Il passato ritorna sempre

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view post Posted on 9/7/2011, 21:13
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Quest in solitaria per ottenere la seguente arma:
CITAZIONE
swordofwar
Demons Slayer: una spada di grosse dimensioni a lama larga, con bordi irregolari ma ben affilati, di colore grigio e con inquietanti ornamenti nella parte interna. Forgiata dai demoni per uccidere altri demoni. Si dimostra infatti particolarmente efficace se utilizzata contro demoni ed altre creature infernali (zombie, non-morti, vampiri) in quanto il suo potere nascosto irretisce parzialmente la forza e le abilità oscure di chi si ritrova a fronteggiarla, rendendolo quindi più vulnerabile ai suoi attacchi (Potenza Fisica contro Demoni o simili + 20).

Prologo

Un villaggio. Un piccolo e tranquillo villaggio, sperduto tra le inaccessibili ed inospitali montagne selvagge. I pochi abitanti, indissolubilmente legati alla propria terra natia, vivevano però in pace ed armonia col luogo, come se fra essi vi fosse un tacito accordo di reciproco rispetto, un’ esistenza umile, povera ma soddisfacente. I loro mezzi di sostentamento erano la caccia e l’ agricoltura e questo era sufficiente a soddisfare tutti i bisogni primari dei residenti, che altro non desideravano se non una vita pacifica ed in armonia con il mondo. Ma questo loro semplice sogno gli veniva purtroppo negato dalla presenza di altri abitanti della zona, che si erano stabiliti sul picco più alto della catena montuosa sovrastante il paese decenni prima: i demoni Shaktar, un clan di creature alate selvagge e molto feroci, nate per la guerra ed il combattimento, ma anche molto intelligenti dato il loro stretto legame di parentela con la razza umana. La loro insaziabile fame li spingeva a cacciare fino ai limiti del villaggio, disinteressati alla carne umana che trovavano “insipida” ma piuttosto agli allevamenti dei pastori, decimandoli puntualmente ogni mese.

La forzata convivenza si faceva sempre più dura, in quanto gli uomini si ritrovavano costantemente a corto di vivere e si vedevano costretti ad intraprendere lunghi viaggi per raggiungere i centri abitati più prossimi (vale a dire a valle, dopo parecchi chilometri di discesa) per mercanteggiare qualche provvista in cambio del poco che era loro rimasto. Questo finì presto col determinare un quasi completo esodo degli abitanti, eccezion fatta per qualche intrepido o forse sciocco, che non desiderava abbandonare la propria casa per nulla al mondo. Fra questi vi era una donna, Halianor, che contro tutto e tutti si era incredibilmente innamorata di una di quelle creature, uno dei guerrieri più forti e rispettati della tribù, Elros. Questi era però molto diverso dai suoi simili: non nutriva rancore né un senso di superiorità nei confronti degli umani, bensì ne era affascinato. E quanto i due si incontrarono, in maniera del tutto fortuita, rimase talmente ammaliato dalla bellezza della ragazza da innamorarsene istantaneamente, sentimento fino ad allora sconosciuto per lui e per la sua intera specie, scoprendolo per la prima volta negli occhi di un’ umana.

La loro infatuazione però non poteva che trovare obiezioni da ambo i lati, in quanto una simile relazione era ritenuta inammissibile, inconcepibile ed irrazionale, a causa delle incolmabili differenze di abitudini e stili di vita delle due razze. Nonostante tutti i pareri contrari e tutte le opposizioni comunque, nulla sembrava poter dividere il loro amore, e ben presto i due ebbero un figlio, per metà umano e per metà demone, che decisero di chiamare con il nome elfico Finwe. Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso: la donna venne completamente emarginata dagli altri cittadini ed etichettata come una traditrice. Lo stesso accadde al demone, al quale venne imposto di non vederla più a meno di non voler essere esiliato o peggio. Tutte le sue parole per convincere i compagni della sua lealtà al clan risultarono completamente vane quando annunciò che in ogni caso sarebbe rimasto al fianco dell’ amata, la cosa più importante per lui in assoluto. Fu l’ inizio della fine.

