The Holy Grail War

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"Alex"
view post Posted on 21/6/2009, 15:11 by: "Alex"

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Tutti me lo chiedono, ma neanche io lo so di preciso...

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L’aeronave finalmente atterrò a destinazione e così io e Scipione potemmo finalmente scendere da li… sapevamo che tra un momento o l’atro si sarebbe fatto vivo quell’individuo che partecipava al torneo proprio come me, ci eravamo sfidati qui fuori per non far rischiare di precipitare l’aereo, la cosa più saggia che potevamo fare. non eravamo ancora arrivati nella città designata dalla mappa però poco ci mancava, forse però manco ci sarei arrivato se ora avrei perso questo duello. Io e Scipione uscimmo dall’aerodromo senza fiatare, entrambi eravamo concentrati all’eminente battaglia che dovevamo affrontare e nessuno dei due osava interrompere quel momento di assoluta concentrazione. La luce del sole colpì i nostri visi una volta usciti da quel posto e, come se ci stessero aspettando, li davanti a noi vi erano quei due, un uomo incappucciato e con una sorta di lungo vestito bianco mentre il suo servant munito di un armatura antica, brandente una spada lunga almeno un metro e dieci centimetri, corta ma folta barba nera, una capigliatura alla “afro” e un viso allungato… Annibale attendeva con ansia il momento in cui poteva riprendersi la sua rivincita sul rivale Scipione, generale romano che sancì la sua definitiva sconfitta nella battaglia di Zama. E nostri sguardi si incrociarono, sembrava quasi che delle scintille si venissero a creare per l’alta tensione… all’unisono io e il romano brandimmo le nostre armi, rispettivamente una daga per il generale e una falce a tre lame per me, mentre l’uomo incappucciato fece uscire dalla manica una piccola spada solo con un rapido movimento del polso. Ok eravamo pronti per la battaglia…

-come ce li dividiamo? Facciamo che tu ti occupi del suo servant e io del master?-

Scipione: - certamente… non voglio mica lasciare quello stolto di Annibale nelle tua mani, non sarebbe divertente vederlo soffrire sapendo che non sono io colui che gli causa quel malessere e poi l’ultima volta non ha avuto neanche la decenza di morire in battaglia… per non farsi catturare ha deciso di avvelenarsi l’infame, questa sarà la volta buona di infilzargli questa lama nello stomaco-

-non pensi di correre troppo con la mente? So che voi romani siete sempre stati convinti delle vostre possibilità ma ti consiglio di non sottovalutarlo perché se quella volta non decise di non attaccare Roma non so cosa sarebbe accaduto nella storia… forse nemmeno saremmo qui adesso quind… ehi!-

Quei due rozzi e maleducati avversari erano subito partiti all’attacco, Annibale aveva sfoderato un fendente contro Scipione mentre il suo master mi aveva lanciato contro a gran velocità quella piccola daga che aveva estratto prima della manica del suo vestito. Il generale romano con un rapido movimento riuscì a pararsi dal colpo mentre io esaminando la traiettoria della spada decisi di non fare nulla… quella fredda lama trapassò il mio stomaco facendo schizzare un po’ di sangue sul terreno mentre dalla bocca fuori uscì una piccola scia del medesimo liquido. Scipione mi guardò stupito mentre ancora si difendeva dagli attacchi furiosi del suo avversario…

Scipione: -ma che sei impazzito? Potevi benissimo evitare quel coso perché sei rimasto immobile? Mi devi spiegare ora come farai a combattere con una ferita di quel genere…idiota-

-se non l’avessi fatto non mi sarei divertito durante questo duello… è l’unico modi per far risalire in me lo spirito Jashinista che è sepolto dentro di me e poi ora posso tracciarlo, tracciare il mio “disegno” preferito…-

