi avvicinavo lentamente. Ad un tratto sentii uno strano rumore come uno scricchiolio, forse fu quello che mi salvò perché mi girai verso il muro di legno posto alla mai destra. In quel momento ci fu un frastuono e schegge di legno volarono nella mai direzione e insieme a esse vi era anche una gigantesca falce a tre lame, che avevo già visto prima…. era di quel bastardo. Il fendente era diretto verso di me. Io con abilità lo evitai con una capriola in avanti anche se delle schegge di legno si conficcarono lo stesso nella mia pelle creando dei piccoli tagli. I denti della falce si conficcarono a terra e da dietro il muro una risata sadica di propagò.

Jack: -agile il ragazzo.. peccato speravo di sacrificarti.. ma vedo che hai le palle… quindi mi divertirò di più..ma la tua fine è lo stesso segnata..-

Un ultima risata………….


Edited by "Alex" - 23/2/2009, 14:05
 
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Capitolo 9°
Un avversario troppo forte...



…eravamo io contro lui…io che dovevo a tutti i costi vendicare i miei due compagni deceduti per meno sua e lui spietato assassino e massacratore il quale unico scopo era quello di portare sofferenza e dolore alla prima persona che le capitava sotto mira proprio come era successo con quella povera bambina che ancora appesa al muro piangeva e urlava pietà nei confronti miei e di quelli della persona che avevo davanti. Mi guardava con aria superiore e sorrideva in modo irritante…incominciò nuovamente a ridere in maniera sadica e sonora tanto che si udiva solo lui nell’arco di cento metri, come poteva fare tutto ciò…quale mente malata si sarebbe spinta fino a questi livelli. Smise di ridere ma non di sorridere e quando la bambina ricominciò a chiedere pietà Jack gli urlò subito contro facendola azzittire…

Jack: -smettila di frignare ragazzina!! Sei stata già abbastanza fortunata che questo mio nuovo passatempo sia venuto ad interrompere il mio rito permettendoti quindi di rimanere in vita per un altro po’ di tempo…anzi forse dovresti anche essere arrabbiata con lui dato che più tempo passa e più la tua misera sofferenza aumenta, e si era meglio per te che quest’individuo non si facesse vedere così a quest’ora io avrei finito e tu saresti già ritornata con i tuoi genitori dritta all’atro mondo ahahahahahahahha… ma se proprio vuoi la mia pietà eccola questo è il massimo che posso offrire…spero sia di tuo gradimento-

Mise la mano destra all’interno del mantello nero che indossava tirando fuori un secondo paletto nero, fece un gesto rapido e subito il paletto si allungò mostrando la sua punta affilata, lo portò vicino al suo volto permettendomi quindi di poterlo esaminare per bene e dopo con un gesto veloce e deciso si girò di spalle e allo stesso momento lanciò il paletto verso la bambina…esso la colpì in pieno petto, si sentì un ultimo urlo straziato e poi del sangue schizzò via dalla bocca, le ultime lacrime rimaste solcarono il suo denaturato viso fino a cadere per terra bagnando il pavimento che era già sporco di sangue…la bambina non si mosse più ne emanò altro grido di aiuto…era anche lei morta per mano di quel lurido bastardo. Si rigirò nuovamente verso di me che intanto ero rimasto impietrito dalla scena appena vista e con rabbia guardavo il mio nuovo avversario…lui d’altro canto ricambiò lo sguardo con uno calmo e sadico di quelli che ti fanno andare su tutte le furie, si mosse senza dire niente per dirigersi verso la sua falce a tre lame. Una volta arrivatoci vicino la impugnò per poi estrarla dal terreno e posarla sulla sua spalla destra, era già pronto per il nostro duello e fremeva dalla voglia di fare a me ciò che aveva fatto alla ragazzina glielo si poteva benissimo leggere negli occhi…

Jack: -non sei proprio come le persone che ho ucciso fin ora…sei riuscito a schivare un mio attacco a sorpresa anche se avevo usato la falce…hai le palle ragazzo..mi piace presumo che daremo vita a un duello molto bello oggi…ma purtroppo per te sarà l’ultimo che potrai fare in questa vita dato che qui finiscono i tuoi sogni…cos’è quello sguardo? Non dirmi che sei arrabbiato per quel che ho fatto a questa spocchiosa qui dietro vero? Non ti devi preoccupare per lei, è stata sacrificata per una giusta causa e adesso tu sarei sacrificato per la stessa…guarda mi sento generoso oggi, arrenditi subito e ti riserverò un trattamento speciale, ti eliminerò con un colpo solo così che non soffrirai che ne dici? Secondo me è una buona proposta dovresti prenderla in considerazione-

…aveva proprio passato il limite questa volta, non solo aveva ucciso una ragazzina senza motivo davanti ai miei occhi ma aveva anche aggiunto che tutto questo era per una buona causa e che anch’io avrei fatto la sua stessa fine, non potevo non rispondere alle sue parole e alle sue minacce…per lui questa volta sarebbe stata altro che una passeggiata questo incontro la una vera e propria tortura…

-una buona causa tu dici? Una buona causa? Sacrificare una povera bambina innocente i suoi genitori, un intero villaggio per qualcuno o qualcosa che neanche esiste e tu la definisci buona causa?! Non so cosa ti frulla nella testa brutto bastardo omicida ma odio tutti quelli che dicono cavolate per poi minacciare di morte a buon mercato…soprattutto se poi queste non saranno in grado di farlo…forse non ti rendi neanche conto di tutto il dolore che hai fatto provare e di tutto quello che farai provare nel caso che adesso non riesca ad ucciderti…far assistere a una ragazzina una scena da bestie come questa…tu hai qualcosa nella tua testa che non va affatto!...arrendermi subito? Ahahahah ora la risata me la faccio io…non ci sperare io non mi arrenderò perché oggi quello che vedrà finire i proprio sogni non sono io ma tu…mettiti in guardia e preparati alla fine-

Jack: -Ahahahahahahahahahah povero imbecille! Speravo per almeno una volta di avere davanti una persona che non fosse legata a tutti questi sentimentalismi…ma evidentemente mi sono nuovamente sbagliato…mi avevi fatto la stessa impressione di quel ragazzo che ho ucciso nella foresta…come si chiamava….a si Victor, anche lui sembrava un duro come te ma alla fine ha dimostrato di avere un cuore troppo puro per vivere in questo mondo e quindi è stato sacrificato come giusto che sia…in quell’occasione avevo avuto la contorta idea di lasciarti vivere per far si che l’odio si facesse vedere nel tuo cuore e come pensavo avevo ragione, solo che non avevo previsto il fatto che ti saresti subito fatto vedere…mettermi in guardia? Non ce ne sarà bisogno dato che qui finiremo subito dato come si sono messe le cose non ho voglia di protrarre a lungo questa noia…se no va a finire che arrivo anche in ritardo alla riunione di domani-

Ecco la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, non persi tempo e subito estrassi la mia katana nera da dentro il fodero appeso alla cintura ed estrassi Luna Danzante da quello dietro la schiena…entrambe le spade ben salde nelle mani caricai le gambe di energia per poi piombarmi verso il mio avversario il quale non fece un ben che minimo movimento inizialmente…solo quando gli fui a una distanza ravvicinata si mosse, leggermente spostando solamente un po’ la corda legata alla sua falce…all’inizio non capii bene quel’era l’intenzione della sua mossa me alla fine fu tutto chiaro…infatti la corda con un movimento rapido si posizionò davanti a lui frapponendosi tra le mie spade bloccando molto facilmente i miei doppi fendenti. La cosa che più mi stranì fu che quelle corde non si ruppero a contato con la lama della spade, evidente non era semplice corda quella…

Jack: -dopo tutte le parole che hai sprecato è questo il massimo che sai fare? dopo tutto quello che mi hai detto tutte quelle parole dolci e gentile che hai esternato nei confronti miei e di quello che avevo fatto questo è tutto quello che hai saputo fare per vendicare i tuoi compagni defunti? Ahahah patetico, se questo è il massimo che sai fare beh penso proprio che finirà subito questa battaglia…ora ti farò vedere io come si combatte sul serio-

Detto ciò con un balzo arretrò di qualche metro e ancora movendo la corda fece in modo che la falce si staccò dalla sua spalla per dirigersi verso di me con una velocità incredibile…non sapevo come fosse possibile una cosa del genere ma non aveva mai visto nessuno muovere un’arma così bene solo comandandola con una corda legata all’impugnatura, neanche io ne ero così capace pur avendo a disposizione un spada più piccola e leggera. Mi misi in guardia ma proprio quando quella falce arrivò a pochi centimetri da me si alzò miracolosamente per poi scendere in picchiata verso la mia testa, rimasi quasi stupito da tale mossa che fu un mezzo miracolo il fatto che riuscii subito dal alzare entrambe le spade per parare il suo attacco. Le tre lame impattano contro le due delle armi che impugnavo creando delle scintille al contatto, aveva una forza a dir poco alta oltre a una grande abilità nel maneggiare la falce…ero messo in difficoltà e quindi dovevo inventarmi qualcosa per riuscire a vincere. Mi guardai in torno per esaminare il luogo e vedere se c’era qualcosa che poteva in qualche caso avvantaggiarmi ma non trovai nulla…l’unica soluzione era uscire fuori da questa casa e affrontarlo all’aria aperta dove la mia velocità mi avrebbe avvantaggiato…impressi forza per così respingere definitivamente il suo attacco, poi con uno scatto uscii dalla porta della casa aspettando che Jack mi seguisse…

Jack: -che hai deciso per caso di battere in ritirata? Hai capito finalmente che non ci la farei mai a sconfiggermi? Ma è uguale…ho deciso ormai che ti darò in sacrificio al grande Lord Jashin come giusto che sia, quindi preparati perché subirai una morte lenta e travagliata…eccomi!-

Il monaco non attraversò la porta ma preferì distruggere tutto il muro per passare. Ci fu una piccola esplosione e come prima le schegge della casa furono accompagnate della falce del monaco che sorridente uscì dal quel luogo lugubre per andare all’aria aperta…mi guardò nuovamente negli occhi per poi mostrare nuovamente la sua risata sadica…dovevo eliminarlo il prima possibile, se questo incontro sarebbe andato per le lunghe dubitavo che sarei riuscito a vincere, mi dovevo sbrigare e quindi dare da fare. qui c’erano più cose che potevano andare a mio favore quindi non mi restava altro che inventare una rapida soluzione…

-purtroppo per te non ho deciso di arrendermi ma ho deciso di andare fuori per il semplice fatto che li dentro mi sentito limitato…qui riuscirò a dare il meglio di me…non riuscirai a darmi in pasto a nessuno neanche al tuo fanatico dio che chiami Lord Jashin…meglio che incominci a pregare per la tua vita piuttosto!-

A quelle parole il monaco sembrò quasi come se si fosse ricordato di fare una cosa che non aveva fatto prima…portò la mano destra all’interno del mantello ed estrasse un ciondolo d’orato…un triangolo rovesciato iscritto in un cerchio…proprio come il mio, quindi non era stata una coincidenza quella del simbolo sul terreno, come aveva fatto all’ora quel mercante ad avere con se un ciondolo del genere? Da chi lo aveva preso? Altre domande alle quali non avrei avuto risposta. Portò quel ciondolo vicino alla bocca per poi chiudere gli occhi e incominciare a pregare…quindi era questo che si era dimenticato? Pregare? Fare una cosa del genere durante a una battaglia era la cosa più sbagliata che si poteva fare…

-facendo quest’azione ti sei condannato direttamente a morte! Non sai che il momento in cui chiudi gli occhi in un campo di battaglia è il momento che non li riaprirai più? Beh penso proprio che tu non lo sappia e per questo che perirai…-

Mi feci subito in avanti usando il passo leggero, una tecnica che mi permetteva di essere più veloce velando però il rumore dei miei passi e quindi rendendo difficilissimo il localizzarmi…aveva gli occhi chiusi e avevo fatto in modo che non poteva sentirmi arrivare, era spacciato. Rinfoderai luna danzante ed impugnai a due mani la mia katana nera, quando fui abbastanza vicino feci partire un fendente che colpì il mio avversario creandogli uno squarcio sul petto d’alto verso il basso, anche il suo mantello fu naturalmente tagliata e scoprii che sotto a quello non portava nulla, aveva il petto nudo. L’uomo cadde a terra sanguinante ma a mia sorpresa rimase impassibile…come se non si fosse fatto nulla si rialzò senza troppa fatica per poi incominciare a parlare…

Jack: -ma che sei impazzito? Come hai osato interrompere la mia preghiera la dio Jashin? Non avevo ancora finito di pregare! Me la pagherai per questo…ora ti farò vedere la vera forza che il nostro grande Dio ci concede una volta entrati a far parte della setta…-

Aveva detto che vi era una setta quindi non era l’unico che possedeva quelle strane tecniche e che uccideva le persone per questo dio…strano non avevo mai sentito parlare altre volte di questa setta e tanto meno di omicidi di massa come questi, come era possibile una cosa del genere? Il monaco sanguinante posò il suo piede destro sulla pozza di sangue che si era creata e terra e con esso disegnò a terra un cerchio nel quel era iscritto un triangolo rovesciato…all’inizio non mi sembrava nulla di particolare fino a che non osservai bene quello che accadde subito dopo, la ferita che avevo creato sul suo petto si rimarginò in un istante come se non fosse stato mai colpito dalla mia spada. Lo guardai sbalordito mentre lui mi continuava a sorridere…

Jack: -ora sei cosciente di ciò che il nostro dio ci offre? Sono praticamente imbattibile quindi è inutile che continui a sforzarti nel combattere…arrenditi ora e facciamola finita qui…-

No non potevo crederci, se quello che diceva era vero all’ora non aveva molte possibilità di vincerlo…non potevo però arrendermi e quindi decisi di dare il tutto per tutto usando la tecnica dell’astrazione…dovevo cercare di colpirlo in un punto vitale, il suo dio gli aveva anche concesso una buona guarigione ma dubitavo che poteva anche salvarlo dalla morte. Socchiusi gli occhi e dopo aver preso concentrazioni partii nuovamente all’attacco, questa volta la spada però stava ancora nel fodero, l’avrei estratta nel momento più opportuno…un millesimo di secondo e gli fui sotto, lui non si mosse e così facendo il colpo lo prese in pieno. Come prima il colpo lo squarciò ma esso non sembrò curarsene molto tanto che nello stesso momento impugnò la falce per poi colpirmi sulla spalla destra facendomi una leggera ferita, da quella fuori uscì del sangue che macchio la falce del monaco. Feci un balzo indietro, la ferita del monaco si rimarginò in un attimo, mi guardò ridendo mentre si passava la falce vicino alla bocca per poi leccare il mio sangue…

*non aveva mai fatto una cosa del genere contro gli altri…forse è solo un gesto di sfida nei miei confronti*

Avevo decisamente sbagliato…una volta leccato il sangue la sua pelle diventò di color nero e dei tatuaggi di color bianco si formarono all’altezza delle ossa. Quella tecnica l’avevo già vista usare contro Victor ed aveva una potenza assurda…questa volta ero stato io a subirla e non osavo pensare a cosa poteva accadere ora. Lo jashinista mi guardò dritto negli occhi con sguardo di chi sapeva che era giunta la fine…