Considerandolo un traditore della propria stirpe e quindi un alleato degli uomini, i demoni Shaktar assalirono in massa Elros, circondandolo e colpendolo ripetutamente con lama ed artigli. Nonostante egli fosse il guerriero più forte fra loro, la sua disperata resistenza non poté nulla contro un così grande numero di assalitori e ben presto cadde sotto i colpi impietosi degli esultanti diavoli. Col suo ultimo alito di vita riuscì ad emettere un soffio magico per avvertire Halianor del pericolo, che disperdendosi nell’ aria giunse fino al villaggio, dove la donna comprese in un istante ciò che era accaduto. Questo le diede appena il tempo di mettere in salvo il proprio bambino, ancora in fasce, prima che l’ orda sanguinaria la trovasse e le destinasse la stessa sorte, senza la minima pietà e senza alcuna opposizione da parti dei concittadini, oramai disinteressati della sua sorte. Il bimbo trovò scampo e rifugio presso un’ altra famiglia del posto, che nonostante la repulsione per quella strana “creatura”, accettò di prendersene cura, seppur trattandolo sempre con un certo distacco. Crebbe così con un pericoloso desiderio di vendetta, anche a causa della diffidenza di tutti coloro che lo circondavano, trascorrendo una difficile e solitaria infanzia.

Fu dunque quella la fine di una storia d’ amore che forse non sarebbe mai dovuta nascere, ma che contro ogni pregiudizio si era rivelata più sincera e spontanea di qualunque altra e che nonostante tutto lasciò una qualche traccia, un nuovo e genuino ideale di amore e cosa più importante un’ eredità, nelle mani di una piccola creatura che doveva dimostrare al mondo tutta la forza scaturita da un sentimento così intenso ed irrefrenabile.


Edited by Dark-Riku - 9/7/2011, 22:33
 
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view post Posted on 10/7/2011, 18:36
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Finwe si svegliò di soprassalto, nel cuore della notte, ansimando come dopo una lunga corsa. Si guardò nervosamente intorno, spaesato, solo per rendersi conto che si trovava al sicuro nella propria stanza alla fortezza. Non era certo la prima volta che riviveva in sogno i dolorosi ricordi della sua tormentata infanzia, incubi dai quali non riusciva in nessun modo a liberarsi. Ma questa volta aveva visto qualcosa di diverso dal solito, aveva rivissuto episodi che non potevano appartenere ai propri ricordi come se fossero esperienze sue. Si trattava di qualcosa, insomma, di più che un semplice sogno. Non sapeva spiegarselo con esattezza ma c’era come una vocina dentro di lui che cercava di dirgli qualcosa, di metterlo in guardia, una strana sensazione che faccende importanti lo attendessero lontano da lì. E l’ immagine del suo villaggio natio restava ben stampata davanti ai suoi occhi, come se se lo ritrovasse nuovamente davanti. Qualsiasi cosa fosse quello strano presentimento, era certo che laggiù avrebbe trovato tutte le risposte che cercava e forse, finalmente, un po’ di pace. Era il momento di fare ritorno a casa.

Non attese neppure che il sole sorgesse. Raccolse le pochissime cose che possedeva e che gli sarebbero potute servire per il viaggio, legò ben strette le proprie katane dietro la schiena, si avviluppò completamente nel lungo mantello grigio e si incamminò silenziosamente verso i cancelli dell’ Assiah. Erano passati parecchi mesi dal suo arrivo al castello e si chiedeva cosa potesse essere cambiato al suo paese. Di certo nessuno aveva sentito la sua mancanza e i sentimenti degli abitanti nei suoi confronti non potevano essere mutati. Lui però era molto maturato, sia fisicamente che caratterialmente: non era più il ragazzo silenzioso che aveva lasciato la propria casa di nascosto, nell’ indifferenza generale. Era diventato più forte e più sicuro di se, ed in un qualche strano modo anche più aperto con gli altri. Questa volta non si sarebbe fatto mettere i piedi in testa da nessuno. Voltandosi, mentre si allontanava dalla fortezza presso la quale aveva trovato la sua vera casa, ne osservò i contorni spettrali che la facevano apparire quasi irreale e la salutò mentalmente, prima di mettersi in cammino per il lungo viaggio che lo attendeva.


