The Holy Grail War

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ThE_pAiN
view post Posted on 16/6/2009, 23:17 by: ThE_pAiN




SPOILER (click to view)
apprendo per ora con 6 post da 70 la tecnica Inhibition che potete benissimo ammirare in tecnicheria


Ancora lì a galleggiare sull’ acqua sul manto peloso del Menos, aspettando di giungere al campo di battaglia, quando un tremolio nell’ acqua scosse i combattenti. Molto probabilmente la Guerra del Santo Graal era cominciata: Shuda, Emiya e Skullblaka avevano iniziato a combattere. Lui non doveva essere da meno. L’ arena era vicina, il combattimento era prossimo all’ inizio.
Un fattore che il demone non aveva calcolato era che si potesse presentare prima il nemico e una cosa ancora più strana per lui era che il cosiddetto Master si presentasse dall’ acqua. Un’ altro utilizzatore di Servant stava per fuoriuscire dal mare impetuoso. Una sottospecie si pesce gigantesco che ricalcava la figura dell’ antico Leviatano sorreggeva il Master, un ragazzino di appena dieci anni, con uno sguardo vispo e vivace, e due stranissimi e brillanti occhi ocra.
Era una vista inquietante, strana a vedersi. Sai stava immaginando cosa potesse riservare il Servant avversario, ma non temeva, confidando nelle abilità di Artemide.

-E quindi tu saresti un Master- Così si presentava il bambino. –Anche tu lotti per la conquista del Santo Graal. Beh, l’ età non è sinonimo di esperienza. Mi dispiace, ma anche un ragazzo di dieci anni, per quanto innocuo possa prendere, può riservare delle sorprese inaspettate. Il mio Servant è molto particolare. Non sono stato io a scegliere lui, è lui che ha scelto me e mi ha costretto a evocarlo. Immagini quindi il legame che ci accomuna. E’ qualcosa di impensabile a cui tu obbligatoriamente sottostarai. Opa, bitte kommen Sie und siegt (Nonno, per favore, vieni e trionfa)-

Opa? Ma che lingua era… Sembrava vagamente un tedesco, ma era pronunciato in maniera strana e strascicata, era una lingua diversa, molto simile a quelle celtiche. Ma opa significava qualcosa… Non è che Sai sapesse il tedesco, ma almeno qualche parola la ricordava negli anni, dopo gli insegnamenti passati, a scuola, prima che tutto cominciasse. Prima che Lyster mettesse lo zampino e lo facesse diventare un demone. Ecco cosa significava opa: nonno. Ma cosa era accaduto? Aveva trasformato in un Servant suo nonno? Incredibile…

-Perdonami, infante… Spiegami un po’. Hai pronunciato la parola Opa, che se non sbaglio significa proprio nonno in tedesco. Cosa significa? Hai osato mutare tuo nonno in un Servant?-

Il bambino non rispondeva. Sembrava quasi ignorare le parole del demone e Sai era alquanto irritato e scalciava con una certa rabbia il manto peloso del Menos. Dal suo canto, Artemide guardava con sguardo freddo l’ avversario, pronta al combattimento. Non era per nulla impensierita o irritata o non lasciava trasparire alcuno stato d’ animo.
L’ acqua si stava scuotendo. Due lame grondanti di sangue uscirono e si alzarono per oltre cinque o sei metri. Il sangue luccicava alla luce del sole e le lame,di un nero opaco, creavano meravigliosi giochi di luce. Il demone fissava la scena con un certo interesse e una passione dentro riaccesa per la lotta. Non vedeva l’ ora di vedere cosa aveva in serbo l’ avversario. Aspettò fremente, quando vide uscire dall’ acqua una terza lama centrale e che si alzò per appena mezzo metro. Non era una lama. Era il corno di quel mostro che freneticamente usciva dall’ acqua, e quelle lame laterale non erano altro che la bozza di quelle che avrebbero dovuto essere le sue ali. Il mostro era comparso. Sembrava un essere infernale, ma aveva fattezze umane, sembrando quasi familiare. Il bimbo si inchinò di fronte al corpo irriconoscibile di quello che in passato era stato probabilmente il nonno e baciò il palmo della sua mano, dando via al combattimento.
Una nuvola di fumo. Il vecchio era scomparso. Si erano perse completamente le sue tracce e sai cercava più che mai di fare mente locale per localizzare il nemico e di comunicarlo ad Artemide che, fremendo e senza un particolare comando, scattò in avanti impulsivamente. La dea gridò:

-Potnia Theron-

Da quello che aveva letto quello sarebbe stato probabilmente il richiamo degli animale del bosco e quindi della selvaggina, ma in quello spazio non si vedeva un minimo di bosco; quindi cosa diavolo stava facendo la dea?
Sai congiunse le mani cercando di costruire per lei il panorama ideale e chiamò così Campi Elisi. Ci fu una distorsione della realtà e la scena si spostò nel Paradiso Greco, ove secondo molte leggende addirittura alloggiavano gli dei. Quindi poteva essere considerato un ottimo posto per la Dea della Luna. Adesso che era nel suo più adorato spazio, aveva un raggio d’ azione più ampio, che racchiudeva qualunque tipo di animale, dai volatili, ai terrestri, alle creature mitologiche terre, a insetti e vermi sotterranei.
Oltre a essere particolarmente dotata per il combattimento, Artemide aveva una buona dote per il ragionamento e, capendo che il nemico si era reso invisibile solo per la sua immane velocità, l’ unico modo per notarlo in quel paradiso era bloccarlo. Quindi, secondo il suo acuto ragionamento, doveva riempire l’ atmosfera con degli animali sufficientemente fastidiosi, che non hanno un particolar potere come singoli, ma in gran quantità.

La dea chiuse gli occhi e nell’ atmosfera si sentirono dei tremendi ronzii e migliaia e migliaia di api – potevano essere oltre cinquemila – invasero il campo di combattimento disponendosi casualmente.
Sai e Artemide fissavano il campo d’ azione circostante, sotto lo sguardo attento e interessato del bambino, ma niente attraeva la loro attenzione, quando videro una zona vuota dove le api non riuscivano a circolare, perché impedite da qualcosa di solido. Bisognava calmare i movimenti di quel mostro e a questo ci avrebbe pensato Sai, che aveva una buona conoscenza su come cogliere di sorpresa il nemico.

-Chaos D-

Ordigni di catene nell’ atmosfera e un puro sfavillio di metallo stridente. Era questa la magia che si celava dietro questa terrificante tecnica. Le catene erano sottilissime, ma la loro pioggia dall’ alto era inarrestabile e coglieva nel suo cammino qualsiasi forma di vita; si potevano benissimo vedere affaticarsi e sbattere tra loro le api quando i ferri agguantarono per i polsi il Servant dell’ avversario. Sembrava che la vittoria fosse in tasca, quando il bambino gridò fortemente, sembrando quasi un acuto stridulo:

-Pakki Takki-

A sentirlo poteva sembrare il lamento di un bambino, ma niente di tutto ciò. L’ ultima volta l’ avversario dietro una tale semplicità aveva mostrato le sue forze nascoste e una notevole capacità sopita.
Dalle terra fuoriuscirono centinaia di chiodi, semplici chiodi da falegname, solo lunghi ciascuno una ventina di centimetri e cominciando a roteare nell’ aria finirono per conficcarsi tra le catene che avevano bloccato il nonno. Come Sai ben sapeva, Chaos D era una tecnica veramente difficile da fronteggiare per vari motivi. Infatti, per prima cosa le catene erano dell’ unico tipo che a condizione normale non potevano fondersi o spezzarsi. Era praticamente impossibile contrastarle, tranne che per un infante con la snaturata capacità di arrugginire gli oggetti.
I chiodi diventarono improvvisamente di un marrone scuro e cominciarono a roteare negli anelli, facendoli diventare della stessa colorazione; le catene per la prima volta cominciarono incredibilmente a corrodersi, fino a sbriciolarsi letteralmente. Ora il nonno, con una calma mai vista, si scrollava di dosso la restante polvere e si preparava al combattimento. Sai intanto inorridito cominciava a fare sul serio. Le sue iridi sanguinavano sangue di vendetta, sangue di lotta, sangue di morte. Non avrebbe risparmiato assolutamente né il bambino né il Servant. Il bambino prese nuovamente la parola, dettando l’ inizio del vero combattimento:

-Fin ora abbiamo solo scherzato e usato il peggio di noi, ma ora è inutile fuggire davanti all’ avversario e mostriamo qual’ è il meglio che sappiamo fare.-

A questo richiamo di battaglia, Sai orgoglioso rispose:

-Non vedo l’ ora. Massacriamoci a vicenda-

Edited by ThE_pAiN - 17/6/2009, 23:05
 
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