Jack: -se non sbaglio hai già visto questa tecnica..l’avevo usata contro il tuo amico..dovresti sapere quindi in grandi linee cosa succederà ora…beh visto che ci sono ti racconterò meglio il suo effetto. Come hai visto per attivare questa tecnica ho bisogno del sangue della mia vittima…dopo aver inflitto un danno di qualsiasi genere al mio nemico lecco il suo sangue e tramite ciò il grande Lord Jashin crea un legame spirituale tra i nostri corpi…cioè il dolore provocato dai danni che mi infliggono e che mi auto infliggo vengono proiettati direttamente su di te…quello che rende questa tecnica molto pericolosa e che una volta ferito il dolore va al mio avversario che soffre per quella mentre io mi guarisco grazie alla benedizione del mio dio….però per questa volta non ho intenzione di usare questa parte della tecnica ma le sua alternativa, questa però la dovrai capire da solo…-

Infatti non tirò fuori nessun paletto questa volta ma mise i piedi fuori dal cerchio che aveva creato, da quello che avevo capito dalla sue parole fuori da quel disegno non poteva usare le tua tecnica curativa, bene questo era tutto a mio vantaggio..dovevo usare la mia tecnica più potente questa volta. Mi preparai mettendomi in posizione ma non feci nemmeno in tempo a spostare il piede che il monaco con una velocità che andava oltre ogni immaginazione si fece davanti a me e usando la parte contundente della falce mi colpì in pieno stomaco facendomi uscire dalla bocca altro sangue..e quindi questo era il secondo potere della sua tecnica…Jashin gli dava ulteriore forza nella lotta ecco qual’era il suo potere. Pensandoci bene gli jashinisti avevano delle tecniche molto forti che puntavano ad aumentare la loro forza e non solo…infatti disponevano anche si una sorta di difesa molto forte…il loro dio li rendeva degli avversari molto duri da sconfiggere…

Jack: -penso che hai capito in cosa consiste la seconda parte della tecnica…il nostro dio ci benedice concedendoci una forza non indifferente che ci servirà per uccidere la nostra vittima…essa alla fine verrà sacrificata da parte nostra al dio dimostrando la nostra fedeltà…ora come ti avevo detto prima farai la stessa fine della bambina quindi preparati alla morte ahahahahahhahah-

Non avevo subito molti danni ma comunque qualcosa dentro di me mi impediva di fare ulteriori mosse come se ero cosciente del fatto che qualunque cosa avessi fatto sarebbe stata inutile e inconcludente…avevo fallito la mia missione e quindi meritavo di subire il massimo della punizione. Il monaco prese la falce per poi preparare il colpo di grazia…

Jack: -è stato un piacere conoscerti ma ora muori!-

Detto ciò fece partire un’ultima sferzata dritta al mio collo…
 
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Capitolo 10°
Jashinismo


…la battaglia era finita, lo Jashinista era riuscito a sconfiggermi e senza ombra di dubbio si era meritato quella vittoria così schiacciante nei miei confronti, avevo fallito la missine che mi ero proposto cioè quella di vendicare Victor e Karyn per quello che gli era stato fatto..ahimè però quel monaco andava oltre anche alle mie capacità e quando riuscì ad arrivare la sua tecnica preferita seppi fin da subito che il destino era stato segnato come lo era stato per i miei due compagni di viaggio…testa china rimuginando agli errori che avevo commesso in questa vita attendevo diciamo con ansia l’atto finale del duello. Il monaco infatti aveva caricato il colpo di grazia, un ultimo fendente che mi avrebbe colpito dritto la collo facendomi secco nell’immediato proprio come era successo a Victor…non versavo lacrime, sapevo h che contro un massacratore come questo non sarebbero in qualunque caso servite, dopo tutto non c’era neanche nulla da piangere, sarei morto nell’anonimato proprio come ero nato, forse l’unico rammarico era quello di non poter più fronteggiare i combattenti dell’Assiah per vedere quanto ero migliorato ma anche questo era uno dei prezzi della sconfitta. Deglutii mentre il jashinista con un’ultima risata fece scendere la falce con una buona velocità sulla mia testa, se avesse tenuto quel’andatura vi erano anche buone possibilità che me l’avrebbe amputata la testa. Presi un ultimo respiro consapevole che quello sarebbe stato veramente l’ultimo…la falce ora era troppo vicina a me tanto che potevo quasi sentire le sue lame bramare il mio sangue, ma proprio quando esse sfiorarono la pelle si fermarono li senza andare oltre…il monaco si era fermato, non sapevo per quale oscuro motivo ma non mi aveva inflitto l’ultimo colpo. La falce si ritrasse e sentii la parole di Jacjk arrivare alle miei orecchie..ero ancora vivo.

Jack: -allora sei veramente deficiente!! Non sai cosa mi stavi facendo fare? per fortuna che me ne sono accorto in tempo se no non osavo pensare quel tipo di punizione il grande dio jashin mi avrebbe inflitto per aver trasgredito a uno dei suoi comandamenti…m,a dico io se proprio volevi morire potevi anche andare in mezzo a un gruppo di banditi disarmato e con una montagna d’ora appesa per il collo non venire da me come niente fosse cercando di farmi cadere in una esemplare pena…i giovani di oggi fanno le cose senza pensare…quando torneremo al monastero ti farò ripassare io stesso ogni singolo comandamento in modo che non te li scordi più! Ora in piedi che la buffonata e finta..su su!-

…non avevo capito affatto quello che era successo, la mia mente si era fermata al fatto che il monaco qui presente non mi aveva ucciso e anzi ora mi parlava come se fossimo degli amici…non ci capivo più nulla. Alzai lo sguardo per intravvedere il volto nell’uomo che era sorridente più che mai, ad un tratto la sua pelle tornò di color rosa e i simboli posti sulle ossa svanirono nel nulla proprio come erano comparsi..l’uomo allungò la mano destra per cercare di aiutarmi nell’alzarmi. Rimasi basito da questo comportamento ma non dissi nulla assecondando quello che stava facendo…non potevo rischiare di inceppare nuovamente in una battaglia contro di lui se no questa volta sarei morto sul serio…

Jack: -su sbrigati che se no arriviamo tardi al monastero…abbiamo una riunione oggi ed è richiesta la presenza di tutti i membri della setta tu compreso anche se da quel che ho capito sei uno nuovo…infatti non porti con te nulla mi aveva fatto subito capire che tu eri uno jashinista, per fortuna che ho visto in tempo che porti al collo la nostra collana se no non sapevi che disgrazia sarebbe capitata se ti avessi ucciso…per la nostra religione i comandamenti sono vera è propria legge, ricorda queste parole che ti potranno essere molto utili quando riceverai il rito di iniziazione. in effetti mi sembrava strano che un essere umano non mi supplicava pietà prima del colpo finale, anche quello mi ha fatto capire le tue vere origini…ma forse tu non stai capendo minimante quello che sta succedendo vero? È stato così un po’ per tutti la prima volta, anche per me…mi sentivo confuso ma non ti devi preoccupare…sono consapevole del fatto che non sappia nemmeno cosa sia il jashinismo e chi sia il dio Jashin ma una volta giunti a destinazione li ti sarà svelata la vera via delle gloria e della potenza-

Bene ora la faccenda si faceva ancora più complicata, mi aveva risparmiato la vita una volta che aveva notato che portavo appeso al collo il suo stesso medaglione, sapeva, almeno dalle sue parole, che non avevo mai sentito parlare dello jashinismo ne del dio che lo comandava eppure desse solo che era normale che io fossi confuso e fuori orientamento e che questo era successo anche a lui la prima volta… ma di quale prima volta si stava parlando? Citò anche il fatto di un rito di iniziazione con il quale sarei venuto a conoscenza di tutto quello che riguardava questa religione, ma come faceva a sapere che io avrei accettato una cosa simile? Infatti non potevo farlo, non potevo unirmi a una setta di persone che uccidevano chiunque gli capitasse sotto mira per offrire l’anima di quelle persona al proprio dio, no non potevo assolutamente..il mio obbiettivo era quello di vendicare i miei amici e le persone uccise da lui non favorire altre morti…

-non capisco proprio quello che stai dicendo…io questo medaglione lo trovato per puro caso prima che venissi a conoscenza di questa setta e di te, non capisco come possa essere questo un buon esperirete per giudicarmi jashinista…non conosco il vostro dio ne tanto meno voglio predicare questa religione, io non sono il tipo che uccide la gente senza un vero e proprio motivo e mai lo sarò quindi è inutile che provi a portarmi nel vostro monastero perché giunto la certamente non mi unirò alla vostra allegra combriccola di assassini e massacratori…no io devo vendicare la morte di coloro che sono caduti per mano tua e non mi importa se morirò o no..-

Jack: - eppure mi sembrava di esser stato abbastanza chiaro o sbaglio? All’inizio nessuno è a conoscenza di nulla…non importa dove hai trovato quel medaglione o perché, a noi basta sapere che lo porti al collo per avere la conferma che tu sei un membro della nostra setta..forse ti chiederai perché questo…come mai sono così convinto che tu ti unica a noi vero? Tu pensi che non lo potrai mai fare perché io tuo animo ti impedisce di compiere questo genere di massacri giusto? Beh se è questo il problema si risolve molto facilmente..non è necessario infatti uccidere tutte queste persone…allora tu adesso mi chiederai perché io lo abbia fatto giusto? È stato il nostro capo a dirmelo…aveva sognato che all’incirca tra una settimana verso i territori del nord si sarebbe fatto vedere un nuovo membro della “combriccola” usando le tue parole…un fatto che avvalora ciò che dico e che tu hai sognato più di una volta la morte di due persone che all’inizio non sapevi chi fossero ma proprio la notte prima che avvenga il fatto tutto si illumina e capisci che sono due tuoi amici, purtroppo però per loro non c’è più niente da fare e così che si scoprono i nuovi jashinisti….tu eri stato scelto dal nostro dio molto tempo prima che tu te ne accorgessi-

Le sue ultime parole mi lasciarono ancora più di stucco i quanto già non lo fossi…come faceva a sapere dei sogni? Che tutto quello che mi aveva detto fosse solo che la pura realtà… sapeva tutto quello che era successo, tutte le pena della notte che avevo sofferto senza che io gli avessi detto nulla, e ora per colpa del mio comportamento sicuramente aveva avuto anche questa conferma visto che il mio volto non lasciava intravvedere altro. Io ero stato scelto fin dall’inizio da questo dio per entrare a far parte della sua setta senza che io ne sapessi nulla, ero stato predestinato a fare ciò, questo pezzo di destino per me era stato già scritto da qualcun altro per me proprio che era successo a Jack e agli altri monaci…questo sapeva un po’ di oscuro, ma se tutto era stato davvero scritto non potevo certamente oppormi perché se lo avessi fatto non sarebbe cambiato nulla..magari si sarebbe solo allungata un po’ la tiritera ma nulla di più…dovevo arrendermi all’evidenza ero un jashinista designato…

-stento ancora a credere a tutto quello che mi hai detto…non riesco a concepir il fatto che qualcuno abbia deciso per me il mio destino, abbia manipolato un pezzo della mia storia solo per far si che io mi aggregarsi al vostro gruppo di monaci…ma visto che ormai questo è stato deciso mi sa proprio che sia inutile combatterci contro, non sono così stolto da competere contro una divinità…quindi se sono proprio obbligato a venire con te prima vorrei sottoporti alcune domande di routine…in primis cosa sarebbe successo che per caso non avessi visto la mia collana in tempo e quindi mi avresti decapitato? Poi…di questa forse già so la risposta..devo per forza uccidere quelli che incontro?...e ultima e forse più importante…mi potresti spiegare cos’è in generale lo jashinismo?-

Il monaco sembro quasi contento del fatto che gli avevo posto già delle domande su come era fatta questa religione, come se avesse capito che ormai l’impresa era fatta ed era riuscito a portare con se un nuovo compagno…prima di rispondermi fece passare qualche secondo forse perché prima doveva sistemare mentalmente un discorso che mi avrebbe fatto capire tutto quello che avevo chiesto…non ero ancora del tutto convinto di quello che stava succedendo e ancora non abbandonavo l’idea di poter vendicare i miei amici ma prima di decidere avrei ascoltato le parole dell’uomo che avevo di fronte…

Jack: - allora incomincerò a rispondere alle prime domande che mi hai sottoposto…bene…dubito del fatto che non mi sarei accorto della tua collana perché in questo tipo di azioni è proprio il nostro dio a guidarci quindi sarebbe stato impossibile me nel caso che questo non fosse avvenuto beh in quel caso avrei trasgredito a uno dei comandamenti dettati da Lord Jashin e quindi avrei peccato subendo una punizione che avrebbe deciso lo stesso dio, ma ripeto questo è un caso più che raro…per la seconda direi che non è necessario uccidere tutti come faccio io…come ti ho detto questo è per trovarti ma nell’ordinario non è indispensabile uccidere a sbafo, bastano anche tre quattro anime al mese per il nostro dio…ti saranno più chiare queste cose una volta che avrai letto i comandamenti che teniamo al monastero li avrai tutte le tue risposte…per ciò che riguarda il jashinismo quello è una domanda che esige una risposta molto dettagliata e specifica ma siccome non possiamo perdere molto tempo di darò solo qualche accenno, i resto lo leggerai giunto a destinazione…allora incominciamo dicendo che questa religione nasce all’incirca con l’avvenuta del cristianesimo solo che questa religione è riuscita a tenersi ben nascosta dagli sguardi indiscreti della gente di quel tempo..come avrei capito noi adoriamo il dio Jashin che sarebbe il dio della distruzione e della carneficina, costui indicò all’inizio come suo discepolo un semplice popolano al quale affidò il compito di propagare nel mondo questa religione ma purtroppo la caccia agli eretici e quant’altro bloccarono la diffusione..cosa principale da dire che Lord Jashin è un dio molto generoso dei confronti dei suoi discepoli tanto che in loro diffonde parte dei suoi poteri…questo lo hai potuto vedere anche tu stesso…al capo stipite ha concesso due poteri così alti che nessun altro jashinista vivente è concesso avere, cioè la vita eterna e l’essere a conoscenza di come eseguire il rito estremo dello jashinismo il quale però è rimasto nascosto e ancora mia usato, anche i suoi effetti sono tutt’ora ignoti…a i seguaci aggiunti ha concesso altre tipo di capacità che però non lasciano invidia al rito estremo..quali sono le hai viste…come detto prima la diffusione di questa religione è molto lenta dato che non tutti sono degni di portare questo nome e tu come tutti gli altri dovreste essere onorati di essere stati scelti dal dio…ora come ora la setta è composta solo da otto membri se contiamo anche tu e il capo, quindi non siamo molti ma quel che bastano per diffondere paura e odio… questo è in generale per sapere meglio la storia da come nasce e tutto il resto o chiedi la capo e leggi le antiche pergamene, dopo che avrei imparato tutto alla perfezione si farà il rito ma non ti devi preoccupare non consiste nel sacrificare nessuno e tanto meno farà male..diciamo che è una cosa di routine-

Il monaco rispose alle mie tre domande in maniera molto esauriente infatti in mente non avevo più nessun dubbio…la cosa del discorso che più mi piaceva era il fatto che a tutti gli jashinisti il dio concedeva quel poteri tanto spettacolari che avevo visto più volte usare da Jack…questo però non voleva assolutamente dire che ancora lo avessi perdonato per tutta la sofferenza che aveva fatto provare a questa povera gente anche se era solo per trovare me…soprattutto non potevo dimenticare il volto di quella povera ragazzina che disperata mi chiedeva aiuto prima che costui..questo mostro che avevo davanti la finisse definitivamente. Ora che ero in ballo tanto valeva ballare quindi se avevo ancora qualche dubbio era meglio esporlo adesso al monaco per non trovarmi impreparato dopo…mi venne subito un’altra domanda da fare..