§ A presto §

Impiegò almeno una settimana di cammino per raggiungere la vallata sopra la quale si ergeva il quasi inaccessibile picco ove sorgeva il villaggio, ed un giorno intero di marcia sui ripidi pendii del fianco della montagna per avvistare le prime abitazioni, che si stagliavano piccole e cupe nell’ altrettanto triste paesaggio circostante. Tutto sembrava tranquillo, gli unici rumori che giungevano alle sue orecchie tese erano i colpi martellanti di un’ accetta che si abbatteva ripetutamente sul tronco di un albero per farne legna da ardere. In effetti il clima era piuttosto rigido, tanto che alcuni residui di candida neve spuntavano sparuti qua e là. Eppure il ragazzo non sembrava soffrire dell’ improvviso cambiamento di temperatura, merito in parte del suo bollente sangue demoniaco, ma anche della sua abitudine a convivere con un simile clima.

Inoltrandosi lungo la scoscesa e polverosa stradicciola che collegava approssimativamente tutte le rade ed isolate casupole, raggiunse rapidamente quella in qui aveva vissuto per gran parte della propria infanzia (anche se in realtà era stato ben poco il tempo che aveva trascorso al suo interno, preferendo quasi sempre girovagare per il boschetto antistante il paese). Tutto taceva e nessuna luce proveniva dall’ interno. Le finestre erano incrostate di sporco ed era impossibile scorgere alcunché e neppure dalla cima del camino fuoriusciva il consueto fumo bianco del focolare, che per gran parte dell’ anno riscaldava le famiglie del posto. Doveva dare un’ occhiata più da vicino.

Entrando, notò che la costruzione versava in uno stato di totale abbandono: polvere ed acqua avevano danneggiato mobili e tappezzerie ed il camino non ardeva più da tempo. A quanto pareva anche i suoi tutori aveva infine deciso di trasferirsi in un luogo più felice. O forse erano morti. Ad ogni modo non gli interessava particolarmente quale fosse stata la loro sorte, così come a loro non era mai stata a cuore la sua. Mentre osservava ciò che era rimasto della propria stanza, quasi interamente svuotata del suo seppur misero arredamento, qualcosa richiamò improvvisamente la sua attenzione, così come probabilmente quella di tutti gli altri cittadini: un urlo acuto di donna, apparentemente terrorizzata, seguito immediatamente da un tonfo sordo, forse qualcuno che cadeva a terra.


§ Che accidenti sta succedendo §

Finwe si precipitò alla porta ed uscì in cerca della fonte di quegli schiamazzi. Camminando rapidamente raggiunse quasi il margine opposto del villaggio, arrestandosi di colpo dinnanzi ad una delle ultime abitazione, gli occhi sbarrati di fronte ad una scena alla quale mai si sarebbe aspettato di assistere. La sua espressione incredula si era fissata su tre grossi demoni alati dalla pelle chiara, identici a quelli che aveva sognato la settimana precedente. Uno dei tre teneva ben stretta per le braccia una donna dai capelli castani, che in preda al panico tentava, in maniera vana, di divincolarsi dalla sua inesorabile morsa. Il secondo invece aveva appena atterrato un uomo, che sembrava privo di conoscenza. L’ ultimo, molto più robusto degli altri e dalla carnagione più giallognola, se ne stava un po’ in disparte, le braccia incrociate, sogghignando alla vista dell’ operato dei suoi due compari, visibilmente soddisfatto.