Il generale non capì molto delle parole che avevo detto ma per la prima volta parve fidarsi di me e continuò imperterrito ad difendersi e a pararsi dei colpi del suo nemico. Il master intanto aveva fatto fuori uscire dalla maniche altri due lame, questa volta pugnali, per poi mettersi in posizione difensiva. Io posai il piede destro sul sangue che era a terre per poi tracciare un cerchio nel quale alla fine inscrissi un triangolo rovesciato… sorrisi mentre mi estraevo dal corpo la lama che mi aveva lanciato l’uomo per poi gettarla lontano da me… la ferita che mi aveva causato si rigenerò in un lampo sotto gli occhi stupiti degli altri tre. Se avessi avuto la stupida idea di togliermi la lama prima di aver tracciato il cerchio la rigenerazione non avrebbe avuto effetto dato che veniva contata come ferita precedente alla tracciatura ma dato che avevo ancora la lama nello stomaco questo non valeva…

-ti avevo detto di non preoccuparti Generale Romano, io ho i miei metodi per combattere…meglio invece che pensi al tuo nemico, come vedi ti sta mettendo in evidente difficoltà-

Master : -ma si può sapere chi sei tu? Non è possibile che qualcuno riesca a rigenerare delle ferite… sei un mostro di la verità-

-piacere sono Alex Torner vice supremo Shadow… cosa impossibile? Si vede che non vieni dall’Assiah ma da un paese esterno dalla fortezza, e pensare che io forse sono il più debole tra tutti i vice supremi della fortezza, anzi sei fortunato di avermi incontrato dato che minimo potresti avere la soddisfazione di farmi sanguinare, non perché sei bravo tu ma pur sempre di ferite poi si tratta…preparati-

Scattai in avanti con la mia falce. Intanto Annibale e Scipione si stavano dando battaglia all’ultimo sangue e il generale Romano fu già costretto ad usare una delle tecniche da Assassin, quella di trasformare il suo corpo in nebbia per evitare un attacco diretto dell’avversario che era riuscito a penetrare nelle sue difese. Si ricompose subito per poi sferrare un violento fendete che ferì la spalla del suo avversario, anche quello sembrava proprio uno scontro molto bello. Annibale reagì all’istante sfoderando una sua abilità, sferrò una stoccata che oltrepassò la spada del suo avversario colpendogli lo stomaco…

Annibale: -questa volta sarà diverso caro Scipione l’Africano… grazie alle abilità che ho acquisito non potrai vincermi, perché voglio proprio vedere come riuscirai a fermare una lama che non puoi toccare… ora sono in grado di trasformare la mia spada in ombra in modo che possa attraversare qualsiasi oggetto solito a mia discrezione. Sperò che tu non abbia finito i trucchi da mostrarmi-

Scipione: -non me lo sarei mai aspettato, meglio così, non volevo uno scontro noioso come quello di Zama-

La scena si risposta sulla battaglia tra Alex e il master sconosciuto. La mia falce si andò a scontrare con i due pugnali dell’uomo incappucciato che sembrarono resistere all’assalto, allungai la mano destra dietro la schiena per estrarre la mia katana bianca e poi con un rapito gesto lanciai la lama contro il mio avversario. esso sembrò quasi stupito dalla mia mossa ma con altrettanta rapidità alzò la sua gamba dalla quale punta dei suoi stivale fuori uscì una piccola lama che deviò la mia katana bianca facendola atterrare a pochi metri da noi.. lo guardai con un sorrisetto e lui fece altrettanto, poi con un balzo tornai indietro per esaminare un po’ la situazione. Rimisi a posto la falce dietro la schiena ed estrassi dal fodero la mia katana nera, mi concentrai per poi far tirare un fendente talmente forte che nemmeno una flotta intera di galeoni corazzati poteva in qualche modo incassare senza esser tagliata a metà. Il master evitò il colpo ma non l’imponente onda d’urto che lo fece andare a sbattere contro il muro di una casa mi vicina, la disgrazie fu che quella casa finì letteralmente distrutta dal fendente che avevo lanciato prima. Rimisi la spada nel fodero per poi togliere Luna danzante dalla schiena alla cintura, un nuovo scatto contro il mio avversario che intanto si era alzato e furente più che mai si apprestava a una contromossa. Egli fece uscire dal suo stivale destro una piccola pistola che la quale fece partire due colpi diretti alla mia persona. Il primo lo evitai facilmente anche facilitato dalla mira storta del mio avversario ma per pararmi dal secondo dovetti già far fuori uscire dal fodere una delle mie due lame così fallendo la possibilità di mettere a segno una doppia estrazione. L’uomo mi guardò avvicinarmi e quando fui a poca distanza usai la mia famosa e classica tecnica dell’estrazione che andò a colpire la spalla destra del mio nemico facendogli uscire del sangue… peccato, non volevo mica che lo scontro finisse così presto…