- visto che sono in vena di domande ora te ne farò un’altra…a vorrei però prima precisare che il fatto che sono predestinato a diventare Jashinista non vuol dire che l’odio che provo nei tuoi confronti per via del tutto il male che hai fatto sia svanito nel nulla anzi, io direi che è ancora presente in me quindi anche se adesso sono calmo non vuol dire che lo sarò per tutto il tempo capito?...ok detto questo vorrei sapere perché quando ho detto la parola “pregare” subito te ne sei infischiato che ti trovavi in battaglia e hai incominciato a pregare sapendo che me ne sai sicuramente approfittato per ferirti gravemente…è una cosa che proprio non riesco a capire-

Jack: -mi fa piacere sentire che hai delle domande da farmi…si capisco che dopo tutto questo non significhi che mi devi perdonare, infatti tutti quelli che ho portato io li mi odiano ancora…sai io sono quello più violento e bastardo del gruppo sono colui che se ne frega se ha davanti una bambina o un uomo armato, io per il dio jashin farei di tutto anche massacrare un suo stesso discepolo o auto punirmi…passando alla domanda che mi hai fatto anche quello rientra tra i comandamenti…lo jashinista deve assolutamente pregare prima di ogni battaglia e alla fine in caso che la vittima sia morta deve fare un secondo rito che ahimè è molto più doloroso-

Solo dopo aver sentito la prima parte del discorso capii veramente che avevo uno fuori di testa e non mi stupivo che dentro al monastero anche latri suoi compagni lo odiavano..da questo deducevo anche che non tutti erano come lui e magari andando li avrei trovato gente che un minimo di pietà l’avevano, ma questa teoria non era affatto sicura la 100%. Guardai dritto negli occhi l’uomo…la giornata stava svolgendo ormai al termine, sole ormai era quasi del tutto scomparso all’orizzonte e la notte stava per calare sulle nostre teste…da quello che aveva detto il monaco saremo dovuti andare al monastero per colpa di una riunione straordinaria dove tutti i membri me compreso dovevano partecipare, ok mi era venuta in mente già un’ultima domanda da fare al tizio e quindi non persi troppo tempo e la esposi...

-ok mi sa che per oggi ho fatto già abbastanza domande ma sai quando si è “costretti” ad entrare in un ottica diversa della vita delle domande ci si porgono sempre..tu hai detto che ti fa piacere rispondere quindi ho subito un’ultima domanda da farti prima di andare via e procedere verso il monastero…-

Jack: -spara ragazzo…-

-stai sicuro che quanto troverò una pistola ti sparerò…ritornando alla domanda…una volta entrato a far parte della setta sarò obbligato a rimanere nel monastero?-

Jack: -no per niente anzi..sarai libero di andare dove vuoi e con chi vuoi tu…nessuno ti obbliga a rimanere del monastero infatti esso è quasi vuoto…di fisso ci sono solo io e il capo..il capo perché è obbligato io perché qui c’è già abbastanza da fare e non mi va di trovare altre occupazioni nelle altre regioni, sono domani vedrai tutti per via di questa riunione che di solito si fa una volta ogni centocinque anni..scommetto che con questa risposta ti ho sollevato il morale eh?-

-ci vuole altro per risollevarmi il morale dopo tutto quello che mi hai fatto…sono solo felice di sapere che non sono legato a quel posto..mi limiterò a seguire i comandamenti anche se non sono al monastero, tanto è quello il fulcro delle religione, i comandamenti quindi penso che non ci siano problemi…ora però basta con le domande se vogliamo arrivare all’alba dove dici tu è il momento che ci mettiamo in viaggio-

Il monaco non disse nulla limitandosi ad appoggiare la sua falce sulla sua spalle destra e con un sorrisero soddisfatto carmi cammino tra la fitta radura che si propagava più in la…


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con questo posso dire di essere arrivato a 2/3 della quest^^
 
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Capitolo 11°
il monastero oscuro


...era ormai un bel po’ che stavamo camminando per quelle stradine isolate e dissestate che ci stavano conducendo in chissà quale luogo..beh il luogo lo sapevo perché la meta finale era il tempio jashinista ma il tempo che ancora mancava per arrivarci era quello che più mi preoccupava, non volevo restare ancora molto tempo con questo tipo perché avevo paura che un mio qualunque atto di pazzia avrebbe interrotto quei momenti di massima quiete. Spazientito incomincia a fischiettare mentre seguivo il monaco che sembrava assolto nei suoi pensieri..era da quando eravamo partiti dal villaggio che non aveva aperto bocca e sembra intenzionato a continuare così per tutto il viaggio, io invece non aveva nulla a cui pensare perché tutti i miei dubbi erano stati sciolti e non mi andava di farmi altre inutili domande su questo caso…superammo un piccolo ponte fatto di legno che faceva da passaggio su un piccolo fiume messo li, continua a fischiettare mentre lui a camminare, non volevo giocherellare con la spada per paura che capisse male le mie intenzioni, ma mi stavo veramente annoiando…

-quanto ci vuole prima di arrivare a destinazione? Mi sto annoiando…non posso fischiettare all’infinito la stessa canzone ma non mi va di sentire i rumori della natura..se tu fossi un po’ poi loquace il tempo passerebbe più velocemente per tutti e due che ne dici?...dopo tutto prima mi sono fermato nel porti domande perché non volevo perdere altro tempo in quel posto che ha fatto diventare una carneficina…-

Jack: -devo dire che neanche io mi sto divertendo molto camminando soltanto ma visto e considerato che non aprivi bocca pensavo che non avessi voglia di fare quattro chiacchiere, oltre al difetto di essere crudele sono anche un tipo che non perde un mezzo minuto per dire qualcosa anche una semplice cazzata..questo penso tu lo abbia potuto capire da solo visto che durante il nostro piccolo combattimento non facevo altro che parlare o anche ora visto che sto allungando il brodo in una maniera assurda solo per sparare qualche cavolata in più…effettivamente pensavo che il motivo era quello ma non volevo azzardare…ho fatto proprio un bel lavoro eheheh…tornando al discorso di adesso…che altre cose mi vorresti chiedere? Spara che così come dici tu magari il tempo vola più velocemente di quanto già non fa…-

…la notte intanto era calata sulla foresta e il solo era scomparso all’orizzonte, al suo posto ora vi era una luna più splendente che mai, ancora non era piena ma tutto lasciava presagire che già giorno dopo lo sarebbe stata, le stelle come la luna ora dominavano il cielo illuminando anche se di poco le nostre buie strade. Quello che monaco infondo era vero, anche se ora non aveva parlato non voleva dire che non fosse uno loquace, infatti durante la nostra battaglia non aveva fatto altro che blaterare e dare spiegazioni su cose che io non avevo chiesto, solo ora che tutto si era fatto un po’ più “calmo” mi veniva in testa questo dettaglio. Ancora una volta però con quell’aria di strafottenza disse che era compiaciuto di quello che aveva fatto il quel villaggio e a quelle parole mi salì nuovamente il nervosismo…era diventato un fatto automatico, ogni volta che parlava di quel villaggio come un altro dei suoi grandi successi mi faceva arrabbiare e una voglia di trafiggerlo con la mia spada. Presi un bel respiro per recuperare la calma persa poi incomincia a parlare…

-prima di tutto ti invito a non parlare più di quel villaggio che se non fosse nulla…ti ricordo che quelli che hai ucciso erano esseri viventi proprio come te e tra quelli vi erano molti innocenti…molte donne, molti bambini che non centravano nulla con quello che la tua missione richiedeva..ancora adesso infatti anche dopo aver ascoltato le tue giustificazioni mi chiedo come in te ci possa essere così tanta crudeltà che tra parentesi a prima occhiata neanche dimostri…ecco mi hai trasmesso la tua sindrome del parlare troppo e ne finire fuori discorso..che stavamo dicendo? A si ho ancora un paio di domande da farti…tu che esperienza hai vissuto prima di diventare Jashinista?-

Questa volta l’avevo messa molto sul personale dato che sicuramente lui non aveva ricevuto un trattamento migliore del mio messo su questo piano, oltre a quell’intento questa era una di quelle tipiche domande alle quali coloro che devono rispondere incominciano a dilungarsi nei particolari e questo era anche favorito dal fatto che Jack era un tipo molto discorsivo e quindi scommettevo non mi avrebbe nascosto nulla…tanto una storia inventata in così poco tempo dubitavo l’avrebbe potuta inventare. Il monaco sembrò quasi non aver sentito la domanda dato che continuò a camminare senza dir nulla…che avessi colpito uno dei suoi tasti dolenti? Probabile, questo si che mi faceva tirar su di morale altro che! Dopo aver visto tutta quella gente soffrire per mano sua era una goduria vedere questa volta lui nella parte della vittima, ma sembrava quasi che la risposta non volesse proprio arrivare…

-da questo tuo silenzio improvviso deduco che raccontare questo fatto sia doloroso anche per un massacratore come te, dopo tutto penso che questa sia la prima volta dopo tanto tempo che qualcuno di chiede una cosa del genere quindi tutto il rammarico di quel giorno sta tornando su tutto insieme non è vero?-

Jack:- hai ragione…hai proprio ragione hai preso da me il fatto di parlare troppo…il motivo per cui stavo aspettando un po’ per raccontare la mia storia e per il semplice fatto che non me la ricordo molto bene e quindi mi devo sforzare per ricordare tutto qui…tu sei stato fortunato che ti è successo quando eri già adulto e ti sono stati privati solo un paio di amici mentre io cosa dovrei dire che mi hanno trovato quando ero solo un bambino? Non avevo la capacità di ricordare ben sviluppata e quindi le poche cose che mi ricordo si intravvedono a tratti…insomma la mia situazione e come quelle che di solito si vedono nei film uguale e identica..ahahahaha…dato però che ci tieni tanto a sapere come sono entrato a far parte di questa setta ti racconterò la storia fin dal principio…-

Il monaco era diventato per un tratto serio per poi perdersi sul finale riacquisendo quella voce che andava molto sull’ironico, per un mezzo attimo sembrava quasi che di fronte avessi un’altra persona. Si fece attendere ancora qualche secondo per poi incominciare a raccontare la sua storia…

Jack: -come ti ho detto quando mi hanno trovato ero molto piccolo..avevo all’incirca setto o otto anni, di quella giornata non mi ricordo molte cose… gli eventi che poi mi passano per la testa e la figura di un uomo con una falce che ridendo si stava divertendo a torturare la gente del luogo in cui abitavo io compresi i miei genitori. Ebbi la disgrazia l’anno prima di ricevere come regalo li compleanno proprio il medaglione che porto appeso al collo adesso, tramite quello quel jashinista riuscì a identificarmi tra la folla e quindi non uccidermi…in cambio mi portò appresso con lui fino al monastero dove il capo diciamo che mi educò nell’arte della scrittura, della lettura e soprattutto del combattimento, figuriamo se al mondo ci sarebbe stato uno jashinista che non era in grado di usare la falce…il tempo passa e arrivato all’età di sedi anni finalmente ricevetti il mio rito di iniziazione, dopo quello mi dedicai nell’arte dell’omicidio l’unica alla quale mi avevano educato…ecco perché forse ora come ore sono il più violento di tutti quanti..con un passato del genere non c’è per niente da stupirsi ahahahahah-

Una storia strappa lacrime quella che mi aveva raccontato il monaco ma da come me l’aveva narrata sembrava quasi che stesse parlando in terza persona come se quei fatti ormai non lo toccassero più minimante e questo mi faceva provare un senso di pena nei suoi confronti che mai avrei immaginato di poter provare. Il tempo era trascorso ed arrivammo in fine ad un incrocio e li ci fermammo per un paio di secondi, Jack si guardò prima a destra poi a sinistra controllando che non arrivasse nessuno in quel momento…accertato di questo si girò verso di me e con la mano fece segno di seguirlo, non prese nessuna delle due strade ma si infilò nello spazio che divideva le due strade per poi continuare a camminare…non dissi sulla al monaco ma intuii che il monastero dove eravamo diretti non si trovasse segnato su nessuna cartina, beh questo era anche logico dato che quello che loro facevano non era sicuramente tra le cose più nobile conosciute in questo mondo. Il silenzio che si era creato prima ritornò mentre attraversavamo quel tratto di giungla molto aggrovigliata, non volevo aprir bocca per il semplice fatto che questa era sicuramente era una via segreta che ancora nessuno aveva pensato di trovare e dare qualunque segno della nostra presenza li sicuramente non avrebbe combinato nulla di buono soprattutto se c’era qualcuno che ascoltava. Tempo una mezz’ora che finalmente apparve davanti a noi un’enorme muraglia il quale unico accesso era una gigantesca porta di cemento nero che si trovava un po’ più distante da noi. La porta era decorata con strani disegni dal quale io non conoscevo il significato mentre ai fianchi di esse si innalzavano due colonne dove alla fine vi posavano sopra due statue di leoni che puntavano i loro occhi verso il basso intenti a guardare tutti coloro che avrebbero attraversato quella soia, un po’ mettevano inquietudine, postate in un modo che sembrava quasi che stessero per saltare di sotto con il solo pensiero di sgranarti vivo. Jack si girò verso di me sorridendomi ancora una volta per poi incominciare a parlare…

Jack: -spettacolare vero? Tutti coloro che vengono qui per la prima volta rimangono basiti da queste mura e soprattutto dall’enorme cancello che però oltre il compito di abbellire il posto ha anche il compito di proteggere il monastero dagli ospiti inattesi nel caso che all’interno ci siano solo pochi di noi, ma per fortuna nessuno ha ancora scoperto questo luogo, l’ultima volta che qualcuno che non facesse parte della sette ha osato metterci in assedio ha fatto una fine tra mille torture…ora però dobbiamo attendere un po’ prima che qualcuno ci venga ad aprire, vedi questo luogo è dotato di una sorta di sistema che rivela le presenze di chi ha di fronte, questo è dovuto ai leoni di pietra posti li su che guardano continuamente qui “segnalano” l’arrivo di qualcuno…ho lasciato questo posto questa mattina e dubito che gli altri jashinisti siano già venuti…conoscendo il capo ci impiegherà un po’ prima di giungere qui…tanto tu non hai paura del buio quindi non dovresti aver problemi-

Detto ciò si mise seduto su una delle tante rocce che c’erano in quel posto per poi chiudere gli occhi. aveva ragione quel posto faceva proprio uno strano effetto alle persone che lo vedevano per la prima volta, speravo di farci l’abitudine. Come dopo tutta questa camminata ora dovevamo anche aspettare che ci venissero ad aprire? Non c’era nessun modo per aprire quelle porte anche dall’esterno? Mah a me sembrava molto strano questo fatto, chissà cosa sarebbe successo nel caso che tutti uscissero e dentro non rimanesse più nessuno, si rimarrebbe incapacitati nell’entrare nel monastero…beh dato che c’era da attendere tanto valeva fare come il monaco e mettermi seduto una roccia ad aspettare che il capo ci venisse ad aprire. Ad occhi chiusi il tempo sembra non passare mai ma in verità passava eccome dato che da quando eravamo li era passata più di mezz’ora e solo ora qualcuno si era deciso dal aprire la porta…dei scricchiolii si fecero sentire e subito aprii gli occhi, Jack fece uguale solo che in maniera più lenta e rilassata, il portone lentamente si spalancò facendo vedere quello che vi era all’interno…uno spettacolo. Il monastero in questione era composto da tre zone tutte collegate tra loro da un corridoio coperto, una zona la centro che poi era anche la più alta e le altre due che si propagavano hai suoi lati, tutto in stile arabo molto bello…vi erano molte finestre che davano al giardino mentre altre che guardavano all’esterno…non vi erano torri di nessun genere ma in compenso la struttura aveva un’alta levatura. Proprio in mezzo alle porre delle mura vi era una persona, dal viso sembrava portare almeno una sessantina d’anni anche se ricordando quello che mi aveva detto il monaco prima il capo era anche il primo jashinista esistito al quel era stata data la vita eterna e quindi altro che sessant’anni ne avrebbe avuto almeno duemila. Era vestito proprio come Jack con la differenza che il suo mantello nero era abbottonato fino alla fine e quindi per colpa del collo (del vestito) molto alto e spazioso si incominciava a vedere il volto della persona a partire dalla bocca, guardandolo bene non sembrava una persona malvagia o quant’altro ma solo un semplice vecchietto.