§ Da quando quei maledetti si accaniscono contro gli abitanti del villaggio? E perché sono qui, cosa diavolo vorranno? Di solito si limitavano ad attaccare i greggi di bestiame. Be, se credono che me ne starò qui fermo a lasciargli fare il proprio comodo si sbagliano di grosso. E’ giunto finalmente il momento per me di avere la mia vendetta. E se ne accorgeranno a proprie spese §
 
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view post Posted on 12/7/2011, 15:33
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Il giovane, agguerrito mezzo-demone fece qualche altro passo verso le tre prepotenti creature, che ridevano di gusto delle loro malefatte, mentre la rabbia montava sempre più dentro di lui. Era tempo che aspettava di poter avere una seppur minima rivincita nei confronti di coloro che gli aveva portato via tutto ciò che di più prezioso aveva ed avevano irrimediabilmente condizionato la sua infanzia e di conseguenza la sua intera vita. Ora, almeno in parte, avrebbero pagato.

- Che diavolo ci fate qui, mostri? Ora ve la prendete anche con le persone indifese? Provate a fare di bulletti con me, se vi piace tanto! –

I tre si bloccarono di colpo e le loro risate malefiche cessarono, restaurando per un attimo il silenzio di poco prima. Si voltarono rapidamente verso colui che aveva proferito quelle parole di sfida, con occhi rabbiosi ed avidi di un bersaglio da colpire, ostentando con orgoglio i lunghi e letali artigli. Mentre i due un pò più piccoli si avvicinavano con decisione al ragazzo, quello più grosso restava immobile nella sua posizione eretta e composta, squadrandolo dall’ alto in basso, come se quella faccia gli fosse in qualche modo familiare. Giunti entrambi a meno di un metro da lui, un ghigno beffardo si allargò nuovamente sui loro volti deformi, già pregustando il sapore di una nuova vittima. Uno dei due quindi parlò, con voce alta ed acuta, tanto acida quanto falsamente melliflua ed ironica:

- E se ce la prendessimo con te, tu che cosa ci faresti? Ci conceresti per le feste? Ahahahahah Ma chi ti credi di essere ragazzino, vuoi fare una brutta fine? Bè, se è quello che vuoi ti accontento subito! –

La sua mano destra scattò fulminea verso Finwe, gli artigli tesi come cinque affilatissimi coltelli, minacciando di aprirgli un buco nel torace. Ma lo Shadow si era già preparato a dovere per quella circostanza, esaminando mentalmente il possibile approccio che questi avrebbe probabilmente adoperato. L’ arto della creatura non trovò che aria sul suo cammino, prima di venire tranciata di netto dalla katana rosso fiammante, che immediatamente era stata estratta dal suo fodero. Il demone si divincolò e cadde all’ indietro, ululando di dolore, mentre una densa sostanza verdastra fuoriusciva da ciò che restava del braccio.

- Il braccio, il mio bracciooo!!! Come diavolo hai fatto, come ti sei permesso!!! –

Ora completamente accecato dall’ ira, si scagliò nuovamente contro il suo giovane avversario, in maniera terribilmente avventata e senza un’ idea precisa su cosa fare. Tentò di colpirlo con un furioso montante, ma Finwe riuscì a spostarsi un po’ all’ indietro per evitare il colpo, inclinando anche il busto e la testa un pò all’ indietro, e quindi lo trapassò da parte a parte in pieno petto, mentre questi si divincolava disperatamente per sfuggire all’ abbraccio della morte, prima di cadere al suolo, ormai completamente inerme. I suoi compagni erano rimasti completamente allibiti. Di certo non si aspettavano che un ragazzo di quell’ età potesse essere in grado di eliminare un demone adulto del clan, e con quella facilità. Ma in particolare la loro attenzione sembrava focalizzarsi sull’ arma da lui impugnata, scrutandola come se avessero appena visto la cosa che più bramavano al mondo. Questa volta fu il demone più grosso a parlare, quello che aveva l’ aria di essere il leader di quel gruppetto, facendo qualche passo verso di lui. La sua voce era più calma e pacata, eppure in qualche modo nascondeva una perfidia ed un astio molto ben celati.