-maledizione, perché ti sei fatto colpire? Non dimmi che non lo hai fatto apposta… ora sono costretto a farti provare le pene dell’inferno e tutto per un tuo capriccio, così non va bene-

Master: -tu sei matto, non sei affatto normale-

Non risposi all’uomo, tornai una seconda volta all’indietro atterrando proprio in mezzo al circolo della vita eterna. Portai la lama insanguinata della mia katana all’altezza della bocca per poi leccare il sangue del mio avversario… l’uomo non capì quello che stavo facendo ma molto presto si sarebbe pentito di aver perso del sangue. La mia pelle divenne nera e delle linee bianche si formarono all’altezza delle ossa, il mio sguardo cambiò diventando da indifferente e buono a spietato e sanguinario, piccolo difetto che forse aveva quella tecnica, anzi questa religione. Non avevo intenzione però di usare il legame tra me e lui per trasmettergli dolore, sarebbe stato poi troppo facile mandarlo all’altro mondo, no, mi dovevo ancora divertire con lui quindi uscii dal cerchio e sentii come se una scarica di energia incominciasse a pervadere il mio corpo elettrizzandolo. Riposi nella fodera la katana nera e Luna Danzante per poi riprendere da dietro la schiena falce a tre lame.

-se prima ti dovevi impegnare ora dovrai fare i miracoli per farmi divertire un po’-

Per un attimo la scena stacca dal combattimento dei due master per tornare alla crudele battaglia dei servant. Entrambi i grandi generale avevano sul loro corpo una moltitudine di tagli e piccole ferite, non gravi, che davano segno di una lotta alla pari. Lo loro lame di incrociarono un’altra volta creando scintille qua e la, ma come era successo prima la spada del cartaginese divenne ombra e attraversò la daga del romano facendogli un altro taglio sul braccio destro. sembravano stanchi ma nessuno si voleva arrendere, dopo tutto ne valeva del loro orgoglio e io sapevo quanto l’ego di entrambi fosse alto. Dopo aver schivato un altro paio di colpi Annibale decise dunque di sfoderare la sua arma più potente…

Annibale: -hai combattuto da degno avversario Scipione l’Africano, ma è il moneto di chiudere questo discorso una volta per tutte… ora ti mostrerò la mia tecnica più forte, quella con la quale ho mandato all’altro mondo già parecchi master e servant del torneo… venite a me soldati cartaginesi!-

Una centinaia di soldati apparvero dal nulla sul campo di battaglia, tutti armai e protetti come se dovessero andare in guerra, portavano proprio le vesti dei Nobilis, l’arma più forte, ma ristretta, che i cartaginesi potevano schierare in battaglia e con la quale non aveva mai perso una battaglia (tranne quella di Zama). Quelle armature pur essendo ingombranti erano molto leggere e l’unica apertura era situata sul collo, una piccola fessura tra l’elmo e il resto… subito Scipione incominciò a pensare una strategia buona per abbattere anche quell’arma ma la cosa era complicata dato che il numero era esteso se messo a confronto solo contro di lui…
 
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