*Costui quindi è il capo, non me lo aspettavo proprio così ma da una persona che tiene più di due mila anni penso che di più non sia permesso sperare…a giudicare ora sembrava un tipo molto tranquillo ma come si dice l’abito non fa il monaco…ahahah che battuta*

Capo Jashinista: -ben tornato Jack…come ho il piacere di vedere sei riuscito a trovare il nuovo membro della nostra setta proprio come il grande Lord Jashin mi aveva detto. Piacere di conoscerti giovanotto…io sono il primo jashinsta mai esistito su questa terra non che capo dell’intero gruppo, mi chiamo Vernen…forse non sai perché sei qui e cosa ti attende ma ora ti spiegherò tutto quanto..-

-non si preoccupi signore…Jack ha già provveduto a specificarmi in ogni particolare perché io sono qui ora e come sono stato scelto tra molti, diciamo che mi sono già fatto fare uno cultura generale di quello che dovrò e non dovrò fare una volta diventato un membro della setta, compresi i benefici e i doveri…quindi forse è meglio saltare quella parte del discorso per affrontarne altre, quali non so ma penso che ce ne siano tipo i comandamenti o che ne so-

Jack: -dai su parla con un po’ di più di rispetto alla persona che hai davanti, dopo tutto se lo merita visto che è più vecchio di te no?ahahahahh-

Vernen: -sempre il solito spiritoso vero Jack? Però sono felice che hai già informato il ragazzo di molte cose attinenti su questo luogo e sui suoi componenti così minimo di risparmio gran parte del discorso eheheheh parlando di rispetto direi che si è comportato meglio questo ragazzo ora che tu in tutto il tempo che hai albergato nel monastero, dovresti farti un esame di questo…parlando d’altro, da quel che ho capito sai già allora che dovrai subire un rito di iniziazione prima di entrare a far veramente parte di noi, naturalmente non prima di aver imparato per bene tutti i comandamenti…beh sarei crudele se ti dicessi che devi incominciare già da ora a studiarli quindi prima riposati e poi puoi iniziare…domani ci sarà anche una riunione credo che Jack te l’abbia detto..questo è tutto ora potete anche andare…-

…sorrisi al vecchio per poi seguire il monaco fino alla soglia del monastero, Jack aprì quella porta e così potei ammirare come erano decorate le pareti di quel posto. Tutte quante erano affrescate con dipinti che raggiravano le cose più svariate come per esempio un fiume in una valle, un gruppo di persone che ballavano intorno a un fuoco insomma un misto di classico e moderno…non immaginavo potesse esistere monasteri come questo, infatti visto così non sembrava neanche un monastero vero, svoltammo l’angolo e il monaco che mi stava davanti mi indicò con il dito la direzione che dovevo prendere…

Jack: -allora vai sempre avanti la seconda stanza a destra e la tua…per qualunque problema vieni a trovarmi alla prima a sinistra, naturalmente te non uccidermi nella notte…perché so che brami ancora di affondare la tua spada nel mio cuore…ma finché stai qui è meglio per te che quei sentimenti li lasci da un’altra parte…detto questo buon riposo…a devi sapere che qui non siamo come in altri posti che bisogna alzarsi presto la mattina quindi non è necessario che vai di fretta…notte-

…quel maledetto aveva capito parte delle mie vere intenzioni, beh poco male voleva dire che lo avrei sistemato una volta fuori di qui..ma ora che ci pensavo quando sarei uscito sarebbe stato solo quando ormai ero diventato jashinista e se quello che Jack era vero non potevo uccidere un mio compagno…qui la situazione di complicava ma in qualche modo lo avrei ucciso. Seguii le indicazione del monaco ed arrivai subito nella mia stanza…era molto bella e decorata anche quella, con quadri e altre cose..si trattavano molto bene questi religiosi. Con un gesto rapido mi tolsi le scarpe ma quando notai che non si sfilava nulla mi ricordai che le avevo lasciate all’ingresso, poco male le avrei recuperate il giorno dopo, mi tolsi la giacchetta e la posai su una sedia…ecco ora che il movimento era finito rivenivano a galla tutti i dolori dello scontro e della giornata passata, per fortuna il sonno non tardò ad arrivare e con se portò via ogni mia fatica…
 
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Capitolo 12°
I comandamenti...


…tutte le volte che non dormivo in un posto a me non famigliare era sempre la stessa storia, non importava se nel locale o in un monastero i cuscini volavano lo stesso e in qualunque caso. Questa vota era riuscito a mandare uno dei due cuscini che avevo sul letto addirittura sul bordo della finestra mentre l’altro evidentemente non aveva fatto molta strada visto che era appena accostato al muro di fronte, ora come ora mi incominciavano a venire dei seri dubbi…non è che ero un sonnambulo? No perché non poteva essere che ogni volta il letto si ritrovava peggio di uno straccio usato, evidentemente durante la notte lottavo con i cuscini invece di riposare eppure non mi sentivo stanco..mah una qualche spiegazione in qualunque caso ci doveva esser per forza…non mi scomodai neanche a togliermi da sotto le coperte visto che queste erano tutte riversate per terra, oggi vedevo quel luogo con un occhio differente da quello del giorno prima, infatti più vedevo quegli affreschi e quelle decorazioni e più mi sembrava strano dire che mi trovavo in un monastero…forse perché io ero abituato a vedere quelli poveri condotti da persone che dovevano fare carità per mangiare un po’ di pane..no aspetta mi sa che mi stavo confondendo con i barboni i monaci non faceva queste cose…se non sbagliavo loro coltivavano all’interno della struttura stessa…ok speravo tanto che nessuno mi facesse una domanda del genere al momento perché avrei fatto una figura del cavolo. Con lentezza scesi dal lussuoso letto per pi darmi una sgranchita…non avevo smaltito al pieno proprio tutti i dolori del giorno prima ma comunque meglio stavo, senza contare però che ancora avevo un paio di tagli sparsi sul corpo, andai vicino alla sedia per prendermi la mia giacchetta ma notai che proprio davanti alla porta giacevano a terra ben ripiegati un paio di pantaloni in stoffa bianca e il tipico abito da monaco cioè il saio, posato su questo c’era anche una lettera semi chiusa dalla quale sporgeva un pezzetto di pergamena…mi avvicinai alla porta dove giacevano i vestiti e recuperai la lettera, l’aprii completamente ed estrassi il foglio…come pensavo era il capo jashinista che mi scriveva, chissà cosa voleva…

CITAZIONE
bene,
se stai leggendo questa lettera vuol dire che finalmente di sei svegliato… per prima cosa devi ringraziare Jack per i vestiti è stato lui a portarteli questa mattina e io approfittando della situazione gli ho chiesto di portare questo foglio. Tu forse di chiedi perché di sto scrivendo invece di aspettarti nella sala (tanto lo so che non lo stavi pensando) il fatto è che come tu sai oggi abbiamo una riunione quindi sono costretto a lasciare il monastero con Jack per un breve periodo di tempo per fare tutti i preparativi necessari a questo evento. Ora onde evitare che ti perda nel monastero ho allegato alla lettera una cartina del luogo da me stessa disegnata, spero capirai qualcosa, beh come già sai ti devi preparare per il rito quindi è meglio che vai subito nella biblioteca, li dovresti trovare i comandamenti della nostra religione…per ogni comandamento c’è un volume unico di duecento pagine ma penso che possa andare bene anche solo una infarinatura generale del tutto quindi ti consiglio di prendere il primo libro che ha la copertina nera davanti a te, li sono riportati i regolamenti così quando furono scritti da me quando il dio jashin me li dettò la prima volta…naturalmente poi decidi tu cosa fare. questa però è la parte più tecnica della giornata visto che penso che per domani sarai già pronto se oggi ti ci impegni, per passare alla parte più divertente potresti incominciare facendoti una bella doccia rilassante nel bagno che troverai due stanze più a destre della tua, di dico ciò perché ho visto che sei mal ridotto, Jack ci avrà dato giù duro questa volta per farti tornare così stano e scandalizzato…cosa altro dirti se non augurarti di non perderti ( te lo ripeto non si sa mai), ci vediamo tra meno di tre ore, nell’attesa
saluti…..Vernen (non mi sono sbagliato ne non andare a capo per scrivere il nome ma da come puoi benissimo vedere anche tu lo spazio è finito..con questa specificazione ti saluto)

…sarà strano ma questo tipo mi stava simpatico, forse perché la sua milionaria esperienza lo aveva fatto capire come ci si doveva comportare con i giovani o per altro…sicuramente più simpatico di Jack lo era, lui era un caso a parte visto che non appena uscito lo avrei ucciso e ora che sarei diventato jashinista il divarico di potenza tra noi due si assottigliava parecchio dato che sarei stato anch’io in grado di curarli o acquisire una potenza maggiore tramite quella sorta di maledizione che mi aveva posto prima. Bene allora la prima cosa da fare era il bagno, lui me lo aveva offerto e io sicuramente non lo avrei rifiutato…erano passati molti giorni dall’ultimo e non volevo che quando la riunione iniziasse vedendo che mancavo di igiene mi scansassero…lancia la busta sul letto e quindi incominciai a spogliarmi li, si volevo fare questa pazzia per una volta, dopo tutto ero solo quindi nessuno poteva dirmi nulla e affidarmi il monastero per tre ore voleva dire in poche parole “fai come se fossi a casa tua”, gentili questi religiosi assassini, dopo tutto di sbagliato avevano solo i modo di professare…che purtroppo avrei dovuto seguire anch’io una volta ricevuto il rito. Mi slacciai la cintura del pantaloni e mi sfilai la maglietta per poi buttare tutto sull’angolo più lontano della stanza, mi tolsi anche i calzini e le mutande gettandole nel mucchio…raccattai da terra i vestiti puliti e mi diressi verso la seconda stanza a destra proprio come aveva scritto il capo. Aprii la porta e dinanzi ai miei occhi apparve quel che doveva essere il bagno che invece sembrava una vera e propria bolgia di lussuria, evidentemente questi non avevano mai letto da nessuna parte che la maggio parte delle cose che loro facevano andavano fuori da quel che si poteva dire religioso…evidentemente il loro dio non si aggrappava a queste cose materiali ritenendo che i suoi discepoli potevano anche permettersele. Il pavimento era fatto in mattonelle blu oceano e a posto della doccia vi era una vera piscina molto spaziosa circondata da colonne bianche come la neve, due lavandini di marmo bianco e specchi a poi pezzi, una cosa così grande che non si era mai visto in nessun monastero esistente escludendo questo. posai i vestiti nuovi su uno di quei due lavandini e mi tuffai letteralmente nella piscina che straripò da più parti e schizzò acqua un po’ in tutta la stanza, ecco ero appena entrato e avevo già fatto un casino enorme…avrei messo apposto dopo essermi rilassato li dentro…notai che vicino alla piscina vi erano una serie di boccette di odori, spezie benefiche e shampoo, io presi il terzo tipo versandone un po’ direttamente nella vasta e un po’ sui capelli. Incominciai a insaponarmi per bene tanto che si creò molta schiuma nella vasca…chiusi gli occhi cadendo nel più completo relax e il tempo sembrava non scorrere mai ma invece era l’inverso! Ad un tratto sentii un rumore provenire da dietro la porta…non dirmi che erano già tornati! Mi girai di spalle sparendo nella schiuma ma facendomi un buco tra quella per vedere l’ingresso. Qualcuno si lamentava dietro quella, forse la per la fatica…poi qualcosa fu posata sulla parete affianco alla porte, lo capii perché fece un rumore non indifferente come se fosse stata lanciata…la maniglia si girò a dalla porta entrò una figura che non riuscii subito ad intravvedere…

???: -vestiti? Qualcuno si è dimenticato i suoi vestiti nel bagno, chissà chi è quel deficiente…mmh? Come mai c’è così tanta schiuma nella vasca? Sembrava quasi che qualcuno si sia fatto il bagno da poco ma non capisco dove sia ora…beh ovunque sia penso proprio sia completamente nudo dato che i vestiti sono qui…ok era che ci sono approfitto della schiuma e mi faccio io un bel bagno…-

No..no no no! Era inconfondibile…la voce di una donna!!! Come era possibile che una donna entrasse in un monastro? Jack aveva detto che il portone poteva essere aperto solo dall’interno allora come aveva fatto lei ad entrare…e poi…se sapeva di questo luogo voleva dire che anche lei era una jashinista, una donna all’interno della setta, non era però il momento di pensare a questi infime cose ora ero incappato in qualcosa di più grave. Ora riuscii a vedere il volto della ragazza…era molto giovane anche lei, sicuramente non meno dei venti anni ma non di più del venticinque…un viso splendido e un mezzo sorriso stampato sopra, aveva gli occhi verdi e i capelli rossi chiari…si tolse il mantello e il vestitino che aveva sotto…i pantaloni…il mio viso divenne completamente rosso quando vidi volar via anche le sue mutandine…che imbarazzo, e ora cosa facevo? Certamente non potevo uscire ora, mi avrebbe visto e se mi scopriva mi avrebbe preso per un maniaco e avevo già visto la pietà che poteva avere un jashinsta, figuriamoci se poi questo era femmina! Beh non che la visione mi dispiacque infatti aveva un corpo magnifico anche se rovinato da un paio di cicatrici. Fischiettando si immerse nell’acqua per poi cospargersi di shampoo…non potevo resistere un secondo di più…