- Riconosco quella spada. La conosco molto bene. No, non ci posso credere, ma allora tu sei….il figlio di Elros, quel verme traditore. Sei il mezzosangue che non siamo mai riusciti a trovare. Dove ti sei nascosto per tutto questo tempo? Sei forse scappato in un’ altra regione? E perché mai ora hai deciso di fare ritorno? No, non serve che mi rispondi, oramai non ha più alcuna importanza. L’ unica cosa che conta e che ora possiamo terminare ciò che avevamo iniziato e tu sei l’ ultimo della lista. Avanti, uccidilo! -

Il compagno non se lo fece ripetere due volte. Sguainò una rozza spada corta che teneva legata alla cintura e si avventò sul mezzo-demone, agitandola orizzontalmente a mezz’ aria, in maniera un po’ goffa. Finwe bloccò il primo colpo sulla destra con la propria katana ed anche il successivo, in direzione opposta, facendo scivolare l’ altra spada verso l’ esterno così da scoprire il fianco del mostro e colpirlo di taglio dal lato opposto, incidendone in profondità la carne del costato. Questi, seriamente ferito, si rigirò furente e ritornò all’ assalto con un fendente a due mani da sopra la testa, direzionato dunque verso il basso, che però venne intercettato a mezz’ aria dalla lama scarlatta, che ne interrupe la corsa e bloccò i due in una apparente situazione di stallo. In realtà però, l’ oppositore era già pesantemente provato dalla prima ferita infertagli, e non riuscì a resistere a lungo in quel confronto di forza. Quando la sua resistenza cedette, lo Shadow riuscì a spezzare la sua guardia e dopo aver spinto la sua arma verso l’ alto lo trafisse nuovamente con un colpo orizzontale, in pieno petto, che non gli diede scampo.

- Bè, tutto qua? Pensavo foste un pochino più in gamba, sapete? E ora tocca a te –

Nonostante l’ apparente arroganza, gli sembrava strano che fosse così facile avere la meglio su quei demoni di cui aveva tanto sentito parlare, descritti come creature feroci, letali ed imbattibili. Certo però l’ ultimo rimasto aveva l’ aria di essere davvero un osso più duro. Non doveva sottovalutarlo nemmeno per un secondo. E a confermare ciò che pensava furono proprio le parole che uscirono dalla sua bocca:

- Non darti tante arie solo perché sei riuscito ad eliminare un paio di demoni di basso rango. Erano solo due stupidi, degli inetti che non meritavano di stare ai miei ordini. Ma io sono ben altra cosa, credimi. E te lo mostrerò immediatamente -
 
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view post Posted on 13/7/2011, 18:16
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Il robusto e minaccioso demone mutò improvvisamente sguardo e comportamento. La faccia divertita e sghignazzante di poco prima lasciò il posto ad un’ espressione feroce e sinistramente famelica e per la prima volta dall’ arrivo dell’ inaspettato visitatore allargò le braccia, che fino ad allora aveva tenuto incrociate sul petto. La sua sicurezza sembrava assoluta e in lui si poteva percepire una forza completamente diversa sa quella dei suoi a suo dire indegni sottoposti, che quasi sembrava prendere forma e corpo. E sembrava davvero intenzionato a fare sul serio.

- Carine le tue armi sai? Fattura davvero pregevole. Ho sempre detto a tuo padre che le apprezzavo molto, anche se la mia era comunque meglio. Vuoi vederla? -

La sua mano sinistra si levò al cielo, mentre sciami di schegge argentate si concentravano rapidamente in un vortice di vento, andando a formare un'unica, solida lama di dimensioni imponenti. Un grosso, bizzarro spadone grigio dalla lama irregolare stava ora saldamente fra i suoi artigli, stabile come un leggiadro volatile sospeso dal vento ed imponente come una gigantesca bestia selvaggia. La corpulenta creatura non mostrava alcuna difficoltà nel maneggiare quella maestosa arma, quasi pesasse appena qualche etto, seppure l’ aspetto facesse intendere tutt’ altro. Prima di decidere di attaccare la sua preda, però, parlò ancora una volta, inoltrandosi in un lungo discorso:

- Questa spada si chiama Demons Slayer, l’ uccisore di demoni. E’ stata forgiata dallo stesso metallo e dallo stesso fabbro che hanno generato anche quegli stuzzicadenti che ti porti appresso, sai? Come del resto tutte le armi del nostro clan, siamo specializzati in quest’ arte ed ogni nostra creazione ha una qualche dote particolare nascosta. Neanche ti immagini cosa potresti fare con quelle katane. La peculiarità di quest’ arma poi, è piuttosto esclusiva. Il suo potere assorbe ed indebolisce quello degli altri demoni o di qualunque creatura che attinga i suoi poteri nelle arti oscure, rendendoli più vulnerabili e dunque delle facili prede. Io la uso per mettere in riga i clan rivali o per punire i traditori. Proprio come il tuo caro paparino. Un po’ mi è dispiaciuto ucciderlo, devo ammetterlo, era un grande combattente. Ma era anche uno stupido sentimentale. La sua mente era stata infettata da quell’ umana, non distingueva più ciò che era giusto per il clan. Doveva pagare per il suo tradimento. Così io, il grande Kalash, ed altri 3 generali abbiamo abbattuto prima quel maledetto e poi la sua dolce sposina, riabilitando l’ onore degli Shaktar. Ora non resti che tu! –

Le mani di Finwe tremavano incontrollabilmente, tanto che la katana quasi gli scivolò di mani prima che vi riserrasse la presa, gli occhi persi nel vuoti e la mente del tutto assente. L’ aveva trovato. Aveva trovato uno dei responsabili della morte dei suoi genitori, della sua vita di paura ed insicurezza. Era lì, davanti ai suoi occhi, e si stava vantando del suo operato, come un salvatore della patria. Non poteva tollerarlo. Non poteva tollerare oltre quella voce così fastidiosa.

- Chiudi quella boccaccia!!! Sei stato tu. Tu mi hai portato via quanto di più prezioso avessi, tu mi hai condannato ad un vita di solitudine e di schernimento da parte di tutti. Tu mi hai fatto crescere con solo odio e desiderio di vedetta nel cuore. Ed ora ne pagherai le conseguenze -

Decisi finalmente a passare dalle parole ai fatti, i due si mossero l’ uno in direzione dell’ altro, le armi scintillanti al cielo, nonostante i pochi e deboli raggi del sole che riuscivano ad irrompere dalla fitta coltre di nubi. Le spade cozzarono fra loro più e più volte, senza però che nessuno dei due cedesse di un centimetro. La rapidità con la quale sferravano e respingevano reciprocamente i colpi aveva dell’ incredibile, tanto che i pochi accorsi nei paraggi dopo i ripetuti schiamazzi corsero ai ripari dietro le vicine abitazioni, senza però perdere d’ occhio la scena. Dopo l’ ennesimo blocco, Kalash indietreggiò di un paio di metri e disse:

- Sei in gamba, ragazzo. Dopotutto nelle tue vene scorre il sangue di Elros. Ma ancora non sei né alla sua, né tantomeno alla mia altezza. Sta a guardare –

Le sue ali si spiegarono in tutta la loro ampiezza, quasi del tutto identiche a quelle del ragazzo quando assumeva la sua forma completa, e con un paio di battiti spinsero il demone in alto fino a farne perdere le tracce. Ma non per molto. Infatti, dopo una brevissima attesa, questi ricomparve gettandosi in una sibilante picchiata per nulla disturbata dal forte vento montano e con un secco movimento traversale dello spadone scatenò una violenta onda d’ urto di dimensioni mastodontiche, che sembrava voler distruggere l’ intero villaggio. La forza del colpo sembrava inoltre rafforzata dalla velocità impressagli da quella rapida calata, che ne attirava a terra tutto il potenziale distruttivo.