???: -aaaaaaaaaaa quindi il possessore di quei vestiti non se ne era andato…potevi anche dirmelo che stavi facendo il bagno anche tu io intanto non mi vergogno…ti nascondi tra la schiuma vero? Ecco perché non ti ho visto quando sono entrata qui…su su non fare il timido e vieni fuori...-

-eheheheh ormai è inutile fingere di nulla…mi hai scoperto….mi dispiace se come dire sono stato invadente, non volevo proprio…comunque piacere io mi chiamo Alex Torner sono arrivato ieri in questo posto mi ha portato qui Jack…mi ha spiegato tutto su questa religione e su come si pratica…-

Hylari: -quindi tu saresti il nuovo tipo portato qui dal quel deficiente di un monaco…se il capo ti ha invitato a fare un bagno vuol dire che sei arrivato qui scandalizzato da quello che avevi visto…Jack questa volta ci avrà dato giù pensante…piacere mio Alex, spero che ti ambienterai bene tra noi…io mi chiamo Hylari è sono una delle due jashinste che sono membri della setta. A quindi quello scemo ti ha già informato di tutto? Mi sorprendo che abbia fatto qualcosa di buono per la nostra causa, naturalmente che non comporti la morte di qualcuno in quel settore e quasi insuperabile, penso che tu ne sia testimone…beh penso però che per te sia meglio uscire da qui e incominciare a leggere i comandamenti…il capo si auspica che tu sia pronto già per domani ma se passi tutto il tempo qui dubito che tu ce la possa fare…infatti esso ci hai chiesto apposta di rimanere qui un giorno in più per assistere tutti insieme alla tue entrata nella setta-

-non ti posso dare torto, ho impiegato molto tempo che avrei dovuto dedicare ad altro in questo luogo quindi forse è meglio che ora vada..piacere di averla conosciuta Hylari, penso che ci rivedremo più tardi durante la riunione…ciao-

Detto questo andando alla velocità della luce uscii della vasca per arrivare subito alla porta, non volevo farmi vedere nudo da una ragazza minimo se essa non era la mia amante. Lei d’altro canto non sembrava possedere il più minimo pudore al riguardo e stava li indifferente come se non gli dava alcun fastidio essere guardata mentre non indossava nulla…ogni membro di questo gruppo sembrava avere un difetto significativo..mah, speravo di non arrivare ai loro stessi livelli. Mi asciugai velocemente con l’asciugamano li vicino per poi infilarmi i pantaloni e il saio, dovevo dire che mi stavano a pennello…aprii la porta ed uscii lasciando li sola la giovane jashinista. La prima cosa che notai fu la sua falce appoggiata la muro e sicuramente era stata quella a causare quel rumore che avevo sentito poco prima…non rimasi li a guardala per molto tempo, qualcos’altro mi attendeva quindi incominciai subito a camminare e mentre facevo ciò estrassi dalla tasca dei pantaloni la cartina del posto che mi era stata data dal vecchio capo…mmm secondo le indicazioni sarei dovuto andare sempre avanti, voltare a destra, poi a sinistra, nuovamente a destra, andare dritto e solo alla fini prendere il terzo corridoio a sinistra…tutto alquanto complicato ma se era l’unica via per arrivare nella biblioteca tanto valeva mettersi i cuore in pace e continuare a camminare. Tempo venti minuti che riuscii ad arrivare a destinazione, dai dopo tutto non era cosi distante da dove ero partito…girai al terzo corridoi a sinistra e mi ritrovai davanti a un portone completamente nero decorato con delle incisioni in argento, molto appariscente a dire il vero. Poggiai la mano destra sopra e spinsi con al forza che avevo, l’entrata si aprì e così potei finalmente entrare nel posto dove dovevo essere già da questa mattina, la biblioteca…essa era in poche parole una stanza molto amplia dope al mosto dei muri vi erano ante contenenti milioni li libri differenti asseconda della zona che si andava a vedere, quella ante si ergevano per almeno tre metri e quindi per prendere anche quei libri vi era bisogno di prendere una scala che scivolava per tutta la stanza, faceva molto antica biblioteca babilonese. Bene e io in mezzo a tutti quei volumi avrei dovuto cercare quello che interessava a me? In mio soccorso allora arrivarono le parole che mi aveva scritto il capo “ti consiglio di prendere il primo libro che ha la copertina nera davanti a te” e quindi avrei preso quello…mi diressi in avanti verso l’anta che si prostrava davanti a me e come dettomi presi il primo libro che avesse una copertina nera. Presi la prima pagina del libro e incomincia a leggere quello che vi era riportato….

CITAZIONE
I° secolo d.C
In seguito alla nascita del cristianesimo e la sua diffusione nel territorio Israeliano fu introdotta la nascita di una nuova religione nella quale i principi fondamentali erano basati sulla distruzione e la carneficina. Il grande Dio adorato in questa religione è Lord Jashin dio della distruzione che ordinò al suo primo discepolo di andare in giro per il mondo per diffondere quelli che erano i suoi voleri, purtroppo con il passare del tempo la vera e unica religione che venne riconosciuta nel mondo fu il cristianesimo tanto che dello Jashinismo non si venne a sapere più nulla per molto tempo. Si dice però che questa che ambiva a diventare una delle grandi religioni dell’epoca ristrinse i suoi orizzonti diventando così solo una setta di poche persone comandate da colui che per primo si affianco allo Jashinismo. Come tutto le cose anche questa religione aveva le sue severe regole che vennero dettati dallo stesso dio al suo discepolo più fidato affinché esso potesse renderle note anche agli altri componenti, queste vennero racchiuse in una serie di sei comandamenti che ogni Jashinista ha l’obbligo di rispettare per non incombere in una severa punizione inflitta dalla stessa divinità. I comandamenti erano i seguenti:
-prima di ogni combattimento bisogna onorare il grande Jashin essendogli grato e chiedendo un omicidio in cambio di maggiore potenza, il dio prenderà atto della preghiera e se il fedele sarà ritenuto meritevole riceverà della divinità le giuste energie per far si che l’omicidio richiesto si possa avverare;
-mai bestemmiare il nome del Dio in vano e se qualcuno vicino a voi oserà farlo la pena che gli verrà inflitta sarà la morte per mano vostra;
-uccidere almeno tre persone al mese per onorare il dio con le anime delle persone uccise;
-dopo ogni battaglia vinta si dovrà svolgere un secondo rito dove lo Jashinista offrendo anche il suo sangue farà si che l’anima della vittima possa raggiungere il suo Dio che poi la giudicherà come meglio esso può fare;
-è un grave peccato uccidere un altro Jashinista essendo coscienti di quello che si è fatto, pena la morte immediata.
-una volta divenuti Jashinisti a tutti gli effetti è impossibile tornare indietro, se questo avverrebbe la pena che gli sarebbe inflitta sarebbe la reclusione e la tortura per accompagnare la sua morte;

…stop, era questo il pezzo che più mi interessava del libro ed era lo stesso che mi in poche parole mi era stato detto da leggere e imparare per bene, qui si racchiudeva in poche parole tutto quello che erano le regole dello Jashinismo, esse erano chiare da leggere a tanto uguale per capire che al più piccolo errore vi era la morte immediata, insomma non potevi trasgredire un attimo che ti ritrovavi stecchito…erano regole severe ma sempre meglio di quelle di Hammurabi..non è che quel re prese spunto proprio da questi comandamenti per fare le sue leggi? Mah per quanto mi riguardava tutto era possibile. Alzai lo sguardo dalle pagine del libro alla ricerca di qualcosa di comodo dove appoggiare il mio fondoschiena, trovai subito una poltrona posta vicino a un tavolino di legno, quella sarebbe stata ideale per me…mi ci misi seduto e riaprii il libro alle pagine interessate incominciando a memorizzare i codici e le parole che vi erano sopra riportate, dopo avrei sicuramente svolto anche qualche piccolo approfondimento su tutti i comandamenti essendo così un po’ più preparato in vista del rito di iniziazione che se tutto fosse andato bene sarebbe avvenuto direttamente il giorno successivo…
 
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Capitolo 13°
La riunione...dopo 700 anni


…una pila di libri posati sul tavolino vicino alla sedia e un’altra distesa sul pavimento, quella che doveva essere una semplice e breve lettura era diventata una vera e propria caccia all’informazione che diciamo mi aveva preso, infatti non appena scoprivo qualcosa di nuovo andavo a prendere subito il libro che poi andava a spiegare quell’argomento, beh se proprio dovevo entrar a far parte di questa setta minimo dovevo essere a conoscenza di tutto quello che li riguardava e quando dico tutto era veramente tutto, anche se leggere tutti quei libri in un solo giorno sarebbe stata un impresa ardua se non impossibile da effettuare. Io invece ero sdraiato sul pavimento con un paio di libri sulla pancia e uno aperto che era posato sul braccio sinistro, ero impuntato a leggere invece quello che spiegava per bene il quarto comandamento che per me era uno dei più difficile da capire quindi dovevo veder per bene che tipo di rito dovevo effettuare per sacrificare il mio sangue al dio e da quel che avevo letto non era certamente una cosa indolore, come dopo tutto tutte le tecniche usate dagli jashinisti. Dopo aver letto più volte l’informazione chiusi il libro prendendo quello che avevo sul braccio e continuando a leggere quello che vi era sopra, non era però altro che il primo che avevo preso, quello in cui erano segnati gli articoli in forma riassuntiva, mio scopo era quello di approfondirne uno per uno per capire al meglio quelle erano effettivamente le mie mansioni…dopo un po’ che leggevo incappai ancora una volta in qualcosa che non centrava nulla con i comandamenti ma che mi aveva incuriosito molto già da quando Jack me ne parlò…si trattava dei poteri di cui era dotato il capo della setta…su quelli non era riportato molto diceva infatti solo che era dotato di una perenne immortalità e che possedesse un livello avanzato della solita maledizione che veniva usata dai membri normali del gruppo, quindi rimaneva tutto ancora un segreto, evidentemente il vecchio non voleva che quest’informazione venisse esposta agli altri. Mi alzi di scatto da terra per poi tornare vicino agli scaffali e prendere un altro libro, tornai vicino alla sedia per distendermi nuovamente sul pavimento a leggere, ormai erano ore che facevo queste solite azioni e miracolosamente ancora non mi ero stufato a stare con i libri i mano…erano passate sicuramente più di tre ore da quando ero li dentro e quindi sicuramente il vecchio e Jack erano sicuramente tornati al monastero con quello che gli serviva, era anche abbastanza sicuro che sapessero che io ero andato in biblioteca perché sicuramente la giovane ragazza che avevo incontrato prima li aveva avvertiti che io ero andato qui o almeno così io pensavo al momento. Cambiai nuovamente libro affrontando questa volta il quinto comandamento che forse era quello più semplice da capire di quelli che vi erano dato che l’unico comma diceva esplicitamente che non si poteva uccidere un altro jashinista e forse quello che più mi dispiaceva l’esistenza dato che una volta entrato nel gruppo non avrei più potuto consumare la mia vendetta nei confronti di Jack il quale già sapeva che io ancora provavo quel genere di sentimenti nei suoi confronti. Continuai di quel passo per almeno altre due ore leggendo ogni libro che mi potesse interessare o meno, naturalmente non leggevo il libro intero ma solo il pezzo attinente alla mia curiosità se no chissà quanto ci avrei messo per finirli tutti, altro che un giorno avrei impiegato secoli di lettura e io a contrario del capo non ero mica immortale che me lo potevo permettere…finii dunque di leggere anche di leggere che ultimi approfondimenti anche sul sesto comandamento che forse era quello più crudele di tutti quelli scritti dato che non richiedeva la morte immediata del peccatore ma la tortura finché esso non sarebbe morto, beh non sarei mai stato dunque così cretino da tirarmi indietro dopo aver letto una cosa del genere anche se non ero legato a loro fino al giorno del rito che a mio mal grado sarebbe stato il giorno seguente a questo. Mi alzai facendo lo stesso movimento di prima per poi prendere tutti i libri a terra e sul tavolino e incominciare a sistemare il tutto come era all’inizio…il vero peccato era che non bastava certamente una sola lettura per far si che il mio cervello assimilasse al meglio quello che avevo appreso quindi sicuramente sarei tornato nella biblioteca subito dopo quella famosa riunione che doveva avvenire proprio in questo stesso giorno al quale tutti i membri della setta dovevano esser presenti…se le parole di Jack erano vere non saremmo stati in molti a sedere intorno a un tavolino dato che eravamo già in quattro nel monastero mancavano solo altre quattro persone sempre se non erano già arrivate mentre io stavo qui a leggere. Posai anche l’ultimo libro che avevo preso per poi dirigermi verso la porta principale della biblioteca, estrassi subito dalla tasca sinistra del pantalone la mappa del monastero, mi sarebbe servita per tornare indietro senza perdermi…arrivato alla porta l’aprii per poi richiuderla alle mie spalle una volta che fui uscito da li, spalancai la cartina e incomincia a vedere da che parte sarei dovuto andare…girai a destra per poi continuare il mio cammino, solo adesso però mi venne in mente una cosa, da che parte sarei dovuto andare? Nessuno mi aveva detto dove dovevo raggiungerli una volta che avevo finito il mio studio nella biblioteca, anche il capo anziano si era scordato di citarlo nella lettera, l’unica cosa da fare quindi era provare ad azzeccare il luogo più indicato per una riunione e subito ebbi l’idea di andare verso il piazzale, quello poteva essere secondo me una buona zona per riunirsi dato che era largo abbastanza per contenere otto persone. Presi a camminare fino ad arrivare a destinazione ma quando mi affacciai per vedere se c’era qualcuno notai che la zona era deserta, avevo toppato e di brutto…ripresi la cartina e diedi una seconda occhiata…un’altra zona che poteva essere buona per una riunione era quella da pranzo dato che era anche quella molto spaziosa…voltai le spalle allo spiazzale e mi diressi verso questa nuova meta. Stavo attraversando un corridoio stretto quando notai di sfuggita la presenza di un’altra persona che stava entrando in una delle tante stanze presenti in quel corridoio, subito allora mi avvicinai a quella porta e quando fui abbastanza vicino l’aprii…

Hylari: -e tu cosa ci fai qui?????-

Come bella figura che avevo fatto…senza rendermene conto ero entrato nella stanza della giovane ragazza che prima avevo incrociato in bagno credendomi che qui si sarebbe svolta la riunione…beh con tutte queste stanza che potevo saperne io che proprio questa era quella della ragazza…ok però ora dovevo inventarmi una valida scusa per questo fatto…ma cosa dirle? Notai che la sua stanza era dipinta di un color rosa chiaro e che il letto era anch’esso addobbato con ricami rosati anzi che dorati come erano i miei, inoltre presentava al suo interno pochi quadri e molte armi appese al muro…naturalmente sul letto vi era lei ancora con l’accappatoio, evidentemente era uscita solo era dal bagno…

-beh ecco…è difficile da spiegare dato che potresti anche non credermi…allora posso dire molto semplicemente che avevo visto di sfuggita una persona che entrava qui e siccome so che si deve tenere una riunione oggi pensavo che questa fosse la stanza in cui si dovrebbe tenere ma quando sono entrato ti ho visto, anzi più che altro sei stato tu la prima a capire che ero io…tutto qui-

Hylari: -come hai detto tu non so se mi posso fidare delle tue parole, dopo tutto come posso sapere che non sei anche un maniaco? No scherzo, ti credo infondo tu sei qui da poco e quindi il tuo orientamento non è ancora al massimo…se aspetti un attimo che mi vesto ti conduco io nella sala giusta tanto ci devo andare anch’io li quindi…-

-oh va beh allora ti aspetto fuori dalla porta…-

Detto ciò feci un passo indietro e chiusi la porta, mi misi accostato al muro attendendo che la giovane avesse finito di cambiarsi o meglio vestirsi per poi andare dove si sarebbe tenuta la riunione. Ci mise effettivamente poco a fare quello che doveva fare, uscì in meno di sette minuti che per una donna era più che un record mondiale, aveva indossato un saio rosa il quale sembrava molto uguale al mio, cambiava, ovviamente, solo il colore. La ragazza mi fece un piccolo segno per poi incominciare a camminare, io la seguii restandole dietro e vedendo dove stavamo andando così per capire meglio dove stavamo…passammo molti corridoio e attraversammo molte stanze ma finalmente arrivammo nel luogo in cui ci sarebbe stata la riunione…il posto era come previsto molto spazioso e al centro albergava un tavolino allungato dove vi erano poggiate vicino otto sedie, tre sul lato sinistro, tre su quello destro e uno nei due rispettivi capitavola. Quella era l’unica stanza che non presentava nessun particolare decora mento infatti non vi era nessun quadro o arma appesa al muro, solo un lampadario che scendeva dal soffitto ma anche quello non era nulla di che … al centro della sala vi erano già cinque persone che stavano parlando tra di loro discutendo del più e del meno, si trattavano del capo, di Jack e di altre tre persone che prima non avevo visto, si trattava di altri membri della setta. Erano due uomini e una donna, i due erano molto alti e come tutti nella stanza indossavano un saio proprio come il mio, entrambi non mi sembravano eccessivamente vecchi infatti non gli avrei dato più di trentasette anni a testa, mentre l’altra ragazza era anch’essa giovane forse però non come Hylari, era alta una decina di centimetri meno di me, capelli ricci e mori, occhi marroni e una pelle abbronzata…la giovane che avevo accanto si piombò letteralmente su questa che per poco non perse l’equilibrio, era molto felice e come lei anche l’altra…assistevano divertiti alla scena il gruppo di uomini che si era formato prima e quando il vecchio si accorse della mia presenza mi fece un sorriso e con un cenno della mano mi invitò ad avvicinarmi a loro. Lentamente mi avvicinai e quando fui vicino il capo iniziò a parlare…

Vernen: -bene sei arrivato anche tu alla fine..come vedo hai subito conosciuto Hylari, è una ragazza molto simpatica e dinamica farei amicizia molto facilmente con lei…l’altra ragazza di chiama Sophia diciamo che è come la sorella maggiore di Hylari…mentre questi altri due baldi giovani che vedi alle mie spalle sono Waghir e Teoden…ragazzi questo è Alex, domani diventerà un membro ufficiale della nostra setta-

Waghir: -piacere di conoscerti, quindi sei tu il motivo per cui il vecchio qui ci ha chiesto di rimanere anche per la prossima giornata…piacer di averti nella nostra setta allora, se il dio jashin ti ha ritenuto degno di diventare dei nostri vuol dire che te la cavi..-

Teoden: -piacere di conoscerti anche da parte mia…beh tutto quello che c’era da dire l’hanno già detto quindi per non risultare ripetitivo non aggiungo altro…-

-il piacere è mio, spero di trovarmi bene qui con voi…-

Teoden: -beh è meglio che non ci fai l’abitudine visto che dopo domani non ci vedrai più, tranne se non sei anche tu immortale che puoi vivere fino al prossimo incontro, anche se vedendoti penso che tu non sia dotato di tale capacità essendo un normale umano…-

Shanks: -eccomi finalmente!...-

…la porta si spalancò di scatto ed entrò anche l’ultimo componente del gruppo, era un uomo non molto alto, più basso di me di almeno un paio di centimetri, un paio di baffi alla francese e un mezzo sorriso stampato in bocca…capelli corti e neri, occhi verdi smeraldo che stavano quadrando tutte le persone presenti nella stanza. L’uomo una volta entrato fu assalito dalle due ragazze che lo placcarono abbracciandolo e salutandolo, una volta superata quella zona arrivò vicino al nostro gruppo sorridendo e facendo un breve inchino ai presenti…

Vernen: -bene penso che dato che ci siamo tutti possiamo anche incominciare la riunione di questa nuova generazione…quindi tutti si mettano seduti che si inizia…-

A quelle parole tutti presero posto intorno al tavolo per poi mettersi seduti, io feci lo stesso e finii messo vicino a Jack e a Teoden…le disposizioni erano le seguenti: ai capitavola vi erano rispettivamente il capo e Waghir, sul lato sinistro Jack, io e Teoden mentre sul lato destro vi erano Hylari, Sophia e Shanks. Una volta che tutti eravamo posizionati il capo si alzò incominciando il discorso che avrebbe aperto questa prima riunione della generazione…

Vernen: -carissimi amici miei, oggi come ben sapete è un giorno speciale dato che è appena incominciata la riunione tra tutti i membri della setta che avviene una volta ogni sette secoli. In questa riunione si potrà parlare di ogni cosa che si vorrà che però deve essere attinente alla nostra religione, alla fine vi verranno dette le parole che il dio Jashin mi ha detto di riferirvi…proporrei però di incominciare quest’evento dando un caloroso benvenuto ad Alex che già da domani diventerà un nuovo discepolo di Jashin…questo ragazzo ha superato molte disavventure e ha subito molti traumi prima di arrivare qui ma grazie al suo intelletto a subito capito che questa strada sarebbe stata la migliore per lui e senza troppe complicazioni ha preso questa decisione…il dio Jashin si rivela soddisfatto anche dal lavoro che ha compiuto Jack per far si che Alex si unisse a noi e rinnova la sua benedizione su di noi per via delle vittime che sono state sacrificate nei suoi confronti…detto questo lascio libera parola a voi per sentire i vostri racconti e le vostre avventure-

Il vecchio si rimise seduto e subito partirono una serie di applausi che cessarono solo dopo qualche secondo, il capo era molto bravo con le parole ma forse aveva detto cose scontate, l’unica cosa che mi fece pensare era che evidentemente solo lui poteva comunicare con il dio dato che si faceva porta voce di ciò che lui diceva. Subito dopo di lui fu Shanks a prendere la parola incominciando a illustrare le proprie avventure e le cose che aveva trovato durante i suoi viaggi, il pomeriggio dunque passò in questa maniera ascoltando le parole degli altri e sparando commenti ogni tanto senza però sembrare troppo invasivo o inopportuno, sembrava quasi che fossi già un loro membro per il trattamento offertomi. I minuti passarono fino a che il vecchio non decise che la riunione potesse anche finire e quindi alzandosi disse le sue ultime parole per poi congedarci, tutti si alzarono dal tavolo e subito io feci uguale, allungai lo sguardo fuori la finestra e vidi che il sole era già calato all’orizzonte…mi dispiaceva lasciare quella sala ma dovevo tornare a ripassare i comandamenti in vista del giorno dopo quindi mi avviai verso la porta d’ingresso…

Waghir: -vai già a dormire? Che hai non vuoi rimanere un po’ con noi a chiacchierare?-

-veramente non sto andando a letto, mi sto dirigendo verso la biblioteca, vado a dare un ultima ripassata alle cose che devo conoscere per domani, solo che con il mio senso dell’orientamento anche con l’uso di questa cartina non penso possa riuscire a trovare subito quella stanza…-

Waghir: -se è questo il problema allora si può risolvere subito, ti farò io da guida così arriverai subito-

Feci un cenno di acconsento con la testa e subito l’uomo si mise davanti a me facendomi strada..tempo pochi minuti arrivammo nuovamente dinanzi alla porta della biblioteca, subito l’aprii per dirigermi verso gli enormi scaffali mentre l’uomo che mi aveva accompagnato mi salutò con un cenno della mano per poi ritornare nella sala dove adesso tutti erano radunati. Ripresi tutti i libri che avevo prima rimesso apposto per poi rimetterli nell’esatta posizione di prima, cioè una pila di libri a terra una sul tavolino e un paio aperti a metà vicino alla poltrona…ripresi dall’inizio il mio lavoro per vedere anche se mi ricordavo bene quello che avevo studiato poco prima e con mio piacere notai che qualcosa nella mia testa era rimasta… bene ora dovevo solo rileggere tutto da capo e poi sarei potuto andare a dormire, solo che prima che fossi riuscito nel mio intento dubitavo che i miei occhi avrebbero tenuto per tutto il tempo, infatti sarebbero dovute passare altre quattro ore prima del riposo e per quanto si sapeva leggere la sera era uno dei modi più facili per addormentarsi. Presi il libro con la copertina nera e incominciai a leggere il primo comandamento…subito dopo raccolsi da terra quello attinente a regolamento per leggere un po’ il suo approfondimento…così fu per tutti quanti fino a che i miei occhi come previsto non si chiusero da soli facendomi addormentare…

 
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Capiolo 14°
Una falce nuova...

p.s: a domani l'ultimo capitolo della serie


…la nottata passò veloce come non mai, forse perché ero stanco o solo ansioso di vedere ciò che sarebbe successo il giorno dopo…i miei occhi si aprirono delicatamente cosa che non succedeva da tempo, diedi uno sguardo a quello che avevo intorno, non era un sogno allora quello che avevo vissuto fin a quel momento eppure ogni tanto nel mio cuore speravo che ogni volta che mi mettessi a letto la mattina dopo mi sarei svegliato nella casa dei miei genitori sospirando felice “era solo un sogno”, alzarmi lentamente e salutare con affetto i miei prima di mettermi felicemente al lavoro consapevole che dopo avrei passato tutta la giornata a giocare con i ragazzi della zona i quali ormai erano diventati dei veri e propria amici…anche quel giorno però fece scomparire le mie sciocche illusioni, un sogno infantile, l’unico che potevo permettermi ormai, i tempi erano cambiati e di felice era rimasto ben poco, neanche le persone che avevo incontrato nella fortezza mi potevano date una vera amicizia, beh non era certamente da biasimarli dato che purtroppo li si viveva in una guerra continua. Con la mano destra mi tolsi dal torace e dal viso i libri che stavo leggendo la sera precedente, oggi sapevo che un nuovo pezzo della mia vita sarebbe stato scritto e io non avevo fatto nulla per impedirlo o rallentarlo, più succedeva ciò e più quelle false speranze se ne andavano lasciandomi li solo senza nessuno…eppure lo sapevo benissimo, era meglio una verità che uccidesse che una bugia che ingannava , ma forse quella bugia era la cosa che mi faceva andare avanti pur consapevole che era effettivamente solo una bugia. Mi alzai da terra lentamente fissando però sempre il pavimento, oggi che doveva esse in qualche modo una bella giornata si era trasformata in una sorta di cosa obbligatoria fatto contro voglia, succedeva ogni volta che svegliandomi mi facevo delle farse illusioni, eppure non sarebbe cambiato molto, sarei entrato a far parte di un gruppo di persone che adoravano un dio della morte abbandonando uno che predicava la pace e la misericordia…parole che però non avevano mai scalfito la mia coscienza, infatti pur facendomi profeta di quel Dio, pregando e facendo segno della croce ogni qual volta che serviva non avevo mai osservato quelle due regole principali che erano ciò che differenziavano quella dalle altre…pace…misericordia…io non ne avevo mai concessa a nessuno e quindi forse era giusto che dovessi prendere questa strada, non ero degno di predicare per una simile religione io che vi remavo contro in tutti i sensi…quella alla quale mi stavo affiancando era più adatta a me, morte e sofferenza..si quelle due parole le conoscevo bene, avevano fatto parte di me per un lungo periodo della mia vita e tutt’ora lo erano ancora, forse in quantità anche maggiore ma la mia sottile coscienza mi impediva di capire ciò che facevo. Presi i libri da terra e dal tavolino, libri che contenevano le istruzioni giuste per continuare quello che io stavo facendo, quello che anche i miei stessi compagni stavano facendo…e tutto questo per cosa? Non vi era nulla dopo la guerra, dopo la morte…eppure molti ancora persistevano su questa strada e torno a ripetere che anche io come uno schiocco mi ci ero infiltrati dentro, io che in alcuni momenti non aspettavo altro che bramare il sangue degli altri e in altri stavo seduto a un angolo rimuginando sulla cose ingiuste della vita e di quanto essa era troppo breve per far capire alla gente quando essa sia veramente importante…tutto in qualunque caso persisteva e anch’io per continuare mi dovetti dare una risposta a quella domanda..perché tutto questo…per la pace..questa era stata la mia conclusione, si se avrei raggiunto un potere alto sarei riuscito tramite questo a far cessare le guerre in atto e far regnare la pace assoluta tra demoni angeli e umani…che stolta speranza ma come ho detto era la solo alla quale uno come me si poteva aggrappare. Mi avvicinai agli enormi scaffali per poi sistemare uno a uno i libri al loro posto…ogni volume presente in quella collezione conteneva un pezzo di quella religione, un pezzo di storia che per quanto fosse brutta doveva essere divulgata, questa religione aveva subito lo stesso trattamento del cristianesimo dopo tutto, rinnegata da molti estromessa dalla storia finché qualcuno non decise che era veramente ora di far capire a tutti che quella era la giusta strada sa seguire…il vecchio sicuramente si era prefissato nella mente un traguardo simile, voleva anche lui far capire alla gente che quello che lui professava non era altro una religione come molte altre e per fare ciò il Dio gli aveva concesso una vita smisurata per un semplice umano. Una volta posati i libri ognuno nella apposita zona tornai al centro della sala e allungai lo sguardo fuori da una delle tante finestra scorgendo qualche scorcio di cielo…il sole non era ancora alto nel cielo e questo voleva dire che era ancora presto, dovevo prepararmi per quello che da un momento o l’atro sarebbe successo, quella cosa che fino a tre giorni fa neanche balenava nella mia testa e ora era pensiero fisso..che stessi facendo veramente la cosa giusta? Il volere degli dei erano purtroppo indiscutibile e volente o nolente sarai dovuto diventare uno di loro…a vederli bene non si direbbe che semplici persone come me, i loro comportamenti non erano per nulla diversi da una persona semplice eppure quando essi scendevano sul campo di battaglia si trasformavano del tutto…avevo avuto la sventura di vedere cosa succedeva quando uno di quelli combatteva…la morte era come un gioco per loro, sospesi ogni volta su quel filo che poteva decidere molto di loro e che sembrava non valere poi così tanto se potevano servire un essere superiore quale un Dio…io? No io non sarei diventato come Jack, non mi sarei accanito sugli innocenti o su gente a caso basta che sarebbe servito a dare grazia a un dio…no pur essendo uno di loro avrei punito solo quelli senza cuore e spietati che non vedevano chi avevano davanti e senza fare distinzioni uccidevano. Con passo lento ma costante mi avviai verso la porta di entrata, quella ultimamente l’avevo varcata molte volte, forse perché il senso di conoscenza mi incitava a sapere più cose su di loro e sui loro usi e costumi…forse anche per questo per la prima volta avevo deciso di non seguire un consiglio e mi ero messo a leggere tutto quello che mi interessava. Posai la mano destra sulla porta di legno ed impressi in essa forza, un’anta si aprì lasciandomi libero passaggio…io come al mio solito feci tutto in fretta uscendo e chiudendo la porta alle mie spalle, non provava nessun senso di evasione nei confronti di queste mura…era strano, era come se fossi a casa…non era passato nemmeno un giorno e questo posto mi era diventato già caro? Forse non era il posto in se per se quello che mi invogliava a rimanere ma le persone che lo abitavano…ieri mi avevano fatto sentire uno di famiglia dopo soli due minuti che ci eravamo conosciuti, forse quelli erano solo sentimenti finti eppure mi avevano fatto così bene che quell’ipotesi venne subito scansata dal mio cervello. Incomincia ad incamminarmi verso la mia stanza quella nel quale avevo passato la prima notte qui dentro...trovata quella avrei trovato anche il bagno…una doccia rilassante mi sarebbe ben servita in questo caso, caso in cui una serie si sentimenti si erano manifestati così all’improvviso rendendomi triste, si così mi si poteva ora definire, triste e malinconico come un clown del circo, persone che per nasconde la loro tristezza si truccavano e facevano ridere altra gente dandosi una falsa illusione da soli. Tirai fuori dalla mia tasca la mappa che il vecchio mi aveva affidato all’inizio e dovetti seguire quella per non rischiare di perdermi li dentro…una volta orientato però non ci volle molto per capire da che parte dovevo andare e ricordandomi anche quella che avevo fatto per arrivare mi bastò solo immaginare il percorso inverso e il gioco era fatto…mi ritrovai davanti alla porta della mia stanza da letto, girai la miglia ed entrai…non era cambiato nulla da quando l’avevo lasciata, solo il fatto che ora le coperte erano sistemate e pulite e sopra quelle mi era un lungo mantello nero con il collo alto e largo…una maglietta nera elasticizzata affianco e un paio di pantaloni in stoffa bianchi…posata su mantello vi era un biglietto…li avvicinai e presi quel pezzo di carta in mano e lessi quello che vi era riportato…