§ No, non gli permetterò più di fare del male a nessuno, neppure a questi odiosi ipocriti. L’ unico a soffrire ora, sarà lui §
 
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view post Posted on 14/7/2011, 11:47
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Il maestoso colpo del demone Kalash stava per abbattersi al centro del villaggio e di certo questo avrebbe significato ingenti danni agli edifici più vicini e alle persone che vi abitavano, inermi di fronte ad una tale potenza devastatrice. Seppure non li ritenesse degni di essere salvati, Finwe non riusciva a disinteressarsi completamente della loro sorte. A quanto pareva il suo lato umano era più forte di quanto potesse mai immaginare e dominava le sue scelte in maniera ben più incisiva di quanto non facesse la sua metà oscura. E questo, in parte, lo rincuorava, poiché significava che in fondo era più umano che demone. Ma ora doveva dimostrare a se stesso e a tutti i presenti, che la sua vera forza era proprio la coesistenza delle due razze in se: la forza e la ferocia di un demone unite all’ integrità, alla giustizia ed alla determinazione di un uomo. Una miscela perfetta, solo ora se ne rendeva conto.

- Ora vedrai cosa è capace di fare quello che tu definisci un mezzosangue. Forse non saprò ancora sfruttare appieno il potenziale delle mie Soul Stealers, è vero, ma qualche trucchetto l’ ho imparato anch’ io –

Sguainò la seconda katana, a questo punto non poteva davvero farne a meno. Le allargò entrambe lateralmente, a mezz’ aria, mentre il loro colore e la loro forma iniziava a mutare e le lame si accendevano di un rosso ancora più intenso e luminescente, allungandosi di parecchi centimetri rispetto alla loro dimensione originale. Ora disponeva del massimo potenziale che potesse (almeno attualmente) ottenere dalle sue armi e aveva intenzione di riversarlo tutto contro quel diabolico assassino. Quando oramai l’ onda d’ urto stava per raggiungere terra, Finwe vibrò due poderosi fendenti nel vuoto verso di questa, facendo partire degli squarci luminosi a mezzaluna, simili agli artigli di una grossa bestia, che in un istante andarono ad impattare contro la tecnica nemica generando una grandioso esplosione a qualche metro da terra, la quale a sua volta scatenò una tremenda folata di vento che quasi scoperchiò i tetti delle case sottostanti. Risollevandosi da terra, dopo che la forza della deflagrazione lo aveva gettato a terra, il mezzo-demone fissò il suo sguardo, lievemente soddisfatto, sul suo oppositore, sospeso in alto, che invece appariva alquanto sconcertato.

- Come è possibile che sia riuscito a respingere la mia tecnica. Non può essere già così forte, è impossibile. La sua parte umano dovrebbe renderlo debole, non può essere in grado di competere con me… –

- Come hai appena visto anch’io, quando voglio, so tirare fuori gli artigli. Tu dici che la mia parte umana mi rende debole, ma ti sbagli. In realtà è proprio quello il mio lato più forte, ciò che mi distingue e mi rende superiore a te. La mia umanità è la mia vera forza, la determinazione che scaturisce solamente quando si desidera proteggere qualcuno di caro. O quando lo si vuole vendicare. E questo un essere ignobile come te non potrà mai capirlo! –

In preda alla collera ed ululando ferocemente, Kalash si gettò nuovamente in picchiata in un affondo in caduta libera che però non trovò che il terreno, dato che lo Shadow si era prontamente proiettato all’ indietro con una capriola, conficcandosi a terra in profondità. Mentre egli tentava di estrarre la propria arma dalle grinfie della robusta terra, l’ altro eseguì un doppio affondo al suo fianco sinistro, anch’esso schivato per un soffio da un repentino movimento di bacino. Quando finalmente riuscì a sradicare lo spadone dal solco scavato nella roccia, il demone attaccò con un colpo diagonale da destra a sinistra, faticosamente bloccato perpendicolarmente da Finwe con entrambe le katane e quindi con un altro da sinistra a destra, anch’ esso però vanificato dalla medesima doppia difesa. I due combattenti sembravano in una situazione di assoluta parità, ma in realtà qualcosa stava accadendo.