”mi sono occupata di metterti le coperte apposto e di metterti il vestito che dovrai indossare sul letto…quando sarai tornato dalla biblioteca indossalo e vieni nella sala di ieri sera, la cerimonia inizierà quando il solo avrà raggiunto il punto di massima altezza nel cielo quindi spero che non farai tardi…noi tutti ti stiamo aspettando li…Hylari”

Quella ragazza mi aveva colpito da quando ero arrivato qui…la sua personalità non l’avevo vista indosso a nessun altra persona, amichevole affettuosa e forse un po’ ingenua…eppure anche lei capace di uccidere senza alcuna pietà le persone che aveva davanti…come delle personalità così si potevano prestare a simili cose….anche questo era un mio dubbio e ancora una risposta mi veniva spontanea, anche lo avevano capi quello che avevo capito io cioè che il volere degli dei erano insindacabile…tutti si erano resi conto di ciò e quindi andavano avanti per la propria strada consci di questo e con la coscienza forse pulita. Un mezzo sorriso felice posai quel biglietto sul letto e presi gli abiti che la giovane ragazza mi aveva preparato con tanta cura, uscii nuovamente dalla mia stanza per dirigermi due stanze dopo alla mia, aprii quella porta e mi trovai nel bagno…lo avevo visto ieri ma rivederlo oggi mi faceva uno strano effetto, come se era la prima volta che ci mettevo piede…era qui che avevo conosciuto Hylari proprio in un momento di assoluta vergogna, minimo da parte mia. Posai i vestiti sulla stessa sedie sulla quale avevo posato il giorno prima il saio e i pantaloni e lancia a terra quelli che tenevo addosso…sempre lentamente mi immersi nell’acqua calda per poi insaponarmi e lavarmi per bene…creai anche un po’ di schiuma nella quale poi mi fermai a riflettere su quello che sarebbe successo. I pensieri negativi accumulati prima vennero rilasciati e dispersi facendomi tornare il buon umore, ora pensavo solo a cosa mi avrebbe fatto fare il capo come “esame” per entrare a far parte della setta, dopo tutto penso che non mi aveva fatto studiare quella roba per nulla e quindi sicuramente qualche domanda per capire se avevo compreso me l’avrebbe fatta. Il tempo scorreva velocemente e così il sole incominciò ad alzarsi nel cielo e io capii che era il momento di incominciare ad uscire dalla vasca e di vestirsi. Sempre lentamente mi rigirai e uscii dall’acqua gocciolando qua e la per terra, presi l’asciugamano e melo legai intorno alla vita mentre ne prendevo un’altra e lo posavo sulla testa, mi asciugai per bene e mi infilai quei vestiti…prima i pantaloni bianchi, dopo la maglietta nera elasticizzata e in fine il mantello nero…questa era l’abbigliamento che portava Jack quella volta solo che lui la maglia nera non la portava preferendo camminare a petto nudo. Infilai alla fine gli zoccoli ed uscii da quel posto. Sapevo dove andare, avevo impresso nella mia testa quelle strade quindi anche senza mappa sarei stato in grado di arrivarci e così fu…tempo una cinque minuti ed arrivai dinanzi alla porta della sala di ieri, restai fermo li un paio di secondi rimuginando su tutto e alla fine prendendo coraggio varcai la soia entrando nella stanza. Come aveva scritto Hylari erano tutti li presenti ad attendermi risposti seduti dietro tre tavoli attaccati tra loro…non appena fui entrato il vecchio si alzò in piedi sorridendomi e facendo un piccolo inchino, io in segno di educazione feci uguale ricambiando il sorriso di prima…

Vernen: -buongiorno Alex, come ben sai oggi è un grande giorno per te, entrerai a far parte della nostra setta di religiosi che come dio principale adorano Jashin, dio della guerra e del massacro che ha indicato te come uno dei suoi discepoli e tramite il fato ti ha portato qui da noi dove oggi riceverai il rito di iniziazione e ti convertirai definitivamente alla nostra religione, così facendo dovrai anche seguire tutte le regole e i comandamenti imposti dal nostro Dio, spero vivamente che tu abbia studiato bene quali siano quelli fondamentali e inviolabili…bene se è così ti chiedo di espormeli anche in maniera riassuntiva se questo ti potrà essere d’aiuto…-

-prima di tutto buongiorno anche a voi tutti, si sono a conoscenza di quello che oggi dovrò affrontare e lo faccio con cuore aperto e disposto a seguire tutto quello che il sommo Jashin mi dirà di fare…si ho ben presente quali siano i comandamenti fondamentali della religione e ora passerò ad illustrarveli…posso incominciare dicendo che in totale sono sei e ognuno di essi non può essere in nessun caso trasgredito. Il primo articolo recita così “prima di ogni combattimento bisogna onorare il grande Jashin essendogli grato e chiedendo un omicidio in cambio di maggiore potenza, il dio prenderà atto della preghiera e se il fedele sarà ritenuto meritevole riceverà della divinità le giuste energie per far si che l’omicidio richiesto si possa avverare”…è però da aggiungere che nel caso che non fosse possibile uccidere il nemico che si di fronte il religioso può anche pregare chiedendo perdono al dio che ragionevolmente acconsentirà donando ugualmente una forza superiore al proprio discepolo per far si che riesca a far versare del sangue al nemico; il secondo articolo invece dice così “mai bestemmiare il nome del Dio in vano e se qualcuno vicino a voi oserà farlo la pena che gli verrà inflitta sarà la morte per mano vostra”…direi che non c’è nulla da aggiungere…; il terzo fa così “dopo ogni battaglia vinta si dovrà svolgere un secondo rito dove lo Jashinista offrendo anche il suo sangue farà si che l’anima della vittima possa raggiungere il suo Dio che poi la giudicherà come meglio esso può fare”, anche qui c’è da far capire bene che tipo di rito bisogna compiere…dopo aver eliminato la vittima si traccia il circolo della vita eterna a terra, nel caso che non si fosse già fatto, e ci si posiziona all’interno sdraiandocisi al centro, si prenderà dunque in paletto e ci si infilzerà da soli facendo in modo che la morte dell’avversario tramite il proprio sangue possa raggiungere il dio Jashin….; “uccidere almeno tre persone al mese per onorare il dio con le anime delle persone uccise” così recita il quanto comandamento e su questo nulla da aggiungere…; “è un grave peccato uccidere un altro Jashinista essendo coscienti di quello che si è fatto, pena la morte immediata” il quinto e quello che meno di tutti è stato infranto e anche se esso non c’è nulla da dire in più; ora passo a illustrare anche l’ultimo che recita in questo modo “una volta divenuti Jashinisti a tutti gli effetti è impossibile tornare indietro, se questo avverrebbe la pena che gli sarebbe inflitta sarebbe la reclusione e la tortura per accompagnare la sua morte” anche questo molto chiaro da comprendere ed è da dire che è la pena più alta scritta nei comandamenti….con questo ho finito dunque di esporre gli articoli principali della religione..spero abbia detto il giusto-

Guardai la gente in volto, molti erano stupiti in quanto poco tempo ero riuscito a memorizzare tutte quelle informazioni sulla religione e più di tutti sembrava soddisfatto il vecchio che mi guardava con un sorriso a centotrenta denti. L’anziano si mosse dal suo posto venendomi incontro…mise la mano sinistra all’interno del suo mantello e ne estrasse un paletto che dopo un semplice gesto del polso si allungò mostrando una parte appuntita ed affilata, quando il vecchio fu vicino a me mi infilzò on violenza il paletto nello stomaco…io non mi mossi di mezzo centimetro resistendo al dolore che stavo provando in quel momento..perché non mi ero mosso? Leggendo mi era capitato di andare a intoppare sull’esecuzione del rito di iniziazione e quindi ero pronto a questo gesto…sapevo anche la mossa che dovevo ora fare e quindi posai il piede destro sul sangue che era colato e stava colando a terra disegnando così un triangolo inscritto in un cerchio, trattasi del circolo dalla vita eterna…

Vernen: -ora tutto è pronto per l’ultimo pezzo del rito…ora di invoco o Dio Jashin, di fronte a te vi sono tutti i tuoi discepoli più fedeli e con ansia aspettano che un loro nuovo compagno si unisca a loro, quindi ti prego avvolgi questo ragazzo con la tua benedizione divina!!!-

Il mio corpo si senti più leggero tanto che si stacco un paio di centimetri da terra, una forte luce arancione mi investì completamente rendendomi invisibile al pubblico esterno…non provavo ne dolore tre paura, un senso di calma pervase la mia testa per poi diffondersi in tutto il mio corpo…tempo un paio di secondi e tutto svanì nel nulla lasciandomi in piedi in mezzo al cerchio…la ferita non c’era più come il paletto, ciò significava che il dio mi aveva benedetto e finalmente ora ero diventato un vero membro della setta. Il capo mi guardò con aria soddisfatta per poi fare un cenno a Sophia che alzandosi prese una falce a tre lame alla quale era legata una corda fatta da fili di acciaio e di semplice corda da una vetrina e con essa due paletti come quello che mi aveva trafitto poco prima, arrivata davanti a me mi porse l’equipaggiamento nuovo che io presi e sistemai come dovuto. La falce fu sistemata dietro la schiena mentre la lunga corda fu fatta avvolgere a un congegno che poi fu attaccato dietro alla schiena in modo che non si vedesse, la corda passa per la manica destra del vestito mentre i due paletti furono inseriti all’interno del mantello nero…

Vernen: -congratulazioni ragazzo ora sei ufficialmente uno dei nosti…-

Sophia: -finalmente direi-

Waghir: -congratulazioni ragazzo-

Teoden: -congratulazioni-

Shanks: -sono felice per te Alex-

Hylari: -finalmente ti sei unito a noi…non vedevo l’ora di avere un nuovo fratellone-

Jack: -che dire…congratulazioni anche da parte mia…-

-vi ringrazi ancora una volta amici miei spero che farò del bene sia per voi che per il Dio Jashin-

..il mio destino era ormai compiuto e nulla poteva più portami indietro…


 
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view post Posted on 10/3/2009, 17:54

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Tutti me lo chiedono, ma neanche io lo so di preciso...

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SPOILER (click to view)
15° capitolo
Il pianto del padre...


…è così che inizia l’ultimo capitolo di questa strana storia incominciata con un presupposto finita con un altro, tutto per dire che il destino è una cosa alla quale nessuno si può opporre, una cosa che ha già scritto la nostra vita alla nostra insaputa facendoci credere però che siamo ugualmente noi a gestirla. Così come molti anche il giovane Alex Torner è cascato in questa strana illusione che però alla fine ha scoperto essere un inganno, anche il suo destino da quando era nato era stato già scritto, non importava quando dove o perché, quell’evento doveva accadere e quel medaglione aveva segnato l’inizio della sua nuova avventura, non importava quando essa potesse essere difficile e crudele, ora sapevo che anche volendo non sarebbe stato in grado di andare contro a quello che era già stato scritto. Chiudo questa parentesi sul destino per ricominciare a narrare la stramba storia di Alex è della sua ormai avvenuta entrata nella famosa setta…

…finii di stringere la mano a tutti i membri della setta per poi fare un piccolo inchino, ora che tutto era concluso mi sentivo meglio, non avevo più quel peso appresso opprimente che portavo fino a pochi secondi fa e soprattutto mi sentivo più forte di quanto non mi sentissi prima, forse era anche questa la benedizione di jashin quindi bene o mane dopo tutto ero partito per diventare più forte dopo un duro allenamento invece mi ero trovato con lo stesso risultato che volevo solo che avevo avuto anche un rafforzamento al livello dell’animo e dello spirito. Guardai negli occhi Vernen e tutti gli altri…ora sicuramente saremo tornati alle nostre normali vite, solo io avrei dovuto cambiare qual cosina alla mia vita normale aggiungendo un paio di morti in più al mio tornaconto e soprattutto molte preghiere da effettuare ogni qual volta che ne sarebbe stato necessario…una volta conclusi i saluti i membri uscirono dalla sala lasciando dentro solo me che ancora non volevo lasciare quel posto, non sapevo perché ma mi sembrava quasi di essere a casa. Aspettati altri due secondi però uscii anch’io da li diretto nuovamente nella mia stanza, dovevo recuperare le mie spada e solo dopo sarei potuto andare via…anche se ero diventato jashinista questo non voleva dire che non sarei potuto diventare un maestro della spada come mi ero ormai proposto di diventare anzi, con questi nuovi poteri forse me la sarei cavata ancora meglio dato che così potevo fare cose che prima non avrei neanche osato pensare. Lentamente tornai nella mia stanzetta e li ritracciai subito le mie tre spade, presi la katana nera e la agganciai con il fodero alla nuova cintura acquisita, la katana bianca andò invece a finire agganciata alla tunica mentre Luna danzante fu incrociata con la falce dietro la schiena creando anche un effetto suggestivo, notai anche che a terra vi erano i miei vecchi vestiti con i quali avevo passato quasi tutto questo viaggio, quasi quasi mi venne voglia di prenderli con me ma poi vedendo come erano ridotti mi resi conto che non ne valeva veramente la pena, mi dispiaceva solo per il cappello che era del tutto rovinato. Preso tutto uscii per l’ultima volta da quella stanza per poi dirigermi verso l’uscita. Dopo i tre giorni passati in quel posto ormai aveva fatto buona memoria delle strade che dovevo prendere e quindi senza aiuto della mappa riuscii ad arrivare nel posto che volevo con molto facilità…li all’entrata però non vi ero solo io, tutti quanti erano già pronti per ripartite e sicuramente stavano aspettando anche per farlo. Prima che potessi avvicinarmi al gruppo mi saltò addosso Hylari che sembrava un po’ triste nel dover lasciare questo posto…

Hylari: -peccato che ci dobbiamo già lasciare, sono dispiaciuta nel separarmi di nuovo da Shopia e dal mio nuovo fratello maggiore…per la sorellona non ci sono veri problemi dato che pressappoco ci troviamo vicino ma tanto per te fratellone, mi sa che passerà un bel po’ prima che ci rivedremo quindi nel frattempo che non ci vediamo vedi di non morire ok?...ah, quasi mi dimenticavo, ho visto che prima di venir qui portavi un cappello nero, visto che il tuo si è rovinato ho pensato di dartene uno nuovo, spero che ti piaccia…anche Shopia ha un regalino da darti ma io non ti ho detto niente…-

…tirò fuori da dietro la schiena un cappello nero stile moschettiere solo che era privato della classica piuma su di esso, era molto bello e anche della mia misura. Con un sorriso compiaciuto presi il regalo fattomi per mettermelo subito in testa, ecco così avevo riacquisito anche la mia naturale bellezza. Con un piccolo gesto del polso feci comparire allora una rosa che fu immediatamente porta alla giovane…

-grazie mille del regalo sorellina e accetto questa come segno di gratitudine nei miei riguardi anche se so che essa non ha lo stesso valore che ha questo capello…-

Shopia: -ecco finalmente, ti stavo cercando…come vedo Hylari ti ha consegnato in suo regalo, beh anch’io ne ho uno per te…sono un paio di guanti neri, perlustrando la tua stanza ho notato che sei un patito di spade ma per maneggiarle al meglio ti servirà anche qualcosa che ti garantisca una presa perfetta e sicura, questi guanti possono fare al caso tuo…ti ho fatto un regalo molto utile no?-

E così anche lei era entrata nella mia stanza mentre non c’ero, evidentemente mi ero scordato di chiuderla a chiave una volta uscito e così entrambe erano riuscire ad entrare li dentro senza che io me ne accorgessi…un po’ mi sentivo imbarazzato perché loro due rivelandosi amichevoli mi avevano fatto un regalo mentre io non gli avevo preparato nulla e neanche me ne ero preoccupato nel farlo…beh forse mi avevano fatto sentire un po’ troppo a casa tanto che quasi mi stavo per commuovere…presi i guanti neri e me li infilai alle mani per guardare poi le due con un bel sorriso…

-i vostri regali mi saranno di grande aiuto durante questo viaggio, mi spiace solo che non ho preparato nulla per voi due… un giorno però vi verrò a trovare con un bel regalo e così vi farà rimanere stupite ok?-

Le due accennarono un si con la testa e allo stemmo momento le porte delle mura si aprirono lasciando liberi i monaci di andare via, tra un saluto e l’altro dunque tutti presero la loro strada, alcuni si avviarono insieme come Shopia e Hylari mentre altri presero una strada solidaria come fece appunto Teoden che era diretto verso nord-est. Arrivai davanti alle mura per alzare la testa ed ammirare un ultima volta lo sguardo dei due leoni che mi fissavano e sorridendo gli voltai le spalle per dirigermi verso sud…ora dovevo fare tutta la strada che avevo percorso in precedenza solo che nel verso opposto. Questo implicava però il rivivere momenti che ai quali non avrei voluto pi pensare come il villaggio distrutto ho alla morte di Victor e di Keryn…non conoscevo altre strade per tornare e quindi non potevo tagliare la strada correndo il rischio di perdermi nel bosco, l’unica soluzione fu quella di mettere nuovamente al confronto la mia forza d’animo e rivangare i ricordi passati…presi a camminare, i minuti passarono e con solo anche le ore…era tutto un susseguirsi di passi e di tensioni alle quali poi si aggiungevano le immagini delle scene vissute…passarono all’incirca otto ore da quando ero partito dal monastero e finalmente giunsi nel villaggio nel quale ero venuto a conoscenza di esser stato scelto come nuovo membro della setta degli Jashinisti…li si concentravano nella maggioranza i miei ricordi negativi del viaggio e fu da li che volli subito fuggire, incominciai a correre più velocemente che potevo e subito mi trovai fuori dal confine del villaggio. Mi fermai per riprendere fiato per poi continuare a camminare…ora toccava un altro passo doloroso che mi attendeva…passano altri tre ore, era notte fonda quando arrivai dinanzi alle tombe dei due miei amici conosciuti alla locanda e ai quali la vita fu tolta con tanta facilità, questo però non sarebbe stato un brutto colpo solo per me, purtroppo sarei dovuto passare nuovamente anche per il villaggio di Arcanis e giunto li gli avrei dovuto raccontare quello che era successo durante quei giorni. Era tardi e a me andava più di proseguir quindi mi fermai li vicino a riposare proprio dove l’ultima volta avevo sognato la morte dei due che poi si avverò…la nottata passò liscia come le precedenti e appena i miei occhi si riaprirono ripresi il mio cammino…altre quattro ore per tornare alla locanda dove qualche giorno prima Federik un vecchio furbo mi aveva incastrato con la finta amicizia per poi addebitarmi tutto quanto, se lo avessi trovato gli avrei fatto passare le pene dell’inferno. Decise però di non entrare nella locanda non volevo mi prendessero per colui che aveva seminato terrone al nord, cioè Jack e quindi continuai a camminare…sei ore, ci vollero sei ore per arrivare al villaggio che io più di tutti volevo in qualunque modo evitare, ma non potevo, dovevo riferire quello che era successo al padre di Victor per avvisarlo del fatto che il suo adorato figliolo non sarebbe più potuto tornare tra le sue braccia…sopirai e gradualmente velocizzai la camminata fino a farla diventare una corsa veloce e regolare, continuando per quel passo non ci avrei messo molto ad arrivare al villaggio. Come previsto arrivai in tempi ristretti al muro di cinta che dava l’accesso al villaggio; esso era scomposto completamente da enormi tronchi di legno posizionati in verticale e con l’estremità più alta appuntita tutti legati li uni con gli altri con delle semplici funi marroni che sembravo essere ormai deteriorate delle intemperie abbattuteci sopra, cioè ricordava i vecchi muri ci cinta che davano protezione ai villaggi della Gallia centinaia di anni fa. Mi avvicinai al cancello, anch’esso in legno, e alzai lo sguardo, come previsto affianco al cancello c’erano due torri di vedetta e su quelle vigili alloggiavano un paio di uomini che avevo l’ordine di far passare i propri cittadini e di fermare gli intrusi… quelle mi riconobbero subito e senza che io potessi dire nulla mi aprirono i cancelli e udii una voce in lontananza chiamare a gran voce il capo del villaggio affinché venisse a vedere chi era arrivato, bene ora la situazione sarebbe stata anche peggiore da raccontare…

Arcanis: -finalmente ci rivediamo pellegrino…sei cambiato molto da quando sei partito da qui, non solo nei vestiti ma anche nel tuo viso e nella tua anima, mi sono accolto subito di ciò…come se durante questo viaggio avessi passato una qualche avventura che ti ha sconvolto nel profondo dell’anima o qualcosa di simile..dimmi se sbaglio…-

-piacere di rivedervi Arcanis…beh come al solito le sue deduzione non sono sbagliate, da quando sono andato via da qui sono successe molte cose legate poi al mio destino…cose le quali mi hanno cambiato dall’ultima volta proprio che ha detto lei, cose che purtroppo riguardano anche suo figlio Victor…me per parlare di ciò sarebbe meglio andare in un luogo più appartato dove nessuno possa sentirci…-

Alzai lo sguardo incrociando quello di Arcanis che forse usando le sue doti intuitive aveva già ipotizzato più di una possibile risposta per le mie frasi, non avevo nascosto nulla da subito lasciando intuire che qualcosa di grave era successa al giovane figlio, ma non parlò forse per evitare di ricevere una conferma del suo pensieri o solo perché per la prima volta non aveva pensieri per la testa. Subito mi accompagno nella sua capanna dove prima di offri un tè che io accettai per poi incominciare a raccontare tutto quello che mi era successo al vecchio omettendo però alcune parti riguardanti lo jashinismo e i suoi scopi veri inventandomeli altri presa stante. Il capo del villaggio ascoltò ogni singola parola che fu proferita della mia bocca e quando scoprì che il figlio aveva perso la vita in uno scontro contro un assassino i suoi occhi si riempirono di lacrime e dalla bocca uscì un urlo di dolore che solo un padre poteva fare dopo aver appreso una notizia del genere…l’uomo ebbe un vero e proprio mancamento tanto che per un secondo si accasciò sul tavolino non dando segno di vita, ma i suoi lamenti e le lacrime mi fecero capire che era ancora tra noi. Non conoscevo bene quest’uomo se tanto meno potevo dire di conoscere il comportamento umano ma una reazione del genere da un tipo come lui non me la sarei mai spettata anche se non lo biasimavo affatto, infatti io non osavo neanche immaginare quel enorme dolore si potesse sentire quando qualcuno di dice di aver visto il tuo unico figlio morire sotto i suoi occhi…lo guardai ancora con aria cinica, no che lo volessi ma la morte vista in quel viaggio mi aveva fatto diventare un po’ più freddo verso questo genere di cose, mi bastava però ricordare l’immagine di quella povera bambina appesa la muro per farmi salire lungo la schiena un brivido di ribrezzo. Le uniche parole che diceva erano così strozzate che attento si capivano e la testa una volta alta e orgogliosa ora era china a fissare il pavimento mentre le sue lacrime lo bagnavano, una persona completamente distrutta dalla morte di un caro e una nuova vittima degli jashinisti che da due giorni ormai significava anche me…

Arcanis: -…no…no…ti…ringrazio per avermelo detto…minimo ora sono conscio del fatto che m-mio f-figlio non tornerà più qui a casa…sarai stanco per il viaggio fatto…se vuoi puoi riposare alla capanna qui dietro…buona notte-

…così il capo mi congedò senza ammissione di repliche, io quindi rimanendo in silenzio uscii dalla sua capanna lasciandolo la a rimuginare sul suo passato e su quello che aveva fatto di male per cui gli fosse accaduta una disgrazia del genere. Io decisi però di non andare nella capanna del figlio per dormire ma di mettermi di nuovo in cammino verso l’Assiah…non volevo vedere ancora quel viso distrutto dal dolore…mentre tornavo al cancello incrociai una sentinella, quella che prima aveva avvisato Arcanis del mio arrivo, evidentemente aveva sentito quello che avevo detto al capo poco prima dato che anche lui sembrava triste e sconsolato, non ci diedi peso e con un gesto feci capire a quella se poteva aprirmi il cancello. La sentinella subito andò verso gli ingranaggi e girando una semplice vela fece aprire i portoni lasciandomi libero passaggio…

-domani mattina quando vedrà Arcanis gli ponga i miei saluti dicendogli che non sono potuto rimanere per problemi personali, lui capirà, come avrà sentito dopo aver appreso la notizia della morte del figlio non si sente più tanto bene, secondo me è meglio tenerlo sott’occhio questi giorni non vorrei che facesse un qualunque gesto idiota, penso che non lo farà dato che è un tipo forte ma sempre meglio non rischiare di perdere anche lui in maniere precoce…beh le auguro un buon proseguimento di serata…-

Sentinella: -hai ragione forse è meglio non perderlo di vista per un po’ di tempo, le persone dopo aver subito questo genere di traumi perdono un po’ della loro coscienza e questo potrebbe spingerli a fare cose spiacevoli per se stessi…perdere anche lui i questo momento significherebbe la rovina del villaggio…riferirò le sue parole, buon viaggio-

Accennato il solito mezzo sorriso ripresi a camminare verso la fortezza, non distava più molto da qui ma sicuramente mi sarei dovuto fermare prima per mettermi a dormire, anche se ero diventato uno jashinista non voleva affatto dire che il mio carattere doveva per forza cambiare e con esso le sue abitudini quindi rimanevo un pigrone come al solito solo che ora potevo nascondere questo difetto meglio di quanto non lo potessi fare prima. Era notte fonda e quindi decisi che era ora di fare riposarmi un poco per recuperare le forze quindi mi accostai sotto un albero e chiusi gli occhi…mi addormentai nel giro di pochi secondi e come le scorse notti il sonno fu leggero e piacevole e il risveglio non fu da meno. Aprii gli occhi fissando il cielo e il sole per poi con un balzo rimettermi in piedi e riprendere il mio cammino…era una giornata calda che però era accompagnata da un venticello fresco che rendeva tutto migliore, comminavo lentamente ma con passo costante per ammirare il paesaggio che oggi questo bosco mi offriva, era passata più di una settimana da quando ero partito e qui non era cambiato nulla per quanto mi potessi ricordare…avevo passato molte emozioni o traumi come dir si voglia e non vedevo l’ora di potermi rannicchiare nuovamente nei miei angoli preferiti a dormire anche se ora mi sarei dovuto tenere più in attività contando anche che avrei dovuto uccidere almeno un paio di persone al mese era meglio non rischiare di trovarsi impreparati. Uscii dal bosco e all’orizzonte intravidi la fortezza, ero tonato all’origine…

…così che quest’avventura, Alex dopo aver riferito la brutta notizia ad Arcanis si dirige nuovamente verso la fortezza dell’Assiah luogo dal quale era partito per intraprendere un duro allenamento al quale poi prese posto un epilogo differente…


SPOILER (click to view)
Oggetti ottenuti:
-collana Jashinista
-Tunica compresa di cappello e guanti
-Falce a tre lame collegata con corda alla cintura
-Due paletti in acciaio con punta affilata


FINE quest^^
 
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15 replies since 12/1/2009, 16:13   211 views
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