§ Perché mi sento così debole? Non mi ha mai colpito e dovrei poter resistere ai suoi attacchi ancora per un po’. E allora perché? §

La sua attenzione fu poi catturata da ciò che stava avvenendo alle sue spade, ancora a contatto con quella gigantesca nemica: era come se la loro energia venisse risucchiata da una forza misteriosa, mentre l’ alone scarlatto della sua tecnica, che ricopriva le lame incrementandone efficacia e raggio d’ azione, andava piano piano affievolendosi, assorbito dalla fredda lama grigia. Finwe interruppe allora bruscamente il contatto fra i metalli e scivolò di qualche passo all’ indietro. Nel frattempo Kalash stava nuovamente sghignazzando, visibilmente compiaciuto.

- Te ne sei accorto finalmente, eh? La mia spada sta lentamente assorbendo il potere demoniaco tuo e delle tua armi. Presto sarai così vulnerabile che potrò ucciderti a mani nude, ahahahah –

Ecco cosa stava succedendo, era quello il potere segreto della Demons Slayer. No, non poteva assolutamente permettersi di rimanere senza forze. Doveva conservarne quel tanto che bastava per eliminare quel mostro. Ma come poteva fare? L’ unica possibilità era far assopire il più possibile la sua metà demoniaca e lasciar prendere il sopravvento alla metà umana. In fondo era lo stesso processo che utilizzava quando assumeva la forma di demone completo, ma al contrario. Non aveva mai immaginato di poter fare una cosa simile, ma era l’ unica soluzione che gli restava. Socchiuse gli occhi e cercò di concentrarsi il più possibile sul suo lato migliore, quello che gli consentiva di provare quei sentimenti altrimenti sconosciuti a quelle malvagie creature. Lentamente l’ ala nera che gli spuntava dalla spalla si rimpicciolì sempre più, fino a scomparire del tutto nella carne rosata della sua scapola. Quindi, lasciando cadere a terra le katane ed allargano le braccia, per godersi appieno quella sensazione di normalità mai provata prima, alzò lo sguardo al cielo con un sorriso stampato in volto come non ne aveva mai mostrato. Interpretando questo come un segno di resa, Kalash si accinse a sferrare il colpo di grazia.

- Hai dunque deciso di arrenderti? Molto bene, questo risparmierà tempo e fatica a entrambi. Ora, raggiungi i tuoi genitori! –

Il suo ultimo affondo, destinato al cuore di Finwe, fu però il suo più grande e fatale errore. Tutt’ altro che rassegnato alla disfatta infatti, il giovane si riscosse come d’ incanto dalle sue “paradisiache” sensazioni, ed afferrandone il braccio eccessivamente rilassato dalla prematura convinzione di vittoria, rivoltò l’ arma contro il suo stesso proprietario, volgendone la punta verso il suo ventre ed affondandola in profondità nelle sue viscere. Il demone, morente, ansimò e balbettò qualche ultima, incredula parola del tipo “No, non è possibile, non può essere vero”, prima di accasciarsi al suolo sotto il peso della considerevole massa di acciaio e del grosso squarcio che si apriva dal suo stomaco. La lotta era finita. Quando perse la concentrazione con la quale era riuscito a diventare un umano completo, l’ ala sulla spalla di Finwe fece nuovamente la sua comparsa. Ma non gli importava. Ormai aveva capito che poteva essere qualsiasi cosa desiderasse, perché che in lui risiedeva il meglio delle due razze e non il peggio come aveva sempre pensato. E non lo avrebbe più scordato.

§ Questo è solo l’ inizio. Ci sono altri 3 tuoi simili che devono ancora pagarla, ma tutto a tempo debito. Però direi che quella potrebbe farmi comodo. Immagino non dispiaccia se la prendo, vero? Tanto non ti servirà più §

E dopo aver estratto la Demons Slayer dal cadavere prese la via di casa, dato che un lungo viaggio lo attendeva per fare ritorno alla fortezza.
 
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Dark Squall
view post Posted on 14/7/2011, 12:23




che dire,una quest abbastanza buona,anche se in alcuni punti lievemente ripetitiva,ma comunque sempre accettabile^^ti meriti il pieno possesso dell'arma,in più ti becchi 6 exp,50 ap e 300 guil di ricompensa.
 
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5 replies since 9/7/2011, 21:13   42 